Andy aveva girato in lungo e in largo nella villetta londinese per tutta la mattina e l'intero pomeriggio aiutando il compagno nella preparazione della cena di Natale, a cui non aveva avuto il cuore di dire no.
Da quando Paloma però aveva messo piede nel loro salotto con il suo fagottino sgambettante, vestito di rosso e verde, se l'era preso in braccio per non mollarlo più.
Bobo dall'alto dei suoi 7 mesi ridacchiava per ogni faccia buffa e guardava con aria interessata praticamente qualunque arredo di casa Penniman/Dermanis davanti a cui finisse per trovarsi, godendo della vista privilegiata dalle braccia dello zio, che amorevolmente gli concedeva di giocherellare con alcuni dei soprammobili più strani e meno fragili del compagno.
Paloma si era rintanata in cucina con il fratello, aiutandolo con le ultime faccende, in attesa che il resto dei fratelli facesse la loro comparsa.
"Lo trovo bene, Andy" ammise, aggiungendo un filo di pepe alla zuppa che Mika stava assaggiando a sua volta.
Il riccio annuì allungando un veloce sguardo alla porta della cucina, assicurandosi che il compagno non fosse a portata d'orecchio.
"Sì, mi sono stupito anche io... si sta riprendendo velocemente!" ammise fiero, con un sorriso innamorato che la diceva lunga. "E tra l'altro... se hai voglia in questi giorni, passate pure tu e Bobo, sia se vuoi stare in compagnia, sia se vuoi uscire con le amiche e non sai a chi lasciarlo." Le disse dolcemente, sapendo che con quell'invito avrebbe reso felice sia la sorella che il compagno.
"Volentieri, ho visto che Bobo lo distrae un sacco, e poi Andy è la dolcezza fatta persona con i bimbi" volle far notare.
Mika sorrise amorevole "Sì, ma io lo dico anche per te" aggiunse poi con uno sguardo affettuoso. Sapeva benissimo quanto il periodo natalizio vissuto in solitaria potesse essere demoralizzante, e voleva essere sicuro che la sua sorellona si sentisse la benvenuta in qualunque momento.
"Grazie Mika..." gli rispose schioccandogli un bacio sulla guancia e stritolandolo in un abbraccio, come erano soliti fare da bambini.
Mika ridacchiò beandosi di quel piccolo salto nel passato e tornò quindi alla sua cena, aprendo il forno e inondando la cucina di un profumo delizioso.
"Ho come l'impressione che l'ometto qui abbia fame" annunciò Andy, entrando in cucina con un sorriso smagliante, indicando il cordoncino della sua felpa che passava in una mano paffutella finendo con l'estremità in bocca a Bobo, che lo masticava quasi fosse un pezzetto di torrone.
"Aaaaah beh, quando non ha fame il mio bimbo...?" rise Paloma, prendendo un piccolo panino, perfetto per le mani di suo figlio, togliendogli dolcemente il cordoncino dalla bocca, sostituendolo con il pane, che provvide subito a portare sotto i due dentini ormai quasi del tutto in superficie.
Andy gli schioccò un bacio dolcissimo sulla guanciotta tonda, che fece sorridere tutti i presenti per poi dirigere la sua attenzione a compagno e cognata, senza mai separarsi dal piccolo di famiglia.
"Posso aiutare?" chiese dando uno sguardo a ciò che i due stavano facendo.
"Stai già aiutando perfettamente" rispose Paloma, indicando il figlio che tranquillo mordicchiava il panino in braccio all'altro biondo di casa.
"A me invece serve una mano, fai aaaaaaa?" richiese Mika allungandogli una patata appena tolta dal forno, su una forchetta.
"Dimmi se sono cotte e se devo aggiungere spezie, io ho appena assaggiato il pollo al curry e mi confonde i gusti" domandò soffiandoci sopra prima di avvicinarla alle labbra di Andy.
Il greco attese paziente e poi assaggiò il cubetto di patata "Hmmm, un filo di sale e sono perfette" sentenziò masticando con gusto.
"E per essere sicuri, meglio io assaggi anche il pollo" asserì con fare da esperto, sorridendo furbo in direzione del moretto, che ricambiò il sorriso e allungò un pezzetto di pollo come aveva fatto con la patata.
Andy la assaporò lentamente, fingendo una certa professionalità e sentenziando un "Sapidità appropriata, corretto dosaggio del curry, succoso al punto giusto e tenero al morso", facendo ridere Paloma e ricevendo uno sguardo tra il perplesso e il divertito dal suo Mika, poi prima che quest'ultimo potesse allontanarsi, si allungò e ridacchiando gli rubò un bacio a fior di labbra, con un "Buonissimo, amore".
Mika si sciolse a quella spensieratezza in aggiunta ai complimenti, e posata la forchetta sul tavolo, lo strinse a sé dando un bacio a lui e uno al nipotino, prima di tornare alle sue faccende.
La tranquillità della casupola venne interrotta a poco a poco dall'arrivo in rapida successione del resto della famiglia Penniman, unita a Amanda, Eleni e Christian, che Andy aveva gentilmente chiesto di poter avere tra loro, sicuro che la spensieratezza dei Penniman avrebbe fatto al caso di tutti.
Non avevano invitato zie e cugini quell'anno, ma la tavolata era comunque gremita di sorrisi e di una moltitudine di sguardi. Oltre ai 7 Penniman, ai vari consorti e fidanzati, alla famigliola di Andy, anche quell'anno al tavolo sedevano la tuttofare della coppia, che li aiutava con le faccende domestiche, Bella, la anziana ex-tata di Fortuné e Zuleika, un paio di amici senza una compagnia con cui trascorrere la festività, il buon vecchio Nikolas e per la prima volta tra la marea di adulti, un piccolo viso paffutello corredato da due dentini e sguardo curioso, che venne nominato in tempo zero "principino della tavolata".
Ogni anno non mancavano mai facce nuove al tavolo natalizio della grande casa, c'era sempre un posto in più da poter aggiungere per quell'amico, parente o conoscente che si sapeva avrebbe potuto aver piacere o bisogno di una compagnia di spensierati mattacchioni.
E ogni anno, puntualmente, i nuovi arrivati uscivano dalla porta con una nuova e peculiare sensazione di famiglia, amici nuovi e sorrisi sinceri.
David l'amico avvocato di Mika, fu l'ultimo a varcare la porta di casa quella sera, dopo un'ultima seduta al tribunale, dal quale era uscito ancora una volta vittorioso. Di quella casa il 46enne inglese era ormai divenuto un assiduo frequentatore, dopo la dipartita del suo storico fidanzato, ormai un anno prima, aveva trovato in Mika e Andy due buoni amici e compagni di chiacchierata.
"Scusate il ritardo, l'avvocato della controparte era un tale spino nel fianco, non intendeva mollare l'osso nonostante l'evidenza" informò la combriccola, posando il panettone artigianale appena comprato su un tavolino laterale in sala da pranzo.
"Stakanovistaaaa" lo attaccò bonariamente Mika, facendosi consegnare il cappotto e la sciarpa per riporli nel guardaroba allestito al piano di sopra.
David alzò un sopracciglio e rise di gusto "Ma da quale pulpito mi giugne l'accusa...!" ricambiò lo sbeffeggio, facendo annuire Andy, poi salutati i presenti si premurò di prendere posto a tavola, con una certa nonchalance vicino a Nikolas il quale gli sorrise e ricambiò il caloroso saluto.
Nik e David si erano incontrati allo stesso tavolo, alla stessa identica occasione giusto un anno prima. Non si poteva dire fossero simili, sotto molti aspetti. Nati e cresciuti in due contesti opposti, una metropoli europea e un minuscolo paese sulla costa a migliaia di chilometri di distanza, il primo da una famiglia di benestanti insegnanti, il secondo da una di umili pescatori, si erano ritrovati a condividere la stessa atmosfera festosa a casa di due ragazzi che delle loro rispettive differenze avevano fatto le colonne portanti della loro vita e della loro relazione e dal cui spirito di condivisione e aggregazione erano nate tante belle storie di amicizia e amore.
Per Nikolas ritrovarsi in quella casa era divenuto ormai un rito, quell'anno anche più profondo, con la presenza dell'intera famiglia di colui che era stato fin dall'infanzia uno dei suoi più grandi amici fraterni.
Andy lo aveva salutato con un abbraccio caloroso non appena vi aveva messo piede e lo sguardo intenso che si erano scambiati, aveva raccontato ogni loro emozione. Si erano sorrisi, consapevoli di ciò che li stava spingendo a guardare avanti allo stesso modo, e in modo analogo avevano fatto con Amanda ed Eleni.
In un silenzio assenso avevano scacciato tutti, chi più faticosamente chi meno, quel peso sul cuore e avevano disteso le labbra, come sapevano Alexis gli stesse chiedendo di fare dall'altra parte dello spazio siderale.
I Penniman erano stati tutti debitamente istruiti da Mika sui comportamenti da tenere, ben prima che ciascuno entrasse dalla porta. "Niente occhi inteneriti, niente compassione, niente tristezza, niente commiserazione. Solo sorrisi, buon umore, calore, affetto, amore... e per loro sarà un bel Natale" aveva scritto assicurandosi che tutti avessero recepito e interiorizzato il codice di comportamento. "Fateli incupire e non ve lo perdonerò mai!" aveva poi aggiunto, minacciandoli a cuore aperto.
I messaggi erano arrivati forti e chiari a ogni singolo componente della famiglia e tutti avevano riconosciuto il profondo istinto di protezione che Mika aveva messo in ogni singola lettera contenuta in quelle immateriali nuvolette bianche.
Un ultimo sguardo fermo e risoluto sulla soglia della stanza da pranzo aveva poi ricordato ad ogni fratello e sorella quanto discusso in precedenza, assicurando alla tavolata il clima festoso che si conveniva.
"Vado a controllare che non brucino le patate" asserì Andy alzandosi dopo aver finito i suoi antipasti, avviandosi verso la cucina.
Quasi nessuno fece caso alla informazione di servizio del biondino di casa, tranne Mika e un'altra persona.
Andy chiuse il forno dopo averlo spento, assicurandosi che le patate stessero in calda senza abbrustolire più del dovuto, quindi ripose il guanto, voltandosi per tornare nella stanza accanto, trasalendo quasi alla vista di Nikolas, che quatto quatto si era palesato dietro di lui.
"Nik!" esclamò sgranando gli occhi "che ci fai qui?" chiese immaginando che la sua presenza non fosse casuale e avesse poco o nulla a che vedere con l'assaggio di pietanze che aveva già provveduto a fare.
Il pescatore trasse un profondo sospiro, osservando Andy con sguardo impaziente, al quale quest'ultimo assottigliò gli occhi stranito.
Prima che il giovane potesse invitarlo con dolcezza a vuotare il sacco, Nik prese la parola. "Ho... una novità... e non voglio che si venga a scoprire prima che io te l'abbia detto di persona" confessò affondando gli occhi scuri in quelli color del mare del suo figlioccio.
"Oh...! Dimmi!" esclamò Andy sorpreso, ma nemmeno troppo, sorridendogli affettuosamente.
Nik lesse nel suo sguardo un luccichio insolito, ma proseguì "David... beh... è venuto in Grecia un paio di mesi fa" iniziò il suo racconto. Andy annuì, limitandosi a ricordargli come lo avesse incontrato al paese, di ritorno da Egina. "E ecco..." proseguì schiarendosi la voce e facendo una breve pausa, "sta nascendo... qualcosa" ammise deglutendo lievemente nervoso.
Andy a quel punto si lasciò andare ad un sorriso sincero e spontaneo "...o è già nato?" lo spronò con sguardo intelligente.
Nik arrossì inaspettatamente e all'anglo-greco fu tutto chiaro.
"L'avevo capito sai...?" ammise con espressione furba, cingendogli le braccia con le mani, affettuoso.
A quella dichiarazione gli occhi scuri si sgranarono a dismisura, osservando il biondo quasi gli avesse confessato un segreto.
"Ci conosciamo da tutta la vita, o per lo meno tutta la mia, quello sguardo non te l'ho mai visto rivolto a nessuno, tranne che a David" snocciolò ciò che aveva concluso dalla sua attenta e riservata osservazione.
"Non sai quanto mi faccia felice questa notizia!" affermò abbracciandolo stretto, facendolo sciogliere.
La porta che Nik aveva chiuso dietro di sé poco prima, si spalancò d'improvviso, facendo comparire Mika.
"Ohi! Ho temuto il forno ti avesse inghiottito!" disse guardando Andy con fare pensieroso e un dolce sorriso.
Il compagno ricambiò "Ti piacereeeebbe eeeh!" scherzò facendolo ridere, "Stavo parlando con Nik, cose da greci!" affermò cingendo la spalla dell'amico con un braccio, come a rafforzare la sua affermazione.
"Hmm capisco..." annuì Mika. "Ho come l'impressione che anche con David dovrò parlare di cose da inglesi dopo" buttò lì con nonchalance facendo prendere un colpo a Nik.
"Ma se sei libano-americano!" puntualizzò Andy, deviando l'allusione del compagno.
"Oh beh, ma ho la residenza inglese..." gli ricordò alzando l'indice quasi stesse emettendo una sentenza. "Ad ogni modo... David è così solo quando è innamorato, è andato in Grecia 3 volte quest'anno... e non ci era mai andato prima d'ora...coincidenza eeeeeh" sorrise sornione allungando una pacca sulla spalla all'amico. "Ho creato una coppiaaaaaaaaa!!!!" si gasò quindi portandosi i pugni alle guance, saltellando per la cucina euforico.
Andy scosse la testa alzando gli occhi al cielo, lasciandosi andare ad una risata "Non lo dire in giro! Capito??" si raccomandò, assicurandosi che nella sua esaltazione avesse compreso.
"Siiii! Che bello, sono troppo bravo!" si vantò nuovamente, facendo ridere entrambi, poi Andy lo spinse fuori dalla cucina "Dai! Andiamo che tra poco la tavolata si trasferisce di qua a cercarci! Filaaaa!" ridacchiarono tutti, rientrando in sala da pranzo.
Ripresero posto a tavola e a nessuno, soprattutto a Mika e Andy sfuggì la posizione del "principino" di casa, seduto sgranocchiando un panino in braccio ad Amanda, che con dolcezza gli accarezzava la schiena, spiegandogli come impugnare meglio la pagnottina per poterla addentare.
Andy a quella vista si sciolse e quasi si commosse notando il sorriso spensierato e intriso di amore che aveva dipinto in viso, tutto per Bobo.
Mika invece incrociò lo sguardo di Paloma, la quale gli accennò un occhiolino e un'espressione di puro affetto e complicità, a cui il fratello annuì riconoscente.
Stava andando tutto meravigliosamente, anche meglio di come si sarebbero mai potuti aspettare.
A spezzare la perfezione della serata ci pensò Melachi che intrufolatasi in cucina, tornò in sala da pranzo come nulla fosse, con i baffi sporchi di panna montata.
"Ehm... amore...?" diede un paio di gomitate a Mika, "tu la torta dov'è che l'hai lasciata esattamente?" chiese a bassa voce fingendo indifferenza.
"Sul tavolo della cucina, perché? Stanno ancora mangiando tutti, Gapi, ci conviene aspettare" rispose dolcemente, portando una mano sulla schiena.
"Hm... no perché... non sembra anche a te che quella sui baffi di Mel sia... panna...?" chiese indicando la golden distesa in fondo alla stanza a non troppa distanza dalla coppia.
Mika si allungò appena oltre la spalla del compagno per avere una visione migliore e poi mise una espressione tra il terrorizzato, l'alterato e l'incredulo.
"Non puoi averlo fatto davvero!!!" esclamò a bassa voce in direzione di Mel, alzandosi e fiondandosi in cucina, seguito da Andy, sotto lo sguardo perplesso della restante tavolata.
Restarono entrambi impalati sulla soglia della cucina, la torta preparata con tanto impegno quel pomeriggio aveva una graziosa impronta di cane su un lato e una grossa porzione, quella più prossima al bordo del tavolo, mancante.
"...l'ha fatto davvero..." soffiò Mika, portandosi una mano nei capelli ancora incredulo.
Andy ridacchiò, ormai senza più nulla da fare. "Eh dai... questa porzione è integra" gli fece notare, indicando il terzo di torta intatta per miracolo, "ce la mangiamo domani a colazione" fece spallucce verso Mika.
Gli bastò uno sguardo. Quasi in perfetta sincronia i due scoppiarono a ridere a crepapelle, all'assurdità della situazione, alla loro mancanza di valutazione, alla comicità della cosa e alle loro semplici constatazioni del momento.
"Era tutto troppo perfetto!" fece notare Andy tra le risa, mentre Fortuné, Paloma e David comparivano uno dopo l'altro in cucina, curiosi, e scoppiavano a ridere non appena qualcuno puntava il dito verso la mezza torta ancora sul piatto.
"Tale cane....tali padron..." ironizzò Fortuné, sbeffeggiando fratello e cognato, ma Mika, prevedendo dalla prima parola ciò che avrebbe finito per dire, non gli permise di finire la frase, spalmandogli in faccia una cospicua manciata di panna.
"NOOOOOOOOOOOO!" strillò immediatamente Paloma, conscia di ciò che quel gesto avrebbe significato.
"Perché ho l'impressione che in confronto a questo, l'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando sia un nonnulla?" finse di riflettere David, ben conoscendo le dinamiche dei due fratelli.
"Perché hai perfettamente ragione!" concordò Fortuné, assottigliando gli occhi e arrotolandosi le maniche della camicia fino a metà avambraccio, preparandosi alla guerra.
"Oooops" si lasciò andare Mika, disegnandosi in faccia un'espressione innocente.
"Io devo andare a sgridare Melachi!" annunciò Andy con fare elusivo, sgattaiolando via dalla cucina.
David si accodò, sgusciando via al grido di "Ti aiuto!!" lasciando i tre fratelli soli a combattere la loro battaglia.
"Sorellonaaaa, aiutami te ne prego!" implorò Mika congiungendo le mani di fronte a Paloma che ridacchiò "Eh no eh... te la sei cercata e mo' ti arrangi" trillò senza schierarsi, sperando di avere così salva la faccia.
"Ben detto Pal!" proferì Fortuné, avanzando verso il fratello maggiore con una mano stracolma di panna e pan di spagna, mentre Andy e David, raggiunti da mezza combriccola facevano il tifo da fuori la porta della cucina, incitando il proprio favorito.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...