Cold December night

259 12 0
                                    

"Guarda sul davanzale della tua finestra... che un piccolo stormo è appena decollato dal tetto di casa nostra direzione Parigi." Gli chiese con infinita dolcezza.

"Lo farò! Buona notte amore mio" rispose Mika, puntando inconsciamente gli occhi fuori dalla finestra nella hall, quasi si aspettasse di vederli comparire davvero all'orizzonte, tra i comignoli rossi.

-*-*-*-*-*-*-

Ferie... le tanto agognate ferie iniziarono mettendo piede finalmente nel salotto di casa a Londra, abbandonando valigie e cappotto per terra e tuffandosi sul divano dove la sua golden e il suo ragazzo erano sdraiati al caldo del caminetto acceso, illuminati dalle fiamme e dalle luci dell'imponente albero di Natale.

"Moosie, finezza mia!" lo apostrofò il greco con un sorriso, cercando di sistemarsi meglio sotto il dolce peso di colui che gli si era appena spalmato addosso senza tanti complimenti.

"Hmm non voglio più scollarmi di qui fino a capodanno!" mugugnò accoccolandoglisi meglio addosso.

Andy lo abbracciò e rimase a crogiolarsi in quel tepore, beandosi del confortante peso di Mika su di sé, assorbendo quanto più possibile quella sensazione di completezza che spesso per mesi poteva solo ricordare.

Nell'ultimo periodo gli era mancato infinitamente, soprattutto con l'approcciarsi del periodo natalizio.

Finché rimaneva in Grecia, vedeva la solitudine come qualcosa di quotidiano, ma il vivere quella casa così grande da solo, nella città che condividevano, gli metteva sempre una forte nostalgia.

Mel aiutava parecchio, era una fonte inesauribile di coccole richieste e dolcezza, con quel pizzico di vitalità ed eccentricità che la sua razza possedeva. Era il cane di Mika e forse per caso, forse proprio per questo aveva inglobato quei suoi modi di fare che la rendevano tanto simile a lui. Sapeva quando Andy aveva bisogno di un'attenzione in più, di una coccola in più e si faceva avanti senza problemi, esattamente come Mika.

Ma stringere lui tra le braccia e restare così, a godersi la rispettiva presenza in silenzio, davanti al caminetto acceso era qualcosa di inebriante e infinitamente appagante. Un'ora così, vanificava mesi di distanza, di nostalgie, di fatiche.

Il suo Natale era completo, in quel quadretto non gli serviva altro.

"Per conto mio possiamo restare così anche fino a metà gennaio, ma qualcosa mi dice che balzerai in piedi affamato, prima di quanto vorrei." Rispose carezzandogli i ricci alla base del collo, e salendo poi intrecciando le dita tra i folti boccoli sulla nuca.

Mika alzò il viso dalla maglia di Andy, in cui lo aveva nascosto e bofonchiò ridacchiando, dando perfettamente ragione al compagno "In effetti ho fame...".

Andy alzò gli occhi al cielo "Quanto mai te l'ho fatto venire in mente..." Disse tirandolo verso di sé, impedendogli di fuggire.

"Puoi resistere ancora un momento, resta quiiii!" lo spronò quindi, non troppo contento all'idea di alzarsi da quella posizione rilassante e privarsi del calore della sua copertina umana.
"Oooook!" desistette Mika, tornando ad accoccolarsi a lui. Restarono in tranquillità per un lungo momento, poi il campanello di casa interruppe il loro attimo di relax, facendo borbottare entrambi.

"Chi è che rompe le balle a quest'oraaaaaa!" si lagnò il libanese, alzandosi controvoglia, andando ad aprire.

Una figura imbacuccata in un pesante giubbotto e sciarpa grigia comparve davanti alla porta spalancata alzando gli occhi in una supplica ben assestata.

"Sam!! Ciaaao!" Mika salutò l'amico che non vedeva da tempo con una certa enfasi, invitandolo ad entrare con un sorrisone, dimenticando il piacevole momento di intimità che la sua improvvisata aveva interrotto.

Il giovane inglese suo coetaneo varcò l'ingresso di casa Penniman a capo chino, disintrecciando la sciarpa dal collo con lentezza, sorridendo appena alla golden che era comparsa davanti a lui in cerca di coccole.

"Vai pure in salotto, c'è Andy, io intanto vado a preparare un tè!" lo invitò cordialmente, facendogli cenno di dirigersi verso la porta alla sua sinistra, mentre lui trottava a passo svelto verso la cucina.

Andy, sentito il trambusto si era intanto messo seduto e aveva acceso la luce invitando l'amico a prendere posto sul divano davanti al caminetto.

"A cosa dobbiamo questa improvvisata?" chiese il greco, stranito dal tacere dell'amico che solitamente amava travolgere chiunque con fiumi di parole, che sembravano essere in secca, quel pomeriggio.

Il giovane trentenne sospirò, prendendo posto sul divano proprio mentre Mika faceva il suo ingresso di nuovo nella saletta con un enorme sorriso, smorzato da un'occhiata di Andy, che, intuito già qualcosa di insolitamente poco gaio nel comportamento del ragazzo, si premurò di farlo presente all'esuberante compagno, che colse al volo.

Mika aggirò il divano e si sedette accanto all'amico, sussurrando piano il suo nome, cercando di smuoverlo e di strappargli una parola "Sam...?"

Gli occhi verdi lucenti del suo affascinante ex compagno di scuola sembravano essersi spenti e non accennavano a volersi scollare dal tappeto di fronte al divano, dove erano andati a finire da che aveva messo piede in quella porzione di salotto.

Mika gli passò una mano sulla schiena in un semplice gesto di conforto, sperando così facendo di spronarlo ad aprirsi e raccontargli il motivo per cui aveva appena varcato la porta di casa loro con quello sguardo perso e funereo. Ciò che ottenne fu però ritrovarsi Sam tra le braccia, sconquassato da singhiozzi e lacrime a non finire.

Andy osservò l'amico del compagno con sguardo triste, alzando poi l'attenzione, trovando le stesse sue preoccupazioni negli occhi di Mika, che lo abbracciava senza dire una parola, lasciandolo sfogare in rispettoso silenzio.

Quando il pianto disperato lasciò il posto a lacrime silenziose e timide, Mika lo prese delicatamente per le spalle, portandolo a guardarlo in faccia.

"Hey, mi stai preoccupando Sam... che è successo?" chiese sicuro che a quel punto parlarne sarebbe stata cosa necessaria per far sì che lui potesse in qualche modo dargli il giusto aiuto di cui aveva bisogno.

Sam si passò una mano in viso, asciugandosi le lacrime e si soffiò il naso, cercando di ritrovare quella dignità che si stava rendendo conto di aver lasciato fuori dalla porta, poi parlò: "Shirley mi ha lasciato"

Nella stanza cadde un silenzio surreale, rotto solo dallo scoppiettio dei ceppi nel caminetto.
"Oh" fu tutto ciò che Mika riuscì a proferire, decisamente preso in contropiede. Shirley, la moglie perfetta: appariscente, sempre sorridente, intelligente, improvvisamente trasformatasi in una persona completamente diversa.

"Cioè... l'ha conosciuto due mesi fa e in questo lasso di tempo l'ha convinta a traferirsi in Messico con lui, portandosi pure MIA FIGLIA!!" spiegò dopo un lungo momento, esternando tutta la sua rabbia per quella situazione al limite dell'incredibile, che nel giro di due giorni gli aveva sovvertito l'esistenza.

Mika e Andy si ritrovarono a non sapere che dire per consolare l'amico la cui intera famiglia era appena fuggita a una manciata di giorni dal Natale.

Il libanese lo strinse a sé quando lo vide cedere per l'ennesima volta, sospirando profondamente ai ricordi d'adolescenza che gli si accumularono in testa. Gli faceva immensamente strano stringere tra le braccia l'indomito Sam, il ragazzotto tra i più affascinanti e tombeur des femmes della sua intera scuola, per cui anche lui ai tempi aveva finito per perdere la testa, silenziosamente e celatamente. Ed era ancora più strano vederlo così fragile per colpa della ragazza, diventata donna, poi moglie e madre a cui lui aveva votato tutta la sua vita, e che non aveva trovato di meglio da fare che abbandonarlo a sé stesso nel più meschino dei modi.

"Sam... se io avessi mai avuto l'onore ed il permesso di essere la tua metà, io non avrei mai saputo farti questo, ti avrei custodito come il più prezioso dei tesori, avremmo vissuto una vita splendida, qualcosa che tu nemmeno puoi arrivare immaginare..." quella riflessione irrazionale e distante vagò per la sua testa per alcuni attimi, prima che la ragione la imprigionasse e la sgretolasse, impedendogli di raggiungere le sue labbra e fuoriuscire, facendo reconditamente del male a tutti e tre i presenti.

Ciò che si permise di esprimere fu qualcosa di ben diverso, una frase di circostanza forse, non così d'impatto, sicuramente, ma certamente più consona.

"Sam... sei forte... non disperare su... si sistemerà, e se non lo farà troverai di meglio... hai ancora la fila di belle donne come al liceo, ne sono certo."

Il bicchiere di whisky sul tavolino di vetro venne riempito per la terza volta fino a superare la metà, e svuotato in meno di due sorsi.

"Quanto a Ashley, posso sentire un amico avvocato e vedere cosa si può fare, perché sicuramente hai dei diritti su di lei, che Shirley non si può permettere di non rispettare." Gli ricordò, alludendo alla sua piccola, ora a migliaia di chilometri con sua madre.

A quelle parole il giovane si animò appena "Lo faresti??" chiese speranzoso prendendo le spalle dell'amico tra le mani, cercando un contatto che lo rassicurasse quel poco che poteva.
"Certo che sì! David non mi ha mai negato un favore... è fantastico nel suo lavoro, vedrai!" lo confortò dolcemente, sorridendogli.

Andy rimase a osservare il compago e l'amico e sorrise di rimando alla dolcezza e l'efficacia con la quale Mika stava affrontando la situazione. Una manciata di secondi dopo era infatti al telefono con l'amico avvocato, e un 10 minuti più tardi gli aveva spiegato tutta la situazione e aveva fissato a Sam un appuntamento con lui per il giorno successivo.

"Io non so come ringraziarti Mika..." asserì dopo che con un enorme sorriso di incoraggiamento Mika gli ebbe comunicato l'ora del suo colloquio con l'avvocato londinese.

Mika gli diede una piccola pacca sulla spalla e enunciò con fare ovvio "Trascorrere il Natale con noi!" spiazzandolo completamente, lasciandolo di sale.

Dopo un istante di riflessione però esordì scuotendo la testa e declinando l'invito "No Mika, non c'entro niente con la vostra famiglia... Ti ringrazio ma..."

Ma Mika non gli permise di continuare oltre "Sei un mio amico, una persona a cui voglio bene, non passerai il Natale a casa da solo, non esiste! Festeggiamo qui da me, siamo un sacco, ma il casino è sempre meglio del silenzio assoluto, e poi a te piace il casino! Lo so io!"

Andy non riuscì a non sorridere a quell'impeto di generoso coinvolgimento che il compagno aveva appena esternato. Si chiese se nella sua vita con lui a fianco avrebbero mai trascorso un Natale soli nella loro tranquillità casalinga, ma si rispose anche che non era certo lo volesse davvero; che quel perenne brusio festante che accomunava da anni la giovialità festereccia del compagno, in realtà a lui era ben gradita.

"Digli di sì Sam, fidati di me... È una battaglia persa con lui" lo spronò a sua volta, cercando di fargli capire che opporre resistenza non avrebbe portato a grandi risultati.

L'inglese rimase pensieroso per un lungo istante, poi resosi conto della desolazione che avrebbe potuto essere per lui il Natale solitario, la diede vinta all'amico e accettò.

"Grazie ragazzi. Vado a casa e preparo le cose che mi ha detto il tuo amico David, ci vediamo domani sera allora..." si congedò dopo un'ulteriore mezz'ora di parole rincuoranti da parte dei due padroni di casa, dandogli appuntamento quindi per la sera successiva, la vigilia di Natale da passare in compagnia.

Una volta che fu uscito, Mika si ributtò sul divano allungandosi scompostamente. "Certo che di gente stronza ne è pieno il mondo eh..." commentò tirando il biondino a sé.

Andy si sistemò comodamente accanto a lui e sospirò annuendo "Ma per fortuna è altrettanto pieno di gente altruista e magnanima..." commentò carezzandogli una guancia e baciandolo dolcemente.

"Giusto per capire... quanti siamo domani sera?" chiese quindi, non troppo sicuro di quanta gente avrebbe invaso casa loro per il cenone.

"Hmm... i miei, Yas, Pal, Fort e Zu, il ragazzo di Yas, la fidanzatina di Fort, Sol, Farah, un amico italiano di papà, Sam, David, io e te" elencò uno per uno i componenti della comitiva, menzionando le onnipresenti Sol e Farah, rispettivamente ex tata di Fortuné e amica libanese di famiglia.

"Ah anche David c'è?" chiese Andy contento che l'amico avvocato 45enne trascorresse il Natale con loro, dopo la rottura con il compagno che aveva travolto anche lui un paio di mesi addietro, e dalla quale non si era ancora ripreso completamente.

"Sì, già che prima al telefono mi ha detto Non è un problema lavorare domani... anzi... tanto non ho niente da fare... va a finire che sta a casa da solo pure lui e non mi va...quindi l'ho invitato" spiegò velocemente.

Andy sorrise di nuovo intenerito "Cuore d'oro che sei" disse abbracciandolo e coinvolgendolo in un bacio tenero prima, passionale poi.

Mika sorrise e prese parte a quello scambio di tenerezze all'ombra del caminetto, in quella che era ritornata la perfetta atmosfera di tranquillità casalinga che era stata bruscamente interrotta un paio di orette prima.

-------------
Buonasera! Eccovi finalmente il capitolo nuovo.
Casa di Mika e inquilini sempre pronti ad accogliere amici in difficoltà anche dopo settimane di lavoro e distanza.
Vi ringrazio di aver giocato anche questa settimana e annuncio la "vincitrice" colei che ha sistemato nel modo più simile i titoli dei capitoli: funghettopazzerello.
L'ordine giusto è Goose on, goose off, the yellow hammock, Ulisse, Queen Es e Blooming Minds.
Le vostre supposizioni sul contenuto sono molto fantasiose ma noto come non vi avviciniate più di tanto. Meglio così, resterete con la sorpresa!
Vi mando un abbraccio virtuale e anche questa settimana sono in ritardo con le risposte ma arriverò!
Grazie a tutte.
Vv  

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora