Crème brûlé

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  3 giorni a San Francisco, 4 a zonzo nell'area di Los Angeles e immancabilmente il momento del rientro giunse puntuale.

Mika doveva ammettere che quella settimana di svago inattesa e fuori programma, gli aveva donato un benessere ed una sensazione di appagamento che dopo quanto successo con Greg Wells, lo avevano ricaricato di energia positiva per continuare il suo lavoro anche senza il suo storico produttore e collaboratore.

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L'aperitivo pre conferenza di Xfactor era un obbligo a cui Mika si sarebbe volentieri sottratto, non tanto per la compagnia che ben conosceva, ma perché non gli piaceva mai bere prima di doversi sforzare a parlare italiano, soprattutto venendo da un periodo in cui aveva snobbato la lingua di Dante in maniera fin troppo evidente.

"Buonasera Penniman!" arrivò puntuale come ogni occasione la voce graffiata di Morgan, che con il suo solito fare da gran maestro si dilettava a disseminare l'aere di cultura musicale e non.

Mika si voltò di scatto quasi non si aspettasse la sua presenza così diretta "Ciao Morgan!" gli sorrise addentando un pezzetto di focaccia nella speranza che potesse mitigare l'effetto del prosecco che aveva nel bicchiere.

I due si scambiarono i rituali convenevoli e tempo 5 minuti presero a scherzare come due vecchi amici in un pub di periferia. "Pronto per l'entrata trionfale??" chiese il brizzolato facendo oscillare la flûte con eleganza in direzione del collega.

Mika gli riservò uno sguardo furbo, convogliando tutto il suo scetticismo, giustificato dalle numerose battutine, molte delle quali per lui incomprensibili, che l'italiano gli aveva rifilato nei pochi minuti di conversazione.

"Dai Morgan, noi siamo abituati a tanta gente sul red carpet di XFactor" rispose, puntualizzando l'ordinarietà dell'evento a cui stavano per prendere parte.

Morgan rise di gusto all'ingenuità del libanese "E qui ti sbagli caro Mika... Oggi c'è la presentazione ufficiale della giuria, Fedez e Vicky arrivano sulle automobiline giocattolo, io e te in carrozza... insieme!" lo mise al corrente, ormai certo che il particolare fosse sfuggito alla popstar dai mille impegni.

"Che è un carrozza??" si sbrigò a chiedere Mika, preoccupato dall'espressione fin troppo sorniona che aveva accompagnato l'annuncio del programma.

Morgan dopo una fugace risata per la mancata concordanza del genere, tradusse il vocabolo nuovo e sconosciuto ricevendo uno sguardo a metà strada tra il perplesso e il sognante.

"Ma questo è belisimo!" gioì quindi il più giovane aprendosi in un'espressione solare ed entusiasta.

Morgan si portò alla bocca una tartina guastandola scenicamente per poi ribattere con un complimento a sé stesso "Grazie, merito mio. La scelta è stata del sottoscritto"

Mika rise alzando gli occhi al cielo, ma non fece in tempo a rispondere che una esuberante Vicky giunse saltellando, racchiudendo entrambi i colleghi in un abbraccio collettivo al grido di "Ma ciaaaaaaaaaaao!!!!"

L'italo-inglese occupava certamente il primo posto nella classifica mentale di Mika dei colleghi della nuova giuria 2014 del programma, dopo che alcune situazioni un filo esagerate e fuori luogo avevano minato il rapporto mentore-discepolo tra lui e Morgan.

"Ciaaaao Viiiickyyy!" ricambiò infatti Mika, sollevando la moretta da terra di 20 centimetri buoni.

"Mi sei mancato Mikaa!" confessò lasciandogli una carezza affettuosa sulla guancia "Come sono andate le ferie? Dove sei stato di bello??" chiese raggiante.

Mika si perse a spiegare alla collega le vacanze da poco concluse e rimase a lungo ad ascoltare il racconto delle sue "Adeso fino a deciembre devo solamente lavorare!" concluse fingendo un'aria sconsolata a cui lei mise subito fine.

"Fino a novembre hai detto che non devi andare in Francia no? Possiamo vederci, andare a teatro, fare serate cinema, aperitivi sui navigli... abbiamo l'imbarazzo della scelta!" propose a raffica, facendo perdere Mika a metà discorso, tanto veloce aveva elencato le varie attività.

Il libanese sorrise grato alla collega prima di andare ad intavolare una discussione con l'ultimo giudice che ancora non aveva propriamente salutato.

Fedez era certamente il collega con cui aveva legato meno. Non sapeva dire con certezza a cosa potesse essere dovuto, ma sentiva che con il 25enne non era scattata l'alchimia che c'era con gli altri.

Si scambiarono un saluto cordiale e due parole veloci, prima che uno degli organizzatori facesse capolino nella sala e annunciasse l'inizio della conferenza di presentazione.

Mika si incamminò con Morgan verso la carrozza e nel momento in cui la vide non riuscì a reprimere un esclamazione di puro stupore e incanto.
"The hell!! It's fucking amaziiiiing!!" trillò in inglese, troppo euforico per pensare a rendere il concetto in italiano.

Morgan rise salendo per primo tendendo la mano da bravo cavaliere con la propria damigella, Mika la accolse con entusiasmo, montando al suo fianco, ridendo come un fanciullo al parco giochi.

Era bastata una carrozza nemmeno troppo sfarzosa per trasformare la popstar in un esaltato bambinone di poco meno di 2 metri e Morgan avrebbe mentito ad ammettere a sé stesso che quel suo lato non gli fosse mancato negli ultimi mesi e in cuor suo sperava che la loro vecchia complicità avrebbe potuto far ritorno.

Centinaia di fan in delirio accolsero il cavallo bianconero e i due giudici veterani prima, e i le due new entry muniti di motoretta, una, e di macchinina da bambini, l'altro.

Tutti e 4 decisamente festanti ed entusiasti si lasciarono fotografare, intervistare, misero in scena ilari teatrini scherzando tra di loro e con Cattelan fino alla sera, quando la conferenza si concluse e Mika in un impeto di socievolezza invitò tutti quanti a casa sua per una pizza.

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Andy in Grecia da due settimane, era entrato finalmente nel meccanismo e stava apprezzando sempre più visceralmente la libertà di fare esattamente ciò che gli girava in testa, seguire ogni più sottile ispirazione e vedere cosa ne usciva.

Il direttore di Vice era stato chiaro, aveva in programma di trasmettere il documentario ad aprile 2015 e la scadenza ultimativa per Andy era stata fissata al 31 marzo. Sei mesi di tempo per poter lavorare al suo progetto nella maniera più personale. Nelle settimane trascorse sull'isola, aveva contattato alcune persone, chiedendo con la delicatezza che lo contraddistingueva, il permesso di scrutare per alcuni giorni la loro vita quotidiana invernale, ottenendo senza quasi faticare risposte positive.

Amava alla follia i vecchi del paesino di Kypseli. Della loro riservatezza parevano aver fatto l'arma per difendersi dagli stranieri che durante tutta l'estate e parte dell'autunno prendevano di mira la loro terra, spingendosi anche laddove le loro casupole isolate brillavano sotto il sole ardente, tra le sconfinate colline ocra che rivestivano i pendii dell'isola saronica.

In quella riservatezza Andy amava intrufolarsi in punta di piedi, giocando il ruolo di isolano in prima persona, legando la sua storia a quella dei suoi nonni e di suo padre, presentandosi come uno di loro, ricevendo così tranquillamente la concessione di poter far parte di alcune delle loro solitarie giornate.

"Oggi ho convinto il vecchio Georgios!" trillò Andy aiutando il padre a tirare i fili del bucato sul retro della casa.

Alexis legò con un nodo stretto il filo ad uno dei paletti e sorrise al figlio "Quanto indietro sei dovuto andare col tuo albero genealogico per convincerlo che fossi autoctono abbastanza per poter ficcare il naso nelle sue cose?" chiese lanciandogli la matassa di filo perché potesse intrecciare l'ultimo nodo.

"Meno di quanto ti aspetteresti! Nonno Petros ha aperto le porte egregiamente!" lo informò con sguardo sicuro di sé, stringendo l'ultimo nodo per poi tagliare la matassa di filo e concludere il lavoro.

"Questo perché sei nato per fare quello che fai... Sono sicuro che ti aprirebbero qualunque porta in ogni caso, hai la delicatezza, il garbo e l'empatia giusta" lo lodò senza riserve. Andy ne rimase stupito. Era raro che Alexis si lasciasse andare a complimenti ed elogi così plateali, preferiva esprimere il suo apprezzamento ai figli con battute e giri di parole.

Andy non poté che sorridere "...davvero lo pensi pa'...?" chiese per conferma che non fosse una sottile presa in giro bonaria.

"Certo che lo penso Andy! Non sto scherzando. Le voci sull'isola corrono, me ne sono giunte alcune in questi giorni e parlano tutte di te come di un ragazzo in gamba, che sa il fatto suo. Non ho mai avuto dubbi in merito, ma come padre sentirlo di persona è....diverso...bello..." si lasciò andare al sentimentalismo, mettendo al corrente il figlio di ciò che la gente stava iniziando a commentare, ora che si era esposto alla comunità.

Andy non riusciva a esprimere a parole l'immensa gioia di quei giorni. Si stava immergendo anima e corpo in quella avventura, assaporando e interiorizzando sguardi, gesti, parole dette e parole taciute di tutti coloro che stava incontrando e sentire suo padre orgoglioso di quello che stava portando avanti, era una delle sue gioie più grandi.

In compenso doveva ammettere che mancasse un componente per rendere quel periodo perfetto; componente che era in quei giorni impegnato tra Milano e Londra.

"Moooosie! Chiamami quando hai finito. Ho voglia di sentirti <3" inviò in quel della piovosa Inghilterra sbrigandosi a rientrare a sua volta in casa, all'ennesimo tuono che squarciò la settembrina quiete greca.

Mika riemerse dallo studio di registrazione, dove aveva inciso i cori di alcuni dei suoi pezzi, con l'intento di andare a mangiarsi un piatto caldo almeno per cena. Era dalla mattina inoltrata che era rinchiuso in studio e per pranzo non si era concesso che un misero sandwich delle macchinette. Conscio della nottata di full immersion che lo aspettava, decise che almeno un pasto caldo e appetitoso gli spettasse di diritto, a differenza dei colleghi che parevano essere completamente sordi ai morsi della fame.

Uscì nelle strade di Londra. La luce giallo ocra dei lampioni già accesi colorava le pozzanghere grigie che come specchi ondulati e concentrici riflettevano il cielo plumbeo della capitale in quell'ora a metà strada tra la sera e il crepuscolo, in cui l'oscurità ancora mancava di invadere le vie della città.

Inspirò l'aria umida, portandosi dentro un po' di quell'odore di pioggia cittadina che non amava troppo, ma non poteva nemmeno ammettere di odiare. Quell'odore che era così consimile a molte delle città in cui aveva abitato, ma così fortemente diverso dalla pioggia nei prati, nella campagna, in riva al mare, tra le alture italiane o tra gli speroni rocciosi di qualche montagna.

Nulla come la pioggia sapeva far sbocciare i profumi di un luogo in maniera così distorta ma al contempo singolare.

Passeggiò lungo la via che conduceva ai pochi locali che animavano la zona guardandosi attorno, mani in tasca e viso rivolto al cielo a cogliere la leggerezza di quella pioggerellina quasi nebulizzata che solo Londra aveva il potere di attirare.

Si perse nei gorgoglii delle grondaie quasi provenissero da qualche strumento musicale moderno e si chiese se fosse così una cattiva idea pensarli in una canzone.

Passeggiò distrattamente tra i locali lasciando al suo istinto, nella forma del suo naso, la decisione di quale fosse degno della sua scelta.

Un profumino invitante lo trascinò infatti come in un cartone animato, catturandolo con la sua scia uncinata e attraendolo inesorabilmente tra le sue fauci.

Preso posto nel tavolo più solitario, lesse distrattamente le pietanze, sapendo già su quale avrebbe finito per buttarsi, e dopo 5 inutili minuti ordinò esattamente quella alla cameriera.

La leggera vibrazione emessa dal suo cellulare lo distolse dal suo vagabondare interiore.

Estrasse il cellulare meccanicamente, sbloccandolo senza nemmeno pensarci, adocchiando distrattamente la notifica.

La mail con la fattura emessa dagli studios di Los Angeles, che lui peraltro aveva già saldato, finì nella cartella insieme alle sue simili e venne liquidata in meno di 5 secondi.

Alcuni messaggi degli svariati gruppi in cui i suoi amici l'avevano inserito, finirono completamente ignorati.

Scorse poi 3 chat degne di nota, che lesse mettendole mentalmente in ordine di interesse crescente.

Prima la madre, che l'indomani lo invitava a cena dato che "Papà è in città e avrebbe piacere di vederti prima che tu sparisca di nuovo". Gli rispose con un "Volentieri ma'!! 😊" veloce, appuntandosi in testa e sul cellulare la sveglia. Era quasi certo che senza avrebbe finito per arrivare in ritardo. O meglio, più in ritardo rispetto ai suoi standard.

La seconda chat fu quella dei 5Pennimanssss dove le sue sorelle e suo fratello discutevano alcuni dettagli della casa di Miami che Yasmine voleva mettere a punto al più presto. Come sempre i pareri erano già stati espressi e discussi da tutti nel dettaglio, e gli ultimi messaggi erano delle minacce più o meno velate al fratello di mezzo che "se non risponde entro 2 ore, lo lasciamo fuori!" da parte di Fortuné, e relative risposte più pacate delle sorelle del calibro di "Starà lavorando... LUI!", "Che dittatore che sei Fort!"e un ultimo messaggio riepilogativo, in cui era spiegato per punti ogni argomento discusso con relativi pareri dei 4 fratelli, che Yasmine aveva redatto per evitare a Mika di doversi leggere tutti i 49 messaggi precedenti.

Con precisione rispose ad ogni questione, rispettando i punti del messaggio e ringraziando Yasmine con un'emoji a cuoricino per il pensiero gentile.

Per ultima lasciò la chat con meno messaggi e dal mittente per lui più importante.

La semplicità intrisa di dolcezza delle sue parole lo fece sorridere senza ritengo, portandolo a fare esattamente ciò che Andy gli aveva chiesto.

"Oooohi ciaaaaao popstaaaar!" lo accolse la voce gioiosa del greco.

"Ciao mio videomaker freelance!" gli rispose allo stesso modo, facendo trasparire la sfumatura orgogliosa in quel nome "Come va sulla calda isoletta?".

Andy uscì in veranda, al riparo dalla pioggia battente e al contempo dalle orecchie del padre.

"Benissimo! Davvero da Dio, amore!" rispose entusiasta, prodigandosi a raccontare nei dettagli la giornata e il procedere del suo lavoro.

Mika rimase in ascolto senza interromperlo più del necessario, chiedendo solamente alcuni dettagli, dimostrandogli il suo genuino interesse.

Sentirlo così realizzato e appagato gli stava donando una sensazione meravigliosa. Sapeva di essere parte di quella felicità ed era sicuro che Andy ne fosse conscio e ben lieto.

In quegli anni si era spesso visto dal lato opposto della barricata, quando dopo aver raccontato a Andy una proposta o una idea che gli era balenata nella mente, il greco passava la serate ad elencargli i possibili vantaggi che ci vedeva, smontando una per una le sue paure con delicatezza o voltando la faccia della medaglia, facendo diventare punti di forza ogni suo timore o incertezza.

In quei mesi, passato da artista a consigliere, si rendeva conto della felicità e della gratificazione che quell'opera paziente e estremamente delicata era in grado di apportare. Si trattava di orgoglio, gioia e soddisfazione riflessa, al pari della propria realizzazione lavorativa e artistica, se non superiore.

La presa di coscienza di essere stato d'aiuto, di essere riuscito ad essere la spalla della persona a cui, anche se non ancora ufficialmente, sapeva di aver votato la propria vita.

Una sensazione che aveva già provato anni addietro, quando l'aveva spinto a superare altre situazioni. Ma forse allora la gioia si era mischiata al costante sforzo, messo in atto nei primi mesi di relazione, indispensabile per la costruzione della fiducia e del legame affettivo. Quasi fossero state delle prove che andavano affrontate. Quasi ci si fosse aspettati che accadessero.

Nel presente della loro storia invece, ognuno di questi passi fatti insieme era qualcosa che entrambi sentivano proprio. Come se camminare fianco a fianco fosse ormai la normalità. Come se essere la spalla l'uno per l'altro fosse quotidiano. Ma anche nella quotidianità del cammino, c'erano montagne più alte da scalare, arrivando alla vetta delle quali la soddisfazione era maggiore, e Mika sentiva che quella che lui e Andy, insieme, stavano scalando, era una vetta di quelle importanti.

Andy raccontò con minuzia ognuna delle sue emozioni, poi lasciò la parola al compagno perché facesse lo stesso.

"Oh io nulla di che... sono in studio da stamattina, mi sono concesso una pausa cena perché poi ci torno e ci resto fino a domattina alle 5 mi sa.

Lavoreremo in concomitanza con lo studio di Nashville, ho sentito Jodi e si è detta lieta di darmi il suo parere e magari anche un contributo" spiegò senza troppa enfasi, cercando di mascherare la stanchezza che già lo stava pervadendo.

"Jooodiii! Ma daaaaai!" Andy gioì sentendo il nome della primissima produttrice di Mika, colei che in lui aveva creduto fin da subito, ipotecando perfino casa pur di fargli produrre l'album che voleva, e venendo poi ripagata dalle milioni di copie vendute di Life in Cartoon Motion.

"Ma... fino alle 5 di domani mattina?? Ne uscirai poi cotto...!" si preoccupò senza sforzarsi di celare il suo sentimento.

Mika trattenne uno sbadiglio "Ma no dai, non preoccuparti. Avremo di che parlare, sarò talmente occupato da non sentire la stanchezza. E comunque il resto del giorno di domani poi dormo" lo rassicurò, sorridendo alla cameriera, arrivata con la sua ordinazione.

"Non ho dubbi!!" scherzò il biondo ridacchiando "Dove sei a cena?" chiese quindi.

"Sono all'Old Chicken Pie" spiegò velocemente, annusando il profumo di curry, sentendo lo stomaco gorgogliare.

"Oooooh! Fammi indovinare! Alette di pollo al curry con patate arrosto!!" indovinò immediatamente il greco, ricordando perfettamente come ogni volta in quel locale dopo aver letto attentamente la lista, il fidanzato scegliesse sempre quella portata.

"E per dolce semifreddo alla mandorla o crème brûlé??" chiese eccitato senza nemmeno attendere la risposta alla domanda precedente.

"Alette ci hai preso. Hmmm sai che sono sempre indeciso tra quei due!" gli chiese implicitamente consiglio come sempre faceva.

Andy ci pensò brevemente e poi fece la sua scelta, che era certo sarebbe stata anche quella del compagno "Stasera direi crème brûlé" sentenziò.

Mika sorrise felice di non dover prendere quella difficile decisione da solo.
"Crème brûlé sia!"

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Buongiorno!
Scusate il ritardo, ho avuto tre giorni di lavoro decisamente pieni.

- L'unica cosa di cui era certo, era che in quel momento dopo 30 ore di lavoro e 0 ore di sonno, il taxi che lo stava portando verso la zona sud-ovest della città con il suo ritmo lento e cadenzato dal traffico lo stava cullando in maniera fin troppo dolce. Decise di poggiare la testa al finestrino e chiudere gli occhi pesanti per 5 minuti, ma non ne passarono due che una paperella invadente si fece largo tra i suoi neuroni già quasi addormentati, destandolo di scatto.-

- Il vociare della famiglia Penniman, Mika lo notò immediatamente per sua somma gioia, mancava della solita soglia improponibile di decibel, e benché ne fosse estremamente lieto, si chiese a cosa mai fosse dovuto.-

- "Li hai visti i miei progetti per le camere??" Fortuné si inserì nella discussione tra le sorelle sulla casa di Miami, andando a interpellare l'ultimo dei 4 che ancora non aveva espresso dettagliatamente il suo parere sulle sue creazioni.-

- "Com'è cresciuto!" notò Mika passandogli un dito sul nasino tondo che lui prese immediatamente nella mano per poi portarselo alla bocca e mordicchiarlo.-

Eccovi le caramelline!
A settimana prossima, anzi a domenica, salvo imprevisti ;)
Grazie a tutte,
Vv  

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