Hold me, hold you

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Mika accolse quella improvvisa sferzata di delicatezza con gratitudine, godendosela appieno, poi ci tenne a ristabilire l'ordine e punzecchiò Andy quel tanto che bastava per farlo tornare a dove erano rimasti.

"Si maaaaaa... si vede proprio che più di 5 minuti non sai reggere il gioco ehhhh!" lo smaccò con sguardo saputello. L'immediatezza con cui lo sguardo di Andy mutò, lo fece volare in uno stato di pura estasi e le sue mani che presero a vagargli letteralmente ovunque, iniziarono l'inesorabilmente veloce corsa verso il paradiso.

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"Mamma mia che pelle d'oca Andy!! Non hai idea... è stato come tornare indietro di 20 anni. Il profumo di legno e tela dei palchi d'opera, la vista sulla platea dorata... e poi mamma mia... quando si sono seduti tutti i musicisti e hanno dato il La mi sono tremate le budella, Andy! E poi quando hanno iniziato a suonare Toy Boy, mi è venuta la pelle d'oca alta così!! E poi quando Leclerc mi ha fatto cenno con la bacchetta, per un attimo non sono riuscito a fare niente! Ero completamente in trance! Mamma mia Andy!"

Andy sorrise gioioso a quel fiume in piena di parole in cui si era trasformato il compagno da quando aveva rimesso piede in casa di ritorno dal Canada un'ora scarsa prima. Aveva perso il conto dei "Mamma mia" da cui le frasi erano intercalate, ormai da 10 minuti suonati.

A Montreal aveva trascorso solamente tre giorni in totale, di cui due cullati da un jet-lag tra i più scombussolanti, ma l'adrenalina che aveva accumulato mettendo piede su quel palco maestoso dopo quasi 15 anni, gli aveva fatto contorcere lo stomaco dal piacere immenso.

Quando poi gli oltre 100 componenti dell'orchestra canadese avevano accennato il primo La di accordatura alle sue spalle, aveva visto le braccia coprirsi di pelle d'oca e si era sentito inumidire gli occhi, annegando in una sferzata di endorfine che gli era andata dritta al cervello, risvegliando quelle emozioni nate in un ambiente molto simile, una ventina di anni addietro.

Aveva inspirato l'aria circostante gonfiando il petto e si era beato del profumo di legno e tela che i palchi come quello avevano in comune, in qualunque parte del globo si trovassero e si era sentito immediatamente a casa.

Aveva atteso 3 giorni per poter raccontare al suo ragazzo quelle emozioni e pareva essersi promesso di non tralasciarne nemmeno una.

Andy si era quindi messo in modalità ascolto, gambe incrociate sul divano a rispecchiare la sua posa e sorriso dolce in viso. Adorava lasciarlo parlare a ruota libera in quel modo senza mai interromperlo. Sapeva che in momenti come quelli, tutto ciò di cui aveva bisogno era condividere le sue emozioni in uno stream of consciousness apparentemente infinito, e dal momento che Andy amava vederlo così euforicamente contento, lo lasciava fare con molto piacere e ammirazione.

"La prossima volta che faccio le prove, vieni anche tu!!" lo invitò senza nemmeno chiedere se avesse di fatto piacere a seguirlo, la risposta la conoscevano già entrambi.

Andy annuì accarezzandogli il ginocchio e accennando un sorriso che Mika ci impiegò un nanosecondo a leggere come differente da quelli che gli aveva dispensato durante tutto il lungo monologo, e che lo portò immediatamente ad invertire i ruoli, allungando la mano e osservandolo a testa inclinata, certo che Andy avrebbe colto l'invito a prendere la parola.

"Certo che ci vengo, volentieri!" rispose infatti il biondo, tornando a sorridergli con lo stesso orgoglio di poco prima. Ma Mika sapeva il fatto suo, e sapeva di aver letto qualcosa di diverso nel suo sguardo.

"Cosa c'è?" si limitò a domandare delicatamente, prendendo la mano nelle sue e portandosi più vicino.

Andy lo osservò con affetto e comprese come ancora una volta il compagno gli avesse letto dentro.

"Nulla è che... è una vita che ti vedo così, ogni volta che inizi un progetto nuovo e ogni volta che lo finisci, sei l'impersonificazione della soddisfazione e della contentezza. Mi sto solo chiedendo se sarò così anche io, quando lavorerò sui miei progetti, intendo... quelli miei per davvero" confessò con una punta di timidezza, che stava forse a mascherare un certo orgoglio che lo aveva investito, al sol pensiero di poter provare la stessa immensa soddisfazione creativa di una popstar come Mika.

Il libanese gli si avvicinò annullando le distanze, facendogli spazio e posandogli le mani sulle spalle "Gapi... questo è uno dei motivi principali per cui ho voluto che facessi il grande passo. Vedrai che quando lavorerai su qualcosa di TUO, cambierà tutto!" Mika gli lasciò un bacio a stampo prima e uno più profondo subito dopo "E non vedo l'ora di vederti sprizzare gioia!" concluse con un sorrisone incoraggiante e innamorato dei suoi.

"E ora.... sarà meglio che io vada a nanna che domani mattina ho prenotato lo studio!" trillò alzandosi dal divano con uno scatto, tirando a sé anche il compagno che lo squadrò con aria incredula, "Domani MATTINA??" chiese allibito "Ti ricordi che sei tornato dal Canada e che ci sono 4 ore di fuso in meno... sì?" domandò retorico, certo che dopo 8/9 anni di viaggi in giro per il mondo il ragazzo si ricordasse come girassero i fusi.

"Ma siiii, lo sooooo! Ma ho avuto un paio di idee e devo assolutamente inciderle domani!" lo tranquillizzò con nonchalance coccolando Melachi sdraiata sul tappeto del salotto.

"Bene, ottimo!" trillò Andy iniziando a farsi strada verso la camera da letto.

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La mattina dopo, come previsto da Andy, Mika ci mise una mezz'ora buona a convincersi anche solo ad aprire gli occhi e un'altra mezz'ora prima di schiodarsi dal letto tra i risolini e gli sfottò del suo adorabile compagno di vita che pc alla mano, se ne stava già immerso nel suo mondo lavorativo.

"Daaaai! A lavorare fannullooooneeeeee" lo prese in giro, ricevendo la maglia della notte appallottolata dritta sulla tastiera del suo pc.

"Ma siiii, lo sooooo! Ho avuto un paio di idee, devo assolutamente inciderle domani mattina! Come'era...?" gli fece il verso, ricordandosi quasi le sue esatte parole.

Mika uscì brontolando dalla stanza, lasciando Andy alle sue faccende e tempo di una velocissima colazione, uscì direzione studio.

Il greco invece, dopo essersi concesso ancora una mezz'oretta in camera, iniziò a percepire una certa calura e complice Mel che lo osservava con sguardo abbacchiato, si costrinse ad alzarsi per sbrigare le faccende mattutine, riempirsi lo stomaco e quello della sua golden e poi rintanarsi nella frescura mattutina del giardinetto della loro casupola, dove Mel si lasciò coinvolgere da un interminabile gioco di sguardi e di mosse furtive con il gatto dei vicini che scorrazzava sul muricciolo, e Andy poté riprendere in mano il suo pc e immergersi di nuovo nel suo mondo.

Mika era sempre stato una grande fonte di ispirazione per lui in quei 7 anni e mezzo, sotto diversi aspetti: dalla questione identità, a quella familiare, dal supporto personale a quello lavorativo. Aveva sempre visto la sua tenacia e la sua intraprendenza come linee guida da seguire ed a cui ispirarsi, ma la sera prima, complice il mutamento che proprio lui lo aveva spinto ad avviare, si era sentito infondere una dose di solerzia tutta nuova.

C'era un progetto che gli frullava in testa da anni, forse addirittura da quando era ragazzino quando vedeva l'isola di suo padre come la meta vacanziera delle sue estati, un luogo rurale, semplice ma normale, dove tutto per lui era sempre stato come era, con suo nonno prima, con suo padre poi.

Solo quando con il tempo aveva cominciato a trascorrere sempre meno tempo sull'isola, a favore della sua Londra e successivamente con Mika in giro per il globo, aveva iniziato a comprendere l'unicità di quel fazzoletto di terra a mezz'ora di mare da Atene.

Dopo aver visitato città di ogni grandezza, di ogni continente e latitudine, dopo aver conosciuto stili di vita e tradizioni tra le più diverse, aveva compreso ciò che Egina rappresentava per lui e soprattutto ciò che rappresentava nel mondo multisfaccettato greco, europeo e non solo.

Ed era stato proprio quell'ultimo periodo trascorso in pianta stabile con Alexis durante i mesi invernali e primaverili nella casa dei nonni in ristrutturazione, che aveva notato qualcosa di straordinario che gli era sfuggito per tutti quegli anni.

Complici probabilmente i nuovi occhi da globetrotter con cui da tempo aveva iniziato a vedere la realtà e complice la stagione insolita in cui aveva preso residenza sull'isola, aveva iniziato a notare con estrema facilità, la peculiarità della vita degli isolani di Egina.

Sgombra dai residenti estivi, quale era stato anche lui fin da bambino, libera dai turisti stranieri e dagli ateniesi dei weekend, l'isola assumeva una veste spoglia, illibata, domestica e disadorna che dava vita a sentimenti contrastanti in coloro che potevano posare gli occhi su quella realtà così discordante dalla moderna Grecia turistica.

La scarna quotidianità si impadroniva degli orti incolti, delle casupole silenti, delle vite dei contadini e delle umili famiglie che abitavano gli altipiani rurali più sconnessi e distanti dal blu dell'Egeo.

Durante le sue passeggiate mattutine con papà aveva imparato i nomi di quasi tutti i suoi vicini e perfino di qualche asino, cavallo o capretta a cui erano più affezionati.

In parole povere, si era innamorato dell'atemporalità che regnava sovrana nei mesi in cui l'unico segno di turismo sull'isola era un trespolo con qualche cartolina esposta all'interno dei minuscoli negozietti più centrali.

Se Mika gli aveva insegnato qualcosa in campo lavorativo era che quando in un progetto nuovo, difficile o pauroso che sembri, ci si mette la componente emotiva e personale, tutto quanto diventa più accessibile, più fattibile, meno complicato. Quando è il cuore al comando, il cervello si lascia guidare senza remore.

E lui credeva fermamente di aver appena trovato il suo punto di partenza della sua carriera da regista e produttore indipendente.

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"Voglio andare al maaaareeeeeeeeeeeee" sbraitò Mika dopo l'ennesima sessione di studio da cui era tornato decisamente provato e accaldato. "Possibile che manca una settimana al mio compleanno e non abbiamo ancora programmato le ferieeeee?! Ufffffffffffff" si lagnò sbuffando e sedendosi tra le margherite del suo praticello casalingo, non distante da Andy che giocava con Melachi nascondendole la pallina.

"Mi hai detto che volevi andare in Grecia e che volevi che ci pensassi io? Ci sto pensando io!" gli ricordò il biondo lanciando la pallina in aria e facendo scomparire Mel tra le piante.

"Hmmm, ho bisogno di saperlo! Così penso a quello che faremo e mentalmente sopporto meglio gli ultimi giorni di lavoro" fece pressione cercando di estorcergli informazioni che una volta tanto però non si fece pregare a fornire.

"Partiamo dal paese, e facciamo Egina, Poros, Hydra, Kea, Kithnos, Serifos e Sifnos" elencò senza batter ciglio, beccandosi un'espressione decisamente stupita dal riccio accanto a sé.

"Wow! Credevo di doverti torturare per avere anche solo il nome di un'isola ma tu mi hai spoilerato l'itinerario completo senza doverti nemmeno fare il minimo solletico ai piedi, grazie!" gli sorrise raggiante, rubando lui la pallina a Mel e nascondendola dietro la schiena.

"E stavolta siamo io, te e al massimo Fort e un paio di amici eh! Niente carovana Penniman!" si volle assicurare lasciando cadere una mezza domanda implicita, attendendo un suo riscontro, che arrivò putuale.

"Come no??? Certo! Mamma, papa, tutte le sorelle, Bobo, zie, nonna, cugin...." Andy si voltò di scatto allarmato dal suo "Come no", poi una volta compresa la presa per i fondelli, si alzò e si avviò verso la cucina interrompendo la sua lista "Ottimo, allora vi presto la barca e io faccio eremitaggio sull'isola coi miei!"

Mika ridacchiò di gusto per poi seguirlo in casa.

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"Ti ammazzi... sicuro! Non conosco nessuno più scoordinato di te!"

Fortuné si passò una mano nei capelli corvini fradici di mare sbeffeggiando il fratello maggiore che con incertezza si accingeva a mettere il piede sulla corda tesa dal compagno tra la poppa e la boma della randa a sbalzo sul blu dell'Egeo.

Fortuné aveva percorso quasi metà della fune prima di ruzzolare in acqua. Andy al momento deteneva il record di due terzi del percorso completati dopo svariati tentativi e Mika, trascorso un quarto d'ora inoltrato ad osservare compagno, fratello e amico giocare agli equilibristi, aveva deciso di provarci a sua volta.

"Ma vai a farti fottere sottospecie di architetto!" rispose il libanese afferrando la ringhiera in legno per stabilizzarsi prima di iniziare la sua performance di funambolo.

"Shhhhh Fort! Non me lo deconcentrare che mi si uccide davvero!" lo ammonì con una mezza risata il biondino, tendendo la mano a Mika perchè si aggrappasse ed evitasse di ruzzolare in acqua nel primissimo tratto dove la corda era ancora troppo vicina alla barca e c'era la maggior probabilità di farsi del male.

"Va beh... fratello più fratello meno...." commentò il ventiduenne appoggiandosi coi gomiti alla ringhiera, in osservazione delle prodezze del maggiore.

Prodezze che durarono zero. Mika infatti ancora troppo insicuro, appena lasciata la mano di Andy si sbilanciò e evitò di cadere vicino alla chiglia solo grazie ad una manata del biondo che lo spedì con una certa delicatezza, verso il mare aperto.

Fortuné non perse tempo per ridere a crepapelle e solo quando il fratello tornò a bordo, finse un certo contegno, celato malissimo.

"Si lo so... sono pessimo!" ridacchiò lui stesso tornando però con una certa solerzia verso l'imbocco della fune.

"Muoviti con dolcezza, altrimenti oscilla e ti sbilanci" consigliò il greco, tendendogli nuovamente la mano. Mika portò il primo piede avanti e sentendosi poco appiglio fece ricadere anche il secondo velocemente provocando una fluttuazione della corda che lo fece aggrappare saldamente al braccio di Andy e alla ringhiera.

"Ho detto dolcezza Moosie!" rise quest'ultimo, attendendo che riconquistasse l'equilibrio e incoraggiandolo a lasciare almeno l'appoggio in legno.

"La fai facile te!" si animò staccandosi dal bordo e tenendo solo saldamente il braccio del suo ragazzo.

"L'ho detto che è impedito..." commentò nuovamente Fortuné con una linguaccia a cui seguì uno sguardo tagliente di sfida da parte del più grande.

"Ti ricordo che Andy è il MIO ragazzo e questa è la SUA barca... tu sei solo un invitato e gli invitati TACCIONO!" replicò con un dito medio ben piazzato in direzione del fratello.

"Daaaai ragazzo MIO, concentrati che finisci un'altra volta giù dalla MIA barca con ben poca eleganza" lo sfotté il biondo fingendo di mollare la presa su di lui.
Mika si produsse in un urlo impaurito aggrappandosi con tutte le sue forze al braccio che lo stava di fatto tenendo in equilibrio "COOOSA FAAAAI TIENIMIIIII!"

"Concentratiiiii! Non sei impedito, ti fai solo suggestionare. Se ti concentri ce la fai" lo spronò in tono fermo ma dolce, aggrappandosi allo sguardo che gli aveva rivolto per infondergli fiducia in sé stesso e in quello che stava facendo.

Mika si rimise in piedi e inspirando lentamente diede ascolto a Andy, avanzando dolcemente senza movimenti bruschi, lasciando la mano del biondo con disinvoltura e aprendo le braccia per trovare stabilità.

"Adesso cade, me lo sent..." tornò alla carica Fortuné. Andy però non ci stette e gli rifilò un sonoro "SHHHH" che gli fece roteare gli occhi contrariato con un "Pure il cognato noioso ho..."

Mika continuò la sua marcia incredibilmente stabile, superando la metà corda e arrivando quasi al traguardo del greco, sbilanciandosi però appena prima per una folata un po' più impetuosa di vento che fece oscillare appena la barca, finendo in acqua con un urletto.

"E MIKA BATTE FOOOORTTT"! Strillò Andy vittorioso alzando le braccia al cielo e accorrendo verso la scaletta, da cui Mika stava per comparire.

Fortuné invece assunse un'espressione imbronciata, incrociando le braccia al petto e squadrando la coppietta che riunita stava festeggiando il successo.

"Odiosi" borbottò dirigendosi verso la poppa della barca e riprendendo a salire sulla fettuccia, pronto a battere almeno il fratello, per orgoglio personale, dopo il giro di sfottò in cui era passato da carnefice a vittima.

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Buooonasera! Sono tornata.
Eccovi qui... in pieno tema vacanze, ogni tanto la storia si allinea col presente.
Caramelle a voi!

- A tutto ciò in quei giorni, in casa si era aggiunto il profumo morbido e melato del legno di ulivo appena intagliato, che il nuovo tavolo della sala da pranzo emanava lievemente e che era lo stesso del dondolo elegantemente collocato in veranda non più di una settimana prima.-

- "Pure! Ma se l'ultima volta che siamo saliti lassù avevo 12 anni...." gli ricordò il ventinovenne, facendolo ragionare sul fatto che la casa dei nonni materni del padre non fosse mai stata davvero loro, soprattutto emotivamente parlando.

-"Pure! Ma se l'ultima volta che siamo saliti lassù avevo 12 anni...." gli ricordò il ventinovenne, facendolo ragionare sul fatto che la casa dei nonni materni del padre non fosse mai stata davvero loro, soprattutto emotivamente parlando.-

- Mika rise di gusto a quel gioco di complicità che ormai andava avanti da anni tra lui e il suocero a scapito del biondino "Sai che spesso mi faccio la stessa domanda...?" gli diede ragione senza pensarci nemmeno un secondo, facendo assumere un'espressione piatta ad Andy.-

- Andy aveva sentito quella frase praticamente ogni anno negli ultimi 8, dal 2007, al 2014 compreso e sapeva bene che non si riferiva ad un altro dei suoi calcoli difficili da dislessico, ma alla presa di coscienza che dopo il festeggiamento del compleanno con relativa vacanza, fosse ora di rimettersi sotto col lavoro.-

Voilà! Fuggo che ho fame! Hahahah.
A presto cari!
Vv

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