Blame it on the...snow

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"Mi hai promesso che il video di We are golden lo fai così! Guai a te se non mantieni la promessa!" incalzò di nuovo il greco, afferrandolo mentre si nascondeva sul divano e punzecchiandolo sugli addominali con gli indici, facendolo contorcere per il solletico.

Aveva funzionato un'altra volta. Le risate erano sempre la giusta soluzione. Andy aveva tra le sue braccia di nuovo un Mika sorridente e giocherellone.

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Erano a cena a casa Penniman, quella sera era il compleanno si Zuleika e nonostante entrambi i ragazzi avessero lavorato fino a tardi, la famiglia del piano si sopra non aveva voluto saperne di storie e soprattutto la festeggiata che compiva i tanto agognati 18 anni, aveva voluto aspettare anche il fratello maggiore e il compagno, per la festa.

Erano quasi le 10 di sera e la cena era ormai finita. Mancava solo la torta e le ragazze della famiglia stavano bisticciando da una buona mezz'oretta su una questione di cui Mika aveva capito ben poco.

Quando le donne di casa si accapigliavano su qualche cosa, i tre uomini, a cui si aggiungeva senza pensarci due volte anche Andy, se ne stavano zitti e muti godendosi lo spettacolo in stile cinema, mancava solo il contenitore di pop corn in mano a completare il quadro.

Quella sera però Mika, che non aveva più voglia di ascoltare le loro paturnie insensate sbottò.

"Ma possibile che non siete mai contente?!"

In un attimo calò un silenzio surreale. Tutti gli occhi si voltarono immediatamente nella sua direzione.

4 paia erano inferociti e contrariati, gli altri 3 lo guardavano con compassione.
"Mika Penniman, 18 agosto 1983, 6 novembre 2008" borbottò Fortuné preannunciando la sua morte imminente.

"Lo ricordiamo come un ragazzo talentuoso ma con la lingua troppo lunga" continuò nel silenzio generale che precedeva la tempesta.

Mike a capotavola rise annuendo all'uscita del suo quintogenito.

"No ma seriamente, mi sembrate quel tipo con cui ho parlato l'altro ieri al bar. Avrà avuto un conto in banca 5 volte il mio e il vostro messi insieme, una faccia e un fisico da modello e se ne stava lì a piangersi addosso come uno scemo."

Mika era senza freni. Andy ebbe la cortezza di dargli un calcio sotto il tavolo, cercando di farlo rinsavire ma non funzionò.

"State a litigare per una cavolata quando avete tutto quello che si possa volere dalla vita."

Il riccio li guardava con aria stizzita mentre Fortuné lo osservava incredulo, Andy si grattava la nuca incerto e Mike sorrideva fiero di quell'uscita del figlio.

Joanie se ne andò in cucina ridacchiando, lasciando che la guerra tra i figli cominciasse.

Paloma, Zuleika e Yasmine iniziarono a strillare al fratello le loro ragioni per quella discussione mentre Andy e Mike cercavano di concentrarsi a capire cosa stessero dicendo e Fortuné si tappava le orecchie.

Ad un certo punto Mika, stufo di sentirle urlare, si alzò da tavola e si rifugiò in salotto, davanti al pianoforte che sua mamma aveva comprato dato che "il tuo bianco è di sotto e quella parete senza un piano è triste".

Le sorelle lo seguirono a ruota pronte a continuare la loro discussione mentre Andy volle capire che sorte attendesse il suo indomito ragazzo.

Quando raggiunse i tasti con le dita ed iniziò a suonare una melodia ritmata con una mano, e picchiettare sul lato del piano con l'altra, le sorelle si zittirono.

He's got looks that books take pages to tell
He's got a face to make you fall on your knees
He's got money in the bank to thank and I guess
You could think he's living at ease


Aveva scritto quelle parole il giorno prima ed il ritmo quel giorno stesso, aveva in mente come completare la canzone, con il ritornello mancante.

Blame it on the girls who know what to do
Blame it on the boys who keep hitting on you
Blame it on your mother for the things she said
Blame it on your father, but you know he's dead


Cantò così senza pensare, con le rime che creava al momento. Il ritmo contagiò un po' tutti i presenti che battevano il piede o ondeggiavano a ritmo.

"Blaaame it on the giiiiiirls" canto osservando le sorelle che presero a lanciargli occhiatacce per quella critica mal celata e ridacchiando aggiunse "Blaaaame it ooon booooys"

"Così va meglio!" incalzò Zuleika. Poi il fratello maggiore tornò a cantare

Blame it on the girls
Blame it on the boys
Blame it on the girls
Blame it on the boys


Si era creato un coretto fatto di 8 voci decisamente intonate, Mika suonava il piano e Andy e Zuleika battevano il ritmo sulla cassa di risonanza del pianoforte.

"Fantasticaaaa" un applauso si levò dal salotto mentre i presenti si adocchiavano contenti.

"Che bello! Una canzone scritta il giorno del mio compleanno!" gioì la neo diciottenne abbracciando Mika con forza.

"E hai messo a tacere le tre donne isteriche. Si vede che hai talento fratellone!" continuò Fortuné.

Tutti risero mentre Yasmine si prodigava a lasciare uno scappellotto affettuoso al fratellino sedicenne.

La serata proseguì con Joanie che chiese a Mika un concerto privato solo per loro, come da tempo ormai non faceva più.

Fu una serata meravigliosa.

A dicembre ci furono alcuni giorni di lavoro e la crew si riunì per alcuni show in centro Europa.

Una mattina poco prima di Natale i ragazzi si trovavano in Austria e avendo finito il loro lavoro da un paio di giorni, avevano deciso di prendersi una mini vacanza insieme.

Nel paesino di Hirshegg avevano visto l'annuncio di un'avventura in slittino e senza pensarci due volte, Mika aveva insistito ad andare.

Arrivarono in loco e gli comunicarono che la pista era aperta solo per loro dato che quel giorno nevicava. Tutta la squadra esultò felice.

Andy estrasse dallo zainetto la videocamera tascabile e inizio a filmare.
"Scenderai con quella in mano?" chiese Mika sorprendendolo da dietro.

"Sì, e non salirò con te, onde evitare che ci sfracassiamo da qualche parte e questa finisca in 1000 pezzi" gli disse risoluto.

"Portarti la GoPro no eh?!" chiese il riccio con fare ovvio. La verità era che lo spilungone di giallo e blu vestito aveva ragione, ma di certo non avrebbe immaginato che sarebbero andati a fare una cosa del genere mentre erano in giro per lavoro.

Gli vennero date le slitte che caricarono su un furgoncino alla volta della montagna.
Arrivati in cima, Mika scese contento ammirando il panorama candido di neve.

"Bellissimo! Siamo in Paradiso!" disse puntando il viso verso la telecamera di Andy il quale subito dopo andò dalla signora che conduceva il gruppetto chiedendole con chi potesse salire per poter filmare ed evitare di schiantarsi da qualche parte. La gentile donna austriaca si offrì di accompagnarlo.

"Quante probabilità ci sono per loro di schiantarsi da qualche parte?" le chiese poi indicando il gruppetto che si stava sistemando sugli slittini, si figurava già lo spericolato Mika disteso tra la neve da qualche parte.

"Non ce ne sono, la neve è troppo soffice oggi." lo rassicurò la signora, chiedendogli poi se desiderasse salire con lei dietro.

Scesero per primi e Andy riprese la tranquilla discesa insieme alla guida. Quando si fermarono puntò la videocamera su Mika che veniva spinto da Jerry non riuscendo a partire e che una volta riuscitoci, si fermò subito dopo ridendo come un bambino. Era felicissimo come sempre in situazioni come quella.

Durante la discesa fece scherzi un po' a chiunque. Tagliò la strada a Martin, rischiando di farsi travolgere, bloccò la partenza di Jerry più volte e ruppe le scatole a Andy fino a quando non lo convinse a salire con lui.

"Vai piaaaaano!" gli chiese in tono di supplica non appena prese posto sulla slitta dietro di lui.

"Uff che lagnaaa" lo schernì il riccio dando poi dei colpi coi piedi per cercare di partire.

Partì piano e scese moderatamente per quasi tutto il percorso con lui, solo alla fine si spinse più veloce facendo in modo che Andy nascondesse per un attimo la videocamera e si abbracciasse saldamente a lui.

Credette di ribaltarsi ad una curva ma Mika sapeva il fatto suo a quanto sembrava.
Scese quando erano quasi arrivati in fondo, voleva fare ancora qualche piccola ripresa.

"Levati dalle scatole!! Ho una missione da compiere" lo minacciò scherzosamente Mika quando si piazzò davanti a lui intralciandogli la strada.

Andy ridacchiò e lo lasciò ripartire, salendo poi con la gentile signora che lo invitò a prendere posto di nuovo con lei.

Abbandonarono gli slittini ringraziando la guida austriaca e poi si incamminarono al rifugio vicino per una cioccolata calda in compagnia.

Andy aveva messo via la telecamera finalmente, quindi Mika ne approfittò. Prese la rincorsa e balzò sulle spalle del greco che non preparato a prenderlo scivolò finendo su un cumulo di morbida neve davanti a lui con il libanese addosso.

Andy era finito con la faccia nella neve, quando si voltò udendo la risata giocosa del cantante capovolse le posizioni e dopo averlo sollevato appena lo gettò in mezzo al cumulo soffice.

"Me ne starei qui a vita!" bofonchiò mentre con le braccia e le gambe tentava di creare la tipica forma ad angelo.

Andy rise estraendo la telecamera e riprendendolo per un breve attimo.

"Ecco un esemplare di Mika delle nevi" commentò in tono serio, schivando poi una pseudo palla di neve che gli era stata lanciata dal basso.

"Metti giù quella cosa e vieni qui!" lo intimò Mika aprendo le braccia e invitandolo verso di lui. Il resto della crew era già entrata nel locale riscaldato.

Andy mise in tasca la sua fedele amica e si sdraiò sopra di lui venendo subito racchiuso tra le braccia.

"Küss mich jetzt!" gli disse rispolverando qualche vecchio ricordo di tedesco, che gli era balzato alla mente a furia di sentirlo in quei giorni.

"Cosa caspita hai detto?!" lo riprese Andy guardandolo malissimo. Quella lingua aveva il potere di rendere tagliente anche un invito dolce come quello.

Mika non si perse in spiegazioni, sorrise beffardo e gli prese la testa tra le mani coperte dai guanti, baciandolo intensamente.

"Capito adesso?" chiese quando lo lasciò libero di esprimersi di nuovo.

Andy sorrise. "Com'era? Kummich?" chiese cercando di ricordare quelleparole strane.

"Küss mich=baciami, jetzt=adesso" spiegò velocemente.

"Verstanden?" chiese di nuovo ricevendo un'occhiataccia.

Mika rise "significa "capito?"" spiegò.

"Senti smettila di parlarmi in 'sta lingua che non capisco e andiamo a prenderci una cioccolata." gli disse porgendogli una mano per rialzarsi.

Si riunirono agli altri per una cioccolata e poi tornarono in hotel.  

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