Christmas trees

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"Alla finale suoniamo questa!" gli annunciò in inglese sedendosi senza troppa grazia al pianoforte in centro al salotto e producendosi in una versione acustica ma altrettanto adrenalinica di We are golden a cui Morgan assistette inebetito e finita la quale, poterono udire il trillo del campanello che il ragazzo del delivery thailandese stava premendo per la terza volta di fila, spazientito.



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"Mamma! Mi serve una maaanoo" il piagnucolio che provenne dalla porta d'entrata appena spalancata fece accorrere Joannie all'ingresso, dove il suo terzogenito stava cercando di bilanciare uno scatolone più alto di lui e altre 3 borse abnormi, cercando di non abbattere qualche soprammobile o pianta sparsa per il corridoio.


"Ma Mika... cosa ti sei inventato stavolta...!" sospirò ridacchiando, liberando le mani del figlio dalle borse per potergli consentire di tenere in equilibrio l'enorme scatolone prima che finisse lungo e disteso sul parquet del corridoio.

"Albero di Natale!" la informò con un enorme sorriso, alzando l'enorme pacco e dirigendosi verso il salotto, fermandosi appena in tempo all'urlo di sua madre, prima di tranciare il lampadario posto appena prima della porta della sala.

Joannie lo accompagnò fino a destinazione, premurandosi di guidarlo affinché non distruggesse nulla sul suo percorso, abbandonando le borse per terra e squadrandolo con fare non troppo convinto.

"Tra meno di una settimana finisci XFactor e te ne vai a Parigi, Natale lo passi a Londra... Era proprio necessario comprare un albero di 2 metri?"

"Sì!" la risposta telegrafica del 30enne la fece sospirare "Non è casa senza un albero! Mi sono messo d'accordo un'ora fa con Andy che lo facciamo insieme!" poi udì la spiegazione e alzo un sopracciglio scettica.

"Fammi capire... Andy sale da Atene per fare l'albero con te?" chiese cercando di capire se il genero fosse stato contagiato dalle idee strampalate del figlio.

"No ma'..." disse in tono dolce, fingendo di spiegare un concetto fin troppo elementare ad un bambino "Andy è a Londra. Lui lo fa a casa e io lo faccio qui, ma insieme, in diretta Skype..." le comunicò sorridente.

"Siete strani forte eh..." commentò la donna aiutandolo a spacchettare l'enorme abete finto, tenendo lo scatolone da un lato affinché potesse estrarlo senza fatica.
Quando fu disteso sul tappeto del salotto in tutta la sua lunghezza, si armò di ipad e chiamò Andy via Skype.

"Eeeeeeh vedere vedereeeee??" la voce gioiosa del greco si espanse per il salotto giusto un paio di secondi dopo aver avviato la chiamata e a ruota seguì la risata entusiasta e fanciullesca del moro che con orgoglio rivolse la piccola telecamerina verso il centro della stanza, mostrandogli con dovizia l'abete e gli addobbi ancora impacchettati in scatole trasparenti.

"Come al solito non ti sei trattenuto, vedo!" ridacchiò il biondino notando la quantità di roba acquistata dal suo ragazzo per un albero che sarebbe durato si e no una settimana al massimo, prima di essere lasciato a sé stesso dal padrone di casa, pronto a migrare prima in Francia poi in Inghilterra.

"Concordo..." la voce di Joannie arrivò lontana fino al salotto londinese dove Andy non poté che ridacchiare e mandare un saluto alla suocera.

Poi rivolse l'ipad alla porta della stanza e incitò il fidanzato chiedendogli "Chiama la tua cagnolina".

Mika non se lo fece ripetere due volte e con un sorrisone gioioso la chiamò a gran voce al microfono del tablet. "Meeeeeelachiii". In un nanosecondo due orecchie rosse spuntarono dalla porta dove la golden fece il suo ingresso trottante, arrivando davanti a Andy e scodinzolando alla ricerca del padrone di cui aveva sentito la voce ma che non trovava.

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora