Early bird

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L'estasi di un tocco fuggevole, il piacere di una scarica di ossitocina dritta al cuore, il rispetto, la sincronia, l'urgenza, la vertigine, la ricerca, l'edonismo.

Gli sguardi incatenati al fiorir della passione, la complementarietà dei loro respiri, il rincorrersi di battiti, la forza della delicatezza dei loro gesti.

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Aprire gli occhi alle 6 del mattino, dopo essere rientrato alle 3 inoltrate, era per Mika ben peggio di una tortura cinese. Il mugugno di Andy al suo fianco e la stretta attorno alla sua vita,che si fece più intensa quando cercò di sgusciare fuori dal letto,non lo aiutarono di certo nell'impresa.

"...dove vai?" borbottò il neo ventottenne senza degnarsi di aprire gli occhi cercando di trattenere a sé il suo ragazzo.

"Al lavoro, dormi..." gli rispose in un sussurro assonnato, lasciandogli un bacio in fronte e una carezza tra le ciocche bionde sparate in mille direzioni. 

"Uffaaa" si lamentò il greco girandosi dall'altra parte, mentre Mika spariva dalla stanza facendo il minimo rumore possibile.

Sbadigliando come un ossesso per il quarto d'ora successivo, riuscì a darsi una sistemata e a mettersi al volante della sua Audi, dopo aver ingurgitato un caffè doppio che sperava facesse effetto alla svelta.

Odiava guidare, odiava farlo per strade sconosciute e soprattutto odiava farlo al mattino così presto; ma per quel giorno non poteva né chiedere a Andy e nemmeno al suo manager, dato che per la prima parte di giornata ciò che doveva fare non c'entrava affatto col lavoro, a dispetto di ciò che aveva confessato al suo dormiente compagno.

Il messaggio che stava aspettando era arrivato da una ventina di minuti buoni e lui già non ne poteva più di attendere in piedi, in mezzo a famiglie con bambini urlanti e ragazzini in fermento. Ancora non capiva come la gente potesse essere così attiva a e festante alle 8 del mattino.

Sbadigliò per l'ennesima volta, dimenticandosi la galanteria di una mano davanti alla bocca spalancata e si calcò meglio il cappellino da baseball in testa, quando un paio di teenager gli passarono accanto osservandolo più del dovuto. Poi finalmente le porte si spalancarono e l'ondata di gente prese a fluire caoticamente andando a spargersi lungo tutta l'area arrivi, saturando l'ampio spazio informale.

"Artista assonnato all'orizzonte!" il vocione euforico e contento arrivò dritto alle orecchie di Mika, risvegliandolo dal suo coma e disegnandogli addosso un luminoso sorriso.

"Kalimera Nik!" lo salutò con trasporto, lasciandosi travolgere dall'abbraccio dell'amico che non vedeva da mesi e rivolgendo quindi l'attenzione verso Aris e Sev, due dei migliori amici di Andy in terra greca, suoi compagni di squadra a calcio e uno di loro anche suo collaboratore.

"Ciao Aris" salutò con un sorriso, "Piacere, Mika." Si presentò invece al secondo, che non aveva ancora avuto modo di incontrare, nonostante avesse dialogato a lungo per messaggio, per organizzare quella improvvisata.

"Avete fatto buon viaggio?" Si sincerò premurosamente ricevendo assensi da tutti e tre. "Mi fa piacere." 

I convenevoli durarono poco, la giornata era lunga e Mika aveva ancora una marea di cose da fare quindi caricati in macchina i tre greci, riprese la strada che da Malpensa li avrebbe ricondotti a Milano, sperando con tutto il cuore non ci sarebbe stato troppo traffico.

Altro giro, altra corsa. Abbandonati i ragazzi a destinazione e consegnato loro ciò che doveva, Mika si dileguò di nuovo, direzione stavolta l'altro aeroporto di Milano Linate.

La brioche calda riuscì a mitigare un minimo la tanto odiata attesa e il cappuccino contribuì a dargli quel minimo di carica che gli ci voleva per riuscire a non crollare addormentato sul tavolino del bar, mentre scorreva noiosamente le notizie del giorno sul suo iphone.

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