On the wire

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  Arrivati alla fine del video, il libanese era visibilmente stanco e come lui stesso aveva confessato: non aveva un singolo muscolo che non gli dolesse.

La videocamera di Andy era invece piena zeppa di immagini di ogni tipo, alcune al limite dell'esilarante.

Si sarebbe divertito un mondo a montare il filmanto del making-off, ne era certo.

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A inizio settembre il singolo venne fatto uscire nelle radio come anticipazione del nuovo album, e Andy era quasi più emozionato di Mika.

In quell'ultimo periodo non era stato impegnato per lavoro e aveva seguito Mika in tutto quello che faceva, in ogni singolo momento artistico mentre preparava il nuovo tour e sembrava quasi lui quello che doveva salire sul palco di tutto il globo nel giro di qualche giorno.

Il nuovo Imaginarium Tour stava vendendo numeri stratosferici di biglietti. Certi show andavano sold-out pochi minuti dopo essere stati messi in vendita.

Aveva un seguito enorme e lui si stava divertendo da matti. Con la crew, com'era capitato per la tournée precedente in alcune occasioni, c'erano anche Yasmine, Joanie e Paloma che lo facevano sentire sempre più a casa, anche se a volte un po' troppo controllato.

"Avete rottoooo!" sbraitò ad un certo punto dietro le quinte, dopo aver appena finito il suo concerto in terra tedesca, alla madre e alla sorella che continuavano a chiedergli di provare un vestito che avevano finito di sistemare insieme, dopo averlo assillato per tutta la giornata.

Era già di umore poco incline agli scherzi quel giorno. La giornata di promozione era stata pesante e stressante di suo, a causa di un intervistatore un po' troppo invadente, che aveva cercato di scavare troppo insistentemente nella sua vita privata, dicendogli che era ora di ammettere di più rispetto a ciò che aveva fatto fino a quel momento.

Mika aveva mantenuto la calma e risposto con garbo, ma la cosa lo aveva irritato a tal punto da rimanere irascibile per tutto il resto del giorno. Il concerto lo aveva rilassato, ma l'invadenza delle donne di casa subito dopo, quando era stanco e voleva solo un po' di tranquillità, aveva riportato la sua calma a vacillare in modo violento.

"ANDYYY!" chiamò a gran voce per il corridoio. Aveva bisogno di fuggire a bere una birra con lui e sfogarsi.

Il biondino udì la voce del suo ragazzo fin da fuori il backstage e finendo di riprendere qualche fan che ancora bazzicava nel locale, spense la videocamera e si avviò verso i camerini, rubando il casco da astronauta dal palco e calcandoselo in testa, sapendo che dal tono di voce del moro, non si doveva aspettare sorrisoni e battute.

Arrivò in camerino così conciato, facendo scoppiare a ridere sia Paloma che Cherisse che chiaccheravano tranquille nella stanza e ricevendo sguardi divertiti da Jerry, Martin e Mark.

"Mi hai chiamat..." disse entrando dalla porta dove Mika, Yasmine e la madre si trovavano, ma fu interrotto dal suo ragazzo, che non appena lo vide si voltò di scatto e infilata al volo la felpa lo trascinò con sé, togliendogli il casco dalla testa ed uscendo di corsa dal camerino.

"Via di qui! Non le sopporto più stasera!" sbuffò infastidito, dando voce ai suoi malumori e camminando veloce, tenendo il biondo per un braccio.

"Hey Relax, take it..." disse il ragazzo con il mero intento di farlo reagire, ricevendo un: "Almeno tu!!!" infastidito e un'occhiataccia malefica. Odiava quando qualcuno gli si rivolgeva con quella frase. Solitamente ci rideva sopra, ma quella sera non ne aveva intenzione.

"Dai Mika... Ce l'hai ancora per la storia dell'intervista..." disse il greco cercando di farlo ragionare, camminando insieme a lui sui marciapiedi della città, ma si dimenticò che quello non era il modo più adatto.

"Decisamente!!" rispose il ragazzo, camminando più velocemente con sguardo corrucciato e irritato.

"Ma dai cosa vuoi che sia. Non ti curar di loro ma guarda e passa." gli disse a mo' di consiglio spassionato, aumentando l'andatura per raggiungerlo, ma il riccio si fermò di colpo.

"No ma spiegami una cosa?! Tu stai con me o contro di me?!" chiese il ragazzo alzando un po' il tono della voce, in mezzo alla strada e attirando qualche sguardo curioso.

"Shh, non gridare!" lo ammonì Andy, che non aveva intenzione di dare nell'occhio, guardandosi intorno e lasciando sguardi di scusa a destra e a manca. Questo scatenò ancora di più le ire del cantante.

"Ma mi spieghi cosa vuoi da me??!! Volevo uscire a bere una birra con l'unica persona che riesce a non farmi incavolare, ma stasera pure tu ti metti a farmi la ramanzina?!" sbraitò seriamente incavolato in faccia a Andy che a quel punto iniziava a perdere la pazienza a sua volta.

"Senti, datti una calmata, ok?" gli disse squadrandolo con fare serio e autoritario anche lui, mentre i passanti li osservavano. "Se stasera ti gira così, meglio che tu te ne vada a dormire e calmi i tuoi animi iracondi, perché io non ho intenzione di farmi urlare addosso da te tutta sera, capito?!"

Andy non si alterava mai. Ma quella volta non aveva fatto proprio nulla di male, e non avrebbe permesso a Mika di fare la donna mestruata con lui senza ragione.

Il riccio a quelle parole si arrabbiò come un furetto. "Senti, tornatene in hotel!! Stasera sto bene da solo!" gli disse sbottando nuovamente e voltandosi riprendendo a camminare a pungi stretti e sguardo di fuoco.

Il cameraman in una situazione normale gli avrebbe detto di non raccontare cavolate e l'avrebbe seguito, ma quella sera era stanco anche lui dal lavoro e aveva un leggero mal di testa che Mika gli aveva appena fatto diventare un'emicrania bella e buona, quindi reagì d'istinto e per una volta gli disse ciò che gli andava detto.

"Allora vattene da solo dove ti pare! Piuttosto che con te, stasera preferisco farmi tutti i night club di questa città!" sbraitò il greco, non c'era nulla di più che odiasse che quelli stupidi locali dove si balla ubriachi e senza una logica.

A quelle parole Mika si fermò spalancando la bocca allibito e poi si voltò di nuovo proseguì per la sua strada ancora più incavolato, mentre Andy prendeva a camminare in direzione opposta, quella da cui erano venuti.

In realtà non aveva alcuna intenzione di andare per locali, li odiava come la morte, ma non avrebbe assecondato le ire di Mika un minuto di più.

Tornò in hotel anche lui irritato da quella situazione assurda e dopo una veloce doccia se ne andò a dormire.

Il riccio vagò per la città da solo camminando senza meta. Era stanco, era arrabbiato con il mondo e l'unica cosa che voleva fare era farsi una birra o magari qualcuna in più e dimenticare tutto.

Dopo una mezz'oretta di cammino arrivò in un pub dall'aspetto tipicamente bavarese e vi entrò, venendo investito subito dal vociare e dalla musica assordante.

Si mosse con difficoltà tra la folla e trovò un posto al bancone del bar, un po' troppo in mezzo per i suoi gusti, ma quello c'era e quello doveva farsi andare bene.

Ordinò una birra scura al signore con una grossa pancia che bivaccava dietro al bancone e sorseggiandola si mise a dare uno sguardo intorno a sé.

I clienti del pub erano quasi tutti uomini e donne dai 25 in su.
Di ragazzini giovani non ce n'erano.

In un lato c'era una coppia che si baciava in maniera del tutto fuorché casta e Mika pensò a come fosse poco carina una scena del genere in pubblico.

Pensò a Andy. Sicuramente se fosse stato accanto a lui in quel momento, avrebbe commentato dando voce ai suoi stessi pensieri su quella scena quasi a luci rosse in cui lei stava avvinghiata a lui con una gamba alzata e la minigonna a coprire ben poco.

Non capiva come mai la gente avesse tutta questa smania di ostentazione. I suoi pensieri lo portarono al fulcro di quella giornata, al motivo per cui era finito in quel locale a bere una birra in completa solitudine.

Aveva davvero odiato l'insistenza dell'uomo che per tutta l'intervista non aveva fatto altro che mettere in luce come tutte le celebrità più conosciute non si facessero problemi a raccontare alle pagine di un tabloid le loro liaison amorose o le loro relazioni di lunga data, quasi a volerlo convincere che quella fosse una cosa assolutamente normale e a tratti quasi dovuta al mondo del gossip.

Era sempre stata una persona estremamente riservata, e di imposizioni nella vita ne aveva subite decisamente troppe. Ora che aveva saputo conquistarsi la sua libertà, non aveva intenzione di metterla in discussione a causa di un ottuso giornalista.

Sospirò prendendo un altro sorso dal liquido scuro e frizzante, che gli scese in gola fresco, dandogli sollievo.

Spostò lo sguardo più a destra e lì incontrò un gruppetto di amici seduti al tavolo.
Ridevano e scherzavano in tedesco.
Mika non capiva una parola e quindi si trovò ad osservare i movimenti, le espressioni, i gesti e gli sguardi che parlavano una lingua per lui nettamente più comprensibile e anche affascinante.

Leggendo il linguaggio del corpo si poteva capire molto di più che ascoltando ciò che veniva detto e dopo alcuni minuti di attento studio, il giovane poté intuire facilmente le dinamiche all'interno del gruppo e fu quasi certo di aver scovato alcuni sguardi di troppo tra due di loro, seduti non troppo distanti, l'uno di fronte all'altro.

Gli ricordavano molto gli sguardi suoi e di Andy quando tra i loro amici e compagni di squadra, cercavano di non far trasparire la loro relazione, ormai quasi due anni e mezzo prima.

Due anni e mezzo. Si ritrovò a pensare.

Era già passato così tanto tempo da quel loro primo bacio. Un sorriso gli naque in volto in maniera spontanea, abassando lo sguardo sul boccale e sorseggiando la birra quasi finite.

I suoi pensieri vennero interrotti da un uomo di corporatura piuttosto massiccia che prese posto accanto a lui sullo sgabello adiacente, lasciato poco prima dal precedente cliente.

L'uomo gili posò gli occhi addosso dal primo istante e ordinando una birra al bancone, si voltò verso di lui scrutandolo senza vergogna.

Gli si rivolse in tedesco e Mika immediatamente si affrettò a rispondere che non fosse del posto e non parlasse la lingua, così il ragazzone prese a parlare con un inglese dalla forte inflessione teutonica.

Gli fu chiaro fin da subito quali fossero le intenzioni del personaggio che gli sedeva accanto e volendo tagliar corto finì con un sorso la sua birra e poi pagando uscì dal locale.

Si incamminò verso l'hotel, sperando di ricordarsi la strada ma subito dopo aver imboccato la via del pub sentì una mano sul suo braccio.

Si voltò di scatto e vide l'uomo che poco prima gli stava seduto accanto. Era davanti a lui e lo guardava dall'alto in basso. Era addirittura più alto di lui, oltre ad essere indiscutibilmente più grosso e lo sguardo che gli stava riservando non gli piaceva per niente.

"Ti va di venire da me?" gli chiese molto direttamente senza preamboli di sorta.

Mika immediatamente rispose con un "No, grazie ma no." ma l'energumeno non sembrava intenzionato a lasciarlo andare accontentandosi di quella risposta.

"Eh dai!" gli disse poi avvicinandosi a lui con chiare intenzioni e spingendolo verso il muro dietro di lui.

Il cuore di Mika iniziò a battere all'impazzata, gli sembrava di essere tornato a scuola e di trovarsi nella situazione in cui i ragazzi più grandi lo avevano più volte picchiato per il suo essere strano e fuori dagli schemi.

All'ora era abituato a rimediare botte e insulti, in quel caso, avrebbe rischiato forse anche peggio.

Con una destrezza che non seppe da dove provenne, riuscì a sgusciare dalla presa dell'uomo, un attimo prima che lo intrappolasse al muro e prese a correre come un forsennato verso la prima strada che incontrò, senza voltarsi mai.

Quando fu sicuro che nessuno fosse sulle sue tracce si fermò a prendere fiato e si accorse di non essere troppo lontano dall'hotel, quindi riprese a correre, con meno velocità.

L'unica cosa che voleva in quel momento, era mettere piede in hotel, scusarsi con Andy per i toni che aveva usato con lui e lasciarsi quella giornata complicata alle spalle.

Raggiunse la struttura dove alloggiava dopo pochi attimi e corse su per le scale fino a quando non raggiunse camera sua.

Spalancò la porta e non appena vi entrò, vedendo come Andy dormisse, corse in bagno chiudendosi la porta alle spalle.

Si sedette in terra respirando a fondo e prendendo fiato una volta per tutte. L'allenamento da palco scenico serviva anche nella vita di tanto in tanto, pensò.

Si portò la testa tra le mani ripensando alla paura che aveva provato, che era tornato a provare dopo tanto tempo. Si era sentito in trappola come da anni non gli succedeva. Era una sensazione che non gli era mancata per nulla!

Al sol pensiero, sentì di nuovo il cuore tornare a correre velocemente e prese a inspirare ed espirare a fondo per cercare di far sfuggire quella paura e quell'ansia incontrollata.

Mentre se ne stava rannicchiato per terra, cercando di tranquillizzarsi non sentì la porta del bagno che si socchiudeva.
Andy lo aveva sentito rientrare e correre in bagno e non vedendolo tornare per un lungo momento aveva deciso di dare un occhio e accertarsi che non si fosse ubriacato e non fosse svenuto sul pavimento del bagno.

Per quanto ne sapeva, Mika incavolato era capace di qualunque cavolata.

"Quante birre hai bevuto?!" gli chiese in tono freddo, immaginando che quella posizione fosse dovuta al cercare di controllare che il suo stomaco non riversasse il suo contenuto nella tazza che non gli stava troppo lontana.

Mika inspirò ancora una volta a fondo e poi alzò gli occhi verso il biondino, guardandolo dal basso verso l'alto con espressione colpevole di chi sa di meritarsi quel tono freddo e distaccato, anche se non per la questione birre.

"Una, non preoccuparti" gli disse il riccio, tornando poi a puntare gli occhi per terra.

Andy lo osservò stranito. Quello sguardo che aveva incrociato per un breve attimo non aveva solo una forte colpevolezza, ma era anche velato da un'emozione diversa.

"Ti chiedo scusa per prima" disse poi il libanese prima che Andy potesse indagare i suoi sospetti, rimanendo comunque in quella posizione rannicchiata.

"Sono stato uno stronzo" continuò poi. Andy sospirò accettando le scuse del suo ragazzo. e poi si accucciò davanti a lui.

"Scuse accettate." gli disse alzandogli il viso. Mika non incontrò il suo sguardo.

"Cosa succede?" gli chiese diretto cercando di capire quello che prima aveva notato negli occhi scuri.

Mika dribblò. "Niente, sono solo... Mi sento solo in colpa per come ti ho risposto" disse con un filo di voce.

Ma Andy non si fece convincere.

Sospirò di nuovo e usò la sua posizione di vantaggio per ottenere ciò che voleva.

Sapeva che non era una cosa gentile da fare, ma conosceva la testardaggine di Mika e quindi, promettendo a sé stesso di non rifarlo mai più, attuò la sua strategia.

"Te ne vai in giro da solo dopo avermi mandato a quel paese, torni a notte fonda con questa faccia, pensi davvero che mi accontenterò di una menzogna?!" gli disse con un po' troppa enfasi rispetto a quella che avrebbe voluto usare davvero. Mika quasi si spaventò di fronte a quel tono e si rannicchiò di più su sé stesso impercettibilmente.

Andy si sentì uno schifo per quel tono, ma aveva capito ci fosse qualcosa sotto, che il riccio non gli avrebbe voluto raccontare facilmente.

Mika chiuse gli occhi per un istante e poi decise che non poteva farcela ad affrontare un'altra discussione quella sera, specialmente con lui, quindi vuotò il sacco e ammise il motivo del suo stato.

"Ho... Sono andato a prendere una birra.... in un locale dopo... dopo che abbiamo litigato" disse incerto con un filo di voce. Andy lo scrutava cercando di reggere la facciata di ragazzo risoluto e autoritario, nonostante gli stesse costando parecchio, Mika comunque non alzava gli occhi su di lui nemmeno per un istante.

"Lì ho incontrato un tipo che... che ci ha provato con..con me" disse deglutendo a fatica. Il solo ricordo gli faceva salire l'ansia.

Andy a quella frase sperò che dalla sua bocca a quel punto non uscisse una confessione di un tradimento, perché benché lo credesse poco probabile, non ne aveva la piena certezza.

"allora io sono uscito per andarmene e... e lui mi ha seguito e... ha cercato di baciarmi ma..." disse mentre Andy si calmava un attimo per il pericolo scampato ma iniziava a incavolarsi come una iena per quello che il tipo aveva cercato di fare. "ma io sono fuggito via...te l'ho detto che non era nulla... non ho fatto nulla, te lo giuro su quello che vuoi!" parlò velocemente a quel punto cercando di mettere in chiaro la cosa prima che Andy pensasse male.

Il greco lo squadrava con sguardo indagatore di chi ancora vuole sapere e Mika pensò di non sapere come uscirne da lì.

Gliel'aveva spiegato che lui non ci era stato.

Credeva non gli credesse.

Ma il moro si sbagliava. Stava mal interpretando il significato di quello sguardo.

"Ti ha fatto del male?" chiese Andy d'un tratto, addolcendo il tono.
Mika lo guardò negli occhi per sottolineare la veridicità delle sue parole. "No. No assolutament..." ma Andy lo interruppe tornando ad accucciarsi di fronte a lui.

"Perché hai quello sguardo impaurito?" gli chiese allora con fare dolce e comprensivo di chi ha capito la fragilità che ha davanti, sorridendogli appena, amorevolmente.

Mika abbassò lo sguardo un breve attimo torturandosi le mani e stringendo di più le gambe verso il suo petto e poi rispose: "perché la mia mente... è tornata agli anni della scuola e... ho rivissuto i momenti di...di bullismo che ormai erano solo un ricordo." confessò a quel punto, abbattendo ogni muro che si era costruito intorno, e capendo come Andy non avesse dubitato di lui, ma avesse solamente voluto capire cosa lo spaventasse e avesse solo usato quel tono per fargli confessare quello che sapeva sarebbe stato restio a dirgli.

Andy si sporse verso di lui e lo abbracciò stretto, avvolgendolo completamente con le braccia, mentre lui se ne stava ancora rannicchiato a terra in mezzo metro quadrato di mattonelle.

"Vieni, andiamo a letto" gli disse dolcemente non appena lo lasciò andare, porgendogli la mano per alzarsi e guidandolo verso la camera.

Si stesero insieme e Mika si rannicchiò subito vicino a Andy.

"Ci lasciamo alle spalle questa giornataccia, che ne dici?" gli chiese poi sorridendogli con amore e lasciandogli un bacio in fronte. Il riccio annuì avvolgendolo a sua volta con le braccia e cercando le sue labbra per unirle in un bacio profondo.

"Oggi è già domani, e domani sarà bellissimo" gli rispose Mika, prima di accoccolarsi meglio sotto le coperte e chiudere gli occhi.

"Sarà bellissimo sì." gli sussurrò Andy, chiudendo gli occhi a sua volta  

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