Quando lesse l'ultimo messaggio inviatogli da Mika che semplicemente recitava "Buona notte allora, e a domani!!" si ritrovò infatti ad arrossire e ridacchiare beato, gettando la testa tra i cuscini, desideroso come non mai, che le tre del pomeriggio del giorno dopo arrivassero in fretta. -*-*-*-*-*-
Non erano nemmeno le 9 di mattina, quando il giorno successivo Mika si alzò di sua spontanea volontà dal letto, girovagando raggiante per casa e facendo storcere il naso a tutta la famiglia, incredula che il più dormiglione dei 5 fratelli Penniman fosse tanto attivo e adrenalinico così di buon mattino.
"Yasmine, ho bisogno di te!" canticchiò entrando di soppiatto nella stanza che le tre sorelle condividevano e schivando un cuscino, lanciatogli dalla sorellina quindicenne, svegliata dal suo sonno beato dalle urla del riccio.
"Ma cos'è? Ti ha punto una tarantola stamattina?!" lo rimproverò la maggiore, prendendolo per la manica della maglia e trascinandolo fuori dalla stanza, prima che Zuleika gli lanciasse anche il salvadanaio in terracotta a forma di porcellino che teneva sul comodino.
"Oggi sono a casa e ti do una mano a finire le scenografie per il tour" esclamò contento, cercando di instillare il suo stesso stato d'animo nella 27enne.
"Bene, e c'è bisogno di far tutto questo casino?" lo rimbeccò fermandosi e portando le mani sui fianchi con aria adulta, era un lavoro che facevano sempre insieme, non capiva tutta questa gioia improvvisa.
Poi lo squadrò un paio di secondi e aggiunse "C'è qualche dettaglio che non mi hai detto?"
Mika distolse lo sguardo dai pozzi verde acqua della sorella e ammise: "Nulla di che, viene un mio collaboratore a darci una mano"
Yasmine sorrise sorniona e chiese con falsa ingenuità: "Andy?"
Il moro tornò ad alzare gli occhi nocciola su di lei, accigliandosi. "Cos'è quell'espressione da 'io so più di quello che tu sai, io so? '"
Yasmine sollevo le sopracciglia cercando di decifrare la frase contorta del suo fratello-artista e poi sorrise furba. "Ma nulla... Paloma ha sol..."
"Paloma! Lo sapevo!!!" la interruppe bruscamente lasciando cadere le braccia sui fianchi con fare sconsolato.
"Tu lassù se mi senti, dimmi cosa ho fatto io di male, per meritarmi tre sorelle come le mie!" pronunciò con gli occhi rivolti al cielo, in una desolata preghiera.
Yasmine ridacchiò appena, prima di spostarsi in salotto, dove Mika la seguì poco dopo.
"Ci sono anche i vestiti da finire di preparare" intervenne Paloma, anche lei in sala intenta a finire di cucire le giacche per i musicisti, insieme alla madre.
"Io con te ho un conto in sospeso!" le bisbigliò Mika una volta che le si fu avvicinato e le ebbe tirato una ciocca di capelli in segno di vendetta.
"Ahio Mika!" si lagnò la sorella attirando un'occhiataccia da parte di Joanie che esclamò: "Quasi 23 e 25 anni, ma siete ancora uguali a vent'anni fa!" Yasmine sorrise beffarda al rimprovero della madre verso i fratelli minori.
Per tutta la mattinata, Yasmine Mika e Paloma, aiutati sporadicamente da Zuleika e Fortuné, portarono avanti la creazione dei drappi e degli ultimi dettagli per il tour, che la famiglia aveva prodotto in casa, come in una piccola-grande fabbrica.
Durante il primo pomeriggio, Mika sistemò camera sua, sotto lo sguardo perplesso e meravigliato del fratellino, con il quale condivideva la stanza, che in tanti anni di convivenza, aveva visto raramente ordinata.
Alle 3 puntuali il campanello di casa Penniman emise un breve suono stridulo. Mika, che ancora si trovava al piano di sopra, quasi inciampò per le scale, dalla fretta di raggiungere la porta.
Quando vi arrivò la spalanco, quasi spaventando Andy che sorridente e con un pacchetto in mano salutò cordialmente.
"Questi sono per merenda" disse porgendo al riccio un sacchettino di biscotti su cui campeggiavano delle incomprensibili scritte greche.
"Grazie!" accettò smagliante Mika facendogli cenno di seguirlo verso il salotto.
Quando i due varcarono la soglia, le tre sorelle accorsero immediatamente ad accogliere calorosamente il ragazzo che impacciato, non seppe bene come reagire.
"Loro sono: Yasmine" disse indicando la maggiore che gli porse la mano gentilmente, e che Andy ricambiò.
"Paloma, già la conosci" indicò la ragazza dietro il tavolo, che salutò sorridente.
"E io sono Zuleika" intervenne la minore urlando poi "Fort scendi!" avvisando il fratello dell'arrivo dell'ospite.
Andy si trovava un attimo spiazzato, non ci stava capendo molto, portava lo sguardo da una ragazza all'altra, confuso. "Ok."
Asserì per poi chiedere timidamente. "Quindi Paloma è tua sorella e le altre sono tue collaboratrici, giusto?" domandò perplesso.
"Oh no, siamo tutte sue sorelle" intervenne Zuleika correggendolo.
"E io sono suo fratello, piacere Fortuné" si intromise il tredicenne capitandogli davanti all'improvviso.
Andy guardò Mika con aria confusa, al che il moro prese il biondino per un braccio e lo portò con lui in cucina.
"Tutto bene?" gli chiese vedendo l'espressione poco confortevole dell'amico.
"Sì, è solo che... Avevo capito avessi una sorella e un fratello, mi sono un attimo perso" ammise Andy, abituato alla tranquillità di casa sua, in cui sua sorella e lui, raramente si trovavano a passare del tempo lavorando insieme, era già tanto se a volte condividevano la medesima stanza.
"Sì, forse delle altre due non te ne avevo parlato. Comunque sono innocue, non mordono." ironizzò Mika cercando il sorriso del greco, che si rese conto, adorava come pochi.
Il suo desiderio, prese forma sul viso del 21enne un attimo prima che Mika lo riportasse in salotto.
Passarono la maggior parte del pomeriggio insieme alle sorelle, lavorando ai vari progetti.
Andy osservava con ammirazione quella strana famiglia multietnica in cui tutti si aiutavano, mettendo ciò che ognuno sapeva fare, a disposizione per uno scopo comune, che in quel caso riguardava Mika.
Il suo amico aveva gran parte della famiglia raccolta attorno a lui, per lui. Si ritrovò a sperare che anche a casa sua fosse così, quando invece i suoi genitori l'avevano sì spronato, affinché raggiungesse i suoi obiettivi ma erano sempre e comunque restati un passo indietro.
Mika l'aveva detto, la sua famiglia era strana, ma Andy pensò, era quella stranezza genuina e confortante, di una famiglia fuori dagli schemi di una tradizionale casata inglese, ma con dei valori e degli ideali profondi e ben radicati.
Di certo i battibecchi ed i litigi non mancavano, ma il biondo li trovava divertenti e a loro modo costruttivi.
"Andy, hai voglia di farmi da manichino?" Intervenne Paloma ad un tratto, interrompendo le riflessioni, tipiche del suo animo osservatore.
Il ragazzo rimase un attimo interdetto, incerto sul da farsi.
"Mi serve qualcuno di un po' più basso di Mika ma non così basso come Fortuné" chiarì la ragazza, ricevendo un pennarello in testa dal quintogenito di casa, offeso dalle parole della sorellona.
"Lasciami crescere e poi vediamo chi chiamerai basso!" gli aveva infatti ribadito, stizzito.
Ridacchiando per il teatrino comico in atto, Andy accetto e si lasciò vestire dalla stilista.
"Wow stai benissimo! Dovrei farne uno anche a te!" commentò Paloma, osservando come la giacca ed i pantaloni bianchi e beige, sembrassero fatti su misura per lui.
Mika intanto lo osservava inebetito. Quel ragazzo era veramente carino, a poco a poco stava iniziando ad apprezzare sempre più dettagli del suo cameraman, e forse quella lieve accelerazione dei battiti che poteva percepire nel suo petto, era segno che il suo cuore stava iniziando già a pensare oltre.
"Ti piaccio?" chiese Andy a quel punto ridacchiando, preso dalla situazione, notando lo sguardo e la posa fissa di Mika.
"Sì ehm... Mi piaci... molto, cioè, ti sta bene!" commentò balbettando appena, imbarazzato dalle parole che il suo cervello stava inviando alla bocca.
Era sicuro che le sue guance non avessero più il colorito pallido della carnagione invernale, che si fossero irrimediabilmente tinte di rosso, ma poco ci poteva fare.
"Qui abbiamo finito" intervenne Yasmine salvando la situazione e mostrando i drappi colorati, finalmente completi.
"Bene ehm... Andy non dovevi mostrarmi una cosa?" chiese a quel punto Mika, cercando di fuggire dagli sguardi che era certo le sorelle gli stessero dedicando.
"Sì, hai un pc?" gli chiese quindi il videomaker.
"Sì, in camera mia! Seguimi!" Mika prese la palla al balzo, e quando Andy ebbe finito di svestirsi, riconsegnando gli abiti di scena a Paloma, lo portò con sé fino al piano di sopra.
Andy varcò la porta della stanza e si guardò attorno con aria curiosa, avvicinandosi subito al pianoforte a muro bianco, che spiccava tra il letto e la scrivania.
"Suona qualcosa!" gli chiese a bruciapelo Andy, accarezzando i tasti e distogliendo la mano quando, avendo premuto più del dovuto, si ritrovò a suonare inavvertitamente un paio di note.
"Dai, mi senti ogni giorno!" declinò la richiesta Mika, puntualizzando che effettivamente, ogni giorno alle prove, avesse l'opportunità di sentirlo cantare.
"Ma non è la stessa cosa, senza band emozioni molto di più!" si lasciò andare al commento che in quel momento gli stava frullando in testa.
Andy aveva avuto poche opportunità di sentirlo cantare accompagnato solo dalla sua voce, non amplificata da microfoni, e dal pianoforte, suonato da lui, ma quelle volte erano state per lui di una potenza emotiva impressionante.
Mika arrossì di colpo. "Ma no dai... grazie comunque" disse prendendo posto alla scrivania ed accendendo il pc.
Andy caricò il dvd su cui aveva inciso le riprese effettuate fino al giorno precedente e fece partire il video, montato per il management.
Le scene iniziarono dalle prime impacciate parole che Mika aveva dedicato alla nuova squadra, durante il primo giorno di prove e continuavano mostrando spezzoni del lavoro di ogni membro, accompagnate da pezzi suonati live durante quei giorni. Erano riprese davvero eccezionali, montante in maniera altrettanto sapiente.
"Si vede che ti piace quello che fai" osservò Mika, mantenendo l'attenzione sulle scene che scorrevano in video.
Più le immagini proseguivano, più spesso si trovava la sua faccia o la sua figura ad occupare la maggior parte dei minuti che componevano il video, che si concluse con la scritta a lettere cubitali: MIKA.
"C'è un po' troppo di questo Mika qui dentro, per il resto è eccezionale" puntualizzò il ragazzo a cui non piaceva vedersi ripreso.
"E' la parte migliore" commentò in un sussurro Andy, senza troppo riflettere, distogliendo poi lo sguardo dal pc e portandolo di nuovo sul pianoforte.
Mika, che intanto si stava trovando a riflettere sul significato implicito delle parole appena dette dall'amico, notando gli occhi azzurri fissi sullo strumento, cedette.
"Ho capito che se non mi siedo su quello sgabello non mi darai pace, quindi via il dente via il dolore" asserì alzandosi dalla sedia e prendendo posto sullo sgabellino bianco dello stesso colore dello strumento.
"Cosa vuoi sentire?" gli chiese, lasciando libera scelta al greco.
"Quello che preferisci" rilanciò il biondo, curioso di sapere su cosa sarebbe ricaduta la sua scelta, fissando le dita del moretto, che già sfioravano i tasti del pianoforte.
Ci mise mezzo secondo a decidere e poggiare i pollastrelli sui tasti neri che componevano le prima note di quella canzone, premendo delicatamente.
Wake up in the morning, stumble on my life
Can't get no love without sacrifice
If anything should happen, I guess I wish you well
A little bit of heaven, but a little bit of hell
In un attimo il mondo attorno a loro sparì. Mika era immerso nel suo, dove la musica, la melodia, le parole da lui scritte e vissute, risuonavano come colonna sonora di un momento preciso della sua vita.
Andy rimase intrappolato in quell'universo non suo, ma che iniziava a percepire come tale, soprattutto da quando conosceva sempre più dettagli della vita di Mika, una vita dai tratti oscuri e talvolta taglienti, che avevano contribuito a forgiare quella personalità tanto complessa che risiedeva nel giovane ragazzo dall'animo d'artista.
This is the hardest story that I've ever told
No hope, or love, or glory
Happy ending's gone forever moreI feel as if I'm wastin'
And I'm wastin' everyday
Andy non poté che chiudere gli occhi e concentrarsi per una volta, solamente sull'esibizione, senza pensare al punto luce delle riprese o alla profondità dello zoom da usare.
Volle percepire ogni vibrazione che quella voce così potente, ma dai tratti delicati era in grado di trasmettergli, e cercare di leggervi la storia dietro le parole, le emozioni dietro alle note, il momento che aveva ispirato Mika a comporre quel pezzo.
"I'm wastin' every day" si chiese cosa avesse provocato quel senso di non appropriatezza che quelle sillabe portavano con loro.
This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.
This is the way that we love,
Like it's forever.
Then live the rest of our life,
But not together.
Erano le parole di un cuore malinconico e triste, forse abbandonato, lasciato alla deriva delle onde impetuose della vita.
Erano la consapevolezza amara di un non lieto fine. Andy percepì una sensazione di gelo, immaginando come Mika si fosse potuto sentire nello scriverle, ma come in uno strano ossimoro venne pervaso dal calore emanato dalle vibrazioni che il timbro caldo di Mika riusciva a donargli.
Era un intreccio di sensazioni ed emozioni contrastanti. Le parole della seconda strofa, il cervello di Andy non le registrò nemmeno, impegnato com'era nelle sue riflessioni.
Il suo cervello automaticamente si riconnetté alla realtà nel momento in cui la musica per un attimo si fermò, per riprendere poi delicata.
A little bit of love
Un po' di amore.
Eccola, le nota positiva in quel mare di malinconia, era arrivata.
A Little bit of love, little bit of love
Little bit of love, little bit of love
A Little bit of love, little bit of love
Little bit of love, little bit of love
Little bit of love, little bit of love
E si ripeteva, ancora e ancora, come un mantra, come un salvagente al quale la sua vita era aggrappata, la luce che gli permetteva di non affogare, di restare a galla, ritornare sulla terra ferma e continuare a vivere, ora più forte, ora più saggio.
Sui lineamenti fini di Andy nacque spontaneo e sincero un lieve sorriso.
Quasi senza accorgersene si ritrovò a canticchiare quelle parole di speranza, a sua volta.
Little bit of love, little bit of love
Aprì gli occhi e si ritrovò l'espressione concentrata di Mika e le dita che con impeto martellavano i tasti del candido strumento.
This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending
In un attimo la magia finì, con quelle ultime parole che provocarono in Andy un senso di tenerezza e fragilità. In un turbinio di emozioni Andy fu colto da un impeto e senza riflettere si sporse verso Mika e lo chiuse in un abbraccio stretto e protettivo.
Il ricciolino venne preso alla sprovvista da quella manifestazione inaspettata di affetto, e rimase per un istante immobile e impietrito, prima di rendersi conto che quel contatto, in realtà, non solo gli stava donando calore, ma gli stava anche provocando una strana sensazione che da tempo aveva sepolto nei meandri del suo essere.
Lo stava facendo sentire completo.
In un attimo tutto finì. Andy imbarazzatissimo si ritrasse mormorando colpevole qualche scusa biascicata, mentre Mika, stupito da ciò che quel contatto gli aveva provocato, rimase in silenzio, puntando lo sguardo altrove.
Andy si sentì stupido.
Aveva agito spinto dalle emozioni e commosso dalle parole che quella poesia recitava, senza pensare che molto probabilmente non era un abbraccio ciò che Mika avrebbe voluto, o più precisamente, non un abbraccio da una persona estranea, quale lui, volente o nolente, era ancora per il moro.
Impacciato e incoraggiato dal comportamento schivo che Mika mostrava, sfilò velocemente il dvd dal computer del ragazzo e dopo un saluto frettoloso, uscì dalla camera del riccio, chiudendo piano la porta dietro di sé.
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Two of a kind
FanficLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...