Ulisse

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La baia, illuminata fiocamente da una capricciosa luna pallida, lasciava brillare le acque glauche di scintilli d'argento e lasciava intravedere, agli occhi ormai avvezzi dei due fanciulli, la parete rocciosa che aveva fatto loro da parco divertimenti durante il pomeriggio. La rete giallo dalia dell'amaca penzolava quasi impercettibilmente, mossa dagli stessi zefiri che dispettosamente solleticavano le fiammelle ormai ricurve del piccolo falò, guidandole ora verso le loro figure accoccolate, ora in direzione della palafitta.


Il paesaggio, tinto dalla notte in scala di blu, la spiaggia, pennellata di sfumature arancioni e due ombre lunghe, anzi, una sola, ad adornare la sabbia.

-*-*-*-*-Nemmeno il tempo di disfare le valige, che entrambi stavano nuovamente riordinando i vestiti ordinatamente, nel piccolo trolley per Andy, nella valigiona per Mika.


Complessivamente dall'arrivo alla partenza, non avrebbero fatto a tempo a trascorrere 24ore nella villetta di Chelsea.

Andy era pronto a tornare da Thyrsos e vedere cosa il 55enne greco avesse in serbo per lui, mentre Mika stava per imbarcarsi in una nuova avventura "da recluso", come aveva affermato lui stesso.

La sua casa discografica da mesi gli faceva pressione, non ricevendo da lui notizie circa l'uscita di un nuovo album a breve, e lui aveva finalmente preso la decisione di chiudersi in uno studio e focalizzare le sue giornate e le sue energie, sul processo di scrittura.

Quella volta però, a differenza degli altri anni, aveva deciso che se davvero doveva passare le settimane rinchiuso a scrivere, avrebbe preferito farlo in un ambiente diverso dalle asettiche stanze insonorizzate e tetre, di uno studio di incisione.

Quindi, aveva passato i giorni liberi di dicembre alla ricerca della location adatta. Una villa dove assemblare uno studio di registrazione in salotto e riunire la sua band in una jam session libera da qualsiasi vincolo, orario, o costrizione. In piena atmosfera di libertà, dove una melodia o una canzone, poteva nascere alle 3 di pomeriggio, così come alle 3 del mattino.

Alla fine, la casa perfetta l'aveva trovata. Una villa solitaria nella periferia di Los Angeles, dagli interni lignei vagamente vintage, con 5 camere, un salotto grande e dall'acustica perfetta, circondata da un fitto giardino rigoglioso, al centro del quale svettava una piscina.

Tutto ciò di cui aveva bisogno per accomodare i suoi amici musicisti, dare loro un ambiente confortevole e rilassante, dove poter lavorare in armonia e divertirsi insieme allo stesso tempo, dove poter trascorrere i mesi a venire tra una canzone e una risata.

Attento a non far parola con sua madre, prima di vedersi la prenotazione annullata, a favore della stessa bettola dove aveva alloggiato durante la scrittura dei suoi album precedenti, come tempo addietro la severa Joannie aveva osato fare, aveva fatto installare dai suoi collaboratori, tutto quando potesse essergli utile per suonare e registrare, senza aver bisogno di mettere piede fuori casa, se non per far la spesa.

Con Andy, prima di partire, si erano salutati con un abbraccio carico di amore, nel quale avevano racchiuso ogni sentimento, anche il più banale, certi che quella sensazione sarebbe dovuta bastare loro per le lunghe settimane a venire.

Dalle braccia del proprio amore, a quelle degli amici e colleghi. Max, Curtis, Tim e Ed lo accolsero nella villetta con un abbraccio collettivo, ringraziando il loro collaboratore di aver avuto l'idea così geniale, di rinchiudersi in una villa del genere per trascorrere le lunghe settimane che li aspettavano.

"Bando alle ciance fannulloni! C'è da lavorare" li riprese giocosamente con uno sbadiglio, facendoli scoppiare a ridere in coro.

"Ti diamo 1 ora... massimo..." lo canzonò Max guardandolo in faccia, scommettendo sulla sua autonomia residua, contando sulle dita delle mani, le ore di fuso orario dalla Tailandia, da dove era tornato meno di 30 ore prima, alla costa pacifica degli Stati Uniti.

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