Dopo i baci e gli abbracci con il resto della famiglia e le risate vedendo Mel rotolarsi nella finta neve, si ritrovarono per il dolce e per il proseguimento della serata che non si concluse prima delle 2 inoltrate. Un'ora di sistemazione casa dopo, i due ragazzi trovarono finalmente la pace del loro letto, festeggiando a dovere il loro secondo primo Natale e addormentandosi l'uno nelle braccia dell'altro verso mattina.
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Il risveglio al mattino fu dolce e piacevole. Sulle tegole della villetta londinese la pioggia cullava i due innamorati intenti a crogiolarsi nel caldo delle coperte dedicandosi attenzioni a vicenda come non tanto spesso avevano l'opportunità di fare.
"Dolce far niente" mugugnò Mika infilando la testa tra la spalla e il torace di Andy, solleticandogli con i capelli disordinati il braccio con il quale lo teneva stretto a sé.
Il ragazzo portò la mano a giocherellare con quell'ammasso informe di riccioli, sospirando di piacere a quella sensazione incantevole di tranquilla pace mattutina.
"Voto ufficialmente questa come attività del giorno" asserì Andy chiudendo gli occhi e ascoltando il ticchettio insistente della pioggia sotto la quale Londra si era svegliata quella mattina.
Al piano di sotto, in salotto, l'albero di Natale decorato era stracolmo di regali, lasciati la sera prima dagli invitati per loro, ma ai due non sembrava importare nulla al momento. Non si sarebbero alzati da quella comoda posizione per così poco.
"Ho fame" ad interrompere la quiete di quella mattinata natalizia, ormai diventata pomeriggio giunse la voce squillante di Mika che espresse a parole il brontolio insistente del suo stomaco.
"Sì, un po' anche io" seguì Andy portandosi a sedere con un ultimo sbadiglio.
"Colazione a letto?" propose quindi il greco.
Mika annuì vigorosamente all'idea, poi si voltò verso il suo ragazzo ponendo la logica domanda che ne conseguì: "Chi la prepara?"
Un sorriso smagliante a 32 denti fu la risposta che il libanese ottenne e che gli fece scuotere la testa contrariato.
"Perché io?" chiese piccato a quel punto aggrottando appena le sopracciglia.
Andy sempre sorridendo rispose con fare ovvio: "Perché io?" ripetendo esattamente le parole appena pronunciate dal moretto.
Mika si accigliò scherzosamente a quella piccola presa in giro. "Solo per il fatto che non hai nemmeno la fantasia di inventarti una risposta." lo schernì il più grande.
Andy rise a quelle parole "Touché" ammise lasciandogli un bacio rappacificatore a fior di labbra.
Poi si alzò dal letto, lo raggirò e tese una mano in direzione sua con sguardo dolce "Colazione di sotto insieme?" chiese con espressione amorevole.
Mika si sciolse letteralmente a quell'invito così ben fatto e afferrata la sua mano si aiutò ad alzarsi, dirigendosi ancora in boxer e maglietta verso il piano di sotto insieme a lui.
Scese le scale, Melachi andò in contro ai due reclamando coccole e cibo, Andy le dispensò una carezza e lasciò a Mika il compito di riempirle la ciotola mentre lui si dirigeva in cucina con l'intento di preparare la colazione.
Prese la moka dall'armadietto e poi si spostò dall'altro lato della cucina alla ricerca del barattolo del caffè. In quel momento i suoi occhi saettarono velocemente alla finestra che dava sul giardino e si sgranarono increduli.
"Ehm Mika..." chiamò con fare scettico senza distogliere l'attenzione dalla coltre bianca al di fuori.
Il moro, finito di sistemare le ciotole alla golden, sentitosi chiamare, si incamminò tranquillo verso la cucina.
"Dimmi" chiese raggiungendo Andy che se ne stava fermo con la moka in una mano e il barattolo di caffè nell'altra, con lo sguardo perso verso il giardino.
"Oh cazzo!" esclamò dimenticandosi per un attimo la finezza natalizia, portandosi una mano alla bocca spalancata, osservando ciò che il greco era stato impegnato a contemplare fino ad una manciata di secondi prima.
"Esatto" lo assecondò Andy perfettamente d'accordo con l'espressione usata dal cantante.
"Sarà alta almeno mezzo metro!" piagnucolò mettendosi le mani nei folti capelli, osservando la schiuma bianca di cui il suo giardino era invaso. La pioggia della mattina mischiata con la neve finta, composta dal liquido viscoso simile al sapone, accumulata la sera prima aveva dato luogo ad un paesaggio tanto fiabesco quanto infernale.
"Crea un bell'effetto però..." affermò Andy avvicinandosi ulteriormente alla finestra, guardando con stupore quell'atipico scenario, aprendosi in uno spontaneo sorriso.
"Abbiamo uno schiuma party in giardino..." continuò quindi ridacchiando e posando moka e barattolo sul tavolo.
In un attimo la sua mente giocosa prese il sopravvento sulla sua onnipresente razionalità e decise che tanto valeva approfittare di quello sconveniente, tanto più che la pioggia aveva per un attimo cessato di riversarsi a secchi sulla capitale.
"MEEEEEL" gridò il biondo fischiando subito dopo.
La bella e ubbidiente golden fece la sua comparsa correndo a quel richiamo giocoso del padrone e prima che Mika potesse anche solo capire cosa Andy stesse pensando, la sua cagnolina ed il suo ragazzo si erano fiondati in giardino saltellando tra la schiuma che ricopriva quasi interamente la quadrupede e arrivava ben sopra le ginocchia a lui.
La tranquilla atmosfera natalizia del quartiere venne invasa dalle risate giocose e dai guaiti eccitati di Melachi mentre Mika osservava incredulo la sua golden, ormai interamente ricoperta di un manto candido ed il suo compagno che in felpa e pantaloncini si divertiva ad alzare cumuli di schiuma affinché Mel si lanciasse all'agguato.
Quando anche il caloroso greco decise che la sua tenuta era troppo leggera per il clima invernale inglese, con qualche ultimo balzo raggiunse la porta entrando saltellando, raggiunto subito dopo dalla fedele quattro zampe che messo piede in casa, posizionata al centro della cucina si levò di dosso la coltre spumosa con una mossa ad effetto centrifuga che sparse palline di schiuma ovunque.
"Mel!! ANDYYYY!!!!" le urla di Mika riecheggiarono per tutta casa. Se in un primo istante pensò di rimproverare la povera cagnetta, subito dopo partì all'attacco sbraitando contro il vero colpevole di tutto quel casino, colui che aveva avuto la bella idea di uscire in giardino e scorrazzare con lei in mezzo al macello.
Il biondo udito il suo nome urlato in quel modo si voltò verso Mika con sguardo docile, arrestando la sua marcia verso il piano superiore e restando a metà cucina, pronto a sorbirsi le ire, giustificate, del padrone di casa il quale inaspettatamente... scoppiò a ridere.
Udendo la risata cristallina del compagno anche Andy si lasciò andare.
"Ti prego stai fermo che devo farti una foto!!" sghignazzò Mika correndo a recuperare la fotocamera usata la sera precedente e lasciata sulla mensola del salotto.
Andy si diede un veloce sguardo e capì l'ilarità del riccio. Era coperto da metà gamba in giù di una spessa coltre di schiuma che aderiva alla sua gamba come un paio di buffi e ingombranti scarponi da neve, la maglia scura era imperlata di pallini bianchi e così dovevano essere i suoi capelli, nei quali aveva infilato una mano, che aveva ritirato schifato.
Il ragazzo arrivò con la piccola macchina fotografica in mano e in quel momento Andy decise che se dovevano fare una cosa, dovevano farla bene.
Afferrò Mika per un braccio e con un fischiò chiamò a sé Melachi fiondandosi fuori in un batter d'occhio tra le risa sue e del ragazzo.
Mika si fermò leggermente schifato all'idea di mettere piede, anche lui in calzoncini corti, in quel morbido mondo ma Andy lo trascinò prima ancora che potesse pensare a quello che stava per fare.
In un attimo Mika si ritrovò a suo agio tra la viscida e scivolosa schiuma, fregandosene del freddo e di tutto il resto iniziando a ridere come un ossesso con Mel che saltellava e Andy che alzava nuvole di schiuma.
Andy gli rubò la fotocamera ed iniziò a fare foto a lui, alla golden e a tutti e tre insieme.
Si divertivano con facce stupide, accumulando montagnette di schiuma in testa a ognuno, cane compreso, fingendo di nuotare in quel mare spumoso e di riemergere come creature marine.
Quando la pioggia fece di nuovo la sua comparsa i tre rientrarono grondanti, infreddoliti e imbrattati di schiuma dalla testa ai piedi ma con le lacrime agli occhi e il mal di pancia dalle risate.
Di nuovo Mel si scosse in mezzo alla cucina, imbrattando mobili e pavimento di schiuma mista ad acqua piovana tra le risate dei due ragazzi che a loro volta lasciavano al loro passaggio gocce dense e biancastre su tutte le mattonelle della stanza.
"Altro che poltrire, io e te dobbiamo passare il Natale a pulire tutto 'sto schifo! Dentro e fuori!" affermò Andy senza smettere di ridere, più per disperazione che per altro.
Mika annuì dandogli ragione, pensando già a dove recuperare una canna dell'acqua per far defluire quell'ammasso informe di spuma morbida, che il picchiettare continuo della pioggia aveva fatto alzare come le bollicine della coca cola versata dall'alto nel bicchiere.
"Vado a chiedere ai vicini se mi prestano la loro pompa dell'acqua che con la nostra finiamo nel 2030" si disse il giovanotto cercando di levarsi almeno un po' di quell'impiastro di dosso, senza molti risultati.
Andy scoppiò a ridere nuovamente seduto sulla penisola della cucina, sotto la quale una piccola pozza di goccioline si stava allargando piano piano. "E ci vai così?" chiese trattenendosi appena per riuscire a pronunciare la frase.
Mika sbuffò sonoramente rendendosi conto di quanto il biondo avesse ragione, ma cercando lo stesso di darsi una sistemata sommaria per evitare di doversi docciare in quel momento e finire per tornare a lavarsi di lì a un'ora, una volta finito di pulire.
Mentre ancora il riccio pensava al da farsi e il biondo se la rideva tranquillo, il campanello di casa suonò.
Entrambi i ragazzi si bloccarono. Andy si piegò dalle risate ancor più di prima, mentre si figurava Mika conciato in quel modo ad aprire la porta a chi aveva suonato, mentre quest'ultimo afferrò un asciugamano dal lavello cercando di darsi una veloce sistemata.
Si avviò verso la porta e quando aprendo si trovò davanti il vicino di casa a cui proprio prima stava pensando, credette in una benedizione divina.
Questo fino a quando l'uomo aprì bocca per riferirgli il motivo che lo aveva portato davanti alla sua porta, che non aveva niente a che vedere con l'augurio di buon Natale.
"Buon pomeriggio." disse squadrandolo malamente con un'espressione a metà strada tra lo schifato ed il perplesso.
"Buon pomeriggio a te" salutò Mika di rimando, cercando di restare per gran parte della sua figura nascosto dietro la porta, essendo ancora in boxer e maglietta.
"A vederti così conciato direi che ho la conferma che tu centri qualcosa con i 20cm di schiuma di cui la via sul retro e le macchine sono ricoperte." il sessantenne era stato piuttosto chiaro e conciso nella sua spiegazione e Mika non poté che arrossire violentemente.
"Anche la via sul retro?" chiese titubante. Se aveva capito giusto, il signore gli stava dicendo che oltre al casino nel suo giardino, ne aveva provocato altrettanto anche al di fuori dei confini della sua proprietà.
"Sì, a quanto pare la neve di ieri non si è limitata al tuo giardino." gli spiegò con la tipica tranquillità inglese, che non celava comunque un certo disappunto.
Mika avvampò se possibile ancor di più scusandosi immensamente con il vicino e approfittandone per chiedere in prestito la potente pompa dell'acqua che sapeva avere, promettendo in cambio di sistemare il tutto il più velocemente possibile.
Lasciando definitivamente perdere la doccia, si fiondò al piano di sopra recuperando un paio di vecchi jeans e una felpa abbastanza pesante per poi correre di nuovo verso la porta, non prima di essersi fermato davanti alla cucina ed aver ordinato con risolutezza a Andy "Dato che so che non vuoi darmi una mano perché me lo merito, vedi almeno di pulire tutto questo casino in casa!!" prima di prendere la via della porta e uscire trafelato.
Canna dell'acqua in mano e ombrello nell'altra, per ripararsi dalla pioggia iniziò a far defluire tutto l'ammasso bianco dalla via e dalle macchine posteggiate, che senza volerlo avevano ricevuto un trattamento di lavaggio completo. Quando anche il vento ci mise del suo, lasciò perdere definitivamente l'ombrello che ormai non serviva più a nulla e si sbrigò a finire il lavoro.
Una volta che la via fu sgombra e i vicini furono di nuovo tranquilli, portò la pompa in giardino e lì cominciò la parte più difficile di tutto il lavoro. Il rettangolo di giardino era chiuso su tutti e 4 i lati, cosa che impediva alla schiuma di disperdersi e sciogliersi facilmente, gli ci vollero due ore buone per riuscire a riportare la normalità nel suo piccolo appezzamento verde.
Finito il lavoro ormai alle 5 di pomeriggio, rientrò in casa grondante di pioggia e decisamente infreddolito, o almeno ci provò.
"FERMO!" sbraitò Andy arrivando dal salotto di corsa con un enorme salviettone da spiaggia in mano, bloccandogli l'entrata giusto oltre la soglia della porta finestra che dava sul retro.
Il biondo aveva passato le ultime ore a tirare a lucido la casa, sistemando il disastro che avevano fatto, lavando e asciugando anche Melachi. Il solo pensiero che Mika potesse sgocciolare dappertutto da lì fino al piano di sopra non lo allettava per nulla.
Il riccio tolse felpa, scarpe, calze e jeans lasciandoli per terra in un angolino e poi si lasciò avvolgere dal grande telo morbido che Andy gli passò attorno senza riuscire a trattenere una piccola serie di starnuti.
"Ti ho preparato un bagno caldo di sopra." gli annunciò premuroso invitandolo a salire e riscaldarsi prima di finire con un raffreddore colossale che il biondo già sapeva si sarebbe preso.
Mika salì al secondo piano entrando nel bagno della loro camera, venendo avvolto dal tepore della nuvola di vapore profumata proveniente dalla grande vasca idromassaggio che proprio lui aveva insistito tanto per avere.
Quando finalmente vi si immerse, si lasciò scivolare sott'acqua coprendo fino all'ultimo centimetro di capelli e restando in apnea fino a quando i suoi polmoni lo permisero, crogiolandosi nell'acqua bollente.
Durante le lunghe ore passate a pulire via e giardino, si era promesso almeno 10 volte di aver chiuso per sempre con la neve finta e si era appuntato mentalmente di leggere bene le istruzioni e valutare attentamente la prossima idea malsana che gli fosse balenata in mente.
Andy lasciò che Mika se la prendesse comoda e si godesse il calduccio del bagno, lo vide comparire una buona oretta più tardi con una pesante tuta blu e azzurra e una faccia esausta, nel momento in cui si gettò a pancia in giù sul divano con un "Prepara tu la cena, io non mi muovo da qui se non per raggiungere il letto stasera."
Andy avrebbe voluto ribattere che anche lui aveva passato le ultime ore a rassettare casa e fare il bagno alla loro golden, ma decise di non infierire oltre sulla faccenda, almeno per il resto della giornata di Natale.
Preparò una veloce cena, o per meglio dire, riscaldò alcuni avanzi della sera precedente e poi portò il tutto in salotto, prendendo posto con Mika davanti alla tv.
"Una cosa del genere la vedesse mia madre sbiancherebbe" affermò Andy dal divano, raccogliendo una patata con la forchetta dal piatto piazzato sul tavolino da thè avvicinato al divano per comodità.
"Anche la mia" confermò Mika ricordando i constanti rimproveri della madre quando vedeva comparire anche un solo pacchetto di pop-corn nei pressi dell'ordinato salotto di casa.
"Non c'è niente di meglio che viver da soli..." continuò il libanese addentando un pezzo di polpettone famelicamente.
Andy gli diede un leggero spintone a quell'uscita e lo rimproverò bonariamente, prendendo le parole del compagno alla lettera. "No ma grazie eh!"
Il riccio si voltò stranito percependo il tono piccato del greco. "Cosa ho detto di male?" chiese quindi con aria innocente.
"Non c'è niente di meglio che viver da soli... gne gne" gli fece il verso alzando di mezzo tono la voce per farla somigliare a quella di Mika.
Il riccio lo squadrò attonito come si fa con un bambino capriccioso, alzando le sopracciglia e lasciando la forchetta a metà strada tra il piatto e la sua bocca. "Tu eri compreso..." si prodigò a mettere in chiaro.
"Si certo, adesso corre ai ripari..." lo prese in giro Andy, capendo l'antifona.
Mika in tutta risposta starnutì tre volte consecutivamente facendo sospirare e corrucciare il più piccolo.
"Guai a te se ti ammali!" lo minacciò con la forchetta alzata a mo' di arma contundente.
"Non ho intenzione di passare i prossimi giorni a farti da infermiere!" continuò imperterrito ricevendo uno sguardo contrariato.
"Ma va, figurati" asserì Mika tirando su col naso e rispondendo con aria di chi sa il fatto suo.
I due finirono la cena in tutta calma davanti ad un quiz televisivo a cui si sfidarono loro stessi a suon di risposte saccenti, poi si accordarono per aprire i regali allo scoccare della mezzanotte.
Andy che fremeva come un bambino all'idea di aprire tutti quei coloratissimi cubotti accatastati sotto l'abete, a mezzanotte meno 5 si posizionò nei pressi del luminoso albero rosso e oro, seduto a gambe incrociate pronto a dare il via alla triturazione della carta da regali come nemmeno Mika avrebbe saputo fare.
Il riccio si prese ancora alcuni minuti per starsene comodamente appallottolato sul divano che lo aveva fagocitato da ormai 4 ore buone, cercando di approfittare di quegli ultimi attimi di tepore sotto alla coperta che avrebbe di lì a poco dovuto abbandonare.
Sì perché nonostante se la sarebbe cucita volentieri addosso, non voleva dare a vedere a Andy che ciò che gli aveva espressamente vietato di fare solo poche ore prima, si era perfettamente avverato.
Il mal di gola che si iniziava a sentire, i brividi e gli occhi che gli pizzicavano erano tutti segnali inconfutabili.
Ma dopo tutto quel tempo sotto la pioggia a ripulire le vie e la scorrazzata mattutina in boxer e maglietta in giardino in pieno dicembre, non poteva essere altrimenti per uno come lui che riusciva a buscarsi un malanno a ritmo cadenzato almeno 4/5 volte all'anno.
"Un minuto!! Alzati e vieni qui." lo incitò festante il suo ragazzo.
Che poi da quando Andy era diventato così infantile sull'aprire i regali? Si trovò a chiedersi.
Si disincastrò dalla coperta e dal divano avanzando a rilento verso il salotto prendendo posto dal lato opposto del biondo con un regalo tra le mani.
Quando il pendolo di casa, sistemato in posizione tattica affinché di notte al piano di sopra non si udisse, batté i 12 rintocchi, Andy strappò la carta del primo regalo che aveva tra le mani senza nemmeno premurarsi di leggere il biglietto che lo accompagnava.
"Daaaai Fifa 2012!" sbraitò entusiasta non appena la carta lasciò intravedere il contenuto. Mika se lo figurava già davanti alla tv, monopolizzata dalle sue partite di calcio che a lui interessavano tanto quanto uno spettacolo di streap-tease femminile, ma ridacchiò ben contento della sua reazione.
Con calma scartò il pacco che teneva sulle gambe, gentile pensiero di sua nonna, avvolto con una carta natalizia chiaramente riciclata, come nel suo stile.
Vi estrasse una piccola coperta a losanghe lavorata a mano come spesso amava fare. Era troppo corta per i suoi quasi due metri, ma in quel momento era esattamente ciò che avrebbe voluto.
Silenziosamente ringraziò la nonna premurosa e si avvolse la calda lana attorno alle spalle godendosi quel tepore.
"Bella no?" chiese conferma al biondino, alle prese con il nastro del secondo pacco. "I tipici regali di tua nonna..." ridacchiò affettuosamente il giovane tirando con forza e riuscendo finalmente a rompere il fiocco per poter sbirciare nella scatola.
"3500 pezzi!" esclamò con gioia notando il numero impresso sulla scatola di un bellissimo puzzle con un paesaggio fiabesco di una delle isole greche.
Andy amava sdraiarsi sul pavimento nelle sere d'inverno annegando in mezzo ad una miriade di tassellini di tutte le forme. Altro regalo azzeccato. Pensò Mika.
Quando il riccio aprì l'ennesimo regalo, intuì immediatamente chi fosse il mittente.
"Fortuné!" biascicò prendendo tra le mani la macchina per fare il pane che suo fratello aveva detto più volte di volergli regalare "più per la salute di Andy a cui tocca mangiare lo schifo che cerchi di cucinare".
Si promise di ringraziare il fratellino invitandolo a cena una sera.
Il biondo aveva quasi finito di scartare i suoi regali, procedeva infatti ad una velocità allucinante quella sera, inversamente proporzionale a quella di Mika.
"Se non ti sbrighi, finiti i miei mi impossesso dei tuoi!" lo minacciò estraendo l'ennesima scatola contenente una divisa da calcetto della sua squadra preferita che il riccio era certo avrebbe indossato tutta estate.
Al biondino mancava un solo regalo da scartare, quello di Mika che però non avrebbe aperto se non nello stesso momento in cui Mika avrebbe aperto il suo.
Per questo si prodigò a mettere fretta al ragazzo, sfilandogli il pacchetto dalle mani e distruggendo la carta in pochi attimi, consegnandogli il libro di poesie che Yasmine gli aveva donato.
"Adesso i nostri!" trillò gioioso Andy a quel punto, tirando verso di loro da sotto l'abete gli ultimi due regali rimasti. Con cautela sollevo quello che aveva preso al suo compagno e lo lasciò nelle sue mani, per poi attendere che Mika facesse lo stesso con il suo. Era un vecchio rito quello della consegna e dell'apertura dei loro regali, stabilito per caso durante il loro primo Natale, e mantenuto fedele da quel giorno in avanti.
Quando Mika ebbe consegnato il suo nelle mani del greco, i due scartarono lentamente, un pezzo di carta a testa.
Andy alzò la mano verso il cielo. "Manuale di cinematografia!" sbraitò concitato sperando di aver vinto la sfida. Sì perché il primo ad indovinare cosa l'altro gli avesse regalato, o almeno andarci vicino, deducendolo solo da uno strappo non troppo grande, vinceva i servigi da parte dell'altro fino al primo gennaio del nuovo anno.
Mika si morse la lingua per la perspicacia del suo ragazzo ma inclinò la testa scuotendola leggermente. "Quasi..." confermò a metà, strappando un angolino di carta e cercando di indovinare il parallelepipedo che teneva tra le mani e sopra cui campava la scritta FRAGILE a lettere cubitali.
"Un vaso?" ipotizzò il riccio con incertezza, notando il materiale trasparente fare capolino. Andy scosse la testa vigorosamente.
"Ma ti pare che ti regalo un vaso?!" si offese quindi.
Andy scartò un altro po' il suo librone e quando puntò gli occhi su ciò che aveva sottomano esplose in un urlo di gioia che fece ridere Mika, entusiasta di aver speso bene la fatica necessaria per ottenere quel volume.
Mika intanto scartò il resto del suo regalo e rimase di stucco quando si trovò tra le mani una teca in vetro dentro la quale lo scheletro di un pipistrello vampiro sfoggiava tutta quella che lui reputava la sua meravigliosa natura.
Andy odiava la sua passione per la tassidermia come poche altre cose al mondo. Vedere un essere morto impagliato e messo in esposizione lo faceva rabbrividire. Nonostante ciò aveva deciso di mettere da parte la sua vena schizzinosa e fargli un regalo che stava già adorando alla follia.
Il biondo smise per un attimo di girarsi tra le dita il librone ricevuto per prestare attenzione alla figura di fronte a lui, che osservava stregato quell'obbrobrio.
"È stupendo Andy! Davvero!" gli confidò sinceramente osservando ogni minimo dettaglio. Il greco sorrise soddisfatto appuntandogli una cosa: "Solo una richiesta ti faccio: tienilo nel tuo studio per favore." chiese gentilmente. In risposta ricevette un sorriso di gratitudine e un cenno del capo rivolto verso il suo librone.
"Aprilo" gli disse Mika con espressione dolce. Andy non capì subito ciò a cui si riferiva fino a quando non aprì la prima pagina di quel cimelio storico, libro sacro di ogni regista.
Si portò le mani in volto incredulo. "E'...E'... è autografato da LUI!!!!" strillò con gli occhi blu che luccicavano di contentezza, notando la firma e la piccola introduzione scritta a mano molti anni prima dall'autore stesso del libro, morto ormai da parecchio tempo. Era un pezzo da collezione, rarissimo e piuttosto costoso che Mika era riuscito a procurarsi dopo oltre un anno di ricerche. Dalla sua espressione capì di aver fatto centro.
Andy chiuse il libro tenendolo stretto a sé con un'espressione di impagabile contentezza poi rivolse un cenno alla teca in vetro e chiese a Mika di posarla un attimo da parte per terra. Il riccio non capì il motivo ma ubbidì e mezzo secondo più tardi Andy si gettò su di lui stritolandolo, facendo finire sul pavimento lunghi e distesi entrambi.
"Grazie grazie grazie grazie! Il più bel regalo in assoluto!" farfugliò velocemente ridendo come un fanciullo, prendendogli quindi il viso tra le mani per ringraziarlo di nuovo con un lungo bacio.
Mika non riuscì a trattenere una risata a quell'impeto di felicità pura e si lasciò cullare dalle attenzioni che Andy gli stava riservando come ricompensa.
Dopo alcuni attimi di risate complici, al greco non sfuggì un particolare.
Tornò a lasciargli un dolce bacio a stampo e subito dopo spostò le labbrapoco più in alto, premendole con delicatezza sulla fronte, scostando appena qualche ricciolo.
"Ci avrei scommesso la testa di Mel..." sussurrò ancora disteso su di lui, a pochi centimetri dal suo viso constatando ciò che gli era parso di aver notato.
"Cosa?" chiese Mika ignaro del riferimento del giovanotto che lo sovrastava.
"Che non ne saresti uscito sano, dall'avventura di oggi" spiegò portandogli una mano sotto la maglietta e facendolo rabbrividire.
Mika si rese conto di aver bellamente fallito nel suo intento di depistaggio ma cercò comunque di negare.
"Ma va... È solo una tua impressione" farfugliò cercando di alzarsi dal pavimento e fuggire quindi da un ulteriore scrutinio da parte sua.
Andy, con sua grande sorpresa, lo lasciò fare facendo sì che si alzasse portando con sé il suo regalo.
"Andiamo a letto?" chiese quindi il biondo ammucchiando le carte appallottolate in un angolino della sala per portarle fuori il giorno dopo.
"Possiamo stare sul divano ancora un momento se vuoi..." rispose il ragazzo con un enorme sbadiglio che cercò di trattenere, afferrando invece un fazzoletto dalla scatola per soffiarsi il naso per l'ennesima volta.
Andy rise a quella tenacia e prendendolo in giro lo afferrò dolcemente per un braccio, spense la tv con il telecomando e lo trascinò con sé su per le scale.
Quando entrambi si furono sistemati sotto le coperte il greco accese la tv appesa al muro della camera con nonchalance, era curioso di vedere quanti minuti ci avrebbe messo Mika ad avvinghiarsi a lui come ogni sera e crollare addormentato.
Dopo venti minuti, Andy si voltò verso di lui trovandolo con un'espressione esausta ma ancora intento a guardare la tv, tutto pur di non cedere e dare a vedere di essere stanco e malato.
"Guarda che scherzavo quando ti ho intimato di non azzardarti ad ammalarti in questi giorni..." puntualizzò ben sapendo che ciò non avrebbe fatto nessuna differenza alla sua cocciutaggine.
"Lo so. Ma sto bene, davvero." chiarì continuando a negare allo sfinimento pur di non darla vinta al suo ragazzo.
Andy si sciolse in una risata. "E io sono la regina Elisabetta" disse con voce acuta e accento da upper class inglese. Mika a quell'imitazione non poté resistere a scoppiare a ridere sonoramente. "Sei uguale!" si complimentò il libanese avvicinandosi a lui.
Il biondo a quel punto lasciò perdere la loro piccola battaglia del giorno e si spostò verso di lui attirandolo a sé e passandogli un braccio attorno alle spalle, mentre lui cedette accoccolandosi finalmente addosso a Andy crogiolandosi nel calore del biondino.
Dopo meno di 10 minuti il testardo Mika dormiva profondamente con il viso affondato tra la spalla e il collo del suo ragazzo che continuava a cullarlo con una mano sepolta sotto ai ricci con i quali stava giocherellando.
Verso l'una e venti anche Andy sentì il sonno farsi largo e gli occhi divenire pesanti, decise quindi di spegnere il televisore e lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo a sua volta, ma non prima di aver fatto un'ultima cosa.
Allungò silenziosamente una mano verso il comò e dal secondo cassettino estrasse il termometro a infrarossi. Lo puntò al viso di Mika e nel giro di pochi attimi ebbe in mano la prova che cercava.
Afferrò il telefono con l'altra mano e fece una veloce fotografia all'indicatore a led che mostrava i numerini con Mika dormiente come sfondo poi ripose entrambi gli oggetti sul ripiano accanto, chiudendo finalmente gli occhi a sua volta.
La vendetta se la sarebbe gustata con soddisfazione il mattino successivo.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...