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Pace.
Finalmente, pace.

Seduto sul suo nuovo letto, Brian finalmente si godeva quel silenzio che tanto aveva desiderato.

Silenzio.
Pace.

Cose che in fondo, non erano mai state presenti nella sua vita, o almeno, non come lui sperava.

Gli unici silenzi che ricordava erano quelli di sua madre.

I silenzi che prendevano il possesso della casa quando sua madre inspiegabilmente si zittiva, ed iniziava a contare.

I silenzi che possedevano quella maledetta abitazione quando Brian si nascondeva nell'armadio, tappandosi le orecchie.

Perché lo sapeva.
Sapeva che sua madre sarebbe arrivata a contare fino a cento.

Sapeva che al cento si sarebbe inspiegabilmente spazientita.

Sapeva che lo avrebbe cercato.

Sapeva che lo avrebbe trovato.
Sempre lì, nell'armadio.

Nello stesso armadio.
Sempre.

In fondo, Brian non aveva altro posto in cui nascondersi, in cui sentirsi al sicuro.

Si.
Si sentiva al sicuro anche se sapeva che alla fine dei conti, lei lo avrebbe trovato.

Suo padre gli aveva detto di andare lì.

E lui di suo padre si fidava.
Anche se non c'era spesso.

Infatti, secondo lui suo padre aveva ragione.

Quel posto lo avrebbe tenuto al sicuro.
E così faceva.
Suo padre non aveva mai specificato per quanto l'avrebbe tenuto al sicuro.

E lui lo sapeva che suo padre specificava sempre ogni cosa che diceva.

Nei minimi dettagli.
Era fatto così.
Era pignolo.

No.
Non doveva pensargli.
Non doveva pensare a suo padre.

Gli occhi quasi pizzicavano.

No.
Si impose di non piangere.

Non doveva piangere.

Piangere non era il modo per risolvere i suoi problemi.
Ma in fondo, c'era un modo per risolvere i suoi problemi?

Probabilmente no.

Ma in fondo, cos'erano i suoi problemi?

I suoi problemi erano apparentemente nati con la sua nascita e morti con la morte dei suoi genitori.

Apparentemente, ora i suoi problemi dovevano essere morti, sepolti sotto le macerie di un passato che finalmente poteva smettere di pesare sulla sua schiena, di farlo cadere nei momenti meno opportuni e di portarlo in basso.

Apparentemente.

Le ferite rimanevano.
Le urla rimanevano.
La paura di essere visto guardare fuori dalla finestra rimaneva.

Certe volte, tornava pure quella stupida cantilena che sua madre intonava sempre, fatta da numeri.

Solo stupidi numeri.
Si ripeteva.
Solo stupidi numeri.
Si era ripetuto per anni.

Doveva toglierselo dalla testa.

Però, quando si presentava una situazione poco piacevole, era ovvio che pure lui iniziasse senza accorgersene a intonare quella stupida cantilena di numeri, nella sua mente assediata dal panico.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora