Risate e intuizioni

313 16 0
                                    

Quando Mika si voltò verso di lui, quasi inconsciamente, Andy spostò la sua attenzione altrove, giocherellando con la videocamera che teneva sulle gambe e che, segretamente aveva ripreso il momento appena trascorso.

Al richiamo del manager, la squadra si mise al lavoro, producendo come sempre un ottimo risultato.

Alla fine della giornata, Mika felice ma stanco scese dal palco in cerca della persona con cui attendeva da alcune ore di poter parlare.

-*-*-*-*-*-


"Andy!" si sentì chiamare il biondino, intento a riporre la telecamera nell'apposita custodia.

Il giovane si voltò e non poté reprimere un sorriso, sentendo il suo nome pronunciato da quella voce.

"Ehi" rispose felice di avere la sua attenzione.

"L'altro ieri me ne sono andato salutandoti a mala pena. Che ne dici di rimediare?" propose Mika zaino in spalla, intento a sistemarsi la sciarpa attorno al collo.

Andy si rabbuiò appena ripensando allo sguardo malinconico che aveva visto dipinto sui lineamenti fini del libanese, due giorni prima, ma si rallegrò immediatamente notando l'espressione di serenità che campeggiava in quel momento nelle iridi dal colore indefinito.

"Certo che sì!" accettò subito di buon grado, chiudendo con un clack i gancetti della custodia.

"Dato che è quasi ora di cena, se optassimo per fish and chips?"

"Direi che si può fare..." sorrise Andy aprendo la porta di ferro verdognola.

Uscirono in strada camminando fianco a fianco, il cielo grigio minacciava nuovamente pioggia anche se per quel momento sembrava voler concedere ancora qualche istante di tranquillità ai cittadini londinesi.

Camminarono per una buona mezz'oretta raggiungendo poi Hyde Park.

"Qui c'è un venditore ambulante che fa roba ottima" spiegò il riccio fermandosi ad un certo punto e svoltando a sinistra.

Arrivarono in una piccola area dove dei tavolini e dei funghi riscaldanti facevano bella mostra di loro a pochi metri dal laghetto Serpentine.

Presero posto ad un tavolino tondo, appena sotto la lampada rovente che rendeva il clima piacevolmente mite.

Le ombre del crepuscolo stavano per avvolgere la città, era l'ultima mezz'ora di luce prima della notte, Andy adorava il periodo di transizione tra oscurità e luce e viceversa.

Il giovane biondino, si prese un attimo per far sapere alla sorella che non sarebbe rientrato per cena, e così fece Mika. Il libanese inviò un messaggio, mentre Andy la chiamò direttamente.

Mika si ritrovò di nuovo a fissare Andy con aria curiosa, appoggiando i gomiti sul tavolo e portando la testa sulle mani, intento a cercare di recepire qualcosa di quella lingua a lui sconosciuta ma dal suono estremamente melodico.

Quando Andy finì la conversazione e si voltò verso Mika scoppiò in una sincera risata.

"Cosa? Mi piace quando parli greco" si giustificò il moro incrociando le braccia al petto mentre con una mano slacciava un bottone della giacca.

Andy arrossì di colpo. Era un bene che non vi fosse la luce ad evidenziare questo particolare, anche se non era del tutto sicuro che a Mika fosse sfuggito.

"E sei carino quando arrossisci" incalzò infatti subito dopo il riccio, sorridendogli piegando la testa di lato e provocando una nuova vampata di rossore a Andy che si coprì il volto con le mani.

Mika si chiese cosa gli fosse appena saltato in mente di metterlo in imbarazzo in quel modo, ma la frase gli era uscita spontanea, dando voce ai suoi pensieri.

Fortunatamente il venditore ambulante richiamò la loro attenzione, porgendogli le loro ordinazioni e dando tregua alle guance roventi di Andy.

"E' buono davvero." Osservò il greco addentando la pietanza a grossi bocconi.

"Sì, è uno dei miei preferiti." ribadì Mika spizzicando una patatina.

In quel momento un'anatra volò a poca distanza dal loro tavolino, avvicinandosi poi a piccoli passi, in cerca di cibo.

Mika subito staccò un pezzetto di frittura dal suo pesce e la gettò alla bestiola che avanzando la ingurgitò ben lieta.

Andy in silenzio osservava la scena a lui familiare. Mika doveva avere un buon rapporto con gli animali, e sembrava che questi ultimi in qualche modo lo capissero.

"Ti piacciono proprio le anatre..." commentò in un sussurro guardando ora lui, ora la bestiolina che, mangiucchiando l'ennesimo rimasuglio di cibo lasciatogli da Mika si era avvicinata fino ad arrivare a mezzo metro dalle loro panche.

"Sì, ci giocavo sempre da piccolo quando venivo al parco" rispose continuando a sfamare l'anatra fino ad ottenere che l'animale prendesse il cibo direttamente dalla sua mano.

"Ci venivi spesso?" chiese Andy ingenuamente.

"Oh sì! Tutti i giorni mentre gli altri erano rinchiusi a scuola" raccontò sovrappensiero, ricordando la spensieratezza di quei momenti di gioco, in cui raggiante, pensava ai suoi compagni di classe, che tanto odiava, rinchiusi tra le mura scolastiche, costretti composti e silenziosi mentre lui aveva l'opportunità di correre felice per il parco giocando con le anatre.

Andy rifletté un attimo. "Cioè, tu non andavi a scuola?" chiese giustamente, cercando di capire il senso di quella frase.

Mika si bloccò. Aveva parlato troppo ed ora doveva rimediare.

Si prese un attimo per pensare e poi decise che con quel ragazzo avrebbe trascorso i mesi a seguire in tour, e che quindi quell'aspetto sarebbe comunque uscito allo scoperto prima o poi, avendo ripercussioni anche sulla musica e quindi tanto valeva parlarne subito.

E poi sentiva che di Andy si poteva fidare, si aspettava di essere compreso, non sapeva spiegarsi il perchè.

"Durante un anno non sono andato. Sono dislessico e a causa di questa cosa avevo una professoressa che mi derideva davanti a tutti. Quando mio padre lo scoprì fece un tale casino a scuola, che mi buttarono fuori" fece una pausa per osservare l'espressione del ragazzo.

Andy era immobile con una patatina in mano, sospesa a metà strada e lo sguardo incredulo.

Stava processando le informazioni che Mika gli aveva dato.

"La... la professoressa ti prendeva in giro?!" chiese cercando di fare chiarezza in quella situazione assurda.

"Sì, quindi mia madre mi trovò un'insegnante di canto e per mesi studiai solo canto e pianoforte, e lì iniziò tutto. Ma questa è un'altra storia..." tagliò corto Mika non volendo narrare tutta la sua vita da allora ai giorni odierni.

Andy avrebbe voluto sommergerlo di domande, ogni volta che quel ragazzo apriva bocca, scopriva spezzoni di vita del tutto particolari e talvolta poco piacevoli, di cui avrebbe tanto voluto approfondire il discorso, ma memore dell'ultima loro discussione, nella quale si era ritrovato in una posizione scomoda, decise di trattenere la curiosità e cambiare argomento.

"Ne parleremo un'altra volta, se mi racconti tutta la tua vita stasera, poi dove sta il bello di scoprire il resto?!" deviò quindi direzione finendo con un boccone il suo pesce fritto.

"Quindi abbiamo appurato che anche quando sei malato riesci a fare cose grandiose" continuò riferendosi alla canzone che aveva potuto sentire quel pomeriggio, pulendosi le mani su di un tovagliolino.

Stavolta fu il turno del moro di arrossire. "Ma non è poi così grandiosa dai..." rispose umilmente finendo le patatine dal contenitore.

"Non fare il modesto, è un capolavoro. E poi mi spieghi come riesci a fare quegli acuti con tanta facilità?" chiese Andy, nuovamente partito per la tangente, sporgendosi verso di lui dall'altro lato del tavolino.

"Hai presente quando vedi una bella ragazza e esclami un 'wooow' di apprezzamento, salendo con la voce? Ecco così"

Andy sorrise annuendo in segno di assenso. In realtà l'idea di fare un'esclamazione di apprezzamento ad una ragazza non gli era mai nemmeno passata per la testa.

Più di una volta si era ritrovato a fissare estasiato un bel profilo o un bel fisico, peccato che non si sentisse a suo agio a lasciarsi andare ad apprezzamenti in pubblico, dato che i soggetti delle sue attenzioni erano tutti ragazzi.

Decise di evitare il discorso cercando di continuare da dove erano rimasti. "Tipo così? WOOW" chiese imitando l'acuto di Mika.

"Hahahaha sì, così!" rise il ricciolino, "devi allenare quella parte di voce e poi potrai cantare come me. Tutti possono riuscirci, ma non tutti sono matti come me per farlo"

Andy rise a sua volta, ma la sua non era una risata di semplice divertimento, era una risata di gioia. Finalmente la loro chiacchierata aveva preso una direzione giocosa e spensierata, lontana da argomenti scomodi. Si rese conto di aver bisogno della risata fanciullesca di Mika.

"Dai insegnami!" gli chiese unendo le mani in segno di preghiera e sfoderando uno sguardo di implorazione.

Mika si perse per un attimo nell'espressione del greco, la luce era fioca ma poteva scorgere una luminosità particolare nelle iridi azzurre appena visibili.

"Relaaax, take iiit eeeaaasyyy" intonò allora il cantante in perfetto falsetto, fermandosi poi e facendo cenno a Andy di provare.

Il biondo lo squadrò con aria indecisa poi fregandosene degli sguardi che la gente avrebbe potuto riservargli, tentò l'impossibile.

"Relaax, taake it eeasyyy" quello che uscì dalla sua bocca fu un esilarante acuto storpiato che fece perfino svolazzare due oche accovacciate poco lontano.

Mika scoppiò in una risata sincera, nascondendosi il viso tra le mani in un vano tentativo di trattenersi.

"Hhahahah Andy no! Ahahahaha Hai fatto spaventare anche le oche!!" pronunciò a mala pena, quasi con le lacrime agli occhi.

Andy non poté fare a meno di iniziare a ridere a crepapelle a sua volta. Le loro risa, attirarono qualche sguardo perplesso da parte di alcuni distinti signori intenti a portare a spasso il cane nel parco, ma i due ragazzi non vi fecero assolutamente caso, presi com'erano a godersi i suoni delle rispettive risate.

"Ok ok ok. Forse non TUTTI possono riuscirci!" si corresse poi Mika, dandosi un po' di contegno.

"Hey! Dammi tempo, è la prima volta che provo!" lo rimbeccò il biondo fingendosi offeso.

Bastò uno sguardo di troppo tra i due per ricominciare a ridere istericamente come due bambini alle prese con delle barzellette demenziali.

Il cellulare di Mika interruppe quel momento di fanciullesche risa.

"Prooonto" rispose il libanese con fare giocoso prima di continuare a ridere.

"Mika ma... ci sei o ci fai?" chiese Paloma, stranita dal comportamento del fratello.

"Ehm un po' tutti e due! Dimmi..." continuò cercando di riprendersi un attimo.

"Sono in centro in macchina, vuoi un passaggio verso casa?" le chiese cortese la sorella maggiore.

"Ehm, aspetta un attimo" disse premendo una mano sul microfono del telefono e rivolgendosi al ragazzo di fronte. "Andy dove abiti?" gli chiese a bruciapelo.

Andy restò un attimo interdetto, non capendo l'origine di quella domanda. "A Marylebone" rispose nominando il quartiere a nord della città.

"Accetto solo se prima facciamo un salto a Marylebone a lasciare una persona" rispose con un implicita domanda alla sorella.

"Va bene, dove ci vediamo?" volle quindi sapere Paolma.

"Hyde Park corner?" rispose Mika.

"Ci vediamo lì" confermò Paloma riagganciando.

"Ma..." intervenne Andy non appena Mika chiuse la chiamata.

"Un passaggio non si rifiuta mai..." gli rispose il riccio alzandosi dalla panca e facendo segno a Andy di seguirlo.

I due ragazzi si incamminarono verso l'uscita sud-est dell'esteso parco, proseguendo uno di fianco all'altro.

In quel momento, nuovamente come pochi giorni prima, la pioggia iniziò a cadere, questa volta meno copiosa, sulle strade cittadine, ricordando ai due ragazzi come l'inverno inglese potesse essere noioso e malinconico.

"Posso dire senza dubbio che come clima, la Grecia non la batte nessuno!" ironizzò Andy sbuffando in direzione del cielo plumbeo.

Mika sorrise portando allo stesso modo lo sguardo verso il cielo.

Fortunatamente la compatta Chrysler rossa della sorella di Mika, era già ferma ad attendere i due ragazzi appena oltre l'imponente cancello nero del parco, evitando ai due di dover aprire nuovamente gli ombrelli.

"Ciao!" li saluto la ragazza aprendo la portiera davanti, mentre Mika stava già prendendo posto sui sedili posteriori.

Andy salutò con un timido "Buonasera" sedendosi composto e passando poi la valigetta della videocamera al riccio, che gli aveva proposto di lasciarla sul sedile accanto a lui, così che non gli fosse di intralcio durante il viaggio.

"Tu devi essere Andy, giusto? Mika ci ha parlato di te." ruppe il ghiaccio Paloma, immettendosi nel traffico cittadino.

Mika arrossì, maledicendo sua sorella per quell'uscita inopportuna e portando lo sguardo fuori dal finestrino, scuotendo la testa imbarazzato.

"Ehm sì. Sono io." rispose Andy portandosi una mano dietro la nuca e accavallando le gambe nervoso.

"Quanti anni hai Andy?" continuò Paloma, dando sfogo alla curiosità tipica di tutte le donne di casa Penniman.

"Ne faccio 21 a maggio" rispose in poco più che un sussurro il biondino, giocherellando con le mani.

Beh, pensò Mika, almeno la ciarleria di sua sorella era servita a scoprire un dettaglio in più che ancora gli era sconosciuto.

"E dimmi un po', sei fidanzato?" chiese a bruciapelo la venticinquenne, come se stesse parlando con un ragazzo ad un appuntamento.

"No" rispose velocemente Andy poco prima che Mika esclamasse un irritato: "PALOMA! La vuoi finire?!"

gridando dal sedile posteriore e sporgendosi in direzione della sorella.

"Mamma mia che lagna che sei Mikaaaaa" sbottò la maggiore accendendo poi la radio e guidando in silenzio, onde evitare litigi infantili con il fratello.

Andy benedì l'oscurità che gli stava permettendo di nascondere le sue roventi guance e sorrise appena nell'udire il battibecco tra i fratelli, simile a quelli che costantemente aveva anche lui con sua sorella Eleni.

Il tragitto proseguì in silenzio fino al quartiere di Marylebone, dove Andy diede istruzioni per la strada di casa sua.

Mika scrutava fuori dal finestrino, intento a recepire più dettagli possibili sul posto in cui Andy abitava, sperando che un giorno, quelle informazioni gli potessero essere utili. Andy guidò la ragazza fino ad una tranquilla zona residenziale e la fece fermare davanti un edificio color panna circondato da una siepe verdeggiante di media statura.

"Siamo arrivati. Grazie Paloma." ringraziò cortesemente il ragazzo. Mika intanto recuperò la sua valigetta e scese dalla portiera posteriore porgendogliela e salutandolo con un "a domani. E grazie della serata." intrecciando per un breve attimo le sue iridi nocciola agli zaffiri blu che lo fissavano di rimando.

"Grazie a te! A domani!" ribadì il biondo, prima di salutarlo con un sorriso e voltarsi verso il cancellino bianco.

Mika salì in macchina, prendendo il posto che prima era stato di Andy e chiudendosi la portiera alle spalle, mantenendo l'attenzione focalizzata fuori dal finestrino, da dove la silhouette del greco stava per scomparire all'interno del complesso abitativo.

Paloma partì con una manovra brusca, risvegliando Mika dalla sua osservazione statica, voltandosi alla sua sinistra scoccò un'occhiata eloquente e furbetta, tipica di chi la sapeva lunga, al fratello minore e poi esclamò: "Sarete una bella coppia".

Mika quasi si strozzò udendo quella parole. "Cosa cavolo stai dicendo?!" tuonò furente verso la sorella.

"Dai Mika, a chi la vuoi dare a bere... Ti piace e a lui piaci tu!" sbottò senza tanti giri di parole la ragazza, che ben conosceva il fratello più piccolo.

"Ma... ma non so nemmeno se..." iniziò Mika, troncando la frase a metà, pensando al fatto che nemmeno sapesse se effettivamente il giovane greco avesse i suoi stessi gusti in campo sentimentale.

"Oh secondo me la pensa come te... Lo sguardo che ti ha lanciato mentre vi stavate salutando, diceva più di mille parole. O è un tuo fan sfegatato, o..." concluse lasciando intendere il resto della frase.

Mika aveva passato nel giro di mezzo minuto, 5 o 6 sfumature diverse di colore in viso, non sapeva nemmeno lui cosa frullasse nel suo cervello. Com'era possibile che sua sorella azzardasse già certe ipotesi?

"Pal, ti prego, smettila di sparare cavolate e chiudiamo qui il discorso" affermò risoluto Mika, ponendo fine alla discussione e voltandosi alla sua sinistra, osservando il panorama, ma con la testa altrove.

Quando i fratelli giunsero a destinazione, prima che potessero mettere piede in casa Mika mise bene in chiaro: "Sei pregata di tenere le tue supposizioni per te!", prima di aprire la porta e sparire su per le scale.

Una volta arrivato in camera, gettò in malo modo lo zainetto ai piedi del letto e vi si buttò sopra con aria stanca ma contenta. Si diresse in bagno controvoglia per una veloce doccia e poi si distese in boxer sopra le coperte, prendendo il cellulare dallo zainetto per impostare la sveglia per il giorno successivo.

Quando sbloccò lo schermo del telefono, si accorse di avere un paio di messaggi non letti.

Il primo era di Ian, il quale lo informava che l'indomani le prove sarebbero state sospese a causa dell'indisponibilità della sala. La sua parte stakanovista sbuffò all'idea di perdere un giorno di lavoro, ma venne subito risollevata leggendo il secondo messaggio.

"Ian mi ha appena comunicato delle prove saltate. Ti va di vederci per merenda domani pomeriggio, avrei una cosa da mostrarti."

Il solo vedere il nome del cameraman brillare alla voce destinatario, lo aveva fatto sorridere come un bimbo di tre anni davanti al suo cartone animato preferito.

A Mika venne subito un'idea. "Ho bisogno dell'aiuto della tua mente artistica per finire una cosa! Ore tre da me!" gli rispose velocemente, indicandogli poi l'indirizzo della sua abitazione.

"Spero di essere all'altezza della TUA mente artistica. Sarò da te puntuale." fu ciò che lesse immediatamente dopo con un enorme sorriso stampato in faccia.

Ok. Forse sua sorella tutti torti, nelle sue insinuazioni non li aveva.

Si ritrovò a riflettere Mika, rendendosi conto di come quella situazione lo stesse facendo sprizzare gioia da tutti i pori, senza una ragione precisa, se non quella della prospettiva di passare un pomeriggio con il greco.

Andy invece, poco più a nord, disteso a pancia in giù sul letto, aveva già capito che il bel libanese, di poco più grande di lui, non gli era indifferente, e che per lui, stesse già iniziando a provare qualcosa che andava al di là del semplice rapporto di lavoro, e anche della semplice amicizia.

Quando lesse l'ultimo messaggio inviatogli da Mika che semplicemente recitava "Buona notte allora, e a domani!!" si ritrovò infatti ad arrossire e ridacchiare beato, gettando la testa tra i cuscini, desideroso come non mai, che le tre del pomeriggio del giorno dopo arrivassero in fretta.     

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora