Luci a Milano

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Con dovizia di particolari la sua mente gli ripropose gli occhi celesti, luccicanti ed innamorati che sorridenti l'avevano guardato, nel proferire quell'esplicita promessa incondizionata di sostegno.

L'ennesimo chiarore illuminò il davanzale della finestra e rimase quella volta più a lungo, attirando forzatamente la sua attenzione. Si alzò dal letto e avanzando i due passi necessari, recuperò il cellulare.

-*-*-*-*-

La chat "The PennimanS" occupava quasi totalmente la sezione notifiche della schermata. Fece scorrere velocemente, senza prestare troppa attenzione ai battibecchi dei suoi fratelli e solo quando arrivato in fondo alle nuvolette scorse il messaggio solitario, diretto solo a lui, si soffermò aprendolo immediatamente.

"Credo di essermi abbrustolito al sole oggi, caldo micidiale. Dimmi che lì fa più fresco ti prego! 😊" La faccina sorridente e gioiosa appiccicata da Andy alla fine del messaggio, gli incurvò le labbra appena, prima di spegnersi nuovamente, sostituita da una rinnovata ondata di ansia che tornò a gelargli il sangue.

Perso nelle sue disquisizioni interiori, si ricordò in quel preciso istante gli accordi presi con lui e il giorno del mese in cui si trovava e scattò in piedi senza quasi accorgersene, iniziando a gironzolare per la stanza con la stessa monotonia e ripetitività di un animale in gabbia.

"Sei sicuro che ne valga la pena?" picchiettando velocemente nella sezione risposte della chat, si lasciò guidare dal suo raziocinio impregnato di timore, mentre ancora rimbombavano senza sosta in testa le parole di Andy di quella mattinata greca. Se si fosse reso conto di cosa quelle sue parole potessero implicare, Mika era certo ormai che Andy avrebbe volentieri fatto non uno, ma più passi indietro.

"Perché? Fa così caldo anche lì??" la risposta del greco, calibrata solo ed esclusivamente sul messaggio precedente, mise in allarme Andy ma fece cadere un attimo dalle nuvole l'iper-ansioso cantante.

"No, un pochino... però pensavo potremmo andare a Londra..." fu proprio per quello che non ci mise che un nanosecondo ad avanzare una proposta diversa da quella che per più di un mese avevano pianificato.

Non passò un attimo che si ritrovò una chiamata in entrata e fu costretto a tentare di calmare il suo ritmo cardiaco, accelerato inconsciamente, quasi il mittente fosse il preside della sua scuola e lui ancora un adolescente monello.

"Heyla!" trillò allegro Andy non appena udì il suono dello squillo venire meno "Cos'è, hai già trovato l'amante e non mi vuoi a Milano??" chiese in tono scherzoso ridacchiando appena, in attesa della risposta goliardica del fidanzato. Quando questa tardò ad arrivare e non udì altro che silenzio, si allarmò appena e in tono più serio si limitò a pronunciare il suo nome.
"Mika..."

"Pensavo che tornare a casa qualche giorno sarebbe bello..." quando il riccio prese la parola, Andy capì immediatamente lo stato d'animo non sereno di colui che così bene conosceva e con pacatezza si approcciò a lui come meglio sapeva.

"Sarebbe molto bello, sì. Ma a meno che tu non abbia cancellato i tuoi mille impegni in terra italica la vedo dura sai..." gli ricordò in primis "aspetta... starai mica pensando di ritirare la cena gourmet italiana che mi avevi promesso per compleanno...?" avanzò quindi tornando a scherzare, sondando il terreno per capire con che tipo di incertezza del suo sensibilissimo compagno di vita, avesse a che fare.

"No, hai ragione te l'ho promesso..." niente risolini nella risposta, solo una semplice ammissione, quasi colpevole e un'arrendevolezza che Andy riconobbe subito.

Trasse un sospiro e con la tenerezza che lo contraddistingueva non fece altri giri di parole "Amore, c'è qualcosa di cui mi vuoi parlare?" chiese delicatamente, lasciandogli la facoltà di scegliere se e quando aprirsi con lui.

Il tacere che precedette la risposta fu fortunatamente piuttosto breve. Mika aveva capito Andy avesse compreso e forte della sconfinata fiducia che riponeva in lui, lasciò trapelare la verità e ammise che sì, aveva di che parlargli.

"Sì...ma non mi va di farlo per telefono." Dribblò poi. Non era un argomento che gli andava di trattare a distanza, aveva bisogno dei suoi sguardi sinceri e rassicuranti, voleva leggere le risposte che cercava nei suoi gesti, non udirle trasmesse da onde sonore lontane. E poi lo sapeva, più di tutto avrebbe avuto bisogno delle sue braccia salde a stringerlo, delle sue mani calde sul viso, del suo profumo addosso.

Di lui, semplicemente.

"D'accordo. Domani ne parliamo con calma, ti va?" Gli assicurò premurosamente, concludendo con la consueta domanda in sospeso, che lasciava a lui l'ennesima scelta di tempo e modo.

"Grazie" fu ciò che solo seppe rispondergli Mika, grato come sempre di aver ricevuto il sostegno di cui aveva avuto bisogno, senza bisogno di esternare concretamente i suoi stati d'animo.

Si salutarono dolcemente. Andy riattaccò e si alzò dal divano, pronto a scendere in paese a far compere per la cena, mentre Mika chiusa la chiamata, lasciò il suo adorato letto e decise finalmente di mettere fine alla sua clausura, spalancando le finestre.

La sferzata di luce che invase la stanza, quasi lo stordì, riportandolo però definitivamente alla realtà e spazzando via la sensazione di fredda ossessione che lo aveva pervaso per l'ultima manciata di ore.

Non aveva risolto la situazione, i suoi timori non si erano ancora dissolti, ma la voce calda e tranquilla di Andy, aveva avuto su di lui un enorme effetto calmante.

Schiuse piano la porta della stanza, percependo immediatamente la voce della madre canticchiare una vecchia canzone di Fairuz che aveva più volte accompagnato i suoi pomeriggi di giochi parigini.

Un sorriso nacque involontario ma radioso e nei pochi metri che separavano la camera dalla zona giorno, si ritrovò a bramare il contatto della madre, da cui solo un paio d'ore prima era così velocemente sfuggito.

"Cosa stai preparando?" chiese gioioso entrando nella cucina trasformata in una specie di forneria dalla libano-siriana tuttofare.

Joannie si voltò curiosa al tono scanzonato del figlio che solo non troppo tempo prima aveva visto di sfuggita marciare con passo pesante verso la sua stanza e sospirò rincuorata nel vederlo ora sereno.

"Ricetta di Fortuné. Dice siano spaziali" commentò senza curiosamente addentrarsi nella sua vita privata, assaggiando un pezzetto dell'impasto per accertarsi i panini fossero giusti di sale.
"Figo! Questa cosa che Fort si è messo a fare il fornaio mi piace un sacco!" si complimentò Mika, rubando un pezzo di impasto infarinato e assaggiando a sua volta.

Joannie scosse appena la testa quasi divertita. "Programmi per domani?" chiese la donna, cercando di capire il da farsi e valutando sugli impegni del figlio la sua giornata.

"Domani mattina Isabella, pomeriggio incontro per Xfactor, sera libero." Ricapitolò velocemente spostandosi nel lato opposto della cucina ed estraendo un barattolo di Nutella, infilandoci un dito e raccogliendo una generosa quantità di crema alla nocciola, facendola sparire in un batter d'occhio e mugugnando di piacere.

"Il cucchiaino!!!" lo riprese la madre quando voltandosi lo vide con un dito in bocca e il barattolo nell'altra mano. "E poi sarebbe anche ora di cena!" continuò la sua opera di redarguimento.

Mika sbuffò sonoramente, andando a riporre il vasetto al suo posto e poi aprendo il frigorifero estrasse dell'insalata e delle bistecche e si mise a cucinare attendendo che la madre finisse di cucinare il pane, prima di sedersi a tavola.

"Per domani sera ti va del cous-cous? È un po' di tempo che non lo faccio..." meditò la madre, condendo l'insalata.

"Domani sono fuori con Andy" la mise al corrente, smontando un po' i suoi piani culinari.

"Ah arriva già domani? Pensavo usciste dopodomani a cena, per il suo compleanno." Chiese curiosa, sapendo come il figlio e il fidanzato fossero soliti festeggiare, ricordandosi i piani che lo stesso Mika gli aveva comunicato giorni addietro.

"Dopodomani se l'aspetta. Domani no." Commentò molto semplicemente il riccio, facendo capire alla madre come il cambiamento di piani fosse stato studiato per stupire il greco e festeggiare insieme il compleanno direttamente alla mezzanotte e non durante il giorno in corso.

Joannie sorrise orgogliosa del pensiero amorevole e dolce di suo figlio nei confronti di colui che ormai lei considerava in tutto e per tutto il suo genero, la persona che più a lungo aveva intrattenuto una storia con uno dei suoi 5 figli. E a rifletterci le faceva quasi strano pensare che il suo pargolo più scapestrato in adolescenza, fosse proprio quello che più stabilmente aveva saputo mantenere in piedi una relazione.

Non a caso infatti nutriva una forte ammirazione e un grande affetto per colui che per lunghi anni era riuscito a tener testa ad una persona complicata, intraprendente, testarda, risoluta ma al contempo fragile, sensibile, emotiva e delicata qual era Mika, riuscendo sempre a sostenerlo in ogni situazione, tra le quali era certa figurasse anche quella appena trascorsa, che gli aveva appena riportato un Mika sorridente.

Il giorno successivo fu pregno di cose da fare, nonostante la sua mente fosse per la stragrande maggioranza del tempo, focalizzata sul suo ritorno a casa.

Mettere piede tra le mura milanesi e notare appesa all'attaccapanni la tracolla di Andy gli bastò infatti per percepire un moto di benessere travolgerlo inauditamente.

Sentire la risata del suo ragazzo, intrecciata a quella di sua madre poi, gli infuse una scarica enorme di endorfine.

Con un paio di falcate entrò in salotto con un enorme sorriso in volto e una rinnovata gioia nel cuore.

"Ma ciaaaaao!" salutò accorrendo festante verso Andy e sua madre, in piedi vicino alla finestra dalla quale osservavano tra le risa il gattino dei loro vicini cercare timorosamente di scendere da un terrazzino all'altro del palazzo.

Entrambi si voltarono sorridenti verso quel concentrato di euforia che era appena comparso nella stanza; non appena i due fidanzati incrociarono i loro sguardi, i loro volti si illuminarono reciprocamente in perfetta sincronia. Joannie sorrise intenerita, percependo la sferzata di amore invadere l'atmosfera e quasi istintivamente, con dolcezza e discrezione, volse silenziosamente i suoi passi verso il salottino adiacente, facendosi da parte, chiudendo la porta dietro di sé.

"Buonassera" esordì Andy in un italiano grecizzato, estendendo l'espressione entusiasta ed estasiata del ricciolino.

Due passi ciascuno nella medesima direzione e i due giovani si trovarono stretti in un abbraccio caloroso e urgente che Mika iniziò e Andy istintivamente completò.

Rimasero fermi in quella stretta inderogabile di amore ricongiunto, che il ricciolino faticava enormemente a rompere e che Andy non osava troncare, ben conscio dell'esigenza di protezione che sapeva spingerlo.

Le mani calde e accoglienti del biondo, vagavano con amorevole lentezza, percorrendo la schiena del moro, il caldo milanese per un attimo dimenticato, messo da parte.

"Lo parli ancora l'inglese, mio italian-boy?" solo quando sentì la stretta farsi più debole, Andy sussurrò la sua giocosa battuta al suo orecchio, lasciandovi un fresco bacio delicato appena al di sotto.

Mika ridacchiò flebilmente, arricciando il naso e nascondendo il viso nella spalla del biondino.

"Peut-etre" rispose deliberatamente reggendo il gioco appena iniziato e sciogliendo quindi definitivamente l'abbraccio per poter godere finalmente da vicino dei suoi limpidi occhi azzurro cielo.

"Ridendo e scherzando, fa davvero caldo come ad Atene!" puntualizzò il biondo, notando la maglia parzialmente umidiccia del compagno, non troppo diversa dalla sua, facendosi aria con la mano.

"Eh, ma là almeno avete il mare!" gli fece notare con un certo rammarico, portando le mani ai riccioli e spostandoli alla bell'e meglio indietro per darsi un minimo di sollievo.

"Io direi di andare a farci una doccia..." propose il più grande, buttando un occhio all'orologio per calcolare le tempistiche.

Andy annuì immediatamente accogliendo l'idea, poi con l'astuzia di cui era maestro, si prodigò ad anticipare il compagno sui tempi, sfoderando una vecchia regola istituita tra loro da che avevano iniziato la convivenza diversi anni addietro. "Chi è arrivato da un viaggio in aereo ha la precedenza, dunque io mi avvio..." enunciò, nascondendo il sorriso compiaciuto, prendendo la via del corridoio.

"Cos..." Mika fece per ribattere ma Andy aveva giocato bene le sue mosse, quella regola l'aveva inventata lui stesso, dargli contro avrebbe significato contraddirsi.

"Insieme! La facciamo insieme!" decise in un batter d'occhio, rincorrendolo e affiancandolo verso il bagno, ricevendo un'occhiata perplessa.

Andy infatti lo bloccò, voltandosi a due passi dalla porta del bagno "Mika... c'è tua mamma di là" sussurrò affinché le sue parole non oltrepassassero la non distante porta del salotto, facendogli capire come anche volendo, non gli sembrava decisamente il caso di approvare la sua idea.

"E quindi? Non vorrei scandalizzarti ma credo ormai sappia di noi due sai..." tergiversò il riccio, con uno sguardo eloquente aggirandolo e aprendo nel mentre la porta del bagno.

Andy portò gli occhi al cielo, riflettendo su una risposta al volo, senza ricordarsi della scaltrezza innata di quel briccone che si era scelto come ragazzo: Mika infatti, anticipandolo era riuscito a guadagnare l'ingresso verso la stanza da bagno e prima che lui potesse reagire, aveva chiuso la porta a 20 centimetri dal suo naso, barricandovisi dentro.

"Brutto....!! Apri!!" il greco imprecò, evitando l'epiteto che stava per aggiungere, pur di mantenere una certa reputazione con sua suocera. Da dietro il legno si udì una risata e poi la porta si aprì appena, lasciando intravedere uno dei due occhi color caramello che lo scrutavano maliziosi. "O dopo, o insieme..." disse semplicemente Mika, aggiungendo un sorrisino furbo, certo che il compagno avrebbe desistito e avrebbe finito con l'accettare la sua proposta.

"Sei un grandissimo stronzo ricattatore!" Sussurrò avvicinando il volto alla fessura della porta, ricevendo un'espressione smaliziata e furbesca. "Allora?" insistette quindi Mika, fingendo di chiudere la porta, quasi fosse di fretta e non avesse un minuto da perdere.

Un sospiro sconsolato e vinto uscì dalle labbra del più piccolo, prima di darla finalmente vinta a quell'essere cocciuto che da alcuni minuti gli stava impedendo di godersi il fresco di una doccia. "Insieme"

Mika sorrise vittorioso, spalancando platealmente la porta e invitandolo con un gesto eloquente della mano.

Il vano doccia dell'appartamento milanese era sì piuttosto grande, ma non così tanto da permettere a due ragazzotti come loro di muoversi a loro agio. La rilassante doccia si tramutò quindi in una sorta di lotta al centimetro quadrato, nella quale pestate di piedi e gomitate non furono risparmiate.

"Stasera ti acconcio io" Mika stava finendo di cospargere i riccioli castani con un filo di gel, per conferirgli quell'aspetto morbido e voluminoso che sapeva fosse la debolezza del suo ragazzo, quando guardandosi allo specchio e notando dietro di lui il viso latteo lievemente abbronzato, decise di acconciare una volta tanto anche la chioma fitta e biondissima del suo bel greco.

"Scordatelo!" la risposta categorica che arrivò in tempo zero, corrucciò fanciullescamente il moretto che per quella sera però non aveva ancora finito di impuntarsi.

"Non ti faccio niente, giuro" mise le mani avanti, facendogli capire subito di non avere intenzioni strambe che potessero rivoluzionare il suo aspetto in modo radicale.

Andy però non era interessato a scoprire nuove sfumature di sé, era una persona equilibrata che, a differenza di Mika, non sentiva il bisogno di stravolgere i suoi look o i suoi modi di vestire ogni 12 mesi.

"Dimmi perché dovrei spendere del tempo per acconciarmi quando la serata prevede cena in famiglia e divano..." rispose certo di dare una ragione più che valida affinché il suo piano sembrasse ancor più irragionevole.

"Questo lo pensi tu..." si premurò di informarlo vagamente, uscendo dal bagno con l'asciugamano in vita, diretto verso la camera.

Andy diede un veloce sguardo al corridoio e appurata l'assenza di Joannie nei paraggi, uscì abbigliato allo stesso modo, raggiungendolo nella loro stanza.

Mika gironzolava come un piccolo diavolo della Tasmania, tra il suo armadio e la valigia di Andy, vagliando le varie possibilità di abbinamento tra le sue camicie, i suoi pantaloni e quelli del compagno.

Andy lo osservò per un attimo quasi esasperato da quella vivacità e quando per l'ennesima volta gli passò davanti, allungò un braccio avvolgendogli il fianco, bloccandolo.

"Fermati un attimo, piccolo tornado." Asserì senza riuscire a reprimere un piglio divertito.

"Quando avevi intenzione di dirmi che i programmi erano cambiati?" chiese in una semplice richiesta di informazioni.

Mika finse di sbuffare quasi scocciato: "Ho bisogno di affiggere i manifesti in piazza per invitare il mio fidanzato a cena?" chiese quasi con aria saccente, incrociando le braccia al petto e intenerendo quindi il suo sguardo.

"No tesoro mio, ma magari se me lo comunicassi, prima che io mi infili il primo paio di pantaloncini sgualciti da casa trovati in valigia, sarebbe cosa gradita." Rispose dolcemente con un'espressione di eloquente letizia, nata dalla notizia appena ricevuta, nonché dalla naturalezza del loro legame, espressa da Mika con quella sua semplice richiesta ovvia.

"Ok, stasera ti porto fuori a cena e ti voglio bello figo tutto per me! È abbastanza ufficiale come proposta?" chiese passandogli un dito tra i pettorali lisci e assottigliando gli occhi maliziosamente.

Il biondo finse di pensare intensamente ad una fittizia agenda fitta di impegni "Hm... credo poter riuscire ad incastrare la cosa..." esordì dopo un lungo attimo, lasciando finalmente andare il suo ragazzo, non prima di avergli assestato una pacca al fondoschiena.

Si cambiarono velocemente. Andy, senza dargli la soddisfazione di ammetterlo, lasciò veramente che fosse Mika a decidere l'abbinamento che meglio si adattava a ciò che lui aveva scelto e sempre senza assentire esplicitamente, lasciò che gli si avvicinasse con le mani bagnate di gel e gli modellasse i ciuffi biondi all'insù, in una pettinatura a spazzola che lui adorava almeno tanto quanto Andy amava i suoi riccioli voluminosi.

"Bellissimo!" asserì al completamento della sua opera, stampandogli un bacio a fior di labbra e svincolando verso il salotto per recuperare le sue cose, seguito da lui.

Joannie vide arrivare figlio e genero, il primo quasi di corsa, il secondo a seguire come un cagnolino e istintivamente sorrise.

"Sembrate usciti da un servizio fotografico." confessò mettendo da parte la rivista satinata sulla quale figuravano ragazzi e ragazze in posa con addosso vestiti che costavano più della sua automobile, che nulla avevano in più dei due che in quel momento le scorrazzavano in salotto.

"Lo so, merito mio!" si vantò il figlio senza un minimo di modestia, recuperando il portafogli mentre Andy le lanciò uno sguardo tra lo sconsolato ed il divertito.

"Noi usciamo. Facciamo tardi, ciao!"  

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