"Senti, riguardo a quella cosa di cui abbiam parlato, uscire a salutare i fan... credo che dovresti..."
Mika lo interruppe. "Sì, ne abbiamo già parlato." proferì ingurgitando una manciata di mirtilli, come faceva spesso dopo l'esibizione, per recuperare energie.
"e..." lo invitò a proseguire Andy, rubando un lampone dall'altro piattino preparato sul tavolo, dallo staff.
"E... non lo so." rispose il ragazzo, grattandosi la nuca con fare incerto.
"Senti, non fare la superstar e esci fuori! Non ti mordono!" lo rimproverò Andy serio, prima che fosse Jerry a farlo più avanti.
Mika non si voltò, limitandosi a scoccargli un'occhiataccia seccata, gli stava parlando con un tono che non gli piaceva.
-*-*-*-*-*-
"Vengo anche io, così li filmo e aggiungo anche quello al documentario." si offrì Andy addolcendosi un poco, sperando di infondere coraggio a quel timidone che si ritrovava come ragazzo.
Mika lo guardo perplesso un attimo, voleva bene ai suoi fan, ma la timidezza era un brutto scoglio per lui.
Poi però si decise e leggermente controvoglia, accettò.
"Ok dai. In fin dei conti glielo devo." asserì mettendosi una maglia asciutta e prendendo un paio di lamponi, prima di seguire Andy che gli dimostrò con un sorriso, di aver apprezzato la scelta che aveva fatto.
L'incontro con i pochi ed increduli fan, fuori dall'Alcatraz fu piacevole. Dopo un primo momento di imbarazzo, Mika si sciolse e regalò sorrisi, autografi e belle parole per tutti. Andy riprendeva tutto contento.
Dopo un altro paio di giorni a Milano per promuovere Life in Cartoon Motion, la squadra si recò a San Remo, per la comparsata di Mika al celebre festival.
"C'è il maaareeee" esclamò entusiasta il libanese, giunto nella graziosa cittadina ligure, guardando fuori dal finestrino.
"Grande genio!" lo rimbeccò affettuosamente Nick.
"Quando fanno vedere il festival, mica inquadrano il mare!" si lamentò Mika, puntualizzando che non poteva sapere che quella fosse una città marittima.
La comparsata al festival fu una cosa piuttosto veloce ma nonostante ciò, fu produttiva. Quella sera infatti conobbe un giovane ragazzo dall'aria simpatica di nome Giulio, che aveva da pochi anni iniziato la sua carriera da pubblicista e manager.
I due scambiarono poche parole ma immediatamente si resero conto di pensare allo stesso modo. Si erano scambiati i numeri, certi che ci sarebbero potute essere in futuro, delle occasioni per lavorare insieme.
La vita in tour era piacevole ma stancante, il primo mese passò in fretta, raccogliendo successi a destra e a manca, e anche i primi riconoscimenti e dischi d'oro.
Dopo aver percorso migliaia di chilometri, quel giorno si trovavano a pochi passi da Helsinki, in Finlandia. Mika aveva appena finito un concerto e si stava preparando ad incontrare i fan, consuetudine ormai radicata nella routine del ragazzo, che superato lo scoglio iniziale, trovava da qualche tempo piacevole dialogare con i suoi fans, alla fine di uno show.
Andy aveva notato che quella sera però i sorrisi erano un po' più tirati e meno sinceri e che il meet&greet era durato meno del solito.
"Tutto ok?" gli chiese infatti rientrando in hotel, seduto accanto a lui in auto, la squadra aveva optato per una nottata in un pub, avendo il giorno dopo libero, e potendo concedersi di rientrare quando ne avevano voglia, ma Mika aveva rifiutato e Andy l'aveva seguito in hotel, stranito.
"Si, bene." gli rispose tagliando corto, continuando a guardare fuori dal finestrino.
Portò anche Andy lo sguardo fuori dal vetro scuro della macchina.
Non chiese più nulla, intuì che insistere non l'avrebbe portato da nessuna parte. La testardaggine era un'altra caratteristica spiccata del libanese.
Quando giunsero in hotel, Mika entrò nella sua camera, seguito da Andy.
Poco dopo il biondo ricevette una chiamata da sua madre e si fece da parte nel salottino della stanza, per più di dieci minuti, dialogando anche con sua sorella e suo padre.
Quando tornò in camera, trovò Mika rannicchiato sul letto ad occhi chiusi, con una smorfia di dolore in viso.
Come si accorse della sua presenza aprì gli occhi e si distese meglio sopra le coperte, azzardando un sorriso che Andy capì essere puramente di circostanza.
"Hey, cosa c'è che non va?" chiese infatti sedendosi accanto a lui, sul letto e lasciandogli una carezza in viso.
"Niente." gli rispose accoccolandosi alla mano calda sulla sua guancia.
"Eee, risposta sbagliata, riprova" gli rispose imitando il fastidioso suono che i quiz televisivi mandavano quando un concorrente commetteva un errore.
Mika socchiuse gli occhi, lievemente infastidito "Sono solo stanco" disse cercando di convincere anche sé stesso.
"Eee, sbagliata di nuovo. Sono due mesi che viviamo praticamente in simbiosi in tour e ancora più tempo che stiamo insieme, non me la bevo." puntualizzò Andy, facendogli capire di arrivare al punto, smettendola di girargli tanto intorno.
"Ok Sherlock Holmes hai vinto. Ho mal di testa, bello forte se vuoi proprio saperlo."rispose leggermente seccato del fatto che Andy avesse potuto smascherarlo così facilmente.
"Bing, risposta esatta!" scherzò prima di levarsi le scarpe e stendersi accanto a lui, sul letto ad una piazza e mezza, della stanza che Mika condivideva ancora con Cherisse.
"Vieni qui" gli disse piano Andy, avvolgendolo con un braccio e ottenendo che si spostasse verso di lui, facendogli poggiare il capo sul suo petto e affondando le mani nei riccioli, massaggiando lentamente, cercando di apportargli sollievo.
Mika si strinse a lui, avvolgendo una mano attorno alla sua vita e rannicchiandosi contro la figura distesa del suo ragazzo, che intanto portò i polpastrelli sulle tempie in un movimento circolare che a al libanese fece sfuggire un lieve gemito di conforto.
Mika, dopo pochi minuti, crollò nel sonno, ancora vestito, esausto dai ritmi del tour che stavano molto probabilmente anche alla base di quel lieve malessere.
Andy gli lasciò un bacio tenero tra i ricci morbidi, ripensando alla sera in cui, in modo simile, si era preso cura di lui febbricitante, dopo il bagno nel lago ghiacciato di Richmond.
Quella sera in cui tutto era iniziato.
Sorridente, con il suo ragazzo tra le braccia, il sonno non ci impiegò molto ad accogliere anche lui nel suo mondo onirico.
I ragazzi della crew rientrarono all'una inoltrata, chi più alticcio chi meno ridendo come pazzi. Si diedero un contegno solo quando arrivarono al loro piano, per non svegliare gli altri ospiti dell'hotel.
Si augurarono la buona notte poi ognuno entrò nella propria stanza.
Cherisse inserì la tessera magnetica nel lettore, il quale scattò con un lieve bip, ed entrò nella stanza attraverso il salottino.
Lasciò la borsa e la giacca silenziosamente e poi si recò nella camera da letto, dove la luce era già accesa.
Quando vi mise piede buttò un occhio al letto del suo compagno di stanza, dirigendosi poi verso il bagno.
A metà strada si fermò pensando all'immagine che aveva visto con la coda dell'occhio.
Stranita, si voltò di nuovo e quello che vide confermò ciò che le era parso di aver percepito dalla sfuggevole occhiata.
Mika era pesantemente addormentato, rannicchiato nel suo letto, ma la cosa strana, che stupì Cherisse era che non fosse solo.
Disteso accanto a lui vi era infatti Andy, anch'esso addormentato, a cui Mika era abbracciato, con la testa sul petto.
Il biondo aveva a sua volta un braccio intorno alle spalle del ragazzo e l'altra sua mano spariva invece nella folta chioma castana del libanese.
Cherisse rimase per qualche attimo ferma ad osservare la scena decisamente inusuale e nuova, poi la sua mente fece velocemente due più due.
Pensò a tutte le volte in cui il cameraman ed il cantante nei due mesi di tournée, erano spariti insieme, in giro per qualche città da soli, o a tutte quelle situazioni in cui dovunque vi fosse uno, immediatamente accanto vi era anche l'altro.
Non li aveva mai visti abbracciati e nemmeno si ricordava di aver percepito qualche sguardo di troppo tra di loro, ma evidentemente o non era stata abbastanza attenta, o Mika e Andy erano stati bravi a mantenere il tutto ben celato.
Improvvisamente si sentì come di troppo. Doveva ammettere che erano carini insieme. Strani al punto giusto tutti e due.
Decise che per quella sera, avrebbe chiesto asilo in stanza di Nick, dove il letto che sarebbe dovuto essere di Andy, era logicamente libero.
Prese le sue cose, li osservò per l'ultima volta e uscendo in punta di piedi, spense la luce.
Nick si stava per andare a fare una doccia quando sentì bussare alla porta, aprì e si trovò davanti Cherisse con uno sguardo particolare e la borsa in mano.
"Posso dormire da te stanotte?" chiese entrando ed appoggiando il borsone sulla moquette.
"A meno che tu non voglia dormire abbracciata a me - e in quel caso sarebbe un sì - non vedo come si possa fare, quando tornerà Andy." gli rispose sornione, ricevendo una sberla amichevole sulla spalla dalla batterista.
"Andy non dormirà qui stanotte" disse con il tipico sguardo di chi la sa lunga.
"Cos'è, si è trovato una groupie e dorme fuori?" buttò lì Nick ridendo.
"Più o meno..." disse la ragazza con un mezzo ghigno furbo. Nick la osservò con la coda dell'occhio, bramoso di informazioni.
"Diciamo che non si accontenta delle groupie, preferisce puntare più in alto." sparò Cherisse aumentando il ghigno.
"Parla!" la cercò di corrompere Nick con sguardo implorante.
"Preferisce le popstar alle groupie..." continuò aggiungendo un nuovo indizio a quella che per Nick stava diventando una caccia di indizi.
"Cherisse sputa il rospo!" le disse avvicinandosi con fare minaccioso alla bella ragazza di colore.
"Andy sta dormendo pacificamente nella stanza accanto, abbracciato alla nostra popstar" rivelò finalmente la giovane.
Nick si immobilizzò incredulo a bocca spalancata. "a Mika?!" disse cercando la fin troppo logica conferma.
"No guarda, a Katy Perry. Certo! A Mika!" confermò finalmente Cherisse.
Il tecnico restò senza parole per un attimo poi sparò "Mi stai prendendo per i fondelli..." certo che una cosa del genere non poteva essergli sfuggita.
"No Nick, non sto scherzando, li ho appena visti e no! Non ti aprirò la porta affinché anche tu li veda, stanno dormendo." puntualizzò smorzando poi sul nascere la richiesta che capì, il collaboratore era sul punto di farle e prendendo le sue cose dalla borsa, si diresse in bagno rubando la doccia all'amico, che ancora se ne stava fermo in mezzo alla stanza a rimuginare sulle parole della batterista.
Verso le 7 di mattina Andy, in stato di dormiveglia, fece per girarsi nel sonno, venendo però bloccato da qualcosa che gli impediva ogni movimento si svegliò, sentendo dei riccioli solleticargli la mano, che ancora riposava nella folta chioma del suo ragazzo e poi buttò un occhio all'orologio a led che luccicava in fondo alla stanza.
Aprì gli occhi improvvisamente, si era addormentato abbracciato a Mika la sera prima, se i suoi amici erano rientrati, li avevano sicuramente scoperti.
Sperò con tutto il cuore, che i ragazzi, presi dalla serata di svago, avessero fatto le ore piccole, fermandosi in giro per la città, ma le sue speranze svanirono in un istante quando si accorse della borsetta di Cherisse appoggiata sul mobile della camera.
Si portò le mani al volto, dandosi del cretino e si voltò verso Mika, con l'intento di svegliarlo.
Lui ancora placidamente abbracciato alla sua vita, con la testa sul suo petto, dormiva profondamente, con un lieve sorriso in volto.
Per un attimo si dimenticò le sue ansie e rimase a fissarlo quel poco che quella posizione gli permetteva, i riccioli coprivano quasi tutta la visuale del suo viso.
Poi si risvegliò e lo scosse chiamandolo.
"Ehi... svegliati Mika" gli bisbigliò in un orecchio, alzando il capo dal cuscino per avvicinarsi meglio.
Lui non si mosse di un centimetro.
"Daaai, svegliatiiii" gli sussurrò ancora, scuotendolo un po' di più. Mika a quel punto levò il braccio dal suo fianco e si girò dall'altra parte con un borbottio, dando le spalle al biondo che lo squadrò lievemente seccato. L'ansia gli stava impedendo di godersi il suo primo risveglio al suo fianco.
Allora gli si fece vicino, gli lasciò qualche bacio sul collo e poi avvicinò la bocca al suo orecchio, dove si poteva notare il forellino dell'orecchino che di tanto in tanto indossava, e gli morse il lobo.
Mika si svegliò di soprassalto, voltandosi bruscamente urlando. "Ma che cazzo!" vedendo poi Andy e assestandogli un pugno piuttosto forte sul braccio.
"Ma ti sembra il modo di svegliarmi?! No dico ma sei scemo?!" lo rimproverò a voce piuttosto alta il libanese.
Andy lo osservò quasi impaurito da quella reazione.
"Le 7?!" tornò ad infervorarsi Mika, alla vista dell'orario mattiniero.
"Cioè tu mi svegli alle 7 nell'unico giorno da tre settimane a questa parte, in cui posso dormire, e lo fai così?!" chiese incavolato come un furetto. "Vuoi morire giovane tu!" lo avvertì assottigliando gli occhi e voltandosi poi dall'altra parte, chiudendo gli occhi di nuovo.
"Mika..." lo chiamò con fare tranquillo, cercando di spiegare la situazione. Lui non si girò.
"Abbiam dormito insieme e Cherisse se n'è accorta, non ha dormito qui, quindi anche qualcun altro saprà" disse sospirando.
"Secondo me hanno capito" continuò mordendosi un labbro pensieroso e preoccupato, mentre il compagno se ne stava girato, senza dare segni di vita, fingendo di dormire,
"Mika..." ritentò il biondo, ma il riccio lo interruppe "Ormai il danno è fatto, lasciami dormire. Ne parliamo a mezzogiorno" gli rispose risoluto con tono assonnato, mantenendo la posizione di spalle al ragazzo e gli occhi chiusi.
Andy sospirò di nuovo. Beh, tutti i torti Mika non li aveva. Il cantante, a differenza sua, aveva una montagna di ore di sonno da recuperare, di tutte le mattinate in cui si svegliava presto per interviste in radio o apparizioni tv, parte della promozione.
Ormai era successo.
Qualche ora in più non avrebbe fatto differenza.
Tornò a sdraiarsi di schiena portando le mani sotto la nuca fissando, il soffitto bianco e spoglio.
Cosa avrebbero pensato i loro amici di loro due, ora che li avevano visti abbracciati, dormire insieme? Erano sempre stati così attenti in quei mesi, e si erano ritrovati a farsi scoprire in una maniera così stupida da sembrare incredibile.
Sospirò irrequieto.
Si ritrovò a pensare a cosa avrebbe dovuto fare, se avessero finito per cacciarlo dalla squadra, perché di certo, se avessero trovato quella situazione disgustosa, come molte delle persone che conosceva avrebbero di certo fatto, quello a rimetterci sarebbe stato sicuramente lui.
Nel mese che aveva preceduto la serata con Mika, quella in cui la loro storia aveva avuto inizio, una delle ragioni principali, che lo aveva spinto a trattenere il suo desiderio verso il moro, era stata proprio la prospettiva che una storia con lui avrebbe potuto mettere a repentaglio la sua opportunità di lavoro, il sogno che aveva rincorso così tanto nella sua vita, e che ora aveva l'occasione di poter vivere.
Era un rischio enorme, o tutto o niente.
Sospirò profondamente, cercando di scacciare la paura e l'ansia che lo stavano tormentando.
Sarebbe volentieri voluto andare ad affrontare i compagni subito, così da evitare di restare in quello stato stressante per ore, ma qualcosa lo frenava.
Voleva Mika al suo fianco in quel momento. Si sentiva debole e vulnerabile. Da solo sarebbe stata ancor più dura.
Aveva passato tutto il tempo da quando il ragazzo si era riaddormentato, a pensare agli scenari più negativi.
Portò per un attimo la sua attenzione verso di lui, che sul fianco destro dormiva rivolto verso la finestra e sospirò di nuovo.
Sentì le lenzuola muoversi e voltandosi vide gli occhi nocciola semi-aperti che lo fissavano aprendosi e chiudendosi lentamente e una mano giungere fino alla sua guancia, lasciandogli una carezza delicata.
"Vuoi andare a parlargli..." non era una domanda quella che Mika gli aveva appena posto, con voce assonnata, era un'affermazione, aveva capito che il ragazzo accanto a lui era tormentato dall'ansia per ciò che avrebbero affrontato quel giorno.
"Sì, cioè, no dormi" gli disse incerto, portando la sua mano sinistra a intrecciarsi con la destra del ragazzo, che ancora stava appoggiata alla sua guancia.
"Sì e mentre io dormo tu ti torturi il cervello." spiegò con fare di chi la sa lunga, sopprimendo uno sbadiglio.
"Sono le 9, saranno in piedi..." continuò poi mettendosi seduto e stropicciandosi gli occhi.
Prese il cellulare dal comodino e compose il numero di Cherisse.
"Sì ...siete svegli? ... Sì... ok... Aprici che arriviamo." il moro chiuse la chiamata, sotto lo sguardo impietrito di Andy.
"Che c'è?! Era quello che volevi no?" gli chiese serio e un attimo indispettito dal suo comportamento quasi reticente.
"Sì ma..." cercò di spiegargli che non aveva ancora formulato le parole da dire loro, ma fu interrotto da Mika, che ancora vestito come la sera precedente, si alzò e prese a camminare verso la porta.
"Vieni" lo incitò dolcemente, prendendo la situazione in mano e aprendosi poi in uno sbadiglio che non riuscì a trattenere.
Andy lasciò per un attimo l'ansia da parte e guardando la figura di Mika accanto alla porta assonnato, pensò al fatto che il suo ragazzo se ne sarebbe stato volentieri a dormire fino a mezzogiorno, e che ciò che stava facendo in quell'istante, era solo per risparmiare a lui lo stress dell'attesa che lo tormentava.
Gli era debitore.
Si alzò sorridente dal letto e lo raggiunse, aprendo poi la porta e uscendo con lui.
In corridoio non dovettero fare che pochi metri per raggiungere la stanza adiacente e palesare la loro presenza con due colpetti alla porta di legno.
Immediatamente dopo aver bussato, si sentirono dei passi pesanti farsi avanti verso la porta, ed il cuore di Andy aumentò lievemente i battiti, Mika gli strinse velocemente la mano e la lasciò prima che la porta si aprisse davanti a loro.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...