Tu che dici?

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"Punto primo: in questi giorni ci sono i miei, non li vedo da 3 settimane e tra tre giorni come sai partiamo, devo stare con loro. Punto secondo: Mika spero tu non voglia davvero uscire a fare lo scemo in mezzo alla neve, adesso che ti sei appena ripreso; se lo vengo a sapere, mando Ian a cercarti!" minacciò il ragazzo risoluto.

"Guarda che ne ho già una di mamma, non me ne serve un'altra!" commentò seriamente stizzito il moro.

"Ci vediamo tra tre giorni allora, ciao!" concluse poi chiudendo la chiamata in maniera brusca.

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Andy rimase un attimo perplesso dal tono del cantante. Se l'era davvero presa per una cosa così stupida?

In quel momento però entrò in camera sua Eleni, annunciandogli di spostarsi di sotto per il pranzo, ed il ragazzo si dedicò alla famiglia, dimenticandosi il piccolo battibecco.

Poco dopo anche Mika andò a mangiare insieme alla famiglia e una volta finito, decise di andare in camera ed iniziare a preparare le cose che non aveva ancora messo in valigia.

Era già una settimana inoltrata che teneva sotto al letto il grande trolley in stoffa in cui avrebbe caricato i vestiti da usare tutti i giorni, quelli di scena, erano già stati preparati tempo addietro.

I due giorni successivi furono caotici, la partenza era ormai imminente e Mika iniziava ad essere seriamente in ansia. Inoltre, con Andy non aveva scambiato che poche parole via sms, e la cosa lo rendeva nervoso all'inverosimile.

Decise di andare a dormire presto, salutando tutta la famiglia affettuosamente e puntando ben 3 sveglie per la mattina seguente.

Si ritrovarono tutti all'aeroporto di Heathrow alle 7 puntuali, perfino Mika quella mattina era riuscito a svegliarsi senza problemi e ad arrivare in orario, complice l'ansia di ciò che lo aspettava.

Si salutarono affettuosamente sorridenti ed entusiasti, passarono i check-in e si accomodarono sulle poltroncine di plastica, attendendo la chiamata per il loro gate.

Mika vide Andy seduto in fondo al gruppetto e senza pensarci due volte si avvicinò a lui camminando spedito.

Quando lo raggiunse lo prese gentilmente per un braccio e lo invitò a seguirlo, portandolo distante dalla fila dove tutti avevano già preso posto.

"Ciao Andy!" iniziò puntando dopo giorni, i suoi occhi nei pozzi azzurri del greco, quando si furono distanziati, abbastanza da non essere uditi dal resto della squadra.

"Volevo iniziare con uno 'scusa'. Sono stato stronzo l'altro giorno al telefono e anche se ci siamo sentiti per messaggi negli ultimi giorni, mi sembrava giusto chiederti perdono di persona, per come ti ho chiuso il telefono in faccia." pronunciò velocemente, volendo immediatamente riappacificare per bene la situazione e aspettando ansioso la reazione di Andy.

Il biondo sorrise felice alle scuse sincere del ragazzo "Apprezzo le scuse, ero solo preoccupato che facessi qualche cavolata, dopo quella del cerbiatto da te mi aspetto di tutto!" gli spiegò, svelando la sua preoccupazione che quel giorno lo aveva spinto a parlargli in tono serio e un po' troppo severo.

"Amici come prima?" propose Mika allungando una mano verso il ragazzo e sorridendo timidamente.

"Amici?" chiese Andy ridendo a quell'appellativo che poco si addiceva a quello che erano diventati da quella settimana.

"Ehm non proprio... comunque hai capito dai..." ridacchiò anche Mika, arrossendo appena.

"Ma cosa arrossisci scemotto!" lo rimproverò Andy arruffandogli i riccioli con una mano, coniando quel nomignolo che trovava perfetto per lui.

"E' colpa tua!" si difese Mika aumentando la tonalità di rossore sulle guance.

"Il gate numero 45 per Edimburgo sta per aprire, si pregano i gentili passeggeri di recarsi all'imbarco"

gracchiò la voce metallica in telediffusione all'aeroporto.

I due ragazzi dopo un ultimo sguardo, si incamminarono velocemente verso il resto della squadra, si riappropriarono dei bagagli lasciati accanto alle seggiole e si prepararono a salire sul velivolo, destinazione la capitale scozzese.

Un'ora e venti più tardi sbarcarono nella cittadina quel giorno ventosa e piuttosto fredda, a nord dell'isola britannica, dove dei taxi li portarono immediatamente al loro hotel.

"Wow!" Esclamò Martin posando la valigia nell'ampia hall. "Ci tratti bene Jerry!" si complimentò con il compagno, entusiasta del posto che il tour manager aveva prenotato loro.

"Avevi dubbi carissimo??" lo sfotté giocosamente il ragazzone. Il clima che c'era tra i vari componenti della squadra era ottimo e quella sera, avrebbero finalmente messo alla prova quello che sapevano fare, davanti ad una sala, molto probabilmente colma di gente.

Ognuno prese posto nella propria stanza, che condivideva con un altro membro del gruppo. Mika la condivideva con Cherisse, e Andy con Nick.

Fin dal primo pomeriggio, Jerry aveva programmato la giornata del cantante, con un paio di interviste radio alla stazione locale, mentre il resto del gruppo si occupava di effettuare il sound-check e di montare gli strumenti, arrivati in Scozia grazie ai due enormi stage-truck.

Il tempo volò e le 8 di sera arrivarono prima che se ne accorgessero. Mika salì sul palco per testare il microfono ed il pianoforte e una volta concluse le prove del suono, si rintanò nel backstage.

Se ne stava tranquillo nel suo personale spazio, quando sentì una voce farsi avanti.

"Posso?" chiese Andy entrando, telecamera in spalla nel piccolo camerino del riccio, che fermo davanti allo specchio, dopo aver recitato i 4 Padre Nostro, era passato alla seconda parte del suo rito scaramantico, stava infatti intingendo delicatamente una radice di zenzero nel miele, addentandola con gusto.

"Primo concerto di Mika, del grande tour mondiale. Si parte da Edimburgo. Come ti senti?" chiese curioso Andy, documentando la scena professionalmente, puntando la luce del faretto contro di lui.

Mika adorava quel ragazzo, si stava innamorando di lui a poco a poco, ma quel suo lato invadente era qualcosa con cui il suo animo timido, faceva ancora fatica a convivere.

"Andy ti prego!" si lamentò il ragazzo, chiedendo implicitamente di essere lasciato solo, e di poter finire il suo processo di preparazione in tranquillità.

"Dai, due parole e ti lascio stare." lo pregò il greco continuando a osservare il ragazzo dalle lenti della sua videocamera.

"Tutto. Benissimo." scandì lentamente Mika, accontentando la sua richiesta il minimo indispensabile.

"Questo è ciò che la nostra futura popstar ha da dirci." commentò Andy uscendo poi dallo stanzino ed andando a intervistare i musicisti, riuniti nella saletta adiacente.

Mika ansioso per l'imminente inizio del concerto, iniziava ad essere impaziente, buttò un occhio al piccolo orologio a lancette appeso al muro e si maledisse silenziosamente.
In quel momento Andy fece di nuovo il suo ingresso, sta volta solo.

"Sono disarmato" annunciò infatti come prima cosa, varcando la soglia. Mika gli lanciò un mezzo sorriso tirato, tornando a fissare l'orologio, se si impegnava poteva capirlo, a volte dopo qualche attimo di concentrazione ci riusciva.

Andy lo osservava perplesso, se lo fissava meglio poteva quasi vedere gli ingranaggi del suo cervello lavorare duramente.

"Mika?" lo chiamò ottenendo che distogliesse l'attenzione dall'aggeggio, sconsolato.

"Puoi... puoi dirmi che... che ore sono per... favore, io non..." balbettò il riccio in imbarazzo.

Mostrarsi incapace di fare una cosa, così semplice per chiunque altro, davanti a Andy, lo faceva sentire stupido, come molte volte si era sentito da piccolo, nonostante il biondo fosse a conoscenza della sua situazione.

Andy ci mise un secondo a capire, si ricordava di aver letto che i dislessici a volte faticano anche a leggere gli orologi a lancette e prima che Mika potesse continuare la richiesta, esprimendo tutta la sua frustrazione lo interruppe e tranquillamente gli rispose "Solo le 8 e 40", sorridendogli poi con fare comprensivo.

"Grazie" gli sorrise riconoscente di non avergli fatto domande stupide, come spesso gli era capitato.

"Come ti senti?" chiese poi il greco, accucciandosi di fronte a lui e portando le mani sulle sue ginocchia.

"Non è il cameraman a volerlo sapere, sono io." puntualizzò, separando bene i ruoli, professionale e sentimentale.

"Ho un'ansia addosso che non hai idea, ma sono fottutamente felice!" si aprì sorridente al ragazzo che lo guardava ammirato.

"Adesso ti riconosco!" affermò raggiante il greco avvicinandoglisi e poggiando piano le labbra sulle sue.

Mika venne pervaso da una scarica di endorfine e abbassandosi di più verso Andy approfondì il bacio.

"Oddio quanto mi mancava tutto questo!" esclamò il moro, una volta che si fu lasciato le labbra del biondo a poca distanza.

Andy rise. "Detto così sembra che stiamo insieme da anni e non ci vediamo da un periodo interminabile" ironizzò il più giovane.

"Beh, stiamo insieme da una settimana e non ci vedevano da 4 giorni. La proporzione è la stessa!" puntualizzò Mika precisando bene il concetto.

"Stiamo insieme? E' ufficiale?" chiese Andy scherzando, ma nemmeno del tutto, restando in quella posizione a fissare le iridi cioccolata del cantante.

"Tu che dici?" chiese Mika passandogli un braccio intorno al collo e tirandolo a sé, baciandolo con trasporto e provocando una scarica di calore che fece aumentare i battiti di entrambi, all'unisono.

"Direi di sì..." rispose sorridendo sulle labbra del ragazzo prima di alzarsi e recuperare il cappello a cilindro nero e bianco dal tavolino di fronte allo specchio e posarlo sul suo capo, schiacciando i riccioli che sbucarono ai lati, rendendolo ancora più bello.

"10 minuti all'inizio!" annunciò Jerry passando per i corridoi e entrando poi di soppiatto nella stanza.

"Pronto popstar??" chiese gioioso ed elettrizzato, rubando il cappello a Mika e facendolo volteggiare in aria.

"Prontissimo cazzo!!" esclamò Mika alzandosi con uno scatto dalla sedia e prendendo al volo il cappello, calcandoselo in testa con sguardo furbo.

"Yeah!" gridò il tour manager battendo cinque al giovanotto.

Andy intanto sparì dalla stanza, lanciando un occhiolino a Mika, prima di uscire ed andare a recuperare la videocamera, pronto per il debutto.

Le nove in punto scoccarono e la giovane star fece il suo ingresso correndo sul palco, intonando l'acuto di Relax.

Immediatamente la gente reagì a quella ventata di energia, iniziando a canticchiare e muoversi a ritmo di musica, la sala era colma e la squadra era in formissima.

Da sotto il palco Andy con il cuore a mille per l'emozione, riprendeva il palco e talvolta il pubblico, sorridente ed entusiasta della performance.

Le canzoni si susseguirono, Mika era una cavalletta sul palco, perfettamente intonato cantava e saltava in ogni angolo, salendo sul pianoforte e scendendo con un balzo, il pubblico ballava a ritmo, incitato dal ricciolino. Era uno spettacolo sotto tutti i punti di vista.

Un'ora e mezza più tardi Mika salutò e ringraziò gli spettatori che lo applaudirono calorosamente e corse dietro lo quinte ridendo come un bambino alla fine della recita scolastica.

Jerry fu la prima persona che incontrò nella sua corsa verso il camerino, non riuscì a contenere la contentezza a si fiondò ad abbracciarlo calorosamente.

"Hai fatto il botto amico!" si complimentò il tour manager.

La band scese subito dopo seguendo il ragazzo, ridendo e complimentandosi.

Andy si intrattenne ancora un attimo nella sala, riprendendo la folla che piano lasciava il locale, captando i commenti entusiasti, sia dai giovani ragazzi che dalla gente più adulta.

Quando tornò nel backstage trovò Mika che rideva e scherzava con i musicisti, ancora con la telecamera in mano riprese la scena di euforia condivisa.

Ad un tratto si voltò verso di lui e gli corse in contro, cominciando a fare delle buffe facce nell'obiettivo della cinepresa, un po' come una settimana prima davanti alla casa discografica.

Andy rise di gusto e mise giù l'apparecchio solo quando Martin e Mike lo invitarono a festeggiare con un brindisi.

Si intrattennero una mezz'oretta buona, prima di rientrare tutti in hotel e esausti dalla giornata, crollare nel sonno.

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