68

44 2 0
                                    

- Paura degli aghi?- chiese Jack.

- Beh, esiste molta gente che ha paura degli aghi.- rispose 156, sistemandosi i capelli lunghi e marroni.

- Davvero?-

- Sul serio. Ha anche un nome.
Si chiama Belonefobia.-

- Non lo sapevo.-

156 ridacchiò.

- L'amnesia si fa sentire.- disse.

Jack ridacchiò, un po' a disagio.

156 immediatamente tornó seria.

- S-Scusami. Non intendevo...
Non intendevo metterti a disagio.- si scusò.

- Non mi hai messo a disagio.- mentí lui.

- Bugiardo.- sorrise lei.

Si avvicinò a lui, con in mano un piccolo batuffolo morbido di cotone bianco imbevuto di alcool rosa, e lo passò sul suo braccio.

- Adesso ti farò un prelievo di sangue.
Cercherò poi di analizzare il tuo sangue al microscopio.-

- Analizzare il mio sangue al microscopio?- chiese lui incredulo.

- Non sai cos'è un microscopio?- rise lei, senza il minimo volere di offenderlo.

Rise anche lui.

- No, ma, insomma, a che serve analizzare il mio sangue? A che scopo? Cosa pensi di trovarci dentro?
Cianuro o metallo fuso?- disse lui accennando ad una risata.

- Ah, sai cos'è il cianuro?- rise di nuovo lei.

- Non so cosa siano quelle cicatrici che hai sulla schiena, ma se fossero il risultato di qualche iniezione in quantità enormi di un qualcosa che forse ora circola nel tuo sangue, con una semplice analisi forse si potrebbe risolvere tutto.- continuó, spiegando.

- "Il risultato di qualche iniezione in quantità enormi di qualcosa che forse ora circola nel tuo sangue"?-

- È la teoria meno... Complottistica, diciamo. I medicinali di PerfectOne sono molto potenti ed efficaci, nonché fatti con materiali e ingredienti a dir poco bizzarri. I loro effetti possono durare a lungo, e rimanere, certe volte, inattivi ma in circolo nel sangue.
Forse, quando ti hanno trovato prima del tuo coma, eri ridotto male.
Forse necessitavi di enormi quantità di medicinali. La via in vena sarebbe stata sicuramente lenta.
Forse hanno scelto di ficcarti una qualche specie di macchinario nella schiena per mandare le medicine più in fretta in circolo nel tuo sangue.- spiegò la donna.

Infilò poi l'ago.

Jack pensò che in fondo non faceva così male.
L'unica cosa che un poco gli dava fastidio era vedere il suo sangue che iniziava a riempire la siringa, denso, per poi aumentare espandendosi a macchia d'olio, lentamente.

Quando 156 estrasse l'ago, passò sul punto un batuffolo di cotone, questa volta, asciutto.

- Non sapevo ti intendessi di medicina.- disse Jack.

156 aprí un armadietto dal quale estrasse una provetta, nella quale probabilmente voleva mettere il sangue di Jack.

- Stavo per finire gli studi di medicina, qui, sai?- disse.

Appoggiandosi ad un ripiano, iniziò a mettere, tramite la siringa, un po' del sangue su un foglio di carta trasparente.

- Davvero? Ma come vedo, hai scelto di fare il soldato.-

156 sorrise.

- Già.- disse.

156 si sedette ad un tavolino presente, mettendo il rimanente sangue nella provetta.

- Se... Se posso chiedertelo... Cosa ti ha spinto a fare il soldato?-

156 smorzò ogni espressione.

Fece un lungo sospiro.

- 104.-

Jack quasi balbettava.

- S-Scusa... Io non dovevo chiedertelo.-

- Non potevi saperlo. E comunque, sono stata io a volerti rispondere.- rispose lei.

Si girò, per cercare il contatto con gli occhi di Jack.
Vedendoli, si calmò.
Sorrise.

- Sai, Jack.- disse.

- I tuoi occhi sono identici ai suoi.- continuó.

Tornó a guardare il campione di sangue, ancora con il sorriso sulle labbra.

- Un giorno, totalmente a caso, arrivò da me. Aveva... Un sorriso enorme sulle labbra. Mi disse che nel centro dello ZeroM c'era questo laboratorio in cui degli scienziati erano riusciti a trovare il modo di costruire un apparecchio che rilevasse la radioattività.- iniziò a raccontare, persa nell'immagine di quel momento.

- All'inizio, io non ci credevo.
Mi ci portò personalmente, sai?
Era... Era una cosa magnifica.
Ci conoscevamo da anni e anni, ma non mi era mai capitato di vederlo così.
Di vederlo... Così... Cosí preso da qualcosa.
Iniziò a dire di voler fare seriamente il soldato.
Diceva di voler diventare un soldato di livello S.
Era sempre stato forte, agile e muscoloso, certo, ma non mi aspettavo che volesse fare veramente il soldato, e non occuparsi di cose meno importanti.
Eravamo stati cresciuti insieme dai soldati, nei vari accampamenti, noi due.
Credevo ne avesse abbastanza di cose del genere. Come me, d'altronde.
Mi chiese se volessi andare con lui.
Io avevo ancora tre esami da tenere per finire gli studi.
Ma la sai una cosa? Dissi di si.-

156 iniziò a montare con cautela i pezzi del microscopio, inserendo ogni parte necessaria una ad una.

- Voi due... Vivevate con i soldati?
Non vivevate al MI?-

Jack era già venuto a conoscenza del fatto che 156 era cresciuta con i soldati, ma non credeva che pure 104 avesse avuto la stessa infanzia.

- Esatto.- rispose 156, armeggiando con il microscopio adesso con più forza.

- Posso... Chiedere perché?
Qualcuno aveva deciso di tenervi con se, come 113 ha fatto con Camille?- chiese, scrutandola piano, temendo quasi che quella domanda la potesse sgretolare silenziosamente.

- Più o meno.- si limitò a rispondere 156.

Ci fu silenzio.
Un po' d'imbarazzo, forse.

- Un uomo aveva notato l'agilitá di 104, e... Decise che sarebbe dovuto restare lì. L'avrebbe allenato "come si deve", come diceva lui, per farlo diventare un forte soldato. Vedeva...
Del potenziale in lui.- disse.

Jack annuì, e 156 con la coda dell'occhio capí che lo aveva fatto.

- Fu lo stesso uomo che decise di tenermi con se. Siamo cresciuti praticamente sempre insieme, io e 104.
Io decisi poi di trasferirmi al MI.
Volevo studiare medicina.- continuó.

- Perché ti ha tenuta con se...
Se poi... Non avevi intenzione di diventare un soldato?-

Riguardo a se stessa, 156 non disse più nulla, persa in un torpore di ridordi doloranti ancora vivi e pulsanti.



- Spazio Orologio

Oggi a scuola le ore non passavano più.😐😂
Sono sicura che se sono sopravvissuta a questo però posso sopravvivere a tutto. 😂





~Francy

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora