Family reunion

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Dalla frenesia, la concitazione, l'affollata quotidianità di una intera settimana, a un tempo senza tempo, una mattina senza regole, senza orari, senza progetti se non la completa concessione di avere null'altro che loro stessi.

L'esserci, unicamente. Senza troppe parole, senza nemmeno chiedere. Lasciando ai gesti la parola in poesia.

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Sembrava solo il giorno prima che avevano lasciato Londra, i giorni in compagnia erano trascorsi concitati e felici, pur nel loro raffinato caos.

La Puglia li aveva accolti con una sferzata di caldo ancor più cocente, una volta superata la pittoresca Firenze e la sempre ammaliante Roma.

Andy doveva ammettere di essere piuttosto contento di lasciarsi almeno una parte della famiglia Penniman allargata alle spalle, soprattutto il frammento che includeva le zie e la nonna del compagno.

Non che non si fosse divertito, assistendo ai battibecchi e alle stranezze della parte statunitense della famiglia libanese, ma delle mille pause caffè, toilette, panino, riposino dell'anziana signora e compagnia, era certo non avrebbe sentito la mancanza.

Forse proprio per quello, quel pomeriggio la sua euforia pareva essersi ridestata. Al porto di Bari, in fila pronto ad imbarcarsi con le auto sul traghetto per Atene, si sentiva stranamente contento.

"Sono sopravvissuto ad una settimana in Italia come referente per la mia intera famiglia. Devo assolutamente inserirlo nella mia lista delle grandiosità in cui sono riuscito nella mia vita." Confessò Mika, rientrato dopo aver accompagnato e salutato la combriccola in partenza per New York.

"Adesso vedremo se sopravvivremo anche a quella coi miei e i tuoi insieme!" ridacchiò il biondino, giocherellando con la collana di teschietti arancioni appesa da Mika tempo addietro allo specchietto retrovisore.

Il viaggio fu tranquillo, il mare calmo lasciò che l'imponente nave scivolasse veloce sul manto blu del mar Mediterraneo in tutta scioltezza.

"Che bella invenzione gli aerei eh..." biascicò Mika sbuffando, mentre con sguardo stanco osservava l'orizzonte sempre uguale da qualche ora a quella parte. La monotonia della linea azzurra al confine con il blu, lo stava annoiando non poco.

"Già. Ma il mare ha comunque il suo fascino" rispose invece Andy, che in quel manto per il compagno tanto monocromatico, trovava una miriade di sfumature. La spuma candida che andava a carezzare la chiglia della nave, diluendosi poi e tornando al suo colorito blu intenso, era da sempre stata per lui motivo d'incanto e di rilassamento durante i frequenti viaggi d'infanzia.

La carovana di auto si rimise in moto con la Range Rover della coppia in pole position. La familiarità del tratto di strada che separava Atene dal paesello di Andy lo inebriò inconsapevolmente.

In sei anni di relazione con lui, nessuno dei suoi famigliari aveva mai messo piede nella casupola dai muri bianchi dei Dermanis. Dentro di sé percepiva una certa inquietudine dai connotati positivi e ottimisti. Tutta quella faccenda gli stava trasmettendo una sensazione di ufficialità. Qualcosa che non faceva parte della sua quotidianità, pur avendo tutti gli elementi che la componevano: Andy e la grande famiglia Penniman riuniti in Grecia, avevano per lui il profumo di una fragranza dal sapore di casa, intrecciata ad una molto simile ma dai toni differenti.

Fragranza che si sentiva sulla pelle e che assaporava con un coinvolgimento emotivo e personale totale.

"Ricordami come siamo disposti in questi giorni?" chiese Mika, cercando di figurarsi in testa il più possibile, la mappa dei giorni a venire.

Andy sorrise "A casa mia, i miei dormono nella loro stanza" o per meglio dire la loro parte di soppalco, "noi due nella mia, Eleni e Christian dall'amica di Ele e la tua famiglia nel B&B di fianco a casa".

Mika annuì disponendo nella mente ognuno al suo posto poi quando la disposizione gli fu chiara, si voltò allarmato verso il biondo.

"Come io e te in camera tua???" chiese cercando il suo sguardo con urgenza "Avevi detto che Christian e Eleni avrebbero dormito lì e noi nel B&B con il resto della mia famiglia!"

Andy sorrise di nuovo e capì anche il motivo di quel tono acuto nella voce della sua metà.

"Sì, dovevano, ma questo quando ancora non sapevamo che tuo papà e il ragazzo di Yasmine ci avrebbero raggiunto. Il B&B non avrebbe avuto stanze a sufficienza così, quindi abbiamo rimediato in altro modo" spiegò i cambi di piani che comunque si ricordava bene di avergli comunicato, ma che probabilmente preso dalle sue cose non aveva recepito a dovere.

"Io dovrei dormire con te, coi tuoi genitori a una manciata di metri con due sole misere tende a separarci??" chiese aumentando il tono di quasi mezza ottava.

"A Milano abbiam dormito con tua madre nella stanza accanto. I letti a casa mia sono ai lati opposti della casa, a ben vedere siamo ben più distanti di quanto siamo quando dormiamo a Milano" puntualizzò Andy, analizzando per bene le due casistiche e soffermandosi su quello che Mika aveva imputato come il peggiore dei mali, specificando i dettagli.

"Ma a Milano ci sono le PORTE!" gli ricordò mimando con una mano.

Andy sbuffò ridacchiando. "Smettila di farne un caso di stato. Ce la puoi fare a trattenere i tuoi istinti ed evitare di saltarmi addosso per 4 giorni..." gli disse ammiccando, mettendo la cosa sul comico nella speranza di calmare le acque.

"Ma...." Si corrucciò il moro, nascondendosi il viso tra le mani e arrossendo al solo pensiero di loro due anche solo a scambiarsi qualche bacio di troppo con i suoceri nelle vicinanze. "Mamma mia che vergogna!" mugugnò capendo di non avere scelta.

Andy scoppiò a ridere poi trovò la puntualizzazione giusta per farlo desistere una volta per tutte.

"Ho dormito per 10 giorni circondato dai tuoi familiari, sono sopravvissuto, ce la farai anche tu, ne sono certo"

Mika infatti non disse più una sola parola, dovendo prendere atto della pazienza che Andy aveva tirato fuori in quella prima parte di vacanza.

Arrivati alla casupola, Andy lasciò l'auto nei parcheggi una via più sotto, per permettere a tutti di trovare un posto, poi si avviò su per le scale con Mika e Mel, lasciando le valigie a più tardi.

"Ben arrivati!!" Amanda uscì festante dalla porta di casa, salutando figlio, compagno e parenti a seguito, accucciandosi poi per ricevere le leccate festanti della cagnolona di suo figlio, tanto simile a quella che anni addietro avevano avuto anche loro.

"Avete fatto buon viaggio?" chiese una voce profonda uscendo a sua volta da casa, seguita da una seconda figura alta e sorridente.

Mika e Andy si ritrovarono istintivamente a salutare i due uomini con un "Ciao papà" sincronizzato che fece ridere tutti i presenti.

"Sei arrivato in anticipo" sorrise quindi il riccio, avvicinandosi a Mike, dopo aver stretto la mano ad Alexis.

"Giusto un'oretta fa, mi hanno invitato per merenda" lo informò indicando i consuoceri.

"Oh ciao tesoro!" salutò quindi, vedendo spuntare la moglie dalle scale, andandole incontro e attendendo che il resto dei suoi figli li raggiungessero.

Ci fu un viavai di saluti, abbracci e strette di mano che si concluse solamente quando Amanda invitò tutti quanti dentro, esortandoli a rifocillarsi in terrazza con i vari biscotti e pasticcini che aveva comprato o cucinato lei stessa.

Tra una cosa e l'altra si erano già fatte le 6 di sera e Andy spiluccò appena i biscotti della madre, affamato e assolutamente voglioso di qualcosa di diverso da mettere sotto i denti.

"Mika, vieni?" chiamò il suo ragazzo, impegnato nell'interrogatorio di Amanda su come fosse andato il loro viaggio in nave.

Il moro lo guardò e con un sorriso lo ringraziò, mentre Amanda si faceva da parte e lo lasciava svincolare verso il figlio in piedi sull'uscio della porta del terrazzo dov'erano tutti quanti.

Come Mika lo raggiunse, si avviò a passo svelto verso la porta principale di casa, con il suo ragazzo stranito al seguito.

"Dove andiamo?" chiese curioso, uscendo nel sole ancora caldo della sera greca.

"Vediamo quanto ci impieghi a indovinare..." gli disse solamente, lanciandogli un'implicita sfida che Mika accolse in tempo zero. In cammino l'uno di fianco all'altro sulle strette ripide scalinate in discesa verso il mare, Mika si lasciò inebriare dai colori sgargianti di quei luoghi e dai profumi che aveva quasi dimenticato.

Concentrato a cercare ogni nuovo dettaglio che si ricordava diverso, si fece sfuggire la piccola scommessa col compagno e solo quando arrivarono alla piazzetta e scorse l'insegna in legno colorato capì e si aprì in un sorrisone di quelli carichi di affetto, ricordi e serenità.

"Prego..." gli fece segno Andy, portando una mano dinnanzi a lui, facendolo passare.

Mika si avvicinò timidamente alla porta e la sospinse, facendo trillare la campanella, imprimendosi nella memoria quel suono che tante emozioni aveva saputo accogliere oltre quella soglia.

Una voce lontana esordì qualcosa in greco che Mika non comprese e pochi secondi dopo dietro al bancone comparve lui, coi i suoi occhi scuri, scrigni di, fiducia, empatia, calore umano.

"Ragazzi ciao!!!" li accolse festante aggirando in un secondo il bancone con il pesce fresco in esposizione, avvolgendoli tutti e due in un abbraccio collettivo di rara spontaneità.

"Non siamo passati solo per salutarti" gli comunicò Andy, dopo essersi ragguagliati per bene sull'andamento delle vacanze allargate.

"Ah no?" chiese Nikolas fingendosi rattristato da quell'ammissione.

"Sei un grande amico sì, ma sei anche il migliore venditore di pita ripiene dell'intera Attica!" lo lodò sinceramente, indicando il pescato fresco del giorno, alle sue spalle.

"Oh, ma quanti complimenti, vado subito a prepararne un paio, sedetevi!!" disse battendo le mani contento, indicando un tavolino in fondo al locale e sparendo senza bisogno di domandare altro.

Tornò dopo nemmeno due minuti con in mano una pita ripiena. "Non mi sono dimenticato l'altra eh" gli disse con un occhiolino, appoggiando la pita sul tagliere e dividendola in due con un colpo secco del coltello, avvolgendola in due tovaglioli e porgendone metà ciascuno con un sorriso radioso.

A Mika e Andy non sfuggì quella sua espressione serena e compiaciuta, quel tavolino che senza accorgersi erano tornati a scegliere, e nemmeno la forma particolare di quel panino diviso a metà, complementare tra le loro mani.

A Nikolas non sfuggì il loro incontro di sguardi complice, il loro lieve simultaneo arrossire e capì di essere riuscito in pieno nel suo intento di rievocare quel ricordo.
Sparì di nuovo silenziosamente, lasciandoli a gustarsi la prima metà del loro spuntino.

Mika si lasciò andare ad un mugugno di piacere, addentando quella pietanza che così poche volte aveva l'occasione di assaggiare, lasciandosi travolgere dalla marea di emozioni che quel sapore stava facendo emergere dalla sua memoria.

"Ogni volta capisco sempre meglio come mai tu sia legato così tanto a lui sai..." si lasciò andare ad un commento sincero sottovoce a Andy, vedendo Nikolas comparire con la seconda pita, anch'essa divisa ancora una volta a metà.

"Voi due siete più simili di quanto possa sembrare" asserì poi Andy, sorridendo a entrambi, due delle persone a cui era più legato e con le quali poteva essere sé stesso a pieno.

"Intendi che anche io cucino da Dio??" chiese Mika con un sorrisone compiaciuto, leccandosi le dita avidamente.

Andy scosse la testa pulendosi la bocca col tovagliolo "Questa non è una dote che condividete appieno... diciamo..." si lasciò sfuggire schiarendosi la voce, mordendosi un labbro per non sorridere beffardamente più del dovuto.

"Questa me la lego al dito!" minacciò il libanese, mentre Nikolas faceva il suo ingresso nuovamente con la seconda pita e li squadrava curioso, notando il fare corrucciato del più grande e il viso incorniciato dal sorriso che non era riuscito a trattenere, del più piccolo.

"Ecco qua la seconda" sorrise lasciandone di nuovo un pezzo ciascuno, posando una mano sullo schienale della sedia di uno dei due, sperando reconditamente in un invito a prendere posto con loro, che arrivò in tempo zero.

Chiacchierarono a lungo e solo un'ora più tardi i due giovani si alzarono per far rientro dalle loro famiglie.

Tutti piuttosto stanchi dal viaggio in nave, spizzicarono qualcosa e poi si diedero appuntamento per il giorno dopo.


"Andy no!" sussurrò il più piano possibile Mika, cercando di levarsi il compagno e i suoi silenziosi baci itineranti di dosso.

"Smettila, non ci vedono!" lo redarguì il greco sempre a bassa voce, continuando il suo malizioso gioco innocente.

"No, ma ci sentono!!" puntualizzò facendo leva sul suo torace per farlo alzare. "Hmmmm che palle che sei!!" si lagnò il più piccolo, lasciandogli un lieve morsico appena sotto la mascella, attendo che non ne rimanesse traccia, e poi staccandosi e sdraiandosi al suo fianco.

"Cos'è... per i prossimi 4 giorni devo anche astenermi a darti il bacio della buonanotte??" chiese con un filo di sdegno di troppo, lanciandogli un'occhiataccia.

Mika a quel tono sbuffò sonoramente, voltandosi per una frazione di secondo verso di lui e lasciandogli un casto bacio a fior di labbra ed un altrettanto pudico "Notte" prima di voltarsi di nuovo e concentrarsi a non pensare alle braccia di Andy che da dietro lo avevano intrappolato in una morsa lieve e al suo ultimo bacio sul collo.

Il giorno successivo, si svegliarono piuttosto presto, pronti a partire, direzione Atene centro, per un giro turistico.

"Che stai facendo, casinista?" Andy squadrò il compagno intento a rivoluzionare la sua valigia in cerca di qualcosa che apparentemente non riusciva a trovare, spargendo vestiti su tutta la superficie calpestabile del soppalco/stanza da letto che condivideva con lui.

"Non posso venire in città con questi!" disse afferrando un paio di pantaloncini a pois, tipicamente da spiaggia "e nemmeno con questi!" puntualizzò mostrandone altri due, il primo rosso acceso, il secondo a righe blu e bianche.

Andy ridacchiò, ricevendo uno sguardo torvo "Chi li ha messi in valigia quelli? Io o tu?" chiese facendolo ragionare sul fatto che mostrarsi accigliato con lui per quei particolari capi di abbigliamento, non era di certo cosa normale.

Ma dimenticandosi un particolare "Quelli blu, beige e bianchi sono sporchi, non posso metterli, questi vanno bene in spiaggia e quelli puliti che vanno bene con queste..." disse indicando due polo una chiara e una scura, ammassate sul letto in cima alla pila di cose "...indovina dove sono??" chiese con fare saccente e incriminatore, assumendo la classica posa da avvocato difensore di sé stesso.

Andy inarcò le sopracciglia senza emettere un suono, lasciandolo tacitamente libero di darsi una risposta alla sua domanda.

"Sono a Londra, e sai come mai??" completò infatti la sua stessa richiesta, mantenendo le mani sui fianchi e lo sguardo risoluto.

Andy a quel punto scese dalle nuvole e comprese il motivo per cui il compagno gli stesse imputando le colpe del suo outfit inappropriato.

"E io cosa ti avevo risposto?" chiese, sicuro che Mika avrebbe colto il riferimento al battibecco avuto fuori casa loro e avrebbe saputo ricordare le sue parole.

Il riccio infatti cambiò espressione, rilassandosi un attimo, appena prima di tornare sui suoi passi e corrucciare ancora più vistosamente i lineamenti dolci del suo viso.

"E io dovrei andare in giro coi tuoi vestiti, di fronte ai tuoi??" chiese quasi gli fosse stato chiesto di sfilare in boxer davanti ai suoceri.

Andy lo squadrò per un breve attimo, sperando di trovare in quello sguardo incredulo, una scintilla che potesse tradire una battuta celata fin troppo bene, ma quando capì che in quel suo modo di fare non vi era adito per la benché minima risata, non riuscì a esimersi dallo schermirlo affettuosamente. "Fai sul serio? Non ti fai problemi a uscire con pantaloncini da clown e te li fai a indossarne un paio miei a tinta unita?" domandò puntando un dito contro i vari short millecolori sparsi per la camera.

"Sono anni che mi freghi costantemente i boxer e adesso rompi per un paio di pantaloncini... " continuò finendo di sistemare la sua maglietta della notte sotto al cuscino del letto.

Mika sbuffò mantenendo la sua espressione contrariata e abbassando ancora di più il tono di voce, già mantenuto basso fin dall'inizio della discussione "Ma davanti ai tuoi... che vergogna..." esternò più a sé stesso che a Andy.

Il greco ridacchiò per sdrammatizzare "Con questa vinci definitivamente la medaglia d'oro del campionato di paranoie 2013-2014! Dai vestiti che siamo già in ritardo!" disse lasciandogli sul letto la scelta di ben 3 diversi pantaloncini tra cui scendere, e prendendo quindi la via delle scale, mettendo fine al battibecco e alle pare mentali del compagno.

Il ritrovo post colazione fu veloce, l'assenza di alcuni membri della famiglia Penniman si stava facendo sentire già da subito e Mika si stava godendo ogni attimo la libertà del non essere più il referente linguistico dell'intera combriccola, anzi si beava decisamente della sua mancanza totale di capacità di eloquio in quella lingua.

"Chiedi se ne ha un'altra uguale!" domandò al compagno, indicando l'abat-jour vintage esposta insieme a mille altre cianfrusaglie usate nel mercatino a cielo aperto di Monastiraki.

"No! Non lo porti a casa quel coso polveroso!" gli rispose però Andy, ignorando la sua richiesta, contento che da solo quella volta non potesse fare affari disastrosi.
Il libanese però non ci mise che un attimo ad andare a recuperare la cognata e a chiederle la stessa cortesia. "Eleni no!" la minacciò il fratellino, quando li vide arrivare insieme.

"Ma poverino, gli piace..." lo difese carezzandogli un braccio affettuosamente e dirigendosi a passo spedito verso il venditore.

Nel giro di 5 minuti, Mika aveva infatti concluso la compravendita a un prezzo irrisorio di due piccole lampade da comò che a detta sua erano perfette per l'appartamento milanese.

"Ele, ti devo un favore!" la ringraziò con un bacio affettuoso sulla guancia, mentre Andy si lasciava andare ad un'occhiata esasperata verso il cielo.

Dopo un pranzo veloce a base di Gyros i Dermanis decisero di portare i Penniman a scoprire le meraviglie della Grecia antica, tra Agorà e Acropoli. Alexis, che nel corso degli anni aveva portato più di un gruppo di amici inglesi e visitare i luoghi dei filosofi, spiegò con dovizia ogni singola incisione, capitello, fregio che gli capitasse sott'occhio, lasciando spesso ai figli la parola e l'onore di far loro da guida.

Mika doveva ammettere che la compagnia composta in quel modo era perfino più ben amalgamata e piacevole di quella che li aveva accompagnati durante la prima parte delle ferie.

Le sue cugine rumorose, sostituite da Christian e Eleni, rendevano il gruppo meno bambinesco e più coeso. I genitori di Andy al posto di sua nonna e le sue zie poi, erano un miglioramento alquanto gradito.

I quattro consuoceri avevano legato fin dai primi istanti e si ritrovavano spesso a ridacchiare alle spalle dei figli o a perdersi in discorsi più o meno seri.

Ognuno di loro aveva aneddoti d'infanzia da raccontare, e il fatto che tutti e quattro provenissero da nazioni e etnie diverse, rendeva il tutto ancor più interessante.

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Buon pomeriggio!
Chi l'avrebbe mai detto un centinaio di capitoli fa, che le due famiglie di potessero trovare a chicchierare e passare le ferie così spensieratamente in vacanza eh....
Bene!
E mentre i nostri beniamini in carne ed ossa sono bellamente scomparsi in quel della east-coast... speriamo il nostro MikO stia lavorando sodo all'album, oltre a spssarsela!
A presssssssto!
Caramelle pronte ;)
Vv  

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