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Finalmente Jack ebbe l'occasione di vedere il magazzino e laboratorio delle maschere.

Era un luogo abbastanza solare, accesso e colorato, nonostante Jack sapeva fosse il luogo in cui sarebbe partita la sua discesa verso la vera Resistenza, quella che combatteva, quella che uccideva.

156 lo aveva fatto sedere su uno sgabello rosso, sgualcito, scucito, ma anche piuttosto morbido.

Jack vide l'ambiente intorno a lui minaccioso, dato che tutti i tavoli e tavolini mobili erano rivolti verso di lui e intorno a lui.

Tutti erano pieni di strani arnesi metallici ed attrezzi.

Forse era per quello che trovava l'ambiente stranamente minaccioso.

Minaccioso, forse, però era una parola grossa.

Lo trovava stranamente intimidante.

Pensò che però non ne aveva il motivo.

I tavoli erano anche però pieni di oggetti e attrezzi per il decoro.

Non ce n'era motivo, di essere intimidato.
Giusto?

Si diede dello stupido.

Aveva sul serio provato timore nei confronti di alcuni tavoli?

Chiuse leggermente gli occhi pensandolo, sconcentrandosi da tutto ciò che c'era intorno.

Sconcentrandosi dai tavolini, dagli oggetti per il decoro, da 156 che camminava velocemente da una parte all'altra della stanza cercando chissà cosa, dagli attrezzi.

Appena però riaprì gli occhi totalmente, vide il metallo risplendere sotto la luce del sole, scintillando.

Si sentì uno strano peso al petto.

Si diede di nuovo dello stupido, ma la sensazione non accennava a sparire.

Era una cosa che si infiltrava nei polmoni, pesante, lenta, che lacerava con impassibilità e atrocità, senza però essere tanto forte da permettergli di lamentarsi.

"Viscerale" era la parola giusta.

In più, scosso da quella sensazione, Jack non riusciva a comprendere se stesse provando pure un deja vu.

Non doveva importargli.

Doveva concentrarsi su ciò che stava per accadere.

156 spostò un tavolino davanti a lui, e mise una sedia dall'altro lato, in modo da essere sul lato opposto del tavolo rispetto a Jack.

- Allora.- disse, un po' distrattamente, cercando di sistemare in qualche modo gli strumenti sul tavolo davanti a loro.

Si ricompose, mettendosi con la schiena dritta, cercando di apparire più seria possibile.

- Adesso misurerò la circonferenza della tua testa, della tua fronte e della distanza tra gli occhi.- disse, prendendo uno degli oggetti davanti a loro, che Jack riconobbe essere un metro da tessuti, giallo e con scritte nere.

156 si alzò e andò verso di lui.

Jack intanto si chiese dove avesse già visto tale oggetto.

Era certo di averlo già visto, ma non ricordava bene dove.

Improvvisamente, dopo pochi secondi, gli venne la risposta in mente.

Doveva averlo visto al magazzino dei vestiti, quando aveva scelto il suo abbigliamento da soldato in compagnia di 168.

Era il giorno in cui il rosso gli aveva puntato la pistola carica addosso.

Ora Jack sapeva dire se fosse carica o no, in quanto 113 gli aveva spiegato quando una pistola era impostata sulla sicura e quando non lo era, ed in quanto, nonostante non fosse stato (stranamente) per niente un evento traumatico, si ricordasse tutto.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora