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Morgan rise rumorosamente, lasciandogli poi una pacca affettuosa sulla spalla "Ah quello lo sai dire eh spilungone!"

La risposta, o meglio la domanda che Mika gli stava per porre venne trascinata nell'oblio dal gesto concitato di uno dei fonici, che in tutta fretta li invitò a seguirlo verso l'entrata dell'arena.

Era fatta. L'incubo che aveva tormentato Mika per mesi, stava definitivamente per concretizzarsi.

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"Allora??" Andy non perse tempo a sbraitare eccitato al telefono non appena accettò la chiamata in arrivo dall'Italia. L'aveva sentito nel primo pomeriggio e, nonostante in quel momento fosse ormai notte fonda, aveva ancora ben presente il tono intimorito che aveva cercato di mascherare alle sue orecchie, senza successo.

"Mioddio è stato fantastico!" Mika si lasciò andare a un gridolino soddisfatto insieme a quell'ammissione di felicità e distensione che aveva sperato con tutte le sue forze di poter provare una volta uscito dall'arena.

Perché sì, il tutto era stato tremendamente terrorizzante all'inizio, ma l'incitamento del pubblico e l'aiuto dei colleghi, avevano trasformato i suoi errori e le sue défaillance linguistico/culturali in risate allegre e prive di qualsivoglia critica negativa.

Andy si godette quella spensierata e gioiosa onda di positività, che riuscì senza ostacoli a riverberarsi fino a lui solo tramite le vibrazioni della sua voce, attraverso quelle che in natura erano null'altro che asettiche frequenze radio.

"Te l'ho detto, ero certo che avresti fatto il botto...!" gli ricordò affettuosamente, portando alla memoria le svariate parole di rassicurazione con cui lo aveva cullato durante i mesi intercorsi tra la firma del contratto di quella nuova avventura ed il suo effettivo inizio, che erano stati pregni di insicurezze e piccole cadute emotive.

Mika sorrise senza ricordarsi di dare un segno di vita udibile a chi lo stava ascoltando dall'altra parte, troppo occupato a giostrare le sue emozioni positive e crogiolarvisi immerso.

La fierezza e l'orgoglio che trasparivano dalle poche ma efficaci parole del compagno, valevano più di tutti i complimenti ricevuti durante l'intera giornata.

"Dimmi la figuraccia più imbarazzante che hai fatto" Le belle parole di sostegno e tangibile orgoglio non ci tennero che un breve istante ad essere messe da parte, per lasciar spazio alla vera essenza del loro legame: il perenne e immancabile scherno giocoso.

"Sei sempre il solito stronzo! Non ti smentisci mai!" Mika lo riprese argutamente ridendo e lasciando che la sua memoria vagasse a ripercorrere i ricordi sfocati e amalgamati disordinatamente di quella lunga giornata, andandone a pescarne due, i più nitidi che gli si erano presentati.

"Ho scoperto che cappella in italiano non vuol dire solo cantare senza strumenti..." ridacchiò imbarazzato, arrossendo ancora al solo pensiero dei vari disegnini che Elio e Morgan si erano prodigati a tracciare, in spiegazione dei vari significati del termine.

"E che vuol dire?" Andy chiese innocentemente, ma nemmeno troppo, sicuro di dove stesse andando a parare il fidanzato.

"Dai Andy... Devo davvero spiegartelo per telefono...??" chiese lasciandosi andare ad una risata imbarazzata, trattenendosi dallo spiegare immediatamente il concetto, attendendo che il suo manager –che parlava un eccellente inglese- e la collaboratrice, passassero oltre e si allontanassero da lui, prima di menzionargli ognuna delle sfumature semantiche del termine.

"Chissà perché non sono stupito..." rise di gusto il greco, immaginandosi l'espressione di proverbiale imbarazzo che doveva aver assunto Mika.

"Vaffanculo!" sbottò il riccio tra le risate, aumentando la ridarella che aveva avvolto il biondino da ormai alcuni attimi.

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora