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Jack tornó alla realtà quando, per colpa della frenata improvvisa, sbatté la testa contro la parete metallica.

156 arrivò in fretta, uscendo dalla cabina, lasciandone aperta la porta.

113 lasció Camille, facendola sedere sulla panca, per poi guardare fuori dalle finestre con le sbarre di metallo.

Anche 156 guardò fuori, e sul suo viso si formò un'espressione di stupore.

Pure Conrad stava dando un'occhiata, con la coda dell'occhio, fuori dalle finestre con le sbarre di metallo.

- 168, OSCURA I FINESTRINI!- urlò.

Jack vide 168, nella cabina del bus, che premeva un pulsante.

Improvvisamente, del vetro caló sulle finestre e sul parabrezza.

Era più buio, ma la luce c'era lo stesso, anche se molto oscurata.

Si accesero dei led colorati sul soffitto del bus, illuminando meglio tutto l'ambiente.

- Non preoccupatevi, ragazzi.
Non possono vederci attraverso i finestrini.- disse 156, spostandosi con fretta alcune ciocche di capelli marroni scuro che le erano ricadute sul viso.

Conrad, che stava ancora guardando fuori, non le credette.

- Se noi vediamo loro, come fanno loro a non vederci?- chiese, con un leggero tono di rimprovero e isteria nella voce.

- Semplice.- 168, tornato dalla cabina con una strana sacca lunga (che conteneva qualcosa che dava l'idea di essere molto pesante) in mano, prese parola.

- Quelli che sono appena calati sui finestrini sono dei vetri a doppia facciata.
Dal nostro punto di vista, oscurano leggermente l'ambiente circostante, mentre dal loro punto di vista impedisce di vedere cosa si trova oltre.- continuó 168, appoggiando a terra la sacca, che emise un rumore metallico, ovattato in parte dal tessuto di cui era fatta.

- Loro chi?!- quasi urlò Jack.

156 lo guardò, per poi rispondere, in tutta calma.

- Le Forze Governative.-

- Le... Le Forze Governative...?- Jack ora quasi balbettava.

Con la rimozione dei localizzatori, aveva sentito un sollievo istantaneo, convinto che, almeno per un lasso di tempo maggiore ad un ora, non ne avrebbe sentito parlare.

Invece, adesso, gli uomini delle Forze Governative, gli si palesavano davanti di nuovo.

Riuscirò mai a togliermeli di dosso?
si chiese tra see e see, ridendo per non piangere.

168 si accucciò, aprendo la sacca, tramite una cerniera.

Quello che si trovava dentro di esso era un bazooka.

Jack spalancò gli occhi.

Un bazooka?

- Cos'é quello?- chiese Camille, guardando il bazooka.

- Un bazooka.- rispose 156, iniziando, con 168, a tirarlo fuori dalla sacca.

- A cosa serve?- la voce sottile di Camille ruppe di nuovo il silenzio.

113 era andata nella cabina, facendo cenno a 156 di spiegare a Camille cosa fosse e a che servisse un bazooka.

- Camille, un bazooka è un'arma lanciarazzi che serve a distruggere mezzi di trasporto, edifici, muri...
O comunque cose dalla grandezza non indifferente.- disse così 156, con il tono più dolce che riuscí a fare.

Jack notò ora che, effettivamente, tutti eseguivano gli ordini o rispondevano positivamente alle sue richieste.

Avevano detto e informato tutti che 113 era il loro soldato più forte (cosa che comunque si era notata, sia da come aveva ucciso in pochissimo tempo tutti quegli uomini, sia da come le avevano lasciato via libera da subito, lasciando operare solo lei), ma Jack immaginava che all'interno della Resistenza esistessero delle cariche, che impedissero ad un soldato (tralatro così giovane) di agire secondo le proprie preferenze.

Jack presumeva (anzi, era sicuro) che ci fosse qualcuno appartenente ad un rango maggiore rispetto a quello di 113.

Quel che però Jack non aveva considerato era l'esperienza.

Ma 113 era giovane.
Molto giovane.

Era veramente possibile che 113 avesse così tanta esperienza, nonostante la sua età?

Questa cosa fece un po' sentire male Jack.

Se 113 aveva veramente così tanta esperienza, cosa doveva aver passato?

Jack decise di smettere di pensare.
Erano cose che non gli dovevano interessare, in fondo.

Quelli della Resistenza avrebbero portato lui, Brian, Camille e Conrad lontano, probabilmente al sicuro, e poi sarebbe andato tutto bene.

Anche se in realtà Jack non sapeva cosa stesse per accadere.

Non sapeva niente.
Tutto quello che poteva immaginare non era altro che ipotesi.

Guardò il bazooka, mentre 168 lo caricava.

113 tornó, portando in mano un fucile di uno sgargiante color verde fluo, dalla canna molto larga.

156 prese da una fondina un barattolo, passandolo alla ragazzina.

168 si appoggiò alla parete, iniziando a estrarre da delle fondine due pistole colorate.

156 si sistemò la maschera, mentre 113 infilava la canna del fucile in quello che sembrava essere un piccolo sportellino in una parete.

- Pronti?- 156 finí di sistemarsi la maschera.

113 caricò il fucile con il barattolo.

168 annuì.

113 premette il grilletto.







- SpazioBiciclettaMannara

Ieri sono tornata a casa e sul serio non ne avevo proprio voglia.
Insomma, un pochino si, solo per rivedere il mio cane, per la chitarra, alcuni parenti e perché un pochino casa mi mancava, ma ora devo riaffrontare i compiti e tra un po' la scuola.
Vi informo che per un po' pubblicherò un giorno si e un giorno no, perché oltre ai compiti che devo obbligatoriamente fare se non voglio che a scuola i profe mi tirino i banchi, questa cosa mi agevola tantissimo nel preparare bene i capitoli, e a scriverne per poter continuare a pubblicare con regolarità anche quando la scuola sarà iniziata e avrò delle verifiche e interrogazioni da fare e dovrò studiare, e probabilmente non avrò tempo per scrivere ma avrò capitoli pronti da pubblicare.
Anche voi avete ancora compiti da fare?




~Francy

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora