- Ti... Ti vedo sciupato.- una voce stanca gli diceva.
- Cosa significa?- chiese lui piano, quasi senza farsi sentire.
- Brian, sei... Sembri stanco. Da quanto non dormi?-
Conrad parlava, ma Brian in fondo non lo ascoltava neanche.
Molti glielo avevano detto, ma lui non ascoltava molto quello che dicevano gli altri.
Lo aveva fatto per tutta la vita, costretto in una casa, e si era ripromesso più di una volta che ora, inaugurando la sua nuova vita, non avrebbe più dato peso a quello che gli altri pensavano di lui.
Non sapeva di star commettendo un grosso errore, però.
Erano giorni che non si curava più praticamente di nulla.
Dormiva solamente quando cadeva esausto sulle coperte, ancora con un libro in mano, svegliandosi poi quando la sveglia suonava, spesso neanche un'ora dopo.
Mangiava poco.
Pensava ci fossero cose più importanti di qualche pasto saltato.La sua mente gli giocava brutti scherzi.
I numeri tornavano nella sua testa, in un sussurro, ogni volta che sapeva di volerli dimenticare.
Le cinghie di cuoio usate come fruste sulla sua schiena tornavano a farsi sentire, i pugni tornavano a bruciare a fior di pelle, come se fossero stati pronti a lasciare di nuovo dei lividi.
Il senso di claustrofobia estrema lo stringeva di nuovo nell'armadio in cui cercava dì nascondersi, nel vuoto sotto al suo letto, nello stanzino del sotto scala.
Le urla sembravano di nuovo pronte a uscire dalla sua gola, al solo pensare di tutte quelle cose messe assieme.
- Sto bene.- disse piano.
Spostò un libro, con lentezza esasperante.
Era dimagrito parecchio negli ultimi tempi.
- Devo... Devo sistemare i libri, adesso. Grazie della visita, Conrad.-
Conrad lo vide girarsi, guardando tutti quei libri con i suoi occhi stanchi, contornati da occhiaie scure e marcate.
- Brian...- sospirò Conrad.
Sapeva di non poter fare molto per lui.
Non aveva il tempo di stare con lui e poteva solamente vederlo peggiorare, ignorante della sua stessa condizione.
- Mi sento bene, Conrad.- si girò lui.
Il suo sguardo faceva rabbrividire.
Era vuoto, alienato.
- Mi sento bene.- ripeté.
Era sincero.
Si sentiva bene.
Ignorava tutti i suoi bisogni e si sentiva bene.
Ma non stava bene.—————
- 168, dobbiamo parlare.- 125 strattonò il diciannovenne da un braccio.
Lo costrinse ad andare dietro ad una casupola, dove nessun altro nell'Accampamento potesse vederlo discutere.
Erano all'ombra.
Il Sole mattutino era piuttosto forte.
- 125, non sei tenuto a darmi ordini. Non sei un mio superiore.- ringhiò il rosso.
- Ma io sì.- la voce di 156 indicò a 168 che doveva essere dietro di lui.
- Cosa volete da me?- si girò.
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Soldier 113 [First Arc]
ActionAnno 4000 d.C circa. In seguito ad una guerra nucleare, la California è rimasta l'unica zona del mondo intatta dalle radiazioni. PerfectOne, con capitale NewElement, è l'unico segno di civiltà umana rimasto sulla Terra, governato da una stirpe imper...