5 siblings and a Sprite

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Il suo ragazzo inghiottì il pezzo di pesce a puntò gli occhi verso il mare.

"Un vecchio amico... Molto saggio..." gli rispose enigmaticamente continuando poi a mangiare come se nulla fosse e lasciando Mika nella completa oscurità di quel tassello importante del suo passato che prima o poi, forse, gli avrebbe raccontato.

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Trascorsero la domenica insieme, passeggiando lungo la costa e inerpicandosi su per gli scogli, osservando il mare e godendosi quegli attimi insieme. Durante la settimana invece Andy lavorava praticamente tutto il giorno e lasciava Mika vagare per l'antica città raggiungendolo a pranzo e tornando poi a casa con lui per l'ora di cena.

Dopo cinque giorni di relax Mika dovette fare i conti con il lavoro e di malavoglia tornò a Londra con la promessa fatta ad Andy, di fare ritorno non appena possibile.
La settimana londinese si aprì con un traguardo che da tempo aspettava.

Finalmente dopo anni di attesa, realizzò il suo sogno di ottenere la patente.

Felice e soddisfatto di sé, decise che per festeggiare la cosa avrebbe finalmente comprato la sua prima automobile.

Essendo Mika una persona eccentrica e completamente fuori dagli schemi, come logico che fosse, entrò in una concessionaria con l'intento di acquistare una vettura nuova di zecca e finì...

"C'è la possibilità di equipaggiarla con sensori di parcheggio, fari allo xeno, vetri oscurati e molto altro. E' davvero un'auto perfetta sia per la città che per..." il paziente venditore dell'autosalone stava elencando tutti i possibili accessori e optional con cui avrebbe potuto perfezionare la vettura davanti a lui, ma Mika da alcuni attimi non stava per nulla prestando attenzione al discorso del signore in giacca e cravatta.

Facendo un veloce giro della concessionaria, aveva infatti notato con lo sguardo una piccola automobile rossa fiammante dall'aria estremamente vintage che non riusciva a togliersi dalla testa.

"Scusi, mi può fare un'offerta per quella?" chiese interrompendo il venditore e puntando il dito dall'altro lato del salone espositivo.

Il quarantenne brizzolato sorrise avanzando verso una Land Rover più costosa e più grande e appoggiandovi una mano con fare professionale "Per questa le posso fare..." iniziò a spiegare, ma Mika lo interruppe.

"No, mi sono spiegato male, intendevo quella..." disse dirigendosi lui stesso verso la piccola vettura dai fari tondi di cui si era innamorato.

Il signore lo guardò perplesso. "Questa?" chiese per assicurarsi che non avesse capito male.

"Sì esattamente." chiese Mika abbassandosi a osservare minuziosamente ogni dettaglio di quella meraviglia in versione mini, aveva i sedili in pelle chiara, la capotte nera, i cerchi lucidi come quelli di una volta. La amava già.

"Questa è una Austin-Healey Sprite, prodotta nel 1966" iniziò il venditore con molto meno entusiasmo rispetto a prima. "Il prezzo è piuttosto ridotto perché esteticamente è molto ben tenuta ma il motore ha diversi problemi che potrebber..."

"La prendo!" lo bloccò Mika con un enorme sorriso chiudendo la portiera che aveva aperto per osservarla.

Sulla faccia dell'inglese apparve una espressione stupita e incredula.

"Ma... E' per lei?" chiese poi spostando gli occhi dalla macchina a lui.

Il libanese annuì fiero mentre il venditore gli rispose con un "Lei sarà almeno 1 metro e 90, credo ci starà parecchio stretto... Senza offesa si intende..." gli spiegò molto francamente e con fermo scetticismo, notando come la vettura fosse di fatto una scatolina di dimensioni molto ridotte.

Il riccio la scrutò brevemente, poi aprì la portiera e montò sul sedile del guidatore, spostandolo all'indietro così da far entrare le sue lunghe gambe.

"Ci sto... Tanto mi basta." disse quindi, notando come, seppur effettivamente alle strette, ci entrava.

Il signore sconsolato per aver concluso una vendita poco cospicua, fece cenno al ragazzo di spostarsi nell'ufficio per concludere l'affare.

Uscì mezz'ora dopo a bordo della sua fiammante "nuova" auto con un sorriso soddisfatto e con la capotte abbassata.

Percorse il tragitto dalla concessionaria a casa con attenzione, fregandosene dell'aria fredda di inizio ottobre e godendosi di quel primo giro a bordo del suo nuovo fighissimo acquisto.

Arrivò a Chelsea giusto un attimo prima che una pioggerella fine iniziasse a bagnare la città. Scattò alcune foto al suo bolide, inclusi un paio di selfie, chiuse la capotte e rientrò in casa.

La prima cosa che fece, sistemate le scartoffie dell'acquisto, fu mandare una delle sue foto a Andy "Mio acquisto nuovo di zecca".

La risposta ci impiegò una manciata di secondi ad arrivare: "Ma non volevi comprare una macchina nuova?" chiese in un primo messaggio "Quella è una Sprite modello Mkll che come minimo avrà 40 anni... Ci fai 10km e sei a piedi!" continuò il greco che di macchine, come probabilmente un buon 85% di tutti gli uomini sopra i 25 anni, ne sapeva fin troppo.

Mika invece faceva parte del restante 15% per cui di fondamentale importanza era l'estetica e poco altro.

A lui piacevano da impazzire le auto vintage e trovandosi davanti un gioiellino come quello, non aveva decisamente pensato agli inconvenienti che una vettura simile avrebbe potuto dare.

"44 per l'esattezza." Puntualizzò con un'emoticon sorridente. "Vorrà dire che farò tragitti corti..." rispose poi con nonchalance.

Andy controbatté in un nanosecondo: "Ok... Buon per te... ma sii ben conscio che la MIA auto per te è off-limits!" mettendo bene in chiaro il suo ardente desiderio di non vedere il compagno alla guida della sua, seppur modesta, amatissima autovettura.

Mika sbuffò e poi rise: "Tanto lo so che è solo questione di tempo... E poi tu non mi sai dire di no...." gli ricordò sfidandolo a distanza.

Andy dall'altro lato del continente e del telefono scrisse immediatamente: "NON TI AZZARDARE MIKA PENNINAM O SEI MORTO!!" a lettere cubitali per sottolineare bene il concetto.

Mika rise di nuovo a quella minaccia esplicita, inviandogli un cuoricino e un'emoticon con un bacio, e poi salutandolo. Doveva passare dai suoi genitori per cena ed era già in ritardo.

Uscì di casa velocemente sotto la pioggerellina di ottobre e inforcata la sua nuova/vecchia auto rossa fiammante si diresse alla sua vecchia casa.

Fu accolto e da una scodinzolante Mel, che non vedeva da quella mattina e da un boato da parte della sua famiglia, che lo sommerse di complimenti per l'esame della patente superato e per il nuovo acquisto che tutti, nonostante il maltempo, ci tennero a visionare.

Fortuné, come Andy, espresse i suoi dubbi riguardo alla funzionalità di quel "trabiccolo" come lo aveva osato chiamare, beccandosi un'occhiataccia dal fratello maggiore.

Le sorelle invece si mostrarono entusiaste.

"Vedi Mika.... Tu ragioni come una ragazza in quanto ad auto..." lo prese in giro il piccolo Penniman, notando i commenti positivi delle donne di casa, identici a quelli espressi da Mika poco prima.

"Qualcosa mi dice che Andy concorda con me..." aggiunse poi con aria altezzosa di chi sa il fatto suo.

Mika aggrottò le sopracciglia in direzione del sedicenne. "Tu e Andy siete da sempre alleati. Ovvio che la pensiate allo stesso modo!" sbottò affettuosamente contro di lui, dando di fatto fondamento alle sue supposizioni.

"No... Semplicemente ragioniamo da uomini!" lo rimbeccò senza molto girarci attorno ricevendo un pugno su una spalla e facendo scoppiare a ridere le sorelle, riunite con loro in salotto.

Paloma vedendo Mika accigliato, si alzò dal divano e lo circondò affettuosamente con le braccia. "Non prendete in giro il mio fratellino!" disse fingendosi mamma chioccia e beccandosi uno sguardo contrariato da Fortuné, mentre Mika la abbracciava e si strusciava su di lei come un cane in cerca di coccole.

"Eeeehiiii. E io chi sono?? Tuo nonno?!" sbottò a quel punto il quintogenito, imbronciandosi teatralmente e incrociando le braccia al petto.

Dal divano si levarono risate sempre più forti, mentre stavolta fu il turno della diciottenne Zuleika di alzarsi e prendere le difese di Fortuné, più per par-condicio che per altro.

"No tu sei il nostro puffo di casaaa" gli disse stringendogli le guance tra le dita e schioccandogli un bacio su una guancia.

"Ma tu stai con me o contro di me?" chiese però il giovanotto contrariato facendo scoppiare a ridere tutti.

Le risate in casa Penniman si sprecavano quella sera.

Paloma aveva preso le difese di Mika, Zuleika di Fortuné e Yasmine faceva l'arbitro nello scontro tra le fazioni dei "piccoli" e dei "grandi".

Nonostante avessero tra i 16 e i 32 anni, c'erano momenti come quello in cui tutti e 5 regredivano a una manciata di fanciulli scherzosi e litigiosi.

Viste da fuori le loro discussioni potevano talvolta sembrare cattive e poco fraterne, ma la realtà era che il legame tra i fratelli era da sempre stato molto stretto.

Certo, i rapporti tra di loro erano diversi.

Zuleika e Fortuné, essendo sempre stati i piccoli di casa, fin dai primi anni avevano avuto un rapporto molto più stretto tra loro che con il resto della famiglia. Anche in quel periodo di continui scontri, inevitabili tra una diciottenne e un sedicenne in piena crisi adolescenziale, mantenevano comunque un sodalizio di ferro contro i tre grandi della cerchia, in caso di scontri.

Lo stesso valeva per Yasmine, Paloma e Mika. Loro tre avevano vissuto tutta una serie di eventi e situazioni difficili nel corso della storia familiare dei Penniman, di cui i piccoli non aveva ricordo, che li aveva uniti molto saldamente. Erano le tre piccole pesti di Square Lamartine a Parigi che si divertivano a far impazzire i vicini.

Erano coloro che avevano imparato come rispondere a tono agli ufficiali giudiziari che bussavano alla loro porta, quando la crisi finanziaria della famiglia li aveva portati a non riuscire più a sopperire alle rate dell'affitto. Erano sempre loro, che avevano vissuto il cambio di scuola e di vita da una città e da uno stato all'altro. Loro avevano affrontato lo scandalo al Lycee Francais e avevano aiutato i genitori a scoprire ciò che accadeva tra quelle mura.

Per Mika le sue sorelle maggiori erano sempre state il suo appoggio più grande in ogni fase della sua vita, pur differenti com'erano sempre state.

Paloma, di soli due anni in più, era colei su cui poteva contare quando vi era una diatriba. Lei gli dava sempre ragione. Yasmine invece, maggiore di 5 anni rispetto a lui, aveva sempre rappresentato la saggezza e l'intermediazione perfetta tra lui e la madre, e in quegli ultimi anni, anche tra lui e Andy.

Tra loro non c'era una singola persona che somigliasse all'altra. Erano un miscuglio perfettamente assortito di diverse teste i cui pensieri stavano agli antipodi gli uni rispetto agli altri.

In tutto questo però, regnava un profondo e radicato affetto e amore fraterno che prevaricava ogni differenza caratteriale. Tra loro potevano litigare e tenersi musi lunghi per giorni, ma se c'era da lottare per una causa comune, non c'era coalizione migliore.

"Vorrà dire che quando dopo cena le porterò a fare un giro, tu te ne starai a casa!" strillò quindi Mika, mettendo fine alla discussione e minacciando il fratellino.

"Perfetto! Così non mi toccherà rimanere a piedi per Londra a bordo di un trabiccolo malfunzionante guidato da un neopatentato!" Fortuné diede sfogo a tutte le sue supposizioni, mentre la madre li chiamava a cena, terminando la questione.

Non appena finirono di mangiare, Mika insistette per caricare tutti i fratelli a bordo, Fortuné compreso, che non aveva avuto il cuore di lasciare a casa.

La pioggia aveva aumentato di quantità, quindi avevano deciso per un breve tragitto di un paio di chilometri o poco più.

Mika si impegnò a guidare nel miglior modo possibile, ricevendo solo qualche commento poco positivo, il giro andò per il meglio. Mancavano meno di 500 metri all'arrivo, quando si fermarono ad un semaforo.

"Vedi Fort... 'sta volta ha vinto Mika!" lo canzonò Paloma, ricevendo un sorriso smagliante dal guidatore, dal finestrino retrovisore.

Il piccolo Penniman non fece in tempo a ribattere che il verde scattò e Mika inserita la marcia, si ritrovò con l'auto spenta.

Con un borbottio a mettere a tacere le risatine del fratello minore, girò la chiave e tornò a metterla in moto, senza riuscirvi.

Le macchine dietro di lui, iniziarono a suonare e poi cambiare corsia, mentre le sorelle cercavano di incitare Mika a ritentare e il fratello tratteneva invece le risate.
Dopo numerosi tentativi Mika si diede per sconfitto, chiamando un meccanico.

Il silenzio, accompagnato solo dal rumore della pioggia venne spezzato da una semplice affermazione di Fortuné: "Devo assolutamente mandare un messaggio a Andy!"    

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