Andy lo guardò, pronto a ricattarlo con qualsiasi mezzo pur di farlo cedere, ma non ce ne fu bisogno. L'espressione del riccio infatti, divenne molto simile a quella del biondo di poco prima. Riflettendoci, poteva sfruttare la cosa a suo vantaggio e costringere Andy a raccontargli cose che da tempo voleva sapere.
"Ci sto!" asserì quindi con un ghigno, mettendosi a sedere e rispecchiando perfettamente la posizione da indiano del compagno.
Entrambi sorrisero malignamente, pregustando già la cosa.
-*-*-*-*-*-
"Inizio io!" gridò Andy, guardando Mika con un mezzo sorriso sghembo.
"Verità" scelse il riccio dando il via a quella che sapeva sarebbe stata una serata di risate e imbarazzo.
Andy ci pensò brevemente e poi fede la prima domanda: "Dimmi una cosa di cui ti vergogni che non hai mai detto a nessuno"
Mika lo osservò brevemente poi distolse lo sguardo e si mise a fissare un punto non precisato, pensando a come rispondere. "Ho paura dei pesci" rispose poi in poco più che un sussurro.
Andy lo guardò e poi ridacchiò sommessamente. "Hai paura dei pesci?? Ma quelli che si mangiano, quelli nel mare, quelli nelle bocce? Se io comprò un pesce rosso non ci dormi la notte??!" chiese sogghignando, mentre Mika abbassava lo sguardo sorridendo appena.
"Quelli in mare... Mentre nuoti si avvicinano! Metti che ti attaccano...!" spiegò con fare serio, mentre Andy lo prendeva in giro.
"Oh sì, sai quanti ne vedi sui giornali sbranati dalle trote??!"
Mika lo guardò imbronciato e poi "Ora tocca a me! Decidi..." incalzò, pronto a vendicarsi.
"Obbligo" sentenziò Andy. Il moro ci mise giusto qualche secondo. Ricordandosi di una cosa che gli aveva confidato in Grecia, sulla sua infanzia disse "Balla il Sirtaki come facevi da piccolo!"
Andy si bloccò "Bastardo!" gli strillò mollandogli un pugno su una gamba.
Mika rise pensando alla sua confidenza: da piccolo era costretto dai suoi parenti a ballare quella danza tradizionale, in cui lui era impedito allinverosimile, davanti ai parenti ogni qualvolta venivano a fargli visita.
Gli aveva detto che non si era mai vergognato tanto di fare una cosa in vita sua, che erano anni che non lo faceva e che non lo avrebbe più fatto per nulla al mondo.
Mika cercò sul cellulare il primo video di Sirtaki che trovò su Youtube e fece partire la musica mentre Andy si alzava dal divano con fare scocciato.
"Questa me la paghi!" disse prima di iniziare a ballare in modo talmente ridicolo da rasentare la follia.
Mika si lasciò cadere sdraiato sul divano, ridendo abbracciato ad un cuscino mentre guardava il greco muoversi scoordinatamente per il piccolo salotto.
Quando la musica terminò, tornò a sedersi sul divano, lanciandogli prima una cuscinata.
Dal momento che avevano deciso di alternare obbligo a verità, per non rendere la cosa troppo semplice, Andy partì all'attacco con il suo obbligo per Mika.
"Chiama Cherisse e dille che la licenzi! Sii convincente!" gli disse con un sorriso malefico.
"Ma nooo! Questa è cattiva!" si lamentò Mika, mentre gli veniva dato il telefono tra le mani.
Andy rise e lo guardò con fare inquisitorio. Mika sbuffò e fece partire la chiamata.
La batterista rispose quasi subito: "Ohi Mika ciao, dimmi pure." chiese cortese come sempre.
"Ciao Cherisse senti..." iniziò in tono serio e duro "ti chiamo solo per dirti che sei licenziata, sei libera per i prossimi mesi, mi sono rotto di te!" tuonò cercando di non scoppiare a ridere mentre dall'altra parte calò il silenzio.
"Scusa?" chiese dopo un attimo la ragazza, incredula. "Sì, hai capito bene! E non cercare di farmi cambiare idea. Mi sono spiegato??!" continuò la sua farsa.
Andy rideva a crepapelle silenziosamente sul divano, ascoltando la conversazione in vivavoce "Mika ma hai bevuto?" chiese poi in un ennesimo tentativo di capire.
"No, sono lucidissimo, ero ora ti saluto, addio!" disse chiudendo la chiamata e portandosi subito la testa tra le mani imbarazzatissimo mentre Andy rideva come un forsennato.
"Hai fatto paura anche a me cazzo!" biasciò tra le risa il greco.
"E adesso con che coraggio la chiamo e le dico la verità??" si chiese Mika osservando lo schermo nero del telefono.
"Voglio proprio vedere eh!" continuò l'altro. Il riccio tornò a premere il tasto della cornetta sull'ultimo destinatario. La ragazza rispose dopo 4 squilli che fecero perdere a Mika 4 giorni di vita.
"Che vuoi?!" rispose in tono incavolato la ragazza di colore.
Mika si passò una mano in viso e iniziò: "Senti... Io... scusa ma... era uno scherzo... Andy mi ha..." non fece a tempo a finire la frase: "Uno scherzo? UNO SCHERZO?? MA TI SEMBRANO SCHERZI DA FARE?? SEI RIMBECILLITO??" le parole urlate uscirono gracchianti dall'altoparlante mentre Andy rideva stavolta senza riuscire a trattenersi, "Lo so Cherisse, ma senti... è colpa sua... io giuro non volev.." "Mika, Andy, andatevene un po' a fanculo tutti e due va!" tuonò la ragazza.
"Scusami! Mi farò perdonare!" le promise Mika in un ultimo tentativo.
"Sicuro! Questa non la passate liscia, tutti e due, CAPITO ANDREAS DERMANIS??!" gridò per l'ennesima volta facendo smettere per un attimo la risata del greco che rispose: "Capito capo!" prima che Mika la salutasse e si scusasse di nuovo.
Lasciò il telefono sul divano grattandosi la nuca con fare colpevole. "Sei proprio uno stronzo lo sai??" chiese al suo ragazzo intento ancora a sghignazzare.
"Dovevi vedere la tua faccia!!" constatò Andy allegramente.
"Hai mai pensato di baciare Zack?" chiese Mika a bruciapelo, mettendo in atto la sua domanda per il biondo che lo fece immediatamente smettere di ridere.
Le sue guance gli si fecero rosso fuoco, mentre il moro lo scrutava attento a percepire ogni minimo segnale.
Perché era vero che lo aveva perdonato, per quella faccenda successa in Canada non molto tempo prima, ma vero era anche il fatto che quella domanda se l'era posta più di una volta e non aveva mai voluto girare il dito nella piaga chiedendogliela.
Andy si portò seduto e rifletté. Il fatto che tra lui ed il giornalista canadese non fosse successo assolutamente nulla, non escludeva il fatto che un paio di volte, accecato da quei momenti, lo avesse guardato con occhi diversi, pentendosene subito dopo.
Mika assottigliò gli occhi e gli si avvicinò minaccioso.
"Andy... hai mai pensato di volerlo baciare? Rispondimi!" chiese con fare duro.
Il greco alzò gli occhi su di lui.
Aveva paura.
Sapeva che se avesse mentito lo avrebbe scoperto, ma aveva paura che la verità sarebbe stata peggio.
L'imbarazzo lo stava divorando, quindi prima di andare in panico, si decise a rispondere.
"Io... beh... Sì, forseunpaiodivoltemagiurochenonhomaifattonullache.." il ragazzo prese a parlare con una velocità tale che non credeva nemmeno fosse possibile.
Abbassando lo sguardo e torturandosi le mani fino a quando Mika lo interruppe e lo fissò con un live sorriso.
"Sei uno stronzetto, ma apprezzo la sincerità" gli disse mentre il cuore del biondo batteva al ritmo folle, della paura.
"Davvero?" chiese timidamente lui alzando gli occhi.
"Davvero." confermò Mika lasciandogli un bacio tenero sulla fronte in segno di pace.
Andy sorrise riconoscente e ci mise un attimo a pensare alla prossima cosa da chiedere al suo ragazzo.
"Se fossi una donna per un giorno, cosa faresti per prima cosa?" chiese come domanda soft a Mika.
Lui sorrise e rispose con una smorfia. "Andrei dalle mie sorelle e mi farei confessare qualcosa che solo ad una ragazza confesserebbero, per poi usarla contro di loro quando ne ho bisogno!" ammise con aria fiera.
Andy lo osservò e poi chiese "Seriamente?" alzando un sopracciglio.
"Oh si! Tu non sai quante cose confabulano quelle e che a noi comuni mortali non è dato sapere perché 'voi maschi non capite'" disse imitando una vocina acuta e dal fare altezzoso.
Andy ridacchiò e pensò che effettivamente avesse ragione.
Il gioco durò a lungo, era da tempo che non si divertivano così tanto a raccontarsi cavolate.
Erano le tre e venti del mattino quando si alzarono dal divano, andarono in bagno per una veloce doccia e poi decisero di andare a dormire. Andy finì per primo tornando verso il letto e attendendo Mika intento ad asciugarsi i capelli.
Quest'ultimo uscì dalla stanza portandosi dietro una nuvoletta di vapore, vestito con un pigiama pesante blu e bianco che fece sorridere e al contempo alzare le sopracciglia al suo ragazzo.
In oltre un anno lo aveva visto dormire in boxer e t-shirt in tutte le stagioni, lui odiava i pigiami.
"E quello da dove sbuca?" chiese infatti con una risata indicando la sua mise.
Come il riccio si avvicinò al letto e Andy lo poté osservare meglio, notò di nuovo le guance arrossate e gli occhi fin troppo stanchi.
"Credo di non sentirmi tanto bene" pronunciò infatti a conferma di ciò che il biondo aveva capito, coricandosi sotto le coperte e producendosi in un doloroso attacco di tosse che lo costrinse a raggomitolarsi tenendosi il petto e tremando come una foglia a contatto con le lenzuola fredde.
Andy gli si avvicinò amorevolmente: "Se tu, che non ammetteresti mai di star male, dici una cosa del genere, significa che mi devo preoccupare!" disse sapendo bene come il riccio fosse capace di negare fino allo sfinimento, solo per mantenere la sua reputazione di indomabile popstar che nulla poteva scalfire.
Lo circondò con le braccia e appoggiò le labbra alla fronte dolcemente, mentre lui cercava di nascondere la testa contro il suo petto. Ci volle solo mezzo secondo perché potesse percepire la sua pelle ardere al suo contatto.
Contro le proteste del ragazzo, si staccò per un attimo e recuperò il termometro. In un attimo ebbe la conferma che cercava. L'aggeggio elettronico segnava quasi 40 gradi.
Sospirò, lasciatogli un bacio tra i riccioli, si alzò di nuovo, e recuperò un paio di pastiglie che Mika accettò di buon grado.
Poi, prima di tornare a distenerglisi accanto, allungo una mano e presa la coperta verde e azzurra piegata ai piedi del letto, tornò da lui e ve lo avvolse, come Mika stesso aveva fatto poco più di un anno prima a casa sua.
Questa volta però, non si separò da lui, guardandolo da distante come quella sera, ma lo abbracciò cercando di donargli un po' di sollievo, mentre lui si accoccolava meglio, raggomitolandosi su sé stesso. Andy iniziò poi a tracciare poi dei cerchi con le mani sulla sua schiena ogniqualvolta la fastidiosa tosse, data dalla bronchite, tornava a farsi viva.
"Come sempre non ti smentisci mai. Quando fai una cosa la fai bene. Non ti potevi accontentare di un'influenzina da niente eh..." gli disse continuando a tenerlo stretto a sé e provocando una risatina soffocata dal suo petto, al quale Mika aveva affondato il viso.
"Anche tu fai le cose bene, come ballare il Sirtaki!" pronunciò in poco più di un sussurro, alzando appena il capo verso il viso di Andy, per accertarsi che sentisse.
Il biondo abbassò lo sguardo trovando gli occhi nocciola semi-chiusi e lucidi che nonostante tutto, avevano ancora la tenacia di guardarlo con fare di scherno.
"Non sei nelle condizioni per prendermi in giro!" gli ricordò Andy dall'alto della sua perfetta condizione si salute mentre lui rabbrividiva tra le sue braccia.
"Io posso fare quello che voglio!" rimbeccò il libanese sbucando dalle coperte e prendendo il cellulare dal comodino e aprendo la schermata dei messaggi.
"Tipo inviare questo alla squadra." disse con un filo di voce e i neuroni che faticavano a connettere, mandando un messaggio con un allegato al gruppo chat del suo team, tornando poi a lasciare il telefono sul comò.
Andy non capì ciò a cui la figura accanto a sé si riferisse fino a quando sul suo cellulare non comparve il messaggio inviato identico a tutti. Aprì l'allegato e si ritrovò un breve video di sé stesso intento a ballare la tradizionale danza greca, lo aveva ripreso quella sera a sua insaputa.
Mika scoppiò a ridere nascondendosi sotto le coperte completamente, mentre Andy terrificato guardava ciò che sarebbe diventato il capro espiatorio delle sue prese in giro nella sua squadra, da lì all'eternità.
Abbandonò il telefono velocemente sul comò e poi afferrò Mika rannicchiato a sé e iniziò a torturarlo con pizzicotti, solletico e ogni tipo di vendetta, approfittando meschinamente della totale incapacità e forza fisica dell'altro di difendersi dai suoi attacchi.
Smise solamente quando il ragazzo pigolò per l'ennesima volta un "Ti prego, mi arrendo, giuro, faccio tutto quello che vuoi!" segno tangibile della sua vittoria.
Andy lo lasciò andare permettendogli di tornare a distendersi accanto a lui tornando ad avvolgersi nella sua amatissima coperta, fino a prendere le sembianze di un involtino primavera, mentre entrambi riprendevano fiato dopo quella lotta impari.
"Ti ricordi un anno fa?" Chiese Mika con un fil di voce dopo l'ennesimo impeto di tosse, accoccolandosi di più addosso a Andy che già si figurava come gli sarebbe toccato trascorrere quella notte.
"Ho giusto qualche vago ricordo..." Scherzo il biondo accarezzandogli la schiena amorevolmente.
Mika sospirò e poi aggiunse: "Te lo saresti mai immaginato che sarebbe finita così?" E in quell'istante i suoi occhi vagarono alla ricerca dei pozzi azzurri che si incatenarono immediatamente ai suoi.
Andy sorrise alzandogli delicatamente il viso con la mano libera affinché le sue labbra potessero facilmente incontrare le sue e si immerse in un lungo bacio lento.
"Immaginavo forse ancora no. Ma ci speravo. Con tutto il cuore." Gli disse continuando a scrutare minuziosamente le sfumature ambrate di quegli occhi che tanto adorava e lasciando un tenero bacio alla base del naso, mentre le sue ciglia e un paio di boccoli gli solleticavano le guance.
Mika sorrise e arricciò il naso a quel contatto, chiudendo gli occhi.
Andy adorava quella sua espressione buffa. "Le tue labbra sono fresche..." disse poi strusciandosi contro la sua guancia in cerca di coccole.
Andy ridacchiò passando una mano tra i riccioli e finendo la sua corsa sulla fronte rovente del libanese.
"Dipende dai punti di vista..." rifletté poi ad alta voce stringendolo di più tra le braccia mentre veniva percorso dall'ennesimo brivido.
"Sarebbe bello prenderci una casa tutta per noi sai?" tornò alla ribalta Mika chiacchierando flebilmente stretto a Andy.
Il greco sorrise mentre una sensazione di calore lo pervadeva. Era un bellissimo pensiero da parte sua, poi la domanda gli venne spontanea: "Questa cos'ha che non va?"
"Le mie sorelle e mia mamma troppo vicine!" asserì con fare ovvio sbuffando.
Andy rise a quell'affermazione scocciata anche se non poteva dire di dargli davvero torto.
"Ma sono simpatiche dai..." gli rispose però con il mero intento di farlo reagire.
Nonostante la febbre alta quell'argomento era capace di risvegliarlo più di ogni altra cosa. Andy lo sapeva.
"Si vede che di sorella ne hai solo una e non ci vivi a stretto contatto!" puntualizzò infatti difendendosi a spada tratta, alzando per la prima volta la testa dalla sua comoda posizione.
Andy non poté che ridere. Aveva raggiunto il suo intento. "Vero anche questo." ammise alzandosi dal letto a prendere un bicchier d'acqua, la cena libanese gli aveva messo una gran sete per tutta la serata e già che c'era recuperò un panno lo inumidì e lo portò con sé.
"Abbiamo una partita a scacchi in sospeso io e te..." gli ricordò Mika, uscendo con quella riflessione chissà come, mentre il biondo ritornava sotto le coperte.
Si avvicinò al suo ragazzo febbricitante e gli appoggiò il panno fresco sulla fronte; venne tolto da quella posizione solo due secondi dopo, insieme ad un borbottio non ben definito.
Il biondo si stese accanto a lui, dando un veloce sguardo alla sveglia.
"Sono le 4 del mattino, facciamo che dormiamo?" chiese retoricamente sopprimendo di nuovo uno sbadiglio.
Mika sbuffò. "Non ho sonno..." puntualizzò districandosi appena dalla coperta e afferrando il telecomando dal comò con l'intento di accendere la tv.
Andy però lo fermò. "Dormi!" gli ordinò sfilandogli l'aggeggio dalle mani e portandolo sul suo comodino.
Il riccio sbuffò di nuovo. "Daaai." si lagnò, trovando però Andy a bloccargli la strada verso la sua meta.
"Amore, spegni il cervello e lascia riposare quei tuoi poveri neuroni." gli disse stanco, afferrando il bozzolo in cui era rinchiuso e tirandolo a sé, stringendolo poi in un abbraccio.
Colui che a detta sua non aveva sonno, crollò addormentato dopo nemmeno 5 minuti.
Quando Andy fu certo che nemmeno un martello pneumatico lo avrebbe potuto destare riprese il panno umido e lo sistemò nella posizione di poco prima sulla fronte, sperando fosse d'aiuto, poi sbadigliando chiuse gli occhi, continuando ad accarezzare i ricci della testolina castana appoggiata al suo petto.
Alle 8 e mezza del mattino Andy fu svegliato dal rumore fastidioso del cellulare che vibrava insistentemente sul comodino. Sbuffando, stropicciandosi gli occhi lo prese tra le mani leggendo il mittente: Ian.
Scese dal letto e si spostò poco più in là in salotto, accettando la chiamata, il manager doveva riferire loro un cambiamento di programma per uno show che si sarebbe tenuto di lì a 3 giorni e non trovando Mika, il cui cellulare giaceva probabilmente spento, da qualche parte, aveva chiamato lui.
Ormai sveglio, nonostante le poche ore di sonno, decise che se voleva tentare di rimettere ordine al suo fuso orario sballato dal jet-lag, avrebbe fatto meglio a trovarsi qualcosa da fare, evitando di dormire fino a tardi.
Per prima cosa decise di dare un occhio al suo ragazzo per sincerarsi della situazione.
Buttò un occhio al suo letto, e poi si avvicinò a Mika, a giudicare dalle condizioni in cui dormiva, poteva dirsi certo che le medicine prese poco più di 4 ore prima avessero fatto effetto, non era più infreddolito stretto in un bozzolo, ma dormiva sdraiato sopra le coperte a pancia in giù, la maglia pesante del pigiama buttata malamente ai piedi del letto, la maglietta a maniche corte era inumidita, così come alcuni ricci che gli ricadevano sul viso.
Poggiando delicatamente le labbra sulla fronte, la trovò più fresca e quando il ragazzo più o meno inconsciamente percepì quel contatto allungò una mano per tirare Andy a sé.
Il greco sorrise e si scostò da lui con l'intento di approfittarne per lavorare un po', prima però lo coprì con una coperta leggera, in quel momento si svegliò.
Bofonchiò qualcosa di non molto comprensibile e poi schiarendosi la voce incontrò il viso del biondino a pochi centimetri dal suo e gli chiese "Dove vai?".
Andy gli lasciò una carezza "Voglio lavorare un momento" gli disse prima di alzarsi incamminandosi verso il tavolino per recuperare il pc.
"Ma..." disse lanciando un'occhiata all'orologio digitale accanto al camino. "è presto!" si lagnò producendosi in un impeto di tosse e tirando Andy per un braccio.
Gli occhi azzurri finirono sulla figura distesa poco sotto di lui.
Se c'era una cosa che aveva capito in quell'anno di convivenza con lui era che Mika viveva il letto in 3 modi differenti: quando era euforico o per nulla stanco, finiva sempre con una nottata di passione, quando era esausto dopo una giornata di lavoro finiva con un sonno ininterrotto di 12 o più ore, quando era malato o comunque poco in forma, finiva con una spropositata voglia di accoccolarsi a Andy e non uscir mai più da sotto le coperte.
Sapeva che ogni tentativo di dissuaderlo dai suoi propositi in ognuna di quelle tre situazioni, equivaleva a una discussione che immancabilmente finiva con una sconfitta, non che con il primo punto fosse mai in disaccordo comunque.
Capì come avrebbe passato quella giornata, nel momento in cui incontrò l'espressione supplichevole negli occhi color del grano.
"Prendo il pc e arrivo." gli disse lasciandogli un bacio a fior di labbra per poi recuperare il suo apparecchio.
Quando si accomodò di nuovo appoggiandosi con la schiena al cuscino posto contro la lettiera, Mika non perse tempo per spalmarglisi addosso, chiudendo gli occhi mezzo minuto dopo.
Iniziò a lavorare sul montaggio di alcuni video, una parte del suo lavoro che si prendeva sempre una buona fetta del suo tempo ma che lui adorava. Gli piaceva stare dietro una telecamera, ma era convinto che se le immagini riprese fossero state sistemate in maniera astrusa e senza un criterio logico e artistico, anche una buona registrazione si sarebbe tramutata in un pessimo lavoro.
Normalmente si occupava di quella fase quando Mika era lontano da lui, impegnato in interviste o promozione e quindi la associava a momenti di solitudine.
Quel giorno invece si ritrovava a lavorare comodamente semi sdraiato a letto, nel caldo accogliente della casa che non poteva che sentire come sua, con accanto, o meglio dire, avvinghiato Mika che dormiva profondamente. Il suo respiro lento e lievemente infastidito dalla congestione lo cullava.
Era strano staccare gli occhi dalla figura energica e adrenalinica che compariva nelle immagini di uno degli ultimi live ripresi in America, e puntarli sul ragazzo dormiente.
Posò una mano sul suo capo continuando il lavoro.
L'idea di Mika di averlo al suo fianco in quel momento in fin dei conti doveva dire che non era affatto male.
Lo faceva stare bene.
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Two of a kind
Fiksi PenggemarLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...