Entrando in una stanza tanto enorme, Jack non poteva non restare a bocca aperta.
Il centro M.C.C. era stracolmo di persone.
Alcune camminavano in giro, portando con loro documenti, pacchi di carta o aggeggi tecnologici.
Altri si confrontavano tra loro, indicando schermi e gesticolando.
Altri erano proprio seduti a delle scrivanie molto lunghe, che permettevano ad innumerevoli computer dallo schermo enorme di poterci stare.
Jack aveva già visto dei computer, a NewElement, anche se poche volte e di sfuggita.
Li aveva trovati interessanti fin da subito, ed era sempre stato in fondo curioso di scoprire come funzionassero.
Ed ora se ne ritrovava davanti centinaia.
La stanza era unica, enorme e con un alto soffitto.
Le pareti erano bianche, e la luce non serviva.
Ci pensavano tutti gli apparecchi elettronici ad illuminare il posto.Su una specie di soppalco in metallo, al quale si accedeva tramite delle scale metalliche ad entrambi i suoi lati, si trovavano tre scrivanie, una delle quali, quella centrale, più riconducibile ad un tavolo singolo che altro.
Le scrivanie laterali sostenevano due computer ciascuno, mentre quello centrale solo uno, visibilmente più grande degli altri.
Non fu quello però ad attirare l'attenzione di 197, ma bensì fu lo schermo che si trovava davanti ad essi, sul muro del soppalco.
Era enorme, e proiettava cose che Jack non riusciva ancora a distinguere bene, per colpa del repentino cambio di tonalità e luce avvenuto entrando in quella stanza, ma che poteva ricondurre a codici verdi, in una sequenza infinita e per lui insensata, coordinate, timer e posizioni che cambiavano rapidamente, modificando la propria cifra e le proprie coordinate ogni secondo, accompagnate da grafici in continua salita e discesa, raramente in equilibrio.
Il brusio di sottofondo non arrivava neanche alle sue orecchie, mentre cercava in qualche modo di comprendere cosa tutto ciò stesse a significare.
Notò anche, collegato al soppalco, una sorta di ponte.
Era di grate metalliche, e si estendeva nel vuoto, per circa tre metri.
Attaccato ad esso, praticamente al centro dell'enorme stanza, si trovava una piccola piattaforma sempre dello stesso materiale, circolare, con un diametro di circa un metro.
Era confinato da alcuni pali di metallo, uniti poi con un cornicione di metallo, circolare come la base del piccolo spazio.
Jack sentí una mano sulla sua spalla, e girandosi, trovo 156 a guardarlo.
- Capisco, ma non c'è tempo.- disse.
Jack apprese subito.
Doveva smettere di guardarsi in giro, e dovevano andare a fare ciò che dovevano.In fondo, 197 lo sapeva che di tempo non ce n'era, e iniziava a sospettare sempre di più che ciò che era accaduto il giorno prima non fosse solo una serie di coincidenze una dopo l'altra.
Iniziava a preoccuparsi, anche notando come 156, 168 e 125 discutessero della cosa animatamente, appena arrivati al MI, includendo talvolta nella conversazione pure 113, separata da tutti, in disparte come era solita fare, prima di condurre gli ostaggi in una nuova sistemazione.
Tutti gli ostaggi erano stati portati nel luogo dove sarebbero dovuti stare al sicuro.
Tutti tranne Jacques.Si era rifiutato di separarsi dal gruppo di soldati, posticipando anche le cure professionali, certamente più minuziose delle medicazioni da campo dell'Accampamento.
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Soldier 113 [First Arc]
ActionAnno 4000 d.C circa. In seguito ad una guerra nucleare, la California è rimasta l'unica zona del mondo intatta dalle radiazioni. PerfectOne, con capitale NewElement, è l'unico segno di civiltà umana rimasto sulla Terra, governato da una stirpe imper...