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La casupola a cui era stato assegnato non era molto grande, ma neanche piccola.
Era giusta.

Anche Camille era con lui.
Da quel che aveva capito, invece, Brian e Conrad erano stati assegnati a casupole diverse.

La casupola era in cemento, e l'entrata non era munita di porta, ma di un'asse di legno piena di graffiti, fogli e scritte, storta, attaccata al muro con un solido e grande chiodo, che andava fatta scorrere verso sinistra per essere aperta dall'interno.

La casupola conteneva due brande disordinate, un tavolino e un paio di sedie, rovinate ma utilizzabili.

I servizi igienici erano separati da un muro visibilmente rudimentale, ma non per questo poco efficente.

I muri erano pieni di scritte, disegni, graffiti enormi e fogli colorati, disegnati e scritti.

Un graffito attirava Jack in particolare.

Era molto grande, tanto da poter quasi ricoprire la parete intera.

Rappresentava una figura dagli occhi grandi e gialli, dorati e luminescenti, tristi ma speranzosi tanto da distogliere l'attenzione dagli altri dettagli, facendo quasi roteare la parete e tutti i suoi colori intorno a loro, come un buco nero con una gravità così potente da inglobare ogni altra figura sul muro.

Ma quello di certo non era un buco nero.
Era molto più attraente di un buco nero.

La ragazza indossava una maschera strana, bizzarra, grigia, ma tendente al verde, con due filtri tondi ai lati e che ricopriva l'intera parte bassa del suo viso, che si stava strappando via dal viso.

Le mani che tenevano visibilmente saldamente la maschera, erano pallide come la sua pelle, piene di tagli rossi e sanguinanti, alcuni dei quali coperti con cerotti e bende bianche, sporche anche loro dal forte liquido, rappresentato tanto bene da sembrare addirittura fresco, caldo.

Aveva la bocca spalancata, in un grido, mentre le labbra rosee, che si scurivano fino a diventare di un rosso acceso, man mano si avvicinavano ai denti, erano sottili e lucenti.

I capelli erano du un colore simile al viola, ma più tendente al blu, molto scuro.

Erano lunghi, e le ciocche si ritrovavano a girare intorno a quel viso angelico, dalle guance lievemente arrossate, a partire dalla frangia molto lunga fino alle ciocche più lunghe, che sbucavano da dietro la testa, dando ancora più un effetto vorticoso al tutto.

Gli occhi erano il giallo nucleo verdastro speranzoso di quel viso pallido, quasi timoroso, che ruotava loro intorno, quasi facendo percepire la sensazione che la ragazza provava.

Angoscia, forse paura, una disperata ricerca di libertà.

Lì Jack capí.
Non stava urlando.
Stava cercando di respirare.

- Ti piace quel disegno?- disse Camille, guardando quello che Jack stava guardando.

- Uh... Hm...- Jack si trovò spaesato.

- Lo fissi da più o meno due minuti.- continuó la piccola, mettendosi al suo fianco e prendendogli la mano.

- È... È bello.
È fatto molto bene.
A te piace?- chiese di risposta Jack, inginocchiandosi verso la piccola.

Camille diede un nuovo sguardo alla parete.

- È... Inquietante.
Quella ragazza sta urlando.
E si sta strappando qualcosa dalla faccia.- disse, tornando a guardare Jack.

- Per me non sta urlando.-

- Che fa?-

- Per me... Sta cercando...
Di respirare.-

- Tu dici?-

- Si.
Quella che sta indossando forse è una maschera.-

- Non mi piace molto comunque...-

- Allora lo prendo io il letto vicino a questa parete.- disse sorridendo Jack.

Camille gli sorrise di rimando.
Il suo sorriso era un po' triste.
Doveva essere ancora un po' scioccata dagli avvenimenti degli ultimi giorni.

- Grazie.- disse, per poi andare verso la branda più lontana da quel muro.

- Tu che farai?- disse poco dopo.

Jack si girò, con fare interrogativo.

- Che... Che farai?
Combatterai?
L'età è quella giusta.- continuó.

- Io... Io non lo so.-

- E se poi tu non vuoi farlo ma loro ti obbligano?- chiese spalancando gli occhi la bambina.

- Frena, Camille.- la calmó lui.

- Devo... Devo decidere.
Hanno detto... Entro domani... Quindi... Stasera... Ci penserò.-

- Tu sei bravo a lottare?
Io forse un po'.
Quando ero ancora nella città, nell'orfanotrofio dove stavo ero l'unica che riusciva a picchiare gli altri con i cuscini!-

Jack rise.

- Forse anche perché ero l'unica che ci voleva giocare.-

Jack smise di ridere.

- Camille, che vuoi dire?-

- Voglio dire che ero l'unica che voleva giocare.
Gli altri studiavano e basta.
Io studiavo un po' e volevo giocare.
Ma gli altri no.
Forse è per quello che mi hanno portata via ed ora sono qui.-




- Spazio Boh pt.2000

Per ora non sono successe cose di incredibile rilevanza... Quindi... Boh.
A voi come sta andando la giornata?



~Francy

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora