If I'll see you again

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Quando il suo cervello però processò il significato di quelle parole, strinse i denti e chiuse gli occhi per trattenersi dal prendere il primo volo per qualunque città europea o americana lo stesse ospitando in quel momento e appenderlo al muro fino a quando non avesse confessato quello che gli stava passando per la testa e non avesse capito che razza di testa di cazzo fosse diventato ai suoi occhi.

Ciò che scrisse in risposta al messaggio insensato di Mika fu una semplice riflessione: "Mi fai pena!"

-*-*-*-*-

Mika lesse quel messaggio e rimase a fissare lo schermo del cellulare per un tempo lunghissimo.

Scosse la testa rendendosi immancabilmente conto di quanto avesse potuto essere stupido e poi rifletté per un istante, cercando di capire come porre rimedio.

Di una cosa era certo, che vi fosse solo un modo per spiegare a Andy quell'immane disastro che aveva fatto: andare da lui e parlargli faccia a faccia.

A Stoccolma aveva ancora delle cose da finire. Non poteva permettersi di lasciare Nick Littlemore in sospeso con il lavoro solo per un suo capriccio e già che la situazione con Andy era irrimediabilmente compromessa, decise di concludere le ultime due settimane di lavoro e poi fare il punto della situazione.

Un paio di giorni dopo si trovava di nuovo in studio.

Nick aveva capito come l'umore del libanese in quei giorni fosse cambiato dai primi tempi, ma quel pomeriggio il ragazzo seduto sul divanetto della stanza ad occhi bassi con un quadernetto e una matita tra le mani, gli pareva più malinconico del solito.

"Mika?" lo chiamò dallo sgabello del pianoforte dove se ne stava seduto a suonare distrattamente.

"Hm?" chiese sollevando il capo e guardandolo senza distogliere l'attenzione dal boccolo che si stava avvolgendo attorno all'indice della mano sinistra.

"Va tutto bene?" chiese indagando velatamente e cercando di capire ciò che gli frullava in testa.

Il moro lo fissò sbattendo le palpebre un paio di volte come confuso, abbasso gli occhi e senza più dargli attenzione, tornò al foglio quadrettato e si mise a scrivere.

Nick sospirò incerto. Che Mika fosse strano lo aveva capito fin da subito, ma aveva come la sensazione che quegli anomali mutamenti di umore, che di tanto in tanto riscontrava in lui, non fossero semplici indizi di una persona leggermente lunatica, ma fossero tracce di qualcosa di più importante.

Dal canto suo, la popstar non aveva mai raccontato al produttore il periodo particolare che stava trascorrendo. Nonostante fosse suo amico, c'erano cose che non si era sentito di riferirgli.

Il moro sul divano continuava a scrivere come colpito da una folgorazione creativa.

Evidentemente i suoi neuroni erano focalizzati su un'altra dimensione, perché da quell'ultimo messaggio, tutto ciò che vedeva davanti a sé, era il viso di Andy, che gli sorrideva per bocca di qualcun altro o lo guardava tramite lo sguardo preoccupato di un'altra persona.

Poco fa era toccato a Nick prendere nella sua mente le sembianze del greco.

I could be staring
At somebody new
stuck in my head
Is a picture of you

You were the thunder
I was the rain
I wanna know
If I'll see you again

When will I see you again?

Staccò la matita dal foglio. In meno di 10 righe aveva cambiato quattro tempi verbali: presente, passato futuro e condizionale.

Quelle strofe erano la proiezione esatta del groviglio annidato nella sua testa.

Nel passato vedeva la bellezza e la complementarità di chi aveva saputo incastrarsi con lui alla perfezione ed essere la sua unica e vera metà in quella vita circondata dal caos che si ritrovava.

Come il tuono e la pioggia....

Aveva descritto il tormento del presente, diviso tra la sua testa e i suoi pensieri che si trovavano lontani miglia dal suo corpo e da quello accanto a cui avrebbe voluto trovarsi.

Mise bianco su nero l'incertezza di ciò che vedeva nel suo futuro e la speranza dell'inguaribile ottimista accidentale qual era.

Quando ti rivedrò?

Sottolineò quella frase tre o quattro volte, accumulando grafite e logorando il foglio. Poi aggiunse altri 4 versi sgorgati direttamente dalla sua anima.

Lo aveva allontanato.

Lo aveva lasciato alla deriva e ora si ritrovava a scrivere una canzone su di lui, dedicata a lui, senza che a quest'ultimo nemmeno importasse.

I feel like a fool
'Cause you're not even there
I'm writing this song
And you don't even care


L'australiano si avvicinò e lesse quelle righe, fermandosi a pensare.
Poi si scostò e con passo felpato tornò al pianoforte, raccolse dal leggio il testo della canzone scritta giusto il giorno precedente dal libanese e cercò tra le righe qualcosa che gli facesse capire.

I wanna come home
To the only place I know
Where the trees I planted grow
I wanna come home

I'll be just fine
When I see you at the finish line
Doesn't matter if I'll take my time
I'm coming home


C'era qualcosa che lo tormentava. C'era qualcuno nella sua vita, che gli mancava da impazzire. Di questo Nick era certo.

Non importa se ci vorrà del tempo, sto tornando a casa

Aveva scritto in quel testo meno di 24 ore prima.

"Da chi vuoi tornare Mika?"

Nick mise mezzo secondo a porgli quella domanda e non fu troppo certo di aver fatto la cosa giusta, soprattutto quando notò lo sguardo stupito, triste e incredulo che si intrecciò con il suo.

Ma voleva sapere, voleva capire e, se possibile, dargli una mano.

"Chi è che vuoi rivedere? Cosa ti manca?" continuò a chiedere, noncurante degli occhi sbarrati che lo osservavano impauriti.

Mika si sentì spoglio e nudo davanti a lui in quel momento. Non gli aveva mai raccontato nulla della sua vita privata in quei mesi.

Creativamente parlando avevano chiacchierato di qualsiasi cosa, ma non erano mai entrati nella sfera intima e sentimentale dell'altro.

"Cosa... Come... come lo sai?" chiese farfugliando con il cuore che aveva iniziato a battere all'impazzata.

Come sapeva Nick delle sue preoccupazioni, della mancanza che sentiva dentro di sé, dell'unica persona di cui i suoi pensieri erano dipinti?

Gli sembrava di essere tornato il bambino che dopo una marachella viene scoperto dalla propria madre e si aspetta la punizione.

"Non serve una laurea in psicologia Mika... I tuoi testi sono libri aperti e dicono più di quanto tu forse vorresti far sapere al mondo." gli confessò candidamente indicando il foglio che il libanese ancora aveva in grembo e mostrandogli il testo di Celebrate che invece se ne stava penzolante nella sua mano.

"Non sei obbligato a parlarne con me, ma i giornalisti sapranno essere taglienti ed incisivi quando l'album sarà fuori. Vorranno delle risposte." gli ricordò, sapendo bene in prima persona quanto le interviste alcune volte potessero essere impertinenti e poco piacevoli.

Mika boccheggiò per alcuni attimi spaesato. Le parole di Nick erano forti ma decisamente vere. Prima o poi avrebbe dovuto parlarne e forse iniziare con un collega che lo conosceva, e a cui volente o nolente aveva già raccontato di sé più di quanto non fosse stato intenzionato a fare, non era un'idea del tutto malvagia.

Sospirò ansiosamente e poi senza nemmeno rendersene conto vuotò il sacco davanti all'australiano.

"Direi che di cazzate ne hai fatte in quantità..." ridacchiò il produttore cercando di stemperare un po' l'atmosfera.

Mika abbassò gli occhi colpevolmente a quella affermazione e si mordicchiò le unghie nervosamente, facendo correre lo sguardo sulle parole di quel nuovo progetto che stava nascendo e che era stato interrotto da quella discussione con l'amico e collega.

"Qual è la cosa che vuoi più di tutto?" chiese il 32enne con fare fraterno, avvicinandosi a lui.

Il riccio alzò gli occhi e li puntò nei suoi: "Vorrei poter tornare da lui, dimostrargli che ho sbagliato, vorrei poter tornare a donargli quel luccichio innamorato simile a polvere di stelle che brillava nei suoi occhi innamorati ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, vorrei tornare ad essere il raggio di sole che illuminava le sue giornate." si fermò per un attimo.

Nick aveva iniziato a scrivere e alzava gli occhi su di lui di tanto in tanto.

"Perché anche con tutto il casino che ho fatto lui è parte di me, anche se me lo sono lasciato alle spalle, in ogni cosa che faccio lui c'è." disse con un filo di voce iniziando silenziosamente a piangere rannicchiato sul divanetto della sala di registrazione, mentre nella più assoluta quiete Nick metteva per iscritto quelle frasi poetiche uscite inconsciamente dalla sua bocca e che, ne era certo, sarebbero finite per comporre una stupenda canzone delle sue.

Quando finì si alzò dallo sgabello del pianoforte e, avvicinatosi a lui, gli passò una mano su un braccio affettuosamente.

"Va' da lui" gli sussurrò con un lieve sorriso di incoraggiamento.

Mika alzò la testa incrociando il suo sguardo, cancellando una lacrima dal viso con due dita.

"Ma dobbiamo finire di..." puntualizzò ricordandosi del lavoro non ancora concluso ma Nick scosse la testa contrariato osservando gli occhi nocciola rossi di pianto.

"Il lavoro può attendere." gli disse comprensivo passandogli poi il foglio che aveva in mano e su cui aveva appuntato e trasformato sapientemente in versi, le parole pronunciate dal ventisettenne poco prima.

"Portami un souvenir da Atene mi raccomando" concluse con un sorriso fiducioso e amichevole, dandogli il nulla osta per partire e riconquistare quella parte di vita che aveva accantonato troppo a lungo, uscendo poi dallo studio.

Mika prese tra le mani il foglio che Nick gli aveva lasciato e lo aprì leggendo estasiato con lentezza quelle parole venute dal suo cuore e trasformate sapientemente in arte da chi aveva saputo capire ogni sua sfumatura.

I could put a little stardust in your eyes
Put a little sunshine in your life
Give me a little hope you feel the same
And I wanna know if I'll see you again
If I'll see you again


Inavvertitamente un'ultima lacrima trovò la sua strada e lasciò i suoi occhi, scorrendo sulla pelle calda prima di infrangersi con un rumore sordo sulla carta quadrettata.

La piccola e insignificante goccia salata scelse con cura il centimetro quadrato su cui gettarsi e andare a morire.

Con un dito Mika trascinò via quella appena percettibile traccia e così facendo portò con sé i minuscoli frammenti di grafite argentata che adornavano il foglio.

L'ultimo verso della canzone era appena mutato. L'incertezza e la angoscia della parola if era scomparsa insieme a lei, ed ora non rimaneva che il fremito di quella attesa che, ora Mika lo sapeva, non sarebbe più durata che poche insignificanti ore.

...I'll see you again

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