Coming back as we are

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Andy rimase basito da quell'uscita. Mika era solito intrattenersi il più possibile con lui, tanto che spesso gli toccava ricordargli la sveglia puntuale delle 6 del mattino che lo attendeva, per ottenere che mettesse piede fuori casa.

Stette per alcuni istanti a fissare la porta chiusa, poi si alzò, sparecchiò e si accomodò sul divano davanti alla tv.

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Mika, tornato nella sua poco confortevole stanza in cui si appropinquava a dormire per la quinta notte di seguito, si buttò a letto stremato. Si era mostrato debole davanti a Andy e la cosa lo faceva infuriare.

Le cose stavano andando sempre meglio in quei giorni, secondo i suoi piani, ma quella canzone lo aveva destabilizzato fortemente.

Decise che benché la cosa gli facesse paura e mostrare quelle parti di sé non fosse semplice, avrebbe affrontato la cosa, se il volere di Andy glielo dettava.

Quindi si alzò dal letto, afferrò il suo quadernino, la scatola di matite colorate che aveva comprato nella minuscola cartolibreria del paesino qualche giorno prima, e recuperati dal suo pc i testi delle canzoni che aveva scritto fino a quel momento, si mise a copiarli a mano.

Il primo foglio venne stracciato e buttato nella spazzatura per 5 volte di seguito. La prima volta si era accorto di un paio di errori commessi, la seconda aveva copiato le strofe al contrario, la terza aveva scritto con una calligrafia decisamente illeggibile e la quarta volta aveva notato come alla pagina del quadernino mancasse un pezzo, forse strappato tempo prima in preda all'inspirazione.

Su molte frasi e su parecchi versi si fermò a meditare. Andy avrebbe sicuramente fatto molte domande, se lo aspettava già, per un breve attimo pensò di cercare di prepararsi le risposte più giuste da dare, ma poi decise che così facendo avrebbe perso parte della sincerità che solo una risposta data a caldo poteva portare con sé.

Quando ebbe finito di scriverli tutti, finalmente arrivò la parte divertente.

Con una matita iniziò a tracciare i disegni che in quel momento ogni canzone gli ispirava, riempiendo i fogli con diversi abbozzi più o meno elaborati e complessi, risvegliando il suo animo artistico e illustrando il suo libro di poesie con illustrazioni in pieno stile William Blake.

Distrattamente si ritrovava a canticchiare ogni canzone nel momento in cui colorava ciò che aveva disegnato, dando di tanto in tanto un occhio allo spicchio di luna che illuminava appena le acque pacifiche dell'Egeo.

Una volta finito, assemblò i fogli dandogli la parvenza di un quadernetto, fece un paio di buchi con la punta della matita e sfilò un sottile nastrino color oro da un sacchettino di biscotti artigianali che aveva ormai quasi finito, facendolo passare nei due fori, rilegando le pagine con un paio di fiocchetti.

Sul foglio che fungeva da copertina, ancora in bianco, tracciò solamente una scritta spigolosa e incerta in centro alla pagina con la matita, piazzando in basso a destra la data del giorno successivo, o considerata l'ora tarda della notte, di quello corrente.

Sbadigliò guardando l'ora, si era già fatta l'una del mattino, era tempo di andare a coricarsi.

Prese tra le mani il pc per spegnerlo e aprendo la finestra principale del suo hard disk portatile, per chiudere i file aperti e disconnetterlo, l'occhio cadde su una cartella di cui per un lungo tempo aveva dimenticato l'esistenza.

"Life in a ciack...motion" diceva quello strambo nome.

Flashback

"Andy cosa stai facendo con il mio hard disk??" chiese Mika arrivando in boxer e t-shirt dal bagno e trovando il compagno sul letto al pc, con collegato il disco fisso su cui il moro salvava tutti i suoi progetti, e che faceva parte del suo equipaggiamento da viaggio, dovunque si muovesse.

Il biondo sbuffò a quel tono saccente quasi di rimprovero. "Sto facendo una cosa!" buttò lì vagamente tornando a portare le dita sul touch pad, concentrato.

Mika gli si sedette accanto curiosando con fare indagatorio. Tutti sapevano come il suo piccolo disco fisso fosse sacro per lui, dati i file preziosi che vi conservava da anni.

"Se mi cancelli qualcosa giuro che..." iniziò minatorio ma il greco si voltò verso di lui con un'espressione perplessa e lievemente piccata.

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora