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113 si era fatta valere come Generale della Resistenza e aveva chiarito la situazione con tutti i presenti, parlando dell'accaduto e fornendo loro dei criteri su cui investigare:
Perché era successo e cosa stava accadendo.

Erano usciti, di nuovo, e Jack non aveva fatto a meno, purtroppo per i suoi sentimenti, di notare come 113 si fosse letteralmente spostata per evitare che una delle persone presenti le toccasse il braccio.

Jack ricordava gli sguardi che avevano avuto, e delle sensazioni contrapposte che aveva avuto.

Era a disagio.
Si sentiva in un territorio minato.

Girandosi da un lato, notava 156 e Jacques vicini, lasciando che la strana sensazione opprimente e rabbiosa proliferasse nei suoi polmoni, dandogli la forza necessaria per prendere a pugni quell'uomo, con naturalezza.

Girandosi da un altro lato, vedeva tutti che lo guardavano, squadrandolo con occhio critico, dandogli la forza necessaria a restare totalmente impassibile e di cercare di comportarsi con naturalezza, infondendogli una strana sensazione opprimente dall'essere osservato da così tanti occhi.

Girandosi da un altro lato ancora, vedeva 113 evitare gli sguardi e i contatti, camminando impassibile tra le scrivanie.

Jack si impose di non cercare contatto visivo con la ragazzina.

Sapeva che non avrebbe potuto permettersi di reagire in alcun modo, di mostrare alcuna emozione, soprattutto, in mezzo a così tante persone.

Il suo sguardo sarebbe stato una lama sottile e lucente, degna del suo personaggio.

Il suo sguardò sarebbe stato una lama tagliente che non poteva fare altro che trafiggere e tagliare in colpi netti il petto di Jack, causando sofferenza sia al mittente che al ricevente dei danni.

Si permise di scollegare il cervello.

Tutto ciò che vedeva in qualche modo lo opprimeva, a partire da quel posto, ma stava uscendo, passo dopo passo, quindi era certo sarebbe finita presto.

Per 113?
Per 113 non è mai finita.

Una voce nella sua testa glielo disse.
Gli causò una fitta al petto.

Neanche la sua testa era un posto sicuro.

—————

Piano, si era svegliato.

Aveva aperto gli occhi con una fretta disumana.

Ebbe il terrore di essere in ritardo, ma poi si ricordò da solo, con la cadenza di un orologio svizzero, di come quel giorno fosse il suo giorno libero.

Quanto era strano da sentir dire?

Brian non aveva afferrato bene né il concetto della frase né il motivo di quella decisione, intrapresa dal suo capo.

Era un uomo per bene, anziano, dai capelli tutti grigi con sfumature scure e striature bianche come il latte.

Brian non aveva capito, e non capiva tuttora.

"Giorno libero"?

Cosa voleva dire?

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora