"Buona notte Andy!" chiuse sapientemente il discorso il più grande, condendo l'augurio con un tono vagamente scocciato.
"Notte, patatone!" ridacchiò il greco, accettando di chiudere lì la faccenda.
-*-*-*-*-*-*-*-
5 ore e 23 minuti.
Ci aveva messo quasi 2 minuti a fare quel calcolo a mente, ma finalmente aveva il countdown ufficiale del tempo che lo separava dalla fine della sua estate lavorativa.
Era in auto con Giulio da quella che gli sembrava un'eternità, in autostrada, sotto il sole cocente di metà agosto, con l'aria condizionata al massimo della sua potenza, ma la camicia ugualmente umida.
Possibile che dal confine svizzero a quell'emittente radio ci fosse così tanta strada?
"Mezz'ora e siamo arrivati" lo rassicurò il manager, vedendolo sbuffare appena.
"Meno male!" ringraziò il cielo teatralmente innalzando le mani giunte verso il tetto della vettura.
"Adoro questa zona! Credo ci verrò in vacanza..." asserì quando finalmente uscirono dall'autostrada, ammirando le colline astigiane, al confine col cuneese, tracciando con il dito i contorni sinuosi e armonici, come adorava fare da bambino, durante le lunghe ore di spostamenti in auto.
"Bellissimi posti, sì. Le Langhe sono terre di ottimi vini, sai?" spiegò doviziosamente l'uomo.
"Sì! Potremmo fermarci a cena da qualche parte qui in giro, dopo l'intervista. Che dici?" chiese speranzoso di poter assaggiare i sapori del basso Piemonte e passare in un bel posto la sera del suo compleanno.
"Più tardi decidiamo" si limitò a rispondere il manager, disilludendolo senza quasi accorgersene.
L'ultima mezz'ora di viaggio Mika non la percepì neppure, immerso com'era nelle geometrie irregolarmente uniformi della geografia di quei luoghi.
Si risvegliò dal suo idillio incantato solo quando il motore dell'automobile emise un ultimo rombo per poi far cadere sulla tranquillità piemontese un silenzio rotto solo dal canto dei grilli nel pomeriggio estivo.
"Chi sono questi geni che hanno scelto un posto simile per un'intervista??" chiese rimirando con aria sognante il casolare immerso nei vigneti, posto proprio sulla cima di un dolce promontorio a guardia della vallata, scrutante campi squadrati e orizzonti morbidi, delicati.
Giulio sorrise a quella parole, ma si limitò a tacere, aspettando che lo sguardo trasognato del giovanotto ardesse di una luce diversa.
Non ci mise che una frazione di secondo.
I lineamenti delicati del libanese si illuminarono di inattesa e improvvisa sorpresa, incrociando gli sguardi di chi li aveva accolti con un sorriso di vittoria corredato da uno sguardo di profondo affetto.
Mika, letteralmente ammutolito, lasciò che le braccia di ognuno di loro lo circondassero e che i loro auguri lo travolgessero come una pioggia estiva rinfrescante, dentro alla quale sentiva le endorfine salire ad ogni abbraccio.
Giulio in disparte si godeva la scena, con soddisfazione e orgoglio, attendendo il suo ringraziamento, che era certo sarebbe arrivato, una volta che il ragazzo avesse interiorizzato il tutto.
"Mi hai mentito!" Proprio per lui furono inaspettatamente le prime parole che Mika si sentì di pronunciare, facendo ridere immancabilmente tutti i presenti.
Giulio non poté fare altro che annuire "...e ti dispiace??" gli chiese allargando le braccia a sottolineare le sue nobili intenzioni.
"Se questi sono i risultati, fallo sempre, te ne prego!" rise correndo ad abbracciarlo affettuosamente.
"Va' da loro! Fila!" gli intimò quindi con una risata, indicandogli il gruppetto che li osservava contenti e avviandosi invece verso la macchina.
Mika gli sorrise gioioso ma intuendo le sue intenzioni si premurò di frenarlo e fargli fare dietro front.
"Ehi! Dove vai?! Non ti azzardare ad andartene eh! Dopo tutti i chilometri che ti sei fatto, il minimo che devi fare è restare a cena stasera!" mise bene in chiaro il neo trentenne, prendendo in mano le redini della situazione in tempo zero.
"Ma dai, non mi sembra il caso..." cercò di svincolarsi il manager, indicando i presenti con fare ovvio.
"E allora? Siamo metà di mille. Uno in più che differenza fa!" tornò alla ribalta, sfoderando la sua proverbiale cocciutaggine e preoccupandosi di rubargli le chiavi della macchina, per impedirgli qualsiasi fuga.
Al manager non restò altro da fare che accettare l'invito e raggiungere quelli che sarebbero stati di lì a poco i suoi commensali.
"Voi comunque non siete normali, sappiatelo!" affermò puntando un dito contro i ragazzi e le ragazze che aveva raggiunto nel cortiletto del casolare.
"Ha parlato..." Si premurò bene di puntualizzare Paloma senza aggiungere futili spiegazioni.
"Gne gne gne!" Mika si esibì in una serie di smorfie di scherno verso la sorella maggiore, la quale, una volta che si fu avvicinato, ne approfittò per allungarsi verso la sua testa e intrappolargli un orecchio tra le dita, tirando con forza e contando lentamente.
"Aaaaaaahiiiiiii" strillò cercando di divincolarsi, sicuro che altri 25 tiri, la sua orecchia non li avrebbe potuti sopportare, ma venendo placcato da fratello e compagno, che si preoccuparono di immobilizzarlo e facilitare il lavoro della trentaduenne, aggiungendo alcuni numeri, prendendo di mira l'orecchia libera.
"Vi picchio tutti, tuttiiiiiii!" strillò in un acuto perfetto, cercando di schiacciare i piedi ai suoi assalitori con l'intento di farli desistere.
"Credici..." lo apostrofò Fortuné con sguardo astuto, squadrandolo dall'alto dei suoi due metri tondi tondi.
"Sì e tu sei il primo!" minacciò con sguardo tagliente.
"Andy, glielo ricordi tu che al momento il massimo che può fare è cercare di non cadere cercando di schiacciarci i piedi?" chiese con fare complice al cognato, il quale scoppiò in una risata divertita, attendendo che gli ultimi tre numeri uscissero dalla bocca di Paloma.
Quando finalmente il numero trenta venne gridato, il gruppone si fiondò in massa ad abbracciare il festeggiato, ricoprendolo di abbracci e di pacche affettuose che gli fecero momentaneamente dimenticare i suoi propositi bellicosi di vendetta.
"Auguri sinceri Mika!" Amanda lo accolse in un abbraccio affettuoso e sincero in cui Mika si perse letteralmente, sotto gli occhi quasi commossi di Andy.
"Χρόνια πολλά!!" fu quindi il turno di Alexis, che con sguardo fiero gli augurò buon compleanno nella sua lingua madre e gli sorrise stupito quando si sentì ringraziare con un "Eυχαριστώ πολύ!" dall'accento perfetto.
"Non so se sia il buon lavoro di Andy o le tue brillanti capacità; in ogni caso complimenti!" si congratulò con lui con una affettuosa pacca sulla spalla.
Mika gli rispose con un sorrisone imbarazzato, mentre Andy esternò tutta la propria bravura in un impeto di istrionismo: "6 anni ci ho messo, ma l'ha imparato!" a cui seguì la risata di Alexis che però si avvicinò al genero e lo incitò a difendersi "Se non te l'ha ancora insegnato, puoi mandarlo a cagare con un γαμήσου!"
"Papàààà!" A Andy non restò che fissare il padre con un'espressione a metà strada tra l'ilare e l'incredulo, mentre accanto a lui il suo ragazzo rideva come se non ci fosse un domani, premurandosi di memorizzare quella chicca, che era certo gli sarebbe tornata molto utile.
"Pa' sei un mito!" rise a sua volta Eleni, avvicinandosi con Christian ad augurare personalmente buon compleanno al suo adorato cognatino.
Non mancava proprio nessuno a quella serata a sorpresa, mamma Joannie, papà Mike tutti e 4 i fratelli Penniman con le relative metà e il piccolo clan Dermanis al completo al seguito di Andy.
Tutti quanti riuniti per due giorni al suo cospetto, per festeggiare i primi 30 anni di quel giovanotto che immancabilmente sapeva entrare nei cuori di tutti.
Mika era riuscito a riunire gli amici di Andy a Milano per il suo compleanno, ma quest'ultimo con quella riunione di famiglia al completo l'aveva decisamente superato nella loro continua guerra alla sorpresa migliore.
"Dato che per la cena è decisamente presto, fa un caldo bestiale e questo posto ha anche una piscina..." introdusse il discorso Zuleika, che sotto il sole stava lentamente iniziando a sciogliersi, venendo interrotta però immediatamente dal fratellone. "Piscina??! Oddio ma io vi adoro, tutti, uno per uno!!" affermò facendo con lo sguardo il giro dei presenti, facendoli ridere di cuore.
I ragazzi, che da alcune ore avevano preso confidenza con il relais, guidarono Mika verso il retro, al cospetto dell'enorme piscina sgombra di gente.
Mika non si preoccupò nemmeno per un nanosecondo del costume mancante nella sua valigia imbastita di ritorno dalla Svizzera, certo che Andy avesse provveduto. Quando infatti il biondo avanzò con un completo di pantaloncini, costume, maglietta a fiori hawaiani e l'asciugamano preferito del libanese, Mika non riuscì proprio a frenarsi e a corrergli incontro in un abbraccio a cui seguì un veloce ma significativo bacio a fior di labbra, incurante dei componenti dei due clan che in quel momento potevano sbirciarli da bordo piscina.
Mentre i genitori si rinfrescavano con un aperitivo all'ombra dei vigneti, i ragazzi si immersero in piscina, passando ore spensierate a farsi scherzi.
Mika ancora non poteva credere che la sua ultima giornata lavorativa si fosse trasformata in quel modo. Mai al risveglio quella mattina avrebbe osato immaginare di poter trascorrere il compleanno in quel modo con la sua famiglia al completo in un posto di rara bellezza come quello.
E tutto era merito di colui che in quel momento stava tranquillamente fluttuando sulla superficie azzurra dell'acqua, disteso su un materassino gonfiabile.
Un paio di bracciate a nuoto e si trovò al cospetto del suo ragazzo, appendendosi ai salsicciotti gonfi, lasciando galleggiare le gambe dietro di sé.
"Non ci provare!!" lo minacciò il greco, sentendolo aggrapparsi al suo comodo appoggio e aspettandosi di ritrovarsi in acqua ribaltato.
"Vengo in pace" lo informò però Mika, sorridendogli innamorato. "Mi hai sconvolto la giornata, lo sai?" chiese dandogli modo di percepire tutta la sua gratitudine per quella giornata da favola.
"Me n'ero già fatto una ragione sul fatto che avrei passato il giorno del mio compleanno tra il lavoro e una cena solitaria con Giulio." Confessò arricciando un angolo della bocca. "Invece, anche se questa sorpresa ha un che di déjà-vu, è una delle cose più belle che tu abbia mai fatto per me, per noi." Esternò candidamente, non dimenticandosi di accennare alla festa di compleanno organizzata a maggio per lui, da cui sicuramente Andy aveva preso spunto, ma puntualizzando come gli fosse di fatto riuscita anche meglio.
"È un sogno anche per me, essere riuscito a riunire i miei e i tuoi in una cornice così bella" puntualizzò Andy, ricordando per un attimo le battaglie combattute nel primo anno della loro storia, tra lui e la sua famiglia.
"Ne abbiamo fatta di strada eh..." si complimentò Mika, tornando brevemente con la memoria a tutti i momenti complicati che avevano passato in quella che da fuori sembrava una semplice relazione di alcuni anni tra due normali ragazzi.
"Decisamente. E a proposito di strada da percorrere..." introdusse il biondino, voltandosi sul fianco per avvicinarsi a lui e poter discutere vis-à-vis "Tu ti sei perso la prima parte di giornata, ma da quello che ho potuto vedere, credo che sarebbe bello organizzare una parte della nostra vacanza non solo con Paloma e i tuoi fratelli, ma proprio tutti insieme." Lo informò, esponendo l'idea che gli era balenata in testa notando la complicità dei loro genitori e la compagnia ormai ben rodata dei Penniman con Eleni e Christian.
Gli occhi sgranati di Mika, gli fecero comprendere di aver avuto un pensiero a lui decisamente gradito, che lo esortò a parlargli dei dettagli a cui aveva pensato.
"Potremmo partire noi due con Mel da Londra, farci una settimana in tranquillità in Francia e poi invitare la tua famiglia a raggiungerci in Italia, farci tutta la penisola insieme, traghettare in Grecia, trascorrere qualche giorno tutti insieme coi miei ad Atene, e poi prenderci di nuovo qualche giorno solo io e te su un'isola sperduta." Spiegò il piano che aveva in testa da qualche ora.
La vacanza messa così vedeva sia due periodi in cui poter godere della compagnia dell'altro in tranquillità, sia un periodo di convivialità, prima con i Penniman e poi con l'intero clan, una volta raggiunta la Grecia, dove Amanda e Alexis avevano già progettato avrebbero trascorso quel periodo di ferie.
Mika si lasciò andare ad una risata fanciullesca, che da sola bastò a Andy come conferma della sua approvazione. "Sarà tutto fuorché rilassante... questo l'hai messo in contro, vero?" chiese il libanese, resosi conto di come una vacanza simile non avrebbe avuto i connotati di una tranquilla gitarella al mare, piuttosto i contorni di un gran tour ottocentesco: divertente ma sfiancante, dove silenzio e quiete sarebbero stati semplici miraggi all'orizzonte.
"13 giorni di caos e 8 di pace. Una vacanza in perfetto stile Mika."
Conteggiò velocemente il biondo, prendendo coscienza un po' più concretamente di ciò a cui sarebbero potuti andare incontro se gli impegni del clan, su cui i suoi piani erano fondati, avessero funzionato esattamente come previsto.
"Ne usciremo distrutti!" ridacchiò Mika, entusiasta però di come quella semplice avventura stesse evolvendo, assumendo contorni sempre più nomade-circensi.
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La lunga tavolata occupava l'intero patio del casolare saturo di quel brusio allegro che accompagnava sempre la compagnia attorno al riccio artista.
Un capo del tavolo era occupato dagli over 40, il centro dagli under uomini e under donne, come li aveva definiti il festeggiato forse un po' troppo coinvolto dalle squadre del talent a cui stava prendendo parte.
A capotavola sedeva invece lui, l'enfant roi della serata.
"Chi manca? C'è un posto vuoto nella zona over..." notò Mika prendendo posto nella sua postazione privilegiata, scrutando l'intero tavolo e conteggiando i presenti, cercando di capire chi ancora non fosse seduto in quel posto vuoto vicino al suocero.
"Probabilmente hanno contato male..." lo rassicurò Andy, invitandolo a sedersi con un cenno e dare inizio alla serata.
La cena iniziò in tranquillità, ognuno troppo occupato a rubare affettati dai piatti portati in centro al tavolo e vuotare le brocche di vino rosso e proseguì tra le chiacchiere che i diversi gruppetti portavano avanti tra loro, discutendo degli argomenti più disparati.
Quando i piatti furono sparecchiati e gli invitati ormai allegri si furono un attimo tranquillizzati, le luci del patio si spensero, lasciando alla luna l'arduo compito di illuminare i commensali.
L'oscurità estiva non li accompagnò a lungo però.
30 fiammelle tremolanti si avvicinarono lentamente dal fondo del cortile, avanzando verso il capotavola più distante, tra i cori di giubilo del clan che applaudiva festante.
Mika si coprì le mani col volto, senza riuscire a reprimere una risata di sorpresa e solo quando finalmente la torta comparve al suo cospetto notò come la ciliegina finale non stesse adagiata sulla torta, ma la stesse di fatto sorreggendo.
Nikolas quasi non fece in tempo a posare il dolce sulla tovaglia, che si ritrovò sollevato da terra nell'abbraccio stritolante del suo artista preferito.
"Hanno contato male eh..." si rivolse con espressione furba verso il compagno alla sua destra, il quale gli rivolse un occhiolino.
"Scusa Mika, il primo aereo disponibile da Atene arrivava a quest'ora."
Quasi si rammaricò l'amico, puntualizzando come avrebbe voluto prendere parte alla festa dall'inizio, ma ne fosse stato impossibilitato.
Mika scosse la testa con un sorriso, facendogli capire di non scusarsi.
"Soffia o si scioglie tutto!" lo intimò Andy con una risatina, indicando le candeline che ad ogni secondo di rimpicciolivano sempre più velocemente.
"Ok ok! Devo pensare a un desiderio..." disse agitando le mani e portando lo sguardo verso l'altro, mordendosi un labbro. I commensali quasi poterono vedere le rotelline del cervello del ragazzo girare follemente.
"Ce l'ho!" trillò rompendo il silenzio e prendendo finalmente fiato per soffiare e spegnere tutte in un colpo le 30 candeline colorate.
Un grido festante si innalzò dal patio e un applauso di augurio si levò da parte di tutta la combriccola.
Quando i toni si abbassarono, Fortuné prese la parola, picchiettando elegantemente su uno dei bicchieri, attirando l'attenzione di tutti.
"Allora... noi categorie under, ci siamo riuniti oggi prima dell'arrivo della superstar e abbiamo deciso che dato che i discorsi di Mika sono noiosissimi, per festeggiare degnamente i 30 anni di vita di questo peculiare essere umano, che inspiegabilmente è frutto degli stessi genitori che hanno dato alla luce noialtri baldi giovini, invece di stare a sorbirci le solite parole di routine, saremo noi a omaggiare il festeggiato. Chiedo quindi a chiunque qui abbia aneddoti simpatici che lo riguardino, di farci partecipi per rimembrare degnamente le gesta compiute fino ad oggi dal nostro indomito neo-trentenne."
Il breve discorso del più giovane della comitiva provocò una sentita risata generale che sfociò in un applauso da parte di tutti fuorché del festeggiato, che prese a sbracciarsi con espressione di terrore misto a imbarazzo, nascondendo il capo tra le mani, certo che di lì a pochi attimi avrebbe potuto volersi sotterrare.
"Inizio io!" la prima voce ad alzarsi dal coro euforico fu inaspettatamente quella di mamma Joannie, che con un sorriso furbo, molto simile a quello del figlio, chiese la parola.
"Mammaaaaa! Ti prego, ci sono i genitori di Andy, il mio manager... ho una reputazione io!" Strillò immediatamente Mika, congiungendo le mani davanti al petto, squadrandola con fare da cane bastonato, sperando tra tutte le sue figuracce, scegliesse qualcosa di poco imbarazzante.
Dopo le grasse risate che seguirono le sue preghiere, un silenzio irreale cadde nel cortiletto quando la donna si schiarì la voce.
"Dato che dobbiamo ripercorrere i suoi 30 anni, io inizierei da quando ne aveva davvero pochi pochi, per la precisione due." Iniziò incuriosendo tutti.
"Yasmine, tu te lo ricordi di certo..." ammiccò alla figlia maggiore.
Mika istintivamente arrossì ancora prima di sapere di cosa la madre volesse narrare, certo che sarebbe stato solo il primo di parecchi momenti imbarazzanti della serata.
"Al tempo avevamo due pesci rossi. Come ogni giorno li avevamo tolti dalla boccia per cambiare l'acqua e dare una pulita. L'avevo finita di lavare ed ero corsa in terrazzo a ritirare i panni asciutti, avendo visto il temporale in arrivo. Mica era rimasto con Yasmine in salotto e incuriosito dalla boccia vuota dentro alla quale qualche giorno prima avevamo incollato delle pianticelle e dei pesciolini finti, l'aveva presa e la stava osservando senza capire come riuscire a raggiungerle con le mani. A quel punto Yasmine per evitare che le strappasse, gli disse che solo i pesci che stavano dentro la boccia potevano riuscire a toccarle... Fu così che mezzo minuto dopo mi ritrovai Mica che girava per la casa a pianti, sbattendo ovunque nel tentativo di togliersi la boccia dalla testa."
L'intero clan scoppiò nella stessa risata dalla quale Yasmine era già stata travolta all'inizio del racconto.
"Già a due anni cercava soluzioni alternative per raggiungere i suoi scopi!" asserì tra le risate la sorella più grande. "Meno male che col tempo è migliorato!" continuò Joannie, ridendo con un filo di voce che però raggiunse le orecchie di tutti, provocando ulteriore ilarità.
Mika stesso non riuscì a trattenere una risata sincera, venendo a conoscenza solo in quel momento di quel suo particolare modo di risolvere i problemi, che fortunatamente aveva perso.
Il secondo ad alzarsi in piedi per raccontare la sua parte, fu poi Mike che introdusse il discorso, allacciandosi all'aneddoto della moglie.
"Sempre per la serie 'avventure parigine e modi peculiari di risolvere i problemi', ne ho una anche io." Mika lo guardò di sottecchi, ridendo sotto i baffi prima che l'uomo continuasse.
"Con gli anni, il nostro ometto di famiglia aveva evoluto le sue capacità e il suo ingegno. Qui stiamo parlando del 1990... 7 anni ancora da compiere. Il problema di quella volta erano i vicini e il praticello condominiale. I nostri dirimpettai avevano pensato bene di piantare nel giardino pubblico dove Mica giocava con gli altri bambini, alcune strisce di tulipani colorati per abbellire la piazzetta. Il problema era che a causa dei tulipani, ai bambini del vicinato era stato vietato di giocare a pallone per evitare che li distruggessero a suon di pallonate almeno fino a quando non fossero appassiti. Al tempo, avevamo sostituito i pesci rossi con un coniglietto nano. Ebbene, Mica diventò l'eroe del condominio tra i suoi amici. I tulipani chissà come durarono meno del previsto, rosicchiati alla base da un fantomatico animale selvatico, apparso per caso nella piazzetta."
Le risate che si levarono alla fine del racconto di Mike, si mischiarono con i vari commenti, tra chi reputava il Mica di allora, un avveniristico Tom Sawyer e chi elogiava le sue idee decisamente geniali.
"Grazie papi! Questo aneddoto mi rende giustizia dopo quello della boccia!"
I racconti esilaranti si susseguirono, seguendo l'ordine corologico iniziato da Joannie. Yasmine raccontò uno dei numerosi episodi intercorsi nel periodo in cui madame Patate viveva ancora sotto di loro.
Paloma ricordò di quando nel corridoio di un centro commerciale, dopo una scivolata durante una rincorsa tra fratelli, un Mica 11enne era finito dentro la fontanella decorativa, infradiciandosi da capo a piedi.
Zuleika e Fortuné andarono a ripescare gli scherzi fatti al fratellone nella casa di Londra, quando la mattina dormiva fino a tardi e loro si divertivano a fargliene di ogni.
Eleni e Christian, ricordarono le urla di un Mika spaventatissimo, quando ad Atene avevano pensato bene di lanciargli un'anguilla finta, mentre in spiaggia se ne stava tranquillamente sdraiato a prendere il sole dopo una nuotata.
Perfino Giulio prese parte alla narrazione, raccontando i più divertenti strafalcioni linguistici, occorsi in pochi mesi di registrazioni.
I suoceri, i cognati e Nikolas si limitarono ad ascoltare e ridere di cuore, mentre Andy lasciò che il suo turno arrivasse per ultimo.
"Zitti tutti che adesso tocca a Andy! Potrebbe avere da raccontare per ore..." sghignazzò Fortuné, certo che in tanti anni accanto a Mika, di storielle esilaranti quotidiane, ne avesse in abbondanza.
"Per ore?? Giorni se mai!" Gli diede ragione ridimensionando la carrellata di materiale che aveva sul compagno, ricevendo uno sguardo corrucciato, corredato da un sorriso che dopotutto non glie era riuscito nascondere.
"Potrei raccontarvi di quando a Central Park pur di riuscire ad accarezzare uno scoiattolo oltre la rete è finito a gambe per aria nell'aiuola, o di quando per evitare di investirne un altro in mezzo a Richmond, ha inchiodato rischiando di ammazzare entrambi e decidendo di non guidare più, scioccato dalla scena. Oppure potrei riportarvi di quando è finito giù dal letto per un balzo di Melachi, di quando ha aperto la porta in boxer, convinto che a suonare il campanello fossi io, scioccando e beccandosi un paio di insulti dal nostro vicino 90enne..."
La tavolata non riusciva a smettere di ridere, dopo quella vagonata di aneddoti, ma Andy non aveva ancora finito.
"Ah e poi c'è la volta in cui davanti al mio collaboratore croato ha elogiato per mezz'ora i serbi, convinto lui fosse uno di loro, senza sapere che serbi e croati se potessero si ammazzerebbero a vicenda. Poi c'è stato lo scambio di valigie con un omone russo incazzatissimo all'aeroporto, la volta che a febbraio ha fatto le valigie svuotando il guardaroba primaverile, convinto di avere un concerto a Siviglia, quando invece era in una cittadina svedese dal nome simile, la cui temperatura massima si aggirava intorno ai 2 gradi... Seriamente ragazzi... potrei andare avanti per giorni..." affermò ridacchiando, mentre Mika accanto a lui, gli lanciava di tanto in tanto sguardi minatori, nascondendo il capo sotto il risvolto della tovaglia, ad alcuni racconti più imbarazzanti.
"È chiaro che se in 30 anni ha accumulato tante figure da pesce lesso, quando ci ritroveremo per i suoi 60 non finiremo mai. Però c'è anche da dire una cosa..." disse smettendo per un attimo di sghignazzare furbescamente "...lo faccio perché vendicativo com'è se no, me la fa pagare per anni..." disse abbassando la voce, mettendo una mano dal lato del viso rivolto verso Mika, fingendo di convogliare la voce verso la tavolata e non volersi far sentire da lui.
Poi tornando serio, si sporse alla sua sinistra e passò un braccio attorno alle sue spalle "...c'è da dire che il ragazzo compensa tutti questi suoi numerosi ed enooormi difetti" disse enfatizzando giocosamente il concetto, "con altrettante qualità che concentrate in una persona sola non è per nulla facile trovare. Lo sa la mamma, il papà, le sorelle, il fratello e lo so io che insieme a voi gli siamo accanto da tempo immemore." Disse sorridendo fiero, facendolo arrossire più di quanto non avessero fatto tutte le cose raccontate sul suo conto fino a quel momento.
"Chi ancora forse non lo sa..." disse indicando i fidanzati delle sorelle Penniman e gli altri commensali che meno avevano a che fare con lui quotidianamente "avrà modo di scoprirlo a breve, dato che io e lui vi vogliamo tutti insieme in vacanza con noi in tour per l'Italia e la Grecia."
Concluse, invitando quindi ufficialmente l'intera combriccola a raggiungerli nel loro viaggio-avventura in giro per l'Europa.
Un grido entusiasta si alzò nel cielo piemontese, seguito da un applauso sincero.
Mika, andò ad accarezzare la mano di Andy dormiente sulla sua spalla, e si scambiarono uno sguardo complice, trattenendosi dal lasciarsi andare ad ulteriori effusioni, solo sapendo che l'intero gruppo li stava osservando.
Mika si deliziò con la gioia di vivere che lo aveva travolto, godendosi la ventata di emozioni che quella sera lo stavano cullando sempre con maggior tenerezza. Si era ritrovato inaspettatamente circondato dall'affetto più concreto e caldo che avesse mai avuto il piacere di sentirsi addosso, festeggiando i suoi 30 anni con le persone a lui più care in assoluto, che per un intero anno aveva avuto ben poco tempo per godersi. L'idea di trascorrere la metà delle sue vacanze in quell'atmosfera di incredibile armonia e calore, gli provocava una sferzata di benessere rinvigorente e assolutamente a lui vitale.
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Buoooondì e ben svegliati!
Inizio ringraziando funghettopazzerello che ha dato il titolo a questo capitolo!
Beh... il compleanno di Mika ci stava prima delle vacanze... lo so che tutti attendete di vedere il clan Penniman in giro per l'Europa... solo un altro po' di pazienza!
Che altro dire... forse ve ne siete accorti, forse no, in ogni caso, ho pubblicato un piccolo dolcetto di Natale, parte di Toak ma anche storiella a sé stante, con tema centrale Les baisers perdus...
Il perchè in fondo alla storiella in questione dal titolo Comignoli rossi.
A presto con le caramelline!
Vi aspetto anche di là, se ne avrete voglia!
Buona settimanaaaaa!
Vv

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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...