L'Amore chiarisce da sé

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Quel monologo che sapeva tanto di flusso di coscienza finì così, con dei punti lacunosi e non chiari lascati in sospeso, ad aleggiare in attesa che si districassero da soli. Mika decise di partire proprio da quelli.

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"Andy... sei geloso di Giulio? Perché guarda che nel caso ti sbagli di grosso. Giulio è solo una persona con cui mi trovo molto bene a lavorare. E nient'altro! Chiaro?" disse con fermezza alzandogli il mento per guardarlo dritto in quegli occhi che si velarono di vergogna appena incontrarono quelli scuri e penetranti del compagno.

Negò impercettibilmente, mordendosi un labbro e lottando con la velatura purpurea che sentiva nascere sulle guance. Forse senza rendersene conto era stato davvero geloso di Giulio, ma non nel senso che pensava Mika. Come penserebbe un bambino con la mamma impegnata al lavoro, per Andy Giulio aveva iniziato a rappresentare l'uomo italiano con cui il compagno da qualche mese passava la maggior parte del suo tempo. Ma era assolutamente certo della buona fede di entrambi e si sentì un perfetto idiota ad aver pronunciato quella frase intrisa di gelosia infantile, nemmeno 24 ore prima.

Facendo leva sulla sua innata capacità di intuire i pensieri di Andy, il riccio decise di non infierire oltre e considerare sviscerata la prima delle tante questioni.

"Bene. Andiamo avanti. Cosa ti fa paura di sapermi in America esattamente?"

"Nulla!!" rispose immediatamente il greco, perdendo definitivamente la battaglia contro il rosso delle sue gote.

"Amore...dai... parliamone una volta per tutte. Io credo di sapere cos'è... ma vorrei che me lo dicessi tu.."

La dolcezza non bastò a strappargli una confessione, così Mika agì d'astuzia.

"Ok... allora secondo me l'acquisto di quella casa non ti è ancora andato del tutto giù. Sbaglio? .....e poi, sempre secondo me, l'America è carica di ricordi negativi. Lo è anche per me. A volte salire su quell'aereo mi fa tornare in mente quella volta e mi fa sentire quanto io sia stato idiota, egoista e stronzo. Però per quanto io mi senta ancora in difetto per quello che ho fatto.. no posso cancellare il passato. Posso solo impegnarmi ogni giorno per dimostrarti quanto io me ne sia pentito e quanto ti amo. Una cosa così non risuccederà più, anche se magari un giorno tra noi non dovesse più funzionare. Non me andrò più così. Te l'ho promesso e se vuoi te lo prometto tutti i giorni. Ma io in America, a prescindere da Miami, ci devo andare amore e quindi dobbiamo imparare ad affrontare il disagio che mette a entrambi. Cosa dici, lo facciamo insieme o aspettiamo di scannarci per cose a caso?" chiese ironicamente per far tornare un po' di armonia, accarezzandogli la mano per ribadire a livello fisico la verità che aveva appena asserito a parole: non erano soli e potevano contare sull'appoggio, sul sostegno e sulla comprensione dell'altro per risolvere problemi e paure più o meno fondate.

Dopo qualche minuto di silenzio, Andy strinse quella mano nella sua, fermano le carezze che ancora dispensava.

"Hai ragione. Su tutto. E io sono solo un cretino.." sussurrò colpevole, provocando inaspettatamente la risata fragorosa del compagno, che udita quell'affermazione lo abbracciò con foga.

"Non sei un cretino Andy. Sei innamorato! E non sai quanto piacere mi faccia constatarlo!!" lo rassicurò ilarmente tenendolo stretto tra le sue braccia.

Contagiato dalla spensieratezza di Mika e cullato dalla sua incredibile empatica e capacità di comprendere senza giudicare, Andy si lasciò andare e lo abbracciò a sua volta, grato e più rilassato.

Ma i punti da sviscerare non erano ancora finiti e ben presto il ricciolino tornò all'attacco.

"Per il resto Andy.. capisco perfettamente cosa vuoi dire e ho le tue stesse preoccupazioni. Faccio ancora fatica e non so fino a che punto gli italiani apprezzeranno. Magari presto inizieranno a stufarsi dei miei errori. Ma sai cosa ti dico? Chi se ne frega! È una sfida che ho voluto prendere il rischio di correre. Fin da subito sapevo che non c'erano certezze sulla riuscita. Ma se non avessi accettato sarei rimasto a vita col dubbio di come sarebbe andata. Invece così o la và o la spacca! Ed è solo grazie al tuo consiglio che ho trovato la giusta chiave si lettura a tutta questa storia! Sbaglio le parole e mi impappino? Pazienza, la cosa peggiore che possa capitarmi è davvero essere considerato kitsch. E nient'altro!"

Lo sguardo fiero e risoluto che accompagnarono quelle parole fecero svanire le paure greco, che di gli sorride di rimando altrettanto fiero sentendo dissiparsi le angosce che in quei giorni gli avevano impedito di spalleggiarlo come era solito fare. Chiarimento dopo chiarimento, stavano tornando ad essere l'unità invincibile e inarrestabile che spesso avevano l'impressione tangibile di diventare quando si trovavano insieme ad affrontare le avversità che via via incontravano sulle loro strade intricate. Erano due rette parallele, ma sapevano essere anche incidenti. Sapevano camminare distanti, ma sempre una a fianco all'altra. E all'occorrenza sapevano convergere in un punto, diventando in un'unica entità, per poi riprendere a camminare parallele, lontane ma vicine. Unite e separate.

Perso nelle sue considerazioni di fisica, quasi non si accorse che Mika aveva ripreso a parlare, per affrontare l'ultimo punto, quello più spinoso e delicato.

"...cosa vuoi che ti dica Andy, mi manchi anche tu. Spesso e volentieri mi manchi in modo totale e totalizzante. Anni fa abbiamo fatto delle scelte e forse questo è l'anno in cui più di tutti ne paghiamo il peso delle conseguenze. All'epoca avevi ragione tu, non avevo e non ho il diritto di mettermi tra te e i tuoi sogni. E anzi adesso ogni tuo traguardo per me vale il doppio di un mio! Sono così fiero dei tuoi successi che non te lo immagini! Anzi, no, te lo immagini benissimo perché so che lo stesso vale per te! È vero però che forse io esagero... spesso e volentieri il mio bisogno di fare cose si trasforma in egoismo per chi mi sta accanto. il tempo che potrei state con te e con la mia famiglia è ridotto all'osso ed è tutta colpa mia e della mia incapacità di dire di no...e della mia mancanza di voglia di dire di no... perché tutto quello che faccio mi piace, mi interessa, mi affascina. Lo so Andy che non è facile avere a che fare con un esaltato come me, lo so bene! A volte mi chiedo come fai a sopportarmi e a non mandarmi a quel paese. Ma io sono così e davvero non posso, non riesco a farne a meno. So quanto ti costa e ti chiedo scusa per tutto l'egoismo di cui è intriso questo discorso e di cui sono intrisi i miei si. So che ogni si che dico agli altri è un si che tolgo a te! Ma so anche che non sarà così per sempre Andy. Arriverà il momento in cui dirò di no e metterò te e noi davanti a qualunque cosa. Adesso non è ancora quel momento, non certo perché non ne varrebbe la pena, anzi spesso quando sono immerso nei vari impegni e corro da uno stato all'altro darei qualunque cosa per potermi fermare e stare un po' con te.. semplicemente so che, nonostante spesso mi mangi le mani da solo, se adesso rifiutassi per noi farei solo il male del nostro rapporto. Non siamo ancora pronti per metterci da parte in nome della coppia. Abbiamo ancora troppa voglia di fare, troppo da provare, sperimentare, imparare. È troppo presto per dire di no. Tanto per me quanto per te. All'inizio forse qualche no in più ci renderebbe felici, ma a lungo andare semplicemente non sarebbe giusto, ma a quel punto sarebbe troppo tardi per tornare indietro e finiremmo per incrinare il nostro amore. E credimi, è l'ultima cosa che voglio perché al nostro amore tengo più che a qualsiasi altra cosa, forse più che alla mia musica, che può sembrare una cosa stronza da dire, ma so che tu saprai dare il giusto senso a queste parole! Solo, davvero, non pensare che non ci pensi mai a questo, che non mi renda conto degli enormi sacrifici che ti chiedo con le mie scelte, che non sappia quanto sono fortunato ad averti accanto. Ma ti prego fidati di me. Spesso è complicato oltre ogni modo vedersi, ma è anche incredibilmente intenso, profondo e vero. Aggrappiamoci a questo, con la promessa che in giorno forse meno lontano di quel che sembra, promettiamoci che ci sarà un tempo tutto per noi...... magari quando insieme a noi ci sarà un bambino, o magari anche prima!"

A quelle parole Andy si sentì morire. Era stato egoista, stupido, infantile. E col suo comportamento aveva portato Mika a descriversi come un mostro egoista ed arrivista, quando invece lo considerava la persona che più di tutte sapeva amare e donarsi agli alti con infinita e incondizionata generosità, cura, attenzione, pazienza e devozione. Avrebbe voluto spiegargli che non era vero niente di quello che aveva detto di sé, ma comprese che a quel punto le sue parole non sarebbero state ascoltate. Sentì gli occhi bruciare di senso di colpa e di commozione. Col cuore accelerato dal sentimento di profondo e viscerale amore che sempre più spesso si scopriva a provare per quello che considerava l'uomo della sua vita, decise di lasciare da parte ulteriori chiarimenti verbali e di iniziare a parlargli con l'unico linguaggio che una dichiarazione del genere meritava e l'unico linguaggio che entrambi sapessero capire e parlare cavalcando con perfetta sincronia: quello dell'amore.

Si scambiarono uno sguardo carico di tenerezza, stupore, speranza, sognando quel futuro ad occhi aperti, specchiando i loro desideri solitari e inconfessati in quello dell'alto, creandone silenziosamente di condivisi e tangibili.

Guidati dall'istituto si avvicinarono con lentezza e bramosia, finché le loro labbra non si incontrarono in un bacio lento e delicato. Uno di quei baci profondi, capace di medicare ogni ferita dell'anima.

Senza nemmeno rendersene conto, l'amore prese definitivamente il sopravvento sulle parole, spiegandosi con naturale semplicità più di quanto sarebbero riusciti a fare con mille discorsi. Entrando sotto pelle e sciogliendo nodi e tensioni, fondendo i loro corpi in un'unica entità, vibrante, pulsante, vivente.

Mika si ritrovò sul corpo di Andy, baciandogli con infinita lentezza il collo, le spalle, le braccia, il petto. Voleva che gli arrivasse addosso tutto l'amore di cui aveva parlato.

Andy, perso in gesti antichi e sapienti, vibrava al suo tocco esperto, stringendolo a sé con forza, invocando il suo nome e il suo amore.
Amore che presto arrivò a colmare quel vuoto che per entrambi stava diventando fastidiosamente, inconcepibile, sbagliato e insopportabile.
Amore che creò un nuovo corpo, fatto di confini indefiniti, di gesti audaci, di mani che stringono a chiedere di più, che quasi entrano nella pelle dell'altro per sentirlo più addosso, più vicino, più indissolubilmente legato.

Amore fatto di lamenti, gemiti, respiri. Parole sussurrate e altre gridate con forza.

Amore fatto di carne che vibra, trema, si inarca, stringe, si rilascia, si allunga, si richiude, nel disperato tentativo di trovare uno spazio adatto ad accogliere e contenere tutto il piacere che da quell'unione prende forma e si sprigiona esplodendo es esplorando ogni più minuscola parte di quel corpo fatto di intrecci e di si.

Amore tangibile, vissuto in perfetta condivisione, rispetto, armonia e conoscenza.

Amore alimentato da labbra che sfiorano, lingue che assaporano, denti che incatenano. Mani che plasmano, accarezzano, rimodellano, ridimensionano, spostano dando forma a qualcosa di strano ma ancora più profondo. Gambe che si intrecciano sempre più strette, sempre più vicine. Braccia che si aggrappano, che non danno via di fuga, che vogliono l'altro addosso, peché è così grande il sentimento che si sta provando che è impossibile e spaventoso pensare di viverlo da solo. E allora dell'altro addosso si ha un bisogno viscerale, ancestrale. Per avere la conferma di essere in due, di saltare nel vortice con la persona amata, quella che ci procura quel piacere al limite delle lacrime e della paura. Parole che chiedo senza pudore, perché se è impossibile pensare di saltare da soli, è impossibile anche pensare di non saltare. E allora si chiede, prima in un sussurro, poi in un gemito, in un lamento, in un urlo.

E quando il respiro manca, i copri tremano, i muscoli si contraggono, il cuore esplode in una corsa immobile, le braccia non hanno più nulla da stringere, le gambe non hanno più modo di accogliere, la mani sono intrecciate allo spasmo, le bocche coincidono alla perfezione, i gemiti profondi convergono; quando si sente la tensione di un piacere totalizzante salire senza aver più modo di aumentare; quando ci si guarda negli occhi completamente persi e in balia dell'altro; quando tutto questo arriva tutto insieme, privi di forze e pieni di energia, ci si guarda velocemente per un'ultima volta e trovando in quello sguardo tanto amato il luccichio dell'anima, si chiudono gli occhi e tra baci, carezze e lamenti ci si ancora all'altro e ci si lascia andare al piacere più profondo, dove urlare ti amo diventa essenziale e rispondere anche io diventa superfluo.

Dura un attimo, ma resta per sempre.

Dura un attimo, ma fonde e marchia a fuoco.

Dura un attimo, ma è capace di risolvere, sciogliere e rendere inutile e superfluo ogni altro chiarimento.

Perché l'amore chiarisce da sé.

Non ha bisogno di altro.

Solo di sé stesso e di due anime capaci di accoglierlo, proteggerlo, alimentarlo e farlo vivere.

Sfiniti da quell'amore così intenso e devastante, si guardarono negli occhi emozionati.

Il cuore accelerato, una carezza sul viso, un bacio sulle labbra, un respiro per calmarsi con l'odore dell'altro.

Un "ti amo" all'unisono, un sorriso, un leggero riso.

Uno sbadiglio, un abbraccio.

Un sonno profondo.

Erano tornati loro. Col loro amore tangibile. Mentale e fisico.

Coi loro mille modi di vivere insieme, litigare, spiegarsi, chiarirsi, fare pace.

Amarsi e fare l'amore.

Senza distinzioni. Senza divieti.

Senza leggi, limiti e barriere.

Tutto sempre e solo in nome di un amore.

Il loro.

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Buonasera!
Anche stavolta arrivo domani con le risposte, mie o di Lady Françoise.
Un capitolo, questo, che credo incontrerà il gusto di alcune di voi... da chi è stato scritto? Dai... è facile stavolta!
A presto e grazie!
Vv  

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