What is like to lose my senses...

312 9 0
                                    

"Io aspetterò tutto il tempo che ti ci vorrà perché vedi..." disse accarezzando i quadratini con una mano "sei l'unico in grado di prendere il casino che c'è nella mia testa e metterci ordine" affermò con un sospiro "e dal disastro che sono, riesci a trasformare la mia vita in una poesia, esattamente come hai fatto adesso."

Andy si morse un labbro con forza, poi si voltò e si incamminò al piano di sopra a grandi passi senza degnarlo di uno sguardo.

Mika rimase di stucco a quella uscita di scena. Tutto si sarebbe aspettato da lui, tranne quello.

-*-*-*-*-*-*-

Stava già per disperare e darsi dell'idiota per aver espresso il suo pensiero in modo così diretto, affrettato e impulisivo senza prima riflettere ma quando lo vide scendere le scale del soppalco e tornare verso di lui si tranquillizzò.

Andy si avvicinò al mobiletto del salotto dove teneva biro, fogli e altri oggetti di cancelleria, strappò un pezzo di nastro adesivo e lo portò con sé insieme ad un pezzo di carta dal bordo sinistro strappato.

Sotto gli occhi confusi di Mika lo avvicinò alla finestra e lo appiccicò al di sopra delle nove linee colorate di post-it, allontanandosi poi di qualche passo e attendendo che il riccio si avvicinasse e leggesse.


Sta succedendo a me?
Ho perso tutte le mie difese?
Forse dovrei aspettare e vedere cosa si prova, a lasciarsi andare?


Così fece, trovandosi davanti una pagina di diario che Andy aveva scritto, a giudicare dalla data scritta ordinatamente in alto alla pagina, la sera prima.

Si stupì enormemente di quelle parole. Andy si stava chiedendo se fosse giusto lasciarsi guidare dal suo cuore e tornare da lui.

Rilesse quelle frasi più volte, cercando in ognuna il significato più profondo, ma non ci vide altro se non quel suo desiderio così apparentemente represso ma più vivo che mai.

"Perché... perché mi ha mostrato questo?" chiese titubante, osservando il bianco del foglio a righe stridere prepotentemente con l'universo variopinto sottostante.

Andy pensò per un momento prima di rispondere e poi si lasciò andare ad un "questo è come mi sento in questi giorni." ammise.

"Credo che tu sia abbastanza intelligente per capire ciò che voglio dire con queste parole." disse con un mezzo sorriso.

Quel momento particolare venne interrotto dal suono del campanello della porta.

Il postino aveva per l'ennesima volta sbagliato destinatario di un paio di lettere e la vicina di casa gentilmente aveva provveduto a consegnargli ciò che le era stato recapitato per sbaglio.

Il giovane ringraziò sentitamente e poi tornò in casa dando distrattamente un occhio a ciò che aveva ricevuto.

Mika nel mentre si era come sempre reso utile, sparecchiando la tavola e dando una veloce lavata alle tazze ed ai piattini.

La tensione di poco prima era ancora nell'aria, ma Andy ci mise pochi secondi a farla svanire.

"Sei passato da popstar a massaio a tempo pieno?" chiese ridacchiando mentre il riccio posava l'ultimo cucchiaino nel porta stoviglie sopra il lavello.

Mika si lasciò contagiare da quella battuta e preso l'asciugamani dal ripiano se lo mise in spalla facendo un piccolo inchino.

"Al suo servizio monsieur"

Il biondo ridacchiò di nuovo e poi si spostò in salotto.

"So che mi hai chiesto di passare la giornata con te, ma ho un lavoro veloce da sbrigare per domani. Non ci impiegherò più di un'oretta, ok?" lo mise al corrente il greco chiedendogli velatamente il consenso di poterlo ignorare per un momento.

Mika annuì con un sorriso poi si volle informare sul lavoro a cui si sarebbe dedicato: "devi montare un video?" chiese avvicinandosi.

Andy si voltò verso di lui stranito. "Sì, aggiungere delle animazioni ed editarlo... Perché?" chiese con fare indagatorio digitando la password sul suo pc.

"Ti dà fastidio se ti guardo?" domandò quindi Mika prendendo posto accanto a lui sul divano dove il ragazzo si era sistemato con il computer sulle gambe.

Il greco lo osservò di nuovo curioso ma poi accettò con un'alzata di spalle ed un "No no... Fai pure..."

Iniziò il processo di editing, che ormai costituiva la tranquilla routine del suo lavoro a casa, applicando con destrezza quelle azioni che per anni aveva fatto ai video ripresi a Mika e alla crew durante i tour.

Il riccio accanto a lui osservava il tutto meticolosamente, cercando di prestare attenzione ad ogni minima mossa e ogni tecnica usata in quel programma di cui lui era riuscito ad imparare con grande impegno e una concentrazione da mal di testa, giusto l'utilizzo basilare .

"Quello era un cross fading?" chiese Mika ad un certo punto, seguendo con dovizia la congiunzione di due spezzoni di video che aveva importato poco prima nel riquadro alla sua sinistra.

Andy smise per secondo di lavorare voltandosi a sopracciglia alzate e sguardo incerto verso il ragazzo alla sua destra ammise che "Sì..." lo era.

Continuò per un altro po', fino a quando non venne di nuovo interrotto: "Ma per creare il fade out devi mettere il livello sottostante a tinta unita nera?" chiese di nuovo indicando la timeline del programma digitale che scorreva alla destra dello schermo.

Il biondo di nuovo si voltò verso Mika stavolta fissandolo stupito.

"Hai mangiato un manuale di video editing?" chiese a quel punto, curioso di sapere da dove provenissero quelle informazioni.

Ma Mika scosse la testa vigorosamente. "Lascia perdere... Anzi, mi darò da fare anche io con le mie cose già che ho tempo" decise, prendendo quella come scusante e andando a recuperare il computer che aveva lasciato su un mobile accanto alla tv.

Si sedette sulla poltrona opposta rispetto a Andy e iniziò a lavorare al suo progetto, concentrato come non mai a non sbagliare.

Andy lo vide lavorare intensamente e se ne rallegrò, sapendo quanto tempo avesse speso cercando di comporre o scrivere senza risultati.

Quella situazione al biondo sembrava quasi surreale dopo tutti quei mesi passati distanti.

Dava l'impressione di una normalità così semplice e ben delineata da farlo quasi faticare a ricordarsi come in realtà, il ragazzo che gli stava davanti, non fosse più il suo fidanzato da ormai 4 mesi.

Quella cosa gli mancava.

Terribilmente.

Sì perché Mika aveva saputo essere un fidanzato, un confidente ed una amante di quelli che si possono solo sperare di incontrare dopo aver visto un film romantico.
Poi si era trasformato in una persona diversa, distante, sfuggevole ed egoista.

In quei giorni però Andy aveva rivisto più volte in lui quei tratti premurosi, amorevoli, altruisti e speciali che lo avevano fatto crollare e innamorare di lui quando ancora non aveva idea di come avrebbe potuto mai gestire un rapporto con un suo collega di lavoro, nonché suo capo.

Si ritrovò a fissarlo intensamente per una buona manciata di minuti, mentre lui ignaro, se ne stava concentrato con espressione attenta e fare assorto, come gli aveva visto fare spesso, quando si sforzava di leggere a lungo.

Solo quella volta sembrava ancora più inglobato in ciò a cui stava lavorando.
Notò una smorfia di disapprovazione comparire accanto agli occhi e lo vide mordicchiarsi un angolo della bocca per poi portarsi una mano a grattarsi la fronte.

Andy sorrise; poteva quasi notare fisicamente lo sforzo intellettuale che stava mettendo in quel che faceva.

Mesi addietro lo avrebbe stuzzicato prendendolo in giro e facendogli perdere la pazienza, ma in quel momento non si sentiva nella posizione per farlo.

In quel momento, forse sentendosi osservato, Mika alzò lo sguardo oltre lo schermo del pc, trovando i due occhi azzurri fissi su di lui, che cambiarono direzione non appena i suoi vi si incrociarono.

L'ora che si erano prefissati di passare a lavorare, divennero due e si ritrovarono a mezzogiorno a non avere ancora idea di cosa cucinare.

"Andiamo in città?" chiese Andy d'un tratto alzandosi dal divano e incitando Mika a fare lo stesso.

Il tempo era lievemente migliorato, il sole compariva e scompariva ad intermittenza, ma il clima era piacevole e la giornata di riposo meritava di essere spesa al di fuori delle 4 mura.

Uscirono e in meno di 40 minuti si ritrovarono in centro ad Atene in cerca di un buon ristorante greco.

Pranzarono in tutta tranquillità in un clima sereno e poi Andy portò Mika in un museo della capitale che era certo sarebbe piaciuto ad entrambi.

Spesero la giornata tra un reperto antico ed un altro e dopo aver cenato con una veloce pizza, rientrarono al paese.

Andy parcheggiò la motocicletta sotto casa al riparo e entrambi scesero sistemando i caschi sotto la sella.

"Entro a prendere le mie cose..." disse Mika non appena il biondo si avvicinò alla porta, inserendo le chiavi, facendogli capire che il suo accodarsi a lui davanti all'entrata non era condito da nessuna pretesa.

"E chi te lo dice che io voglia?" chiese però il giovanotto, armeggiando con la serratura.

Mika abbassò lo sguardo e fece un passo indietro. Evidentemente non ci aveva visto giusto.

Quando però Andy si voltò e lo trovò distante e abbacchiato gli cinse un braccio facendo sì che alzasse il viso nella sua direzione.

"Scusa, non volevo dire che..." si premurò di chiarire ma Andy aprì la porta e prima che potesse dire altro, lo trascinò all'interno.

Andy si ritrovò uno sguardo spaesato ad attenderlo e decise di mettere fine a quella situazione di ambiguità.

"Non voglio che tu prenda le tue cose, perché puoi restare a dormire qui." gli comunicò molto semplicemente, lasciando il riccio interdetto per un breve istante.

"Ti monto il letto di Eleni vicino al mio" gli spiegò quindi, facendogli intendere come quello fosse un passo avanti da parte sua, ma non ancora il passo definitivo.

Mika annuì contento di avere ottenuto quella semplice ma importante concessione e lo seguì verso il piano di sopra.

Prima di salire le scale del soppalco però Andy, per suo stupore di Mika, recuperò le cose che il riccio aveva lasciato la sera prima al B&B e che gli spiegò essersi fatto portare a casa dalla gentile signora sua amica.

Il libanese rimase senza parole per l'ennesima volta. A quanto sembrava, Andy aveva già deciso di farlo restare, prima ancora di tornare da Atene.

Non poté che sorridere inebetito ed orgoglioso di tutto quello che era stato capace di mettere in atto fino a quel momento per cercare di recuperare quella fiducia persa e che a quanto poteva vedere, aveva avuto i suoi meritati frutti.

Salirono le scale uno dietro l'altro. Andy arrivato in camera si prodigò ad estrarre il letto singolo, che usava sua sorella quando entrambi i fratelli si trovavano in casa mentre Mika se ne stava in piedi ad osservare.

Ci mise un attimo il suo inconscio a riportargli alla memoria alcuni tratti familiari di quella scena.

La stanza era più grande e si trovava a ben altre latitudini europee, ma la disposizione dei letti e quella strana aria di impazienza che si respirava, era fin troppo simile a quella sera di 4 anni e un paio di mesi prima.

Quando il biondo finì di sistemare, buttò un veloce sguardo al soppalco così come si presentava e allo stesso modo la sua mente ripercorse quei frammenti distanti ma ancora vividi.

In un frangente alzarono gli sguardi da ciò che entrambi stavano fissando e senza farlo coscientemente si ritrovarono a fissare gli occhi dell'altro, leggendovi in entrambi i casi il loro pensieri riflessi.

"Stiamo proprio ricominciando da capo..." esordì Mika con un'espressione timida accarezzando la coperta che stavolta era di un blu scuro intenso a tinta unita.

Andy sospirò sedendosi sul letto e togliendosi le scarpe. "Già, proprio così" affermò quindi.

Mika si sedette a sua volta togliendosi le scarpe e poi si tolse la felpa e la maglietta, per indossare la t-shirt che usava come pigiama. Quando la testa riemerse dal tessuto bianco, si ritrovò gli occhi azzurri fissi su di sé e per un attimo arrossì.

Il greco alzò un sopracciglio e poi notando la sua espressione scoppiò a ridere.

"Ma ti vergogni a farti vedere a torso nudo dopo tutto quello che abbiamo fatto in quattro anni?!" lo sbeffeggiò notando il rossore di cui le sue guance si erano appena tinte.

A quelle parole il moro si voltò dall'altra parte per non fargli notare il calore al viso che si rendeva conto essere divenuto ancor più visibile.

"Ed è inutile che ti giri, ti conosco!" puntualizzò di nuovo il greco rigirando il coltello nella ferita.

La verità era che a Mika quello sguardo su di sé era mancato decisamente troppo e aveva paura i suoi occhi potessero tradire quel suo pensiero e rivelarlo al più piccolo.

Già molte volte doveva attuare degli sforzi non indifferenti per non prendere il suo viso tra le mani e intrappolarlo in un bacio, se voleva conservare un minimo di autocontrollo, non doveva vederlo sotto quella luce, non ancora.

"Va' a dormire Andy, ti prego!" gli chiese nascondendosi sotto le coperte per cercare di placare i suoi pensieri.

Sentì la risata divertita del ragazzo e capì di essersi svelato più del dovuto.

Andy intanto finì di sistemarsi a sua volta per la notte andando quindi ad impostare la sveglia per il mattino successivo al lavoro. Nell'afferrarla dal pouf su cui era sistemata però fece inavvertitamente sbilanciare il libricino con i testi del riccio che cadde a terra e si aprì a metà.

Si abbassò per raccoglierlo mentre i suoi occhi caddero sulla frase che era riportata un certo numero di volte sulla pagina: tutto ciò che voglio è farti felice.
In quella settimana particolare da che era tornato a farsi presenza nella sua tranquilla routine greca, Andy doveva ammettere che se quella frase era il suo intento principale, la figura nascosta sotto le coperte a meno di un paio di metri da lui, ci stava riuscendo perfettamente.

Quella mattina aveva mentito, non era a tre passi dall'amarlo, lo aveva già ricominciato ad amare a pochi giorni dal suo arrivo, da quando aveva concentrato tutto sé stesso mettendosi a sua disposizione e facendolo sentire il re di quel loro piccolo regno.

Il libricino che ancora teneva tra le mani era poi una delle cose più belle di cui gli fosse mai stato fatto dono in vita sua e doveva dire che Mika ancora una volta aveva superato sé stesso ed era riuscito a stupirlo.

Con un sospiro ripose con cura il quadernetto sul pouf, impostò la sveglia e prima di spegnere la luce si sporse verso il letto, scoprì velocemente il capo di Mika e prima che lui potesse reagire gli lasciò un veloce bacio sui ricci, per poi tornare come nulla fosse tra le coperte e spegnere la luce, augurandogli la buonanotte.

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora