"Sono orgoglioso di voi ragazzi, questa volta avete superato voi stessi. Avete saputo concretizzare delle idee completamente folli ed avete fatto centro in pieno." li elogiò ricevendo sorrisi sinceri e soddisfatti da tutti.
"Detto questo, cercate di non rubarmi il lavoro come avete fatto oggi, altrimenti mi ritroverò disoccupato nel giro di pochi mesi." scherzò il quarantenne, prima di perdersi nei festeggiamenti con loro.
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Tornarono in albergo che erano quasi le due passate. Mika aveva ancora un sacco di adrenalina addosso e aveva più volte cercato di coinvolgere Andy ad uscire a festeggiare il loro anniversario che cadeva proprio allo scoccare della mezzanotte, ma il greco con la scusa di essere stanco, aveva declinato la proposta e in quel momento doveva quindi fare i conti con la quasi fastidiosa iperattività del cantante.
"Ma hai appena fatto un concerto, dovresti essere stanco..." rimuginò il biondo portandosi la testa tra le mani, chiedendosi come mai quell'ammasso di energia non potesse smetterla di proferire un centinaio di parole al minuto a ritmo costante.
"Meno di un'ora in acustico? Sono abituato a ben altri ritmi!" gli ricordo infatti con fare ovvio, continuando il suo monologo, che stavolta verteva sulla magnificenza della scimmietta e degli altri animali sul palco.
"Mi è appena venuta un'idea!" esclamò ad un certo punto eccitandosi ancora di più e iniziando a parlare ancora più velocemente di prima.
"Mika spegni il cervello per oggi, ti prego!" lo punzecchiò Jerry, stanco più di loro per la giornata caotica.
"No Jerry ascolta! Potremmo ad un certo punto dello show, uscire tutti vestiti da animali! Sarebbe fighissimo!!" esternò la sua genialata, ricevendo occhiatacce un po' da cinque.
Quando notò il modo in cui la sua idea era stata accolta, si corrucciò e stizzito incrociò le braccia al petto come un bambino imbronciato, facendo calare finalmente il silenzio tanto auspicato nella vettura.
"Thank God!" proferì Nick ringraziando gli dei o chi per loro per la grazia ricevuta.
"Stronzi!" tuonò Mika, tornando poi alla sua posizione imbronciata.
Il silenzio si protrasse fino all'hotel, dove dopo essersi augurati tutti quanti la buona notte, rientrarono nelle loro stanze.
"Dai Andy solo un drink da qualche parte qui vicino..." tentò per l'ennesima volta Mika, fermando la marcia di Andy verso la stanza.
"Amore ti prego basta! Non ti sopporto più!" ribadì ancora una volta il biondino, mentre nel corridoio a pochi passi dalla stanza sperava di riuscire in qualche modo a far mettere piede allo zuccone dietro di lui in camera da letto.
Sbuffando sonoramente, il riccio si lasciò convincere e si avvicinò con passo ciondolante e sconsolato alla porta che Andy stava aprendo.
Nel momento in cui la luce si accese, Mika strabuzzò gli occhi ed entrò con passo lento e incredulo verso l'angolo più lontano della stanza.
"Ma cos..?" si chiese avvicinandosi alla piccola scenografia ricreata con oggetti di vario genere che giaceva in bella mostra poco distante dal grande letto a due piazze.
A quanto pareva, Andy in quell'enorme magazzino si era dato parecchio da fare quel pomeriggio, senza che Mika se ne fosse minimamente accorto.
"Ti assicuro che non è stato facile portare tutta sta roba fin qua, ma vedere la tua faccia in questo momento ripaga ogni minimo sforzo!" disse Andy portandosi accanto a lui e posandogli una mano sulla schiena.
Mika era perso in quell'ambientazione fiabesca. Due grandi statue raffiguranti due cervi si ergevano in tutta la loro maestosità nell'angolino della camera, ai loro piedi vi era una terza statua più piccola e accucciata di un cerbiatto. Appena davanti alle zampette pelose del cerbiatto vi era un tessuto argentato imperlato di paillettes e qualche fiocco di neve stilizzato adagiato sopra, a ricordare verosimilmente lo specchio d'acqua ghiacciato del laghetto di Richmond.
Come scenografia, dietro ai cervi erano stati piazzati alcuni cartonati di enormi alberi, spolverati di brillantini argento e bianchi e ai lati penzolavano alcune fronde gialle e arancioni, il tutto illuminato da una fila di lucine che contornava l'intera scena.
"Adesso ho capito perché volevi rientrare!" esclamò finalmente Mika, spiegandosi come mai il greco avesse avuto tanta fretta di far ritorno in hotel.
Andy gli sorrise e poi gli rispose a tono: "Esatto. E se tu non fossi il tremendo testone che sei, mi renderesti la vita mille volte più semplice!" condendo le parole con un pizzicotto ben assestato.
"Ahi!" si lamentò il riccio per poi tornare a rimirare quella bella scena surreale alle loro spalle.
"Ma quella..." disse avvicinandosi ad una delle piante che facevano da sfondo e prendendo tra le mani una pallina di Natale rossa e argentata. "...è la pallina del nostro albero di Natale!" riconobbe rigirandosela tra le dita.
Andy annuì sorridente, orgoglioso che quel particolare fosse stato notato e rubandogliela dalle mani per osservarla riflettere il bagliore delle lucine, facendola roteare su sé stessa.
"Ma com'è che frughi tra le mie cose?!" gli chiese poi con uno sguardo lievemente accigliato, ricordandosi come quella pallina l'avesse riposta lui tra i suoi vestiti la sera in cui avevano fatto le valigie.
Andy lo osservò senza capire ma poi ribatté: "A parte il fatto che io tra le tue cose ci frugo quando e quanto voglio..." guadagnandosi un piccolo calcio da parte di Mika, seguito da un risolino divertito.
"Ma questa l'avevo messa io in valigia in ricordo del Natale, quando stavamo smontando l'albero. Mi ricorda casa." spiegò arrossendo appena per quella confessione.
Mika lo guardò per un attimo con le mani sui fianchi e sguardo inquisitore, poi si volto verso la parte più lontana della camera e rovistando nella valigia, estrasse la sua pallina da sotto i vestiti. Si avvicinò a lui sorridendo e mise la sua accanto a quella che penzolava roteando lentamente dalle dita della mano del biondino.
Andy le osservò con aria sognante. Avevano avuto la stesse idea senza rendersene conto. "Quanto è romantica questa cosa??!" chiese con tono sdolcinato e contento.
"Vedi che è bello renderti la vita difficile a volte..." tornò alla frecciatina di Andy di poco prima, avvicinandosi a lasciargli un bacio delicato. "Oh sì!" rispose l'altro sulle sue labbra, assestandogli un altro pizzicotto.
"Ahi! Ma smettila!!" si lagnò il più grande, ribattendo poi con un "Sai che noia sarebbe..." prima di balzare con un saltello in braccio a Andy ed appendersi in stile koala, intrecciando le braccia intorno al suo collo e le gambe attorno ai fianchi, puntando gli occhioni nocciola nei suoi.
"Effettivamente sarebbe una noia mortale" affermò il biondino dalle iridi zaffirine, dandogli ragione questa volta e lanciando la pallina sul letto, insieme a quella di Mika.
Andy staccò le mani dalle gambe di Mika, saldamente avvolte attorno alla sua vita e le portò a perdersi nella chioma di folti riccioli castani che in quei mesi avevano assunto una voluminosità pazzesca.
"Che capellone sei diventato!" gli disse affondando le mani e tirando i boccoli verso l'alto e verso l'esterno, aumentando ancora di più l'effetto quercia.
"A ragionarci potevo mettere te al posto dei cartonati degli alberi. Avresti fatto più scena... con le palline poi, sarebbe stato il top!" continuò frizionando la massa di ricci e sparandoli dovunque.
"A differenza tua io non ho bisogno della berretta anche quando ci sono 10 gradi, per ripararmi dal freddo..." lo prese in giro il moro abbassandosi poi sul suo collo e lasciandovi un bacio prima e concludendo con un morso ben assestato poi.
"MIKA TI AMMAZZO!!" Urlò Andy cercando di staccarselo di dosso prima di ritrovarsi ad essere costretto ad indossare maglie a collo alto per un paio di settimane buone.
Ma il ragazzo aveva già compiuto la sua opera. Quando si staccò dalla sua pelle candida dove si poteva già intravedere un segno rossastro, non poté trattenere la risata fanciullesca che sapeva mandare in brodo di giuggiole il suo biondino, che infatti sorrise, prima di buttarsi sul letto schiacciando sotto il suo peso Mika, che nonostante tutto non disintrecciò braccia e gambe dal suo corpo.
Felice di poter sfogare la sua adrenalina restante, Mika si avventò sul suo compagno, coinvolgendolo in una danza erotica e terribilmente piacevole che riuscì a lasciarlo finalmente stremato dandogli così modo di addormentarsi senza tanti problemi.
Le giornate successive furono segnate da molto lavoro, ma anche da svariati momenti di svago che i ragazzi si poterono concedere.
"Stasera vi massacro tutti!" sentenziò Mika, allacciandosi I pattini da ghiaccio che aveva appena preso a noleggio insieme alla maggior parte degli altri suoi amici, pronto a scendere in pista e passare un'oretta in totale spensieratezza.
"Credici!" lo canzonò Ida, nata e cresciuta in Svezia, dove aveva per anni preso parte a corsi di pattinaggio artistico, praticandolo anche a livelli agonistici.
"Non sottovalutatemi ragazzi!" li informò Martin e lo stesso fecero Nick e Mark pavoneggiandosi e dando risalto alle loro "doti di grandi pattinatori".
"Andy tu come sei messo?" chiese Cherisse che sul ghiaccio aveva sempre avuto la stessa agilità di Bambi, notando l'espressione rassegnata e lievemente impaurita del greco e sperando di non ritrovarsi da sola, a rimanere appesa ai bordi della pista per l'intera durata della serata.
"Sono messo che in Grecia gli sport a cui mi dedicavo erano il nuoto e la vela, non certo lo sfilare in equilibrio su una lastra di ghiaccio!" ammise il bel ragazzo dagli occhi blu, lottando con i lacci dei pattini che non volevano saperne di restare al loro posto.
Mika ridacchiando si avvicinò a lui, prendendo le stringhe tra le dita e avvolgendole in un paio di fiocchi stretti attorno alle sue caviglie, facendo poi lo stesso con Cherisse che gli sorrise grata.
"Vamossss" li incitò il cantante, prendendo poi Andy per le mani e tirandolo in piedi bruscamente dalla sedia su cui era comodamente seduto, tant'è che si ritrovò a doversi aggrappare a Mika abbracciandolo stretto per evitare di finire per terra.
"Tu mi uccidi stasera, me lo sento!" confesso Andy impaurito da ciò che si ritrovava a fare per la prima volta in tutta la vita, per di più con un insegnante maldestro qual era il suo ragazzo.
"Ma no dai..." sorrise Mika arricciando il naso. "O forse sì, chissà...!" continuò poi, facendo sgranare gli occhi al biondino che con entrambe le mani ancora nelle sue, cercava di capire come mantenere i piedi dritti, anche sul tappeto di bordo pista.
Lasciarono che gli esperti entrassero in pista e poi Ida prese le mani di Cherisse nelle sue e lentamente la guidò verso il ring, spiegandole dolcemente come comportarsi man mano che avanzavano, mentre Mika, con molto meno tatto rispetto alla svedese, trascinò il greco in pista facendolo quasi finire a gambe all'aria dopo il primo metro.
"IDAAAA! Perché mi hai lasciato con questo animale???!" sbraitò il biondo mentre con entrambe le mani cercava per quanto potesse di restare aggrappato a Mika che molto poco dolcemente lo trascinava sul ghiaccio, pattinando all'indietro.
La talentuosa cantante d'opera scoppiò in una sincera risata, pattinando dolcemente sempre attenta a non far sbilanciare Cherisse che lentamente si faceva guidare in quell'impresa.
"Condoglianze amico!" stavolta fu la batterista a rivolgersi al greco con una risatina.
Mika si corrucciò a sentire quelle parole, rivolte così poco gentilmente nei suoi confronti. "Ma cosa volete tutti da me??!" disse stizzito voltandosi verso la coppia di ragazze che proprio in quel momento stava passando dietro di loro.
"Mikaaaaaa!" strillò Andy, aggrappandosi al suo ragazzo fino a far combaciare il petto al suo in un disperato tentativo di non cadere a gambe all'aria. In quel momento poco gli importava di essere in mezzo alla gente.
"Tieni le gambe morbide, sembri un pezzo di legno!" lo incitò il riccio cercando di portare il biondo a staccarsi da lui, prima che, intralciando anche i suoi movimenti, a terra ci finissero entrambi.
"Ma ti sei mai visto?!" lo prese in giro Andy a quella parole. Non si poteva di certo dire che la popstar fosse un ballerino provetto e avesse l'agilità di una gazzella.
Il ricciolino, attese che le iridi azzurre si puntassero nei suoi occhi per lanciargli un'occhiataccia degna delle sue. "Devo ricordarti grazie a chi stai in piedi al momento?" lo sfotté facendo svanire il sorrisino compiaciuto dalla sua faccia.
Quando alcuni attimi dopo finirono di battibeccare, Mika piano piano riuscì a insegnargli i movimenti fondamentali e i trucchetti che gli permettevano di fare almeno qualche passo senza finire faccia a terra.
Ormai da qualche minuto, Andy poteva permettersi di tenere solo una mano stretta al suo compagno, riuscendo nell'intento di avanzare di alcuni metri con buona scioltezza.
Dopo un'ora, finalmente tutti i ragazzi girovagavano per la pista da soli, chi più velocemente, chi più impacciatamente, ma tutti in autonomia.
Inutile dire che lo spirito competitivo di Mika aveva avuto la meglio su di lui, non appena aveva potuto lasciare le mani di Andy, coinvolgendo molti dei componenti della band, in piccole gare di acrobazie.
Con Ida aveva ben presto desistito, resosi conto della sua spiccata bravura, mentre con Nick e Martin stava portando avanti una lotta all'ultimo sangue da più di 10 minuti. Dopo 3 giri di pista, si trovava in testa, seguito a brevissima distanza da Martin, quando si voltò per controllare dove i suoi avversari si trovassero, non vedendoli si sporse di più verso il centro della pista, continuando a rimanere voltato dietro di sé.
Quando dopo averli individuati tornò a voltarsi in avanti, con terrore notò una bambina di nemmeno 5 anni, proprio davanti a lui.
Sgranò gli occhi.
Ormai lanciato a tutta velocità non avrebbe fatto in tempo a fermarsi, in un nano secondo cambiò di direzione, evitando sia la piccola, che con un ultima virata, un altro paio di persone sul suo tragitto.
Il pericolo di ammazzare qualcuno era stato scampato, il problema però a quel punto fu un altro, dopo tutti quei cambi di direzione improvvisi, il ragazzo non riuscì più a mantenere l'equilibrio e senza riuscire a fare altro, ruzzolò per terra, terminando la sua corsa a tutta velocità contro le barriere del ring.
In un attimo tutti i presenti sulla pista si voltarono verso di lui. Mika se ne stava lungo e disteso a terra. Mark, il più vicino a lui, accorse subito in suo soccorso.
ome gli si avvicinò, il riccio aprì gli occhi con espressione dolorante emettendo un flebile "Ahio!".
"Tutto ok?" gli chiese sinceramente preoccupato, mentre il folle pattinatore lentamente si metteva a sedere appoggiando la schiena contro la barriera.
"Bene... sì" sussurrò portandosi una mano alla testa coperta da una berretta beige con un grande pom pom sull'estremità.
Pochi secondi dopo Mark, tutti gli amici si erano riuniti attorno a lui, sincerandosi delle sue condizioni.
Andy lo guardava con sguardo incredulo, essendosi fermato per alcuni minuti a bordo pista, stanco di doversi concentrare per fare ogni passo, aveva assistito a tutta la scena, ridendo prima e rimanendo pietrificato poi dalla botta che il ragazzo aveva dato alla barriera con la testa, attutita solo dal pompom.
Una piccola macchiolina rossa iniziò a formarsi sul tessuto chiaro di lana che ricopriva la fronte, dolcemente Ida sfilò la berretta e scostando i ricci, notò un taglietto appena sotto l'attaccatura dei capelli. Fortunatamente non sembrava nulla di preoccupante.
I ragazzi lo aiutarono ad alzarsi e uscirono insieme dalla pista.
Si sincerarono che fosse tutto a posto e decidendo che per quella sera ne avevano combinate abbastanza, rientrarono in hotel.
"Ogni tanto la testa dura serve, vedo..." commentò Cherisse in macchina dietro di lui sghignazzando.
"Quando non si è pattinatori provetti soprattutto!" lo schernì Nick dandogli una pacca affettuosa sulla spalla.
Mika sbuffò. Era certo che quella serata sarebbe passata alla storia tra i membri della squadra, l'avrebbero preso in giro a vita. "Tutto per non travolgere una bimbetta. Dovreste essere fieri di me invece di prendermi per i fondelli!" cercò di difendersi il ragazzo con scarsi risultati dato che tutti scoppiarono a ridere.
Tornarono in hotel e dopo essersi salutati ognuno prese la via della propria camera.
Mika si sdraiò sul letto non appena vi mise piede. Fortunatamente non aveva riportato danni, a parte un piccolo taglietto in fronte, coperto dal cerotto che i riccioli nascondevano benissimo. Come era normale che fosse però, aveva ancora qualche rimasuglio di mal di testa.
Quando anche Andy si coricò accanto a lui sotto le coperte, Mika si avvicinò a lui, come era solito fare, ma lui lo respinse appena.
Il moro capì immediatamente che ci fosse qualcosa che non andava e mettendosi semi seduto lo interrogò. "Che ti prende?" gli chiese cercando i suoi occhi, riflettendoci si ricordò che nonostante Andy non gli si fosse mai allontanato un attimo dopo la sua caduta, non aveva mai scambiato che poche parole con lui, aveva lasciato che fossero più che altro gli amici a chiedergli se stesse bene.
"Che mi prende??! Che ho un bambino dell'asilo come fidanzato, ecco cosa mi prende!" pronunciò il ragazzo ad alta voce, in tono serio.
Mika socchiuse gli occhi infastidito dal rumore forte e poi lo osservò perplesso.
Prima ancora che lui potesse spiccicare parola, il greco continuò. "Possibile che se ogni tanto non fai qualcosa di stupido e infantile tu non sia contento??!" gli urlò contro quasi infervorandosi.
Mika non capiva, forse a causa del mal di testa o più probabilmente per l'insensatezza di ciò che stava sentendo, non lo sapeva.
"Andy..." iniziò cercando di indagare, ma venne interrotto, di nuovo.
"Mi hai fatto perdere due anni di vita stasera! Cosa credi che abbia provato a vedere il mio ragazzo schiantarsi praticamente di testa contro le barriere a tutta velocità?! Devi smetterla di fare queste cazzate!" il ragazzo ora stava inveendo contro di lui palesemente preoccupato.
Al libanese si accese la lampadina. "Hai avuto paura per me?" gli chiese con voce tranquilla e quasi colpevole, certo che ciò che poteva leggere in quegli occhi espressivi fosse paura.
Andy abbassò lo sguardo, capendo forse di avere esagerato.
"Io ti amo Mika! Non potrei sopportare che ti succeda qualcosa!" confessò il greco, stavolta con tono pacato dato anche dal tremolio nella sua voce. "Ogni tanto sembra quasi che tu non sappia dominare i tuoi istinti e vada a finire a fare le cose di pancia, mettendosi in situazioni stupide." gli spiegò, esternando i suoi timori.
Andy era un ragazzo estremamente prudente e razionale, nella vita gli era stato insegnato che prima di fare qualunque cosa, era necessario fermarsi a pensare, riflettere sui pro e i contro e poi decidere.
Per ogni cosa aveva sempre agito in questo modo, valutando ciò che poteva andare storto e agendo di conseguenza, spesso limitando molto le sue scelte.
Da quando aveva conosciuto Mika ed il suo modo di fare completamente agli antipodi, aveva cercato di prendere la vita un po' più di pancia e lasciarsi andare un po' di più.
Nonostante ciò però, sembrava che con lui quella concezione di vita meno calcolatrice, non funzionasse a dovere. L'ultima volta che aveva pensato meno razionalmente e aveva seguito l'istinto, giusto un paio di settimane prima, aveva finito per litigare pesantemente con Mika, avendo realizzato troppo tardi come il suo comportamento avesse preso una direzione sbagliata.
La scena di quella sera lo aveva colpito, vedere il suo ragazzo perdere il controllo e urtare violentemente le barriere del ring, gli aveva fatto tornare alla mente un episodio della sua infanzia, quando sua cugina, dopo essere caduta da un ramo di un albero, nemmeno troppo alto su cui stavano giocando, aveva picchiato la testa ed era rimasta tre giorni in coma in ospedale, prima che i medici la dichiarassero fuori pericolo.
Lui era stato il primo a prestarle soccorso, ed aveva passato tre giorni infernali, attendendo che migliorasse.
Andy gli raccontò quell'episodio, e Mika capì.
Lo osservò colpevole e rattristito, poi in un impeto di affetto, lo abbracciò forte.
"Effettivamente non dev'essere stata una bella scena da vedere..." constatò il riccio, pensando a poco prima.
"No, decisamente!" confermò Andy scuotendo la testa e guardandolo storto.
Mika ridacchiò cercando di stemperare la tensione e poi sinceramente riprese.
"Se quello che vuoi, è che io ti prometta che non farò più le cose d'istinto, mi dispiace ma non posso proprio. Fa parte di me. Se dovessi pensare 10 minuti per ogni cosa, non potrei mai fare il lavoro che faccio e non potrei essere chi sono." Andy aggrottò le sopracciglia udendo quelle parole.
"Se io non avessi agito d'istinto, adesso ti staresti ancora domandando come sarebbe stato baciarmi!" concluse poi con un sorriso furbo, facendo cambiare completamente espressione al greco, che capendo quanta verità ci fosse in quell'ultima frase, desistette.
"Ok ok ok. Te lo concedo!" disse poi con un lieve sorriso, lasciando che le labbra calde di Mika si appoggiassero sulle sue.
Con amore gli prese il viso tra le mani scompigliandogli i ricci, e distogliendo subito la mano quando sentì sotto i polpastrelli l'enorme bernoccolo che immancabilmente ricordava cosa fosse successo giusto un'oretta prima, mentre Mika ritraeva la testa con una smorfia di dolore che cercò, senza successo, di nascondere all'apprensivo biondino.
"Vado a prendere del ghiaccio di sotto." gli disse il ragazzo, alzandosi dal letto e andando verso la porta. "E non azzardarti a contestare!" concluse bloccando Mika sul nascere.
Quando tornò in camera, vide Mika seduto accanto alla finestra rimirare le luci della notte. Era una cosa che lo trovava spesso a fare.
Sembrava non aver avvertito la sua presenza e quando il greco gli piazzò il sacchetto di ghiaccio in testa, balzò in piedi di scatto.
"Hey non pensavo di spaventarti!" si scusò Andy raccogliendo il ghiaccio e consegnandolo nelle sue mani, mentre si spostavano insieme verso il letto.
"No è che... stavo pensando..." disse Mika sedendosi con la schiena appoggiata alla testiera.
"Quest'anno compio un quarto di secolo e c'è una cosa che ho sempre voluto fare... e da qualche tempo pensavo potrei farla a compleanno, solo che credo che a questo punto dovrei passare sul tuo cadavere prima..."
Andy aggrottò le sopracciglia e lo squadrò con aria truce e preoccupata.
"E forse pensandoci... è meglio che tu non ne sappia nulla!" concluse con un risolino, tornando a piazzarsi il sacchetto di ghiaccio in testa.
Andy continuò a fissarlo con espressione poco convinta. "Hai detto bene... Dovrai passare sul mio cadavere!!" pronunciò grave, mentre Mika sbadigliando, prendeva posto meglio sotto le coperte.
Il moretto ridacchiò e poi sporgendosi a lasciargli un bacio della buonanotte si distese in tutta la sua lunghezza sul materasso, cadendo addormentato insieme a Andy.
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Two of a kind
ФанфикLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...