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Jack si girò intorno, leggermente spaesato.

L'ambiente era cambiato di nuovo, radicalmente.

Fece fatica a vedere tutto nitidamente, date le forti luci pulite e brillanti attaccate sull'alto soffitto del MI.

Strizzò gli occhi con un'espressione infastidita in volto e le lacrime agli occhi, attaccati da bruciore ramificato, intenso e breve.

Mise a fuoco ciò che aveva intorno.

Una sola priorità: 113.

Non si sarebbe affatto stupito se si fosse messa a picchiare o urlare contro l'ennesimo fanatico che aveva tentato di mettersi in contatto con lei, nonostante un palese rifiuto.

La vide dietro di sé, dopo essersi voltato, non trovandola nel suo campo visivo.
Sembrava meno infastidita.
Sembrava più calma.

Jack si calmò a sua volta.

Mise poi a fuoco, davanti a lui, 156 e Jacques.

Non sentí quasi quella sensazione, ofuscata da un brivido lungo la schiena.

Nonostante appena entrato al MI avesse notato come l'aria fosse più calda rispetto a quella del deserto, si rese presto conto di come l'aria nel Quartiere Generale del M.C.C fosse ancora più pensante, viziata.

Il MI sembrava freddo in confronto.

Fu comunque sollevato, in un certo senso.
Nonostante non lo fosse, l'aria all'esterno del M.C.C. sembrava più fresca, pulita.

Lo era, certo, date le infinte ventole, ma l'aria della Zona Desertica, nella sua libertà e realtà non poteva essere rimpiazzata con niente.

Quell'impressione di aria vera svaní quasi subito, dopo due respiri profondi.

168 era accanto a lui, ovviamente ad una distanza standard per non renderlo in grado di parlare con il corvino neanche per sbaglio.

Jack girò il capo un paio di volte, prima di notare una figura a lui conosciuta, in lontananza.

Scorse prima dei capelli mossi e biondi, che subito gli riportarono a mente la persona, che più conosceva, che li possedeva.

Brian.

Ci mise meno di un secondo a comprendere come quei capelli appartenessero proprio alla persona cui li correlava.

- Brian?- chiese, piano.

Sapeva di essere lontano da lui, e che non sarebbe stato sentito.

Era sorpreso, però.

Non era passato molto dall'ultima volta che l'aveva visto, ma lui era cambiato.

Aveva vissuto più cose che mai, in quel poco tempo, tra uccisioni, missioni, scoperte, terrore, stupore, tristezza, allegria e disperati sentimenti di felicità, sollievo e protezione.

Sembrava fossero passati anni dall'ultima volta che l'aveva visto.

Forse perché ogni giorno lo viveva secondo per secondo, emozione dopo emozione, e forse perché tutto il tempo sembrava essere sbalzato e modificato costantemente dalla sua mente o dalle situazioni, pericolose o adrenaliniche.

Era solo l'inizio, lo sapeva.
Ma si sentiva più maturo di quanto fosse mai stato, in tutti quei pochi mesi di nuova vita dopo l'amnesia.

- Va', se vuoi. Abbiamo tempo.- 113 parlò dietro di lui, e Jack capí come fosse lontana minimo tre metri da lui.

Non pensò nulla al riguardo.
Era per copertura, ovviamente.

- 113, la situazione è seria, come hai detto tu.- la guardò per un attimo, constatando come fosse lontana da lui la distanza che aveva previsto.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora