April the 24th

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Si era ritrovato, nei giorni trascorsi da Mika a Los Angeles nel mese di aprile, a pentirsi sempre più di aver rinunciato a lui ed aver puntato i piedi orgogliosamente durante i 10 giorni che aveva passato in Grecia. Un po' come Nikolas aveva predetto.

Mika lo aveva abituato troppo bene nell'ultimo periodo, aveva costantemente esaudito ogni sua richiesta e ogni suo desiderio, compresi quelli non espressi, e in quel momento si rendeva conto di star stuzzicando il ricciolino in un modo un po' troppo egoistico. Smise quindi di tentare di ottenere la sua attenzione e si cambiò a sua volta, coricandosi accanto a lui e attendendo il suo risveglio per prendersi quei tranquilli momenti di coppia che bramava con tutto sé stesso.

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"Abbiamo una mareeea di cose da portare là, dai sbrigatiii" si lagnò Mika blaterando concitatamente percorrendo il monolocale su e giù come un ossesso con scatoloni in mano e altri a terra.

Andy sbuffò pesantemente mettendosi le mani nei folti capelli lisci tenuti un po' più lunghi del solito e maledicendo quella furia piena di energia che girava come una trottola per la casa.

"Ti preferivo ieri sera, apatico e semi-incosciente..." sbottò il greco prendendo al volo un oggetto non ben definito che Mika gli aveva ordinato di mettere nello scatolone, prima di lanciarlo nella sua direzione.

Il libanese aveva infatti dormito come un ghiro fino alle 2 di pomeriggio e una volta sveglio, dopo aver dispensato la giusta dose di attenzioni a Andy, aveva preso la decisione in accordo con lui di finire di arredare la casa nuova con gli oggetti vari che mancavano e che aveva deciso tempo prima, avrebbero portato insieme.

Il cameraman aveva preso con gioia l'idea e insieme avevano deciso di suggellare la loro definitiva riappacificazione dando inizio alla convivenza vera e propria nella grande casa di Chelsea. Il passo definitivo l'avrebbero quindi fatto trasferendo le loro cose quel pomeriggio.

"Mi aiuti a portare su gli scatoloni in parte alla porta?" strillò Mika da in cima alle scale mentre riempiva ogni minimo buco della macchina del greco.

"Andyyyyyy" lo spronò non vedendolo arrivare, facendo un altro giro munito di scatole più piccole.

Il biondo salì le scale attento a bilanciare le cose in braccio, evitando di inciampare tra le altre cose nella sua stringa slacciata.

"Andyy.. oh sei qui" trillò contento il riccio vedendolo arrivare e afferrando i pacchi più in alto nella pila di cose che stava facendo resuscitare dal seminterrato.

Arrivato agli ultimi gradini, il biondo appoggiò le cose per terra, sotto lo sguardo di Zuleika che stava intanto rientrando a casa munita di borse della spesa.

"Ti ha sbattuto fuori?" chiese la bella moretta al greco con aria contrariata ed incredula, vedendolo portare fuori tutte le sue cose e caricarle nella sua auto.

Andy rise.

"Ci traferiamo definitivamente" anticipò Mika in risposta alla sorellina, che ricevette intanto uno sguardo da cucciolo bastonato da parte del biondo che simulò coi gesti, l'impiccagione di sé stesso.

"Magari mi avesse sbattuto fuori..." sussurrò il 25enne con finto sguardo impaurito ricevendo una risata sincera e comprensiva da parte di Zuleika.

"Sei ancora in tempo a dartela a gambe" gli consigliò a bassa voce ridendo alle spalle del fratello.

"Heeey! Va beh che sono un po' sordo ma fino a lì ci sento eh!" sbottò infatti lanciando una pallina di Natale alla sorella che la raccolse stranita.

"Va beh io vi lascio." affermò la ragazza "Buona fortuna Andy. E grazie per avermelo levato dalle scatole definitivamente." concluse con una linguaccia al fratello che nel mentre si era voltato verso di lui.

Salutata la cognata, il biondo si voltò verso Mika che intanto si era fermato e stava osservando la vettura del ragazzo con sguardo incerto.

"Queste cose nella tua auto non ci stanno, le carico nella mia" decise dopo un attimo, soppesando la quantità di scatole ancora da sistemare e lo spazio ormai esaurito dove aveva piazzato le altre.

Andy buttò quindi un occhio alla microscopica Sprite parcheggiata giusto un paio di posti più in là e scoppiò a ridere.

"Ma se lì dentro ci entri a malapena tu!" lo prese in giro puntualizzando nient'altro che la verità.

Mika a quel punto mise il broncio corrucciandosi e andando verso la prima scatola, caricandosela in braccio e camminando verso il suo bolide rosso fiammante. I dieci minuti successivi li spese a cercare di comprimere più cose possibili dentro al baule semi inesistente, sotto lo sguardo perplesso e divertito di Andy.

Finalmente alle 4 di pomeriggio riuscirono a lasciare South Kensington e mettersi in marcia verso il quartiere adiacente.

Arrivarono e parcheggiarono sotto casa iniziando a scaricare scatoloni ed impilarli accanto alla porta, fecero uscire Melachi dalla macchina di Mika e quest'ultimo lanciò le chiavi a Andy intanto che recuperava le ultime cose e chiudeva l'auto.

Il greco fece scattare la serratura del portone e subito sganciò il guinzaglio dal collare della golden che si mise a correre felice per il salottino, scivolando sul parquet.

Andy invece entrò piano guardandosi attorno con aria curiosa e annusando quel profumo tutto particolare che quella casa aveva sempre avuto.

Quando Mika giunse in casa a sua volta, portarono tutte le pile di scatoloni in centro al salotto e chiusero la porta.

Una volta dentro, il riccio non fece in tempo a mettere mano al primo scatolone che Andy gli fu addosso, prendendo a baciarlo appassionatamente, rinchiudendolo tra la sua presa ed il muro.

Mika si stupì parecchio di quella reazione e sentì chiaramente il cuore partire all'impazzata, sovrastato da quell'impeto di amore.

"Noi dobbiamo ancora inaugurare il letto di questa casa..." gli sussurrò con fare sensuale a pochi centimetri dal suo orecchio, approfittandone poi per lasciare un leggero morso al lobo e passare a percorrere il lato sinistro del collo.

Il libanese si sentì andare a fuoco in pochi attimi e avrebbe assecondato quella richiesta senza battere ciglio, se non fosse stato per la sua leggera vena vendicativa.

Con delicatezza interpose le sue mani tra loro, facendo leva dolcemente sul suo petto, distanziandolo appena e ricevendo un'occhiata decisamente perplessa.

"Prima sistemiamo le cose... Poi inauguriamo quello che vuoi" gli disse con aria seria da perfetto casalingo.

Andy alzò le sopracciglia, lasciando che la mascella cadesse a terra dallo stupore.
"Ma smettila di dire cavolate..." lo rimbeccò molto diretto, tornando ad appiccicarlo al muro come prima.

Ma Mika aveva deciso che così come Andy lo aveva fatto penare per 10 giorni interi, anche lui si sarebbe impegnato a resistergli e fargli sospirare ciò che tanto bramava.

Scostandosi di nuovo, il ragazzo iniziò ad aprire le scatole ed estrarre le varie cose.
Andy lo fissò incredulo per un momento con le mani sui fianchi e uno sguardo truce, ma poi capì che gli sarebbe convenuto aiutare quello stronzetto e farla finita il prima possibile.

Spacchettare tutta quella roba fu divertente, le prese in giro su oggetti strani, inutili o "raccapriccianti" si sprecavano.

"Eh... capiamoci... io quel coso morto non lo voglio vedere." lo minacciò il greco mentre Mika spolverava con attenzione un gufo impagliato, attento a non rovinare nemmeno una piuma.

Diede un'ultima passata con lo straccetto e poi lo accarezzò lentamente. "Vorrà dire che lo metterò nel mio studio insieme al falchetto." rispose appoggiandolo sul tavolino.

"Falchetto?! Quanti ne hai di quegli obbrobri??" chiese scioccato. Che a lui piacessero certe cose lo sapeva, ma che ne possedesse anche, gli era sfuggito.

"Solo 2 per ora." rispose sistemando un paio di libri sugli scaffali del salotto più grande.

"Per ora e per sempre" commentò Andy raccapricciato, aprendo un altro scatolone con la taglierina.

Finirono di sistemare le cose tra una risata ed una presa in giro, alle 7 di sera stanchi ordinarono sushi da asporto e dopo la visita di Yasmine sistemarono la cucina.

"Allora..." chiese Andy avvicinandosi di nuovo a Mika con fare malizioso "Adesso le cose da sistemare sono finite..." gli fece notare con un gesto eloquente della mano, avanzando di un ulteriore passo e facendolo finire a contatto con il tavolo della cucina.

Al libanese bastò quella semplice precisazione per sentirsi avvampare.

"E direi che ho aspettato abbastanza..." asserì con sguardo da leone affamato.

Mika osservò gli occhi chiari che lo scrutavano maliziosi e si chiese dove avesse trovato poco prima, la forza per respingerlo.

Sul suo viso poteva leggere tutta l'impazienza a il desiderio che il greco stava deliberatamente esibendo con l'intento, ben riuscito di stregare la sua anima ed il suo corpo.

Non disse nulla, lasciò che Andy lo guidasse su per le scale, verso quella camera da letto ancora vergine del loro amore, dentro alla quale non avevano mai passato neppure una notte insieme.

Salire le scale avvinghiati l'uno all'altro non fu del tutto semplice. Andy continuava a camminare senza sosta mentre il riccio se la doveva vedere con gli scalini percorsi all'indietro, ad un certo punto incespicò e se non fosse stato per i riflessi pronti del greco, nulla gli avrebbe evitato un ridicolo capitombolo.

La porta della stanza era fortunatamente aperta quindi il percorso fu semplice e permise ai due di arrivare nei pressi del letto senza ulteriori incidenti.

Era accomunati da un'urgenza avida ed intensa, si desideravano come forse mai aveva vissuto in precedenza. Non lasciavano spazio alla lentezza ma non rinunciavano e non lasciavano da parte la delicatezza ed il riguardo dei loro gesti.

Le mani di Andy corsero senza sosta a tracciare ogni lembo di pelle sotto alla maglietta di cotone, accarezzando la sensazione di ogni suo muscolo che a ora si distendeva, ora si contraeva in una danza sinuosa e mai prevedibile.

L'esplorazione attenta ma mai frettolosa di Mika, indugiò sui pettorali del suo ragazzo, portando alla superficie un brivido che non mancò di arrivare ai polpastrelli curiosi del libanese.

Andy, ancora impegnato in un lento bacio passionale, mugugnò quando si ritrovò l'ostacolo del suo stesso viso ad impedire alla maglia di Mika di finire oltre la testa riccioluta, via, sul pavimento della camera da letto, come qualunque stoffa li stesse a ricoprire ancora in quell'istante.

Mika sorrise in quel bacio, lasciando le labbra di Andy con uno schiocco e portando a termine l'intento del biondo, lasciando che la maglia scivolasse poi a terra senza tante cerimonie.

Andy non perse nemmeno un istante e non appena il riccio fu libero tornò ad assaporare le sue labbra con audacia e bramosia.

Una sua mano finì poi tra i capelli folti e mossi del compagno, andando ad intricare le dita tra i ricci scuri e fermandosi solo per premere con più desiderio il viso del suo ragazzo verso di lui, così che di quel contatto non se ne perdesse neppure un secondo.

La sua mano destra indugiava ancora tra l'incavo del suo sterno e nel suo vagare alla sinistra percepì appena un leggero battito che con frequenza cadenzata e veloce scandiva le emozioni che Andy stesso gli stava estrapolando ad una ad una.

Adorava sentire sotto le sue mani il ritmo frenetico del suo cuore in quegli istanti, era la certezza naturale e involontaria che confermava l'autenticità del suo trasporto fisico ed emotivo. Era l'anima di Mika che dettava al suo cuore di correre.

Avanzò di un paio di passi, portandolo ad indietreggiare ed a far sì che le sue lunghe gambe entrassero a contatto con il letto perfettamente ordinato della stanza.

Gli ci volle un tocco leggero affinché Mika cadesse sul copriletto color panna e vi affondasse con un sorriso dei suoi, ma Andy non poté godere di quello spettacolo a lungo perché le braccia del riccio si intrecciarono dietro alla sua nuca e lo attirarono a sé, accompagnandolo in un lento movimento a riposare sul suo petto e tra le sue gambe.

Il profumo di gelsomino invase le narici di entrambi quando con una veloce mossa rotolarono in centro al letto, non troppo distanti dal lungo vaso in vetro di Murano, che adornava uno dei comodini e dentro al quale svettava il colorato fiore.

Andy lasciò che per un attimo fosse Mika a dirigere i giochi come sapientemente sapeva fare poi facendo leva appena alla sua sinistra, sgusciò alla sua sinistra e lo avvolse di nuovo, perdendosi in quella trama di muscoli e calore che tra poco avrebbero combaciato con i suoi.

Senza fretta ma con ardore lasciarono che l'intrigo si insinuasse tra le loro anime intrecciate andando a percorrere di nuovo sentieri conosciuti, per troppo tempo lasciati da parte ma mai dimenticati.

Era il 24 aprile. Il loro nuovo inizio.

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