Soldier 113 [First Arc]

7

Prese le loro cose, si diressero, scortati dagli uomini delle Forze Governative, verso l'uscita del centro.

Fuori non c'era un bel tempo:
C'erano molte nuvole grigie nel cielo, è c'era pure parecchio vento.

Jack aveva capito che la parte dell'anno, o stagione in cui si trovavano ora si chiamava primavera.

Ma questa primavera (di cui tralaltro Jack non comprendeva il senso del nome), stava quasi giungendo a termine.

Dopo ci sarebbe stata l'estate, la stagione più calda dell'anno.

Il mese in cui si trovavano ora, invece si chiamava Marzo.

Jack non si spiegava neanche questo nome, ma non gli importava molto.

Uno schiaffo da parte del vento, che lo fece tremare, lo fece tornare alla realtà.

Un furgone nero, come quello con cui era stato portato lì, ma visibilmente più largo (probabilmente per accogliere più persone, nella parte posteriore), li stava attendendo.

I vetri erano oscurati, e non si vedeva molto né dell'interno, né del guidatore.

Li portarono dietro ad esso, dove aprirono poi le porte posteriori, facendogli cenno di salire, sempre stringendo tra le mani i teaser.

Per enorme sorpresa di Jack, non erano soli nel camion.

Su di esso si trovavano altri due uomini e una bambina.

Gli uomini erano palesemente dei malviventi.
Il primo, che guardava storto coloro che stavano entrando, aveva vestiti strappati, e sotto di essi erano visibili anche un paio di tatuaggi (illegali, vietati e malvisti in tutto PerfectOne), mentre l'altro aveva parecchie cicatrici e un occhio nero (che sembrava essere comunque in punto di guarnigione).

La bambina, molto distante dai due, seduta in un angolo del camion, aveva gli occhi marroni nocciola e i capelli marroni, boccolosi, con una riga in mezzo alla testa.

Era vestita in modo abbastanza colorato, ma nonostante la solarità trasmessa dal suo aspetto, non sembrava essere molto a suo agio.

Gli occhi le si spalancarono quando intravide Jack, Conrad e Brian, sul punto di entrare.

Nel camion le luci erano metalliche, biancastre, attaccate al soffitto.
Jack pensò che probabilmente fossero a led.

L'atmosfera era alquanto claustrofobica, oltre che poco rassicurante e disagiante.

Le luci dall'esterno non erano intravedibili, dati i vetri oscurati.

Il camion faceva delle curve a tutta velocità, come i dossi, e frenava spesso in modo improvviso, facendo sobbalzare tutti i presenti "rinchiusi" nel retro.

Se Jack avesse saputo cosa fosse, avrebbe descritto l'ambiente come la cosa più vicina ad un sottomarino.

Dopo poco gli fu spiegato che la bambina, di nome Camille, e i due uomini, che a quanto pare si chiamavano Calvin e Alex, venivano da un altro centro, localizzato nella parte opposta di NewElement.

Gli fu spiegato pure come, da lì a poco, sarebbero stati portati in un altro centro, per ulteriori test.

Ripeterono più volte che quello in cui stavano andando era un centro incredibilmente lontano da NewElement, al confine tra la zona abitata e la zona desertica.