Breathe underwater

270 8 0
                                    

  Era curioso di sapere cosa si fosse inventato e non aveva assolutamente idea di cosa sarebbe successo di lì a poco.

Si lasciò condurre verso una piccola imbarcazione al molo e quando vide la tenuta indossata dalla persona con cui Mika aveva scambiato un saluto, spalancò la bocca meravigliato.

Il riccio a quell'espressione sorrise vittorioso. Un punto messo a segno.

-*-*-*-*-*-*-

Stette muto per un lungo momento e poi se ne uscì con un "Ma io non ho nemmeno il costume!" lamentandosi velatamente alla sua inadeguatezza in quella sorpresa.

Ma Mika con un dolce sorriso lo stupì, estraendo dal suo zainetto multicolor un costume rosso anche per lui.

Presero il largo con l'istruttore e arrivati in una piccola baia, aiutati si vestirono con delle pesanti mute termiche, pronti finalmente all'avventura.

"Allora. Questa è la vostra prima volta giusto?" chiese la guida mostrando alcuni attrezzi ai due ragazzi.

Entrambi annuirono "Ho sempre voluto fare sub, ma questo è il mio battesimo del mare!" trillò Andy felice come un bambino, afferrando ciò che gli veniva dato dal ragazzo di fronte.

"Anche per me è la prima esperienza" confermò Mika un po' meno euforicamente di Andy. Il suo odio per il mare era risaputo e sapere di dover stare a lungo sott'acqua senza poter emergere, respirando da una bombola, non lo faceva di certo sentire a suo agio.

Al biondo euforico non sfuggì il tono non troppo convinto del ragazzo accanto a lui e non ci mise che un secondo a capire cosa gli passasse per la testa. Gli si avvicinò e gli diede un'affettuosa pacca sulla spalla, scambiando un sorriso di comprensione e tacito ringraziamento e uno sguardo di sincera gratitudine.
Si prepararono e quando l'istruttore diede il via si tuffarono.

Le acque di marzo del mar Egeo non erano di certo le più calde, ma la muta faceva il suo lavoro più che egregiamente.

I due ragazzi si muovevano lentamente imitando l'istruttore di fronte a loro e piano prendevano confidenza con quel nuovo ambiente non proprio famigliare. Andy era al settimo cielo. Sotto la superficie o i bassi fondali che era abituato a osservare con una semplice mascherina da snorkeling, non era mai riuscito a vedere dei colori così meravigliosi e un ambiente così diverso e affascinante. I suoi occhi saettavano da un cavalluccio marino ad una stella, rapito dalla meraviglia della natura incontaminata nel quale erano immersi.

I suoni erano ovattati e gli occhi percepivano una miriade di sfumature talmente cangianti e brillanti da lasciarlo senza parole e senza cognizione degli intorni.
Non c'era nulla se non la tranquillità e la pace di uno spazio tutto nuovo.

Mika seguiva a sua volta muovendosi con calma nelle acque cristalline, cercando di evitare il più possibile eventuali contatti con esseri viventi dotati di pinne o tentacoli e prestando attenzione alle espressioni estasiate di Andy che aveva l'aria così raggiante da farlo sentire bene a sua volta, solamente con alcuni sguardi lasciatigli di tanto in tanto.

Quando riemersero dalle acque blu, risalendo in barca, Andy non smetteva per un attimo di parlare a raffica.

Il biondo era un buon ascoltatore e raramente si perdeva in lunghi discorsi concitati e frenetici, ma quel pomeriggio non faceva decisamente testo.

Mika una volta toltosi di dosso la pesante muta scomoda, i pesi e gli attrezzi per respirare sott'acqua, si sedette a lato della barca e continuò a osservare il greco chiacchierare raggiante e entusiasta dell'avventura appena vissuta.

Il riccio si sentiva esausto dalla giornata ma l'energia di Andy gli dava la carica necessaria a rimanere vigile ed attento.

Rientrarono in paese che ormai era sera, salutarono la guida e si diressero verso l'interno del paese, sull'altura.

Andy aveva ancora quel sorriso radioso stampato in viso e non sembrava notare nulla intorno a sé, camminando spedito verso casa. Dietro di lui, Mika lo seguiva senza sapere esattamente cosa aspettarsi.

Arrivarono all'altezza del B&B dove il ragazzo alloggiava e con stupore del riccio, Andy lo fermò prendendolo per un braccio, impedendogli di imboccare la viottola stretta dietro la quale si nascondeva la porticina rossa di casa.

"Vieni a cena da me" quella che gli rivolse, non aveva affatto la sembianza di una domanda, era piuttosto un'affermazione che non implicava un consenso vero e proprio.

Mika rimase per un attimo interdetto e poi timidamente si espresse "È un invito?"
Andy sorrise a quel tono quasi schivo e rispettoso e annuì guardandolo con la coda dell'occhio.

Il più grande si voltò verso la stradicciola che portava alla casa del greco e lo seguì diligentemente. "Cucino io però..." sentenziò quindi con disinvoltura.

Il biondo si giro verso di lui di scatto con un'espressione a dir poco contrariata.

Quando il libanese si ritrovò lo sguardo accigliato di Andy a poca distanza fece quasi un passo indietro.

Gli sembrava di essere tornato un quindicenne alla prima cotta, timoroso di ogni azione compiuta e di ogni reazione della persona che gli stava davanti, che risultasse lievemente distante dalle sue aspettative.

Ogniqualvolta vedeva gli occhi azzurri saettare su di sé con un'espressione diversa dalla felicità, temeva di aver fatto o detto qualcosa di sbagliato ed aver compromesso quanto fatto fino a quel momento.

Andy notò quel barlume di incertezza e ansia nei suoi occhi appena più sgranati e cambiò tono. Quel giorno non aveva affatto motivo per avercela con lui, anche solo per lo sforzo che aveva fatto quel pomeriggio tuffandosi nelle acque blu con lui.
"Ci tengo alla mia cucina!" gli disse con un mezzo risolino di scherno, facendogli cenno di seguirlo e declinando quindi la sua proposta in modo gentile.

Il moro se ne stette tranquillo per un po' camminandogli appena dietro, poi tornò alla ribalta cercando di convincerlo "Sarai stanco dal lavoro, io non ho fatto nulla tutto il giorno e..." ma Andy lo interruppe, voltandosi di nuovo e assumendo, quella volta coscientemente, la posizione di attacco con le mani sui fianchi e sguardo impassibile.

"Mika. Ho. Detto. No." ripeté scandendo ogni parola con fare autoritario. "Discorso chiuso." concluse poi tornando a percorrere la via che ormai vedeva casa sua a poche decine di metri.

A quella risposta dura e risoluta, il ventisettenne desistette definitivamente, limitandosi a seguire i suoi passi come aveva capito lui voleva facesse.

Quando il ragazzo aprì la porta di casa e lo fece entrare, Mika percorse con estrema lentezza i pochi metri che lo portavano al centro della stanza principale.
Dopo tutto quel tempo e la situazione tra loro, gli sembrava quasi di essere fuori posto, di nuovo in quell'abitazione.

Andy andò a lasciare la sua borsa nello sgabuzzino e quando tornando, trovò Mika ancora in piedi in centro al salotto, sospirò lasciandosi andare ad un sorriso intenerito.

Gli si avvicinò e quando fu a pochi passi da lui gli chiese una semplice curiosità: "Mi spieghi cosa ci fai in piedi?"

A quella semplice frase Mika sussultò, forse assorto nei suoi pensieri.

Andy rise a quella scena e continuò più scherzosamente: "Spero tu non voglia diventare più alto di quanto non sei già o col cavolo che passerai dalle porte" lo prese in giro affettuosamente.

Il libanese riconobbe il tono giocoso del ragazzo e capì di essere in una buona posizione, se si era concesso di tornare a scherzare in quel modo.

"Non mi conviene, altrimenti dovrò fare allungare il letto" ribatté con un sorriso un po' meno tirato dei precedenti.

Andy emise un risolino divertito poi si avviò verso il frigorifero prendendo alcune bistecche per la cena.

Ci mise meno di 10 minuti a cucinare, mentre Mika si offrì di apparecchiare la tavola.

Si sedettero a tavola e come si ritrovarono l'uno di fronte all'altro sorrisero quasi inconsciamente, distogliendo lo sguardo e portandolo al piatto.

Mangiarono per i primi attimi in un silenzio rotto solamente dalla radio che il biondo era solito tenere accesa costantemente mentre se ne stava tra le sue 4 mura, e poi iniziarono a parlottare.

"Ti...ti è piaciuto oggi?" chiese Mika parlando sopra una canzone greca che per i suoi gusti raffinati era alquanto noiosa e monotona, inforchettando un pezzo di bistecca e lanciandogli sguardi sfuggevoli.

Andy ingoiò il pezzo di carne e annuendo rispose affermativamente alla sua curiosità.

"A te forse un po' meno" aggiunse quindi ridacchiando con uno sguardo eloquente di chi sa il fatto suo.

Mika scosse la testa appena, ridendo e pensando a quando in effetti lo conoscesse bene "No dai... Pesci a parte è stato piacevole" confessò il ragazzo.

Andy a quel punto scoppiò a ridere di gusto, stupendo Mika il quale alzò il volto verso di lui e si beò di quella musica soave e comica che erano le risate di quel ragazzo per lui.

"Pesci a parte!" lo prese in giro di nuovo. "Ti ricordi quando al gioco obbligo e verità mi hai detto che hai pau..." cominciò ridendo come un ossesso, riportando alla memoria una delle loro tante serate esilaranti trascorse insieme.

Mika per la prima volta si sentì di avere tutto il diritto di interromperlo e vendicarsi.
"Fossi in te non riesumerei i ricordi di quella notte. Ho ancora un certo video io sul mio pc..." lo minacciò velatamente il riccio alludendo alla sua sublime esibizione di sirtaki, cavallo di battaglia delle gare di risate sul tourbus.

Andy a quel punto si fece fintamente serio e puntò un dito verso il ragazzo di fronte.

"Che nessuno posi gli occhi su quel coso o giuro sulla mia videocamera che me la paghi!" sbottò il ragazzo con un tocco di ilarità nella voce.

Mika si affrettò ad annuire chiudendo la battaglia consegnando la vittoria al più giovane.

Chiacchierarono tranquillamente come due vecchi amici per tutta la serata e quando il riccio capì come la sveglia per Andy sarebbe suonata presto l'indomani, senza farsi pregare lasciò la graziosa casupola e con una buonanotte si diresse di nuovo verso la sua spoglia stanza di B&B.

.

Andy chiuse la porta di casa dietro le spalle del ricciolino e si portò al piano superiore.

Si stese a letto dopo una doccia e la sua mente non poté che vagare ripercorrendo la giornata.

Erano anni che diceva a sé stesso di voler andare a provare un'immersione subacquea, senza mai trovarne il tempo o il momento adatto.

Mika lo aveva stupito all'inverosimile quel giorno.

Sapeva benissimo quanto quella situazione non fosse la più confortevole per lui, aveva notato più volte i suoi movimenti incerti e quasi impauriti nel corso dell'avventura, ma senza battere ciglio lo aveva accompagnato, regalandogli uno dei giorni più belli di quell'ultimo anno.

Si ritrovò a sorridere al pensiero delle battute che si erano scambiati. In quella serata si era respirata un'aria particolare, intrisa di timidezza e distacco da una parte, ma da un calore familiare e confortante dall'altra.

Gli era mancato infinitamente in quei mesi. Benché a volte si fosse imposto di negarlo, era impossibile non dare ascolto alle sue emozioni.

Dopo gli sviluppi degli ultimi giorni aveva sempre più voglia di chiarire tutti gli aspetti più scuri e meno a fuoco di tutta quella vicenda. La prospettiva era quella di tentare di tornare a ricostruire quel castello di pietra, crollato sotto il peso di un bombardamento incrociato, parte di una guerra insensatamente cruenta.

Che quello fosse l'obiettivo e la speranza di entrambi era limpido e cristallino, ma solo nelle loro rispettive menti. Al di fuori, Andy soprattutto, manteneva una labile armatura difensiva, innalzata per vendetta o forse più per paura che ciò che aveva scatenato la guerra, potesse minare di nuovo il loro nido.

Voleva capire cosa Mika avesse fatto in quelle settimane lontano, voleva sapere quali stati d'animo, emozioni e sensazioni lo avevano accompagnato in ogni momento, esigeva di conoscere ogni dettaglio di ogni sua nuova creazione, come aveva sempre fatto. In più era curioso di sapere quale fosse il tema del suo nuovo lavoro, che la sera precedente aveva evitato tanto scrupolosamente di far trapelare.

La persona che aveva avuto davanti in quei giorni, era sembrata diversa dal Mika che aveva conosciuto in quegli anni. Sembrava più impacciato e insicuro su certi versi, ma ancor più intraprendente e impavido quando si parlava di altri aspetti, forse quelli più importanti.

Aveva impazienza di conoscere il nuovo Mika, frutto e conseguenza di quegli ultimi sei mesi particolarmente intricati della sua vita. Ma lo voleva fare prendendosi i suoi tempi.

Per i giorni successivi, Andy ebbe molto da lavorare e molto poco tempo da dedicare al libanese il quale attendeva con pazienza, passando le giornate a scrivere e meditare sugli scogli, in contemplazione del mare.

Si trovavano a parlare la sera, davanti ad una cena semplice, cucinata spesso da Mika, su concessione di Andy, poi ognuno si coricava in solitudine per ritrovarsi la sera successiva. Così era anche quel venerdì sera, seduti a tavola davanti a due piatti vuoti di quella che era stata un'ottima quiche Lorraine.

"Allora... Sono 5 giorni che ti chiedo del tuo lavoro e tu continui a sviare il discorso. C'è qualcosa che mi nascondi?" chiese il greco partendo all'attacco diretto, cercando una risposta alle numerose domande cadute nel vuoto in quei giorni grazie all'abile parlantina di Mika.

Il riccio ancora una volta abbassò il capo incrociando le gambe sotto al tavolo. Aveva l'idea che se non avesse iniziato a dargli almeno alcuni indizi, di lì a poco gli avrebbe rubato il cellulare, chiedendo al suo produttore di inviargli tutto ciò che aveva di suo per e-mail.

Sospirò.

"Non è semplice..." rispose però nuovamente dribblando la questione, ma esprimendo di fatto il suo pensiero.

Si era reso conto solo poco prima di quando fosse stato dannatamente sincero in tutti i nuovi testi appena scritti. Per la prima volta non si era nascosto dietro a fantasiosi personaggi per raccontare sé stesso, ma aveva lasciato che il suo cuore parlasse apertamente, in certi casi forse anche troppo.

Ed ora che doveva scendere a patti con ciò che aveva messo nero su bianco, non si sentiva pronto per niente.

Soprattutto con lui.

Andy non capiva. Non riusciva proprio a comprendere dove stesse il problema, in quella semplice domanda.

"Cosa c'è di non semplice? Seriamente Mika..." tornò all'attacco, investigando senza tanti giri di parole, con un tono serio che cercò di addolcire appena.

Il libanese continuò a rimuginare e cercare una spiegazione da dargli.

Non c'era una canzone che non parlasse di loro, in quelle che aveva scritto fino a quel momento. Era ancora in una fase di incubazione e razionalizzazione nella quale stava spendendo tutte le sue forse per essere il ragazzo più altruista sulla faccia della terra, reprimendo le sue debolezze e le ferite che aveva messo in musica invece in quei mesi.

Alternava momenti di gioia contagiosa, spesi completamente per Andy, e scorci bui che preferiva invece tenere per sé.

In quel momento il silenzio della cucina, venne interrotto dall'ennesima canzone passata in radio distrattamente e casualmente, che riempì l'aria con note lente e semplici.

Come up to meet you, tell you I'm sorry
You don't know how lovely you are
I had to find you, tell you I need you
Tell you I set you apart

Tell me your secrets, and ask me your questions
Oh, let's go back to the start
Running in circles, coming up tails
Heads on a science apart


Era una vecchia canzone dei Coldplay che lo riportò ai tempi in cui era un adolescente in piena crisi esistenziale. Non aveva mai realmente ascoltato le parole, le aveva sempre canticchiate distrattamente senza dargli molto peso. In quel momento invece, i versi penetrarono in lui con una potenza indescrivibile.

Sono venuto per incontrarti, dirti che mi dispiace, non sai quanto tu sia adorabile, ho dovuto trovarti, dirti che ho bisogno di te, che ti ho lasciato da parte. Raccontami i tuoi segreti e fammi le domande che vuoi. Ti prego, ritorniamo all'inizio.

Sembrava quasi che Chris Martin stesse raccontando la sua storia, soffermandosi su quel preciso istante della sua vita. Si perse contemplando il significato profondo di ciò che era stato così sapientemente messo in musica e si sentì esattamente come il personaggio narrato nella canzone.

Nobody said it was easy
It's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be this hard
Oh take me back to the start


Nessuno ha mai detto che sarebbe stato semplice, è così un peccato per noi lasciarci. Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile. Nessuno ha mai detto nemmeno però che sarebbe stato così difficile. Ti prego, riportami all'inizio.

Non aveva mai considerato cosa sarebbe significato dover tornare indietro, percorrere centinaia di metri alle proprie spalle, per riprendere per mano ciò che aveva lasciato dietro di sé.

Non si era reso conto di ciò che avrebbe comportato, e che tutto sarebbe stato così difficile, persino parlare di quello che più lo faceva felice nella vita, con la persona che più lo aveva reso felice negli ultimi anni.

I was just guessing at numbers and figures
Pulling your puzzles apart
Questions of science, science and progress
Do not speak as loud as my heart
Tell me you love me, come back and haunt me
Oh and I rush to the start
Running in circles, chasing our tails
Coming back as we are


Stavo solo calcolando numeri e cifre, mettendo da parte i tuoi problemi. Problemi di scienza, scienza e progresso parlano più forte del mio cuore. Dimmi che mi ami, torna indietro e perseguitami, sto correndo verso l'inizio. Correndo in cerchio, rincorrendoci, tornando a come siamo.

Eccolo lì lo scienziato che era stato. Il Mika razionale che aveva buttato all'aria i suoi sentimenti, ammutolito il suo cuore ed ora tornava con la coda tra le gambe, supplicando il suo amore di riprenderlo con sé e tornare ad essere ciò che erano.
Sentì una lacrima scendere incontrollata dalla sua guancia e si affrettò a cancellarla con un gesto veloce.

Andy che per tutto il tempo non aveva scollato gli occhi di dosso dal viso del ricciolino, cercando di captare qualche segnale che potesse aiutarlo a capire, non mancò di certo di notare quell'attimo fuggente, senza però riuscire ad afferrarne il motivo.

Forse per lui parlare di quello che aveva scritto era davvero più problematico di quanto non riuscisse a concepire.

Si sentì in colpa per quell'insistenza e quella domanda forse troppo irriverente quindi allungò una mano davanti a sé e sollevò di poco il viso del moro, cercando i suoi occhi.

Mika li incrociò ai suoi per un breve istante, poi li abbassò a fissare i motivi geometrici della tovaglia.

"Domani... domani ti spiego...promesso" balbettò il ragazzo, alzandosi poi dalla sedia, sempre a testa bassa e rimettendosi la felpa che aveva lasciato sul divano.
Andy si stupì di quella reazione, ma come già aveva capito dal primo giorno che lo aveva rivisto, a inizio settimana, il Mika che aveva ritrovato non era affatto la stessa persona che aveva lasciato.

"A domani... Buona notte e buon lavoro per domani" gli sussurrò piano prima di imboccare la porta e tornare al suo B&B.

Andy rimase basito da quell'uscita. Mika era solito intrattenersi il più possibile con lui, tanto che spesso gli toccava ricordargli la sveglia puntuale delle 6 del mattino che lo attendeva, per ottenere che mettesse piede fuori casa.

Stette per alcuni istanti a fissare la porta chiusa, poi si alzò, sparecchiò e si accomodò sul divano davanti alla tv.

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora