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Poter finalmente mettere piede sulla terra incontaminata della Zona Desertica, questa volta con la certezza di essere al sicuro, fu un enorme sollievo per Jack.

I raggi del Sole lo colpirono con dolcezza, mentre, con gli occhi quasi chiusi per colpa della luce, cercava di camminare in linea retta, seguendo 156, 168 e 113, cercando anche di mettere bene a fuoco quello che si trovava intorno a lui, troppo modificato dalla distorta visione dei suoi occhi dopo le ore nel bus per sembrare avere un senso.

Stringeva ora la mano di Camille, che era tornato da lui quasi subito l'apertura delle porte.

Jack le aveva rivolto un sorriso, chiedendole se stesse bene, dopo quel lunghissimo viaggio in bus, e lei gli aveva detto, con fretta (aveva visibilmente voglia di uscire dal bus) che aveva una leggera nausea, ma che comunque si sentiva bene.

Jack si chiese come mai Camille non fosse andato da lui prima, ma si rispose facilmente pensando che il bus doveva essere molto veloce (cosa che era capibile non solo dal quasi esagerato rumore che le ruote producevano a contatto con la terra, ma anche dal rumore che l'aria produceva), e che era indubbiamente brusco sia nelle frenate che nelle curve.

Arrivò dunque alla conclusione che le sarebbe stato abbastanza difficile arrivare da lui (tralaltro al lato opposto del bus), senza problemi, senza perdere l'equilibrio, o, nel peggiore dei casi, senza cadere.

Effettivamente, anche 156 e 168 mostravano visibilmente non poche difficoltà nel camminare e nel rimanere in piedi, quando il bus era ormai già partito.

Jack, dopo poco, riuscì finalmente a mettere bene a fuoco l'ambiente circostante.

L'accampamento base era un enorme insieme di grandi tende, strane casupole e "baracche" (che Jack assimilava più a sottospeci di strane capanne), alcune vicine e altre lontane le une dalle altre, secondo uno schema che Jack non conosceva.

Le strane capanne erano strane e molto colorate, in cemento, ma riparate in certi punti con materiali diversi e molto colorati, addobbate da strane bandiere, scritte in una lingua (se si poteva definire tale) a lui sconosciuta (era del tutto sicuro di non averla mai letta da nessuna parte, una lingua così) con un alfabeto, se quelle erano realmente lettere e non segni a caso, totalmente diverso da quello che lui sapeva leggere.

Le bandiere e tutte le decorazioni esterne alle casupole erano estremamente colorate, apparescenti, fluo, come d'altronde, le baracche stesse, il cui cemento sembrava essere state dipinte, e in certi punti presentavano graffiti (talvolta pure nella strana lingua nuova a Jack).

Le tende, invece, erano grandi, e sembravano avere una struttura più complessa, anche se fatta di stoffa (ovviamente colorata) e quelli che sembravano essere pali di metallo (ovviamente, anch'essi sgargianti).

L'impressione che davano, era effettivamente, di un vero e proprio accampamento, creato per essere temporaneo.

Jack si chiese per quanto tempo sarebbe stato utilizzato.
Certo, era ovvio che fosse temporaneo, ma era molto, anzi, troppo particolareggiato e ben costruito, con evidente cura, per poter essere un rifugio temporaneo per un lasso di tempo minore ad una settimana.

Forse la Resistenza l'avrebbe usato per un mese, o due, o tre, o un'intera stagione, oppure addirittura per anni.

Jack non se ne sarebbe stupito.
Era incredibilmente ben costruito, tanto da poter essere riconducibile ad una vera e propria città.

Jack si chiese anche il perché di tutti quei colori.
Glielo avrebbero spiegato, forse più tardi?

Non poteva saperlo.

Seguendo 156, 168 e 113, passarono attraverso quella che era una strada, incastonata tra due file di quelle strane baracche e tende.

Oltre a queste, il ragazzo intravide altri camion, o bus, quasi uguali a quello con cui erano arrivati lì.

Guardandosi attorno, invece, si rese conto di essere nel pieno della Zona Desertica.

Nulla era loro intorno.

Niente catene montuose.
Niente città.
Niente foreste, o coltivazioni.
Niente di niente.

Solo la terra secca e leggermente erbosa, qualche montagna rossa in lontananza, il vento, il Sole ormai cocente e l'accampamento erano intorno a loro.

Quanto erano distanti dalla città di New Element?
Decisamente, più di un chilometro.
Anche più di due.
Anche più di tre, di quattro, di cinque, di sei, di sette, di otto chilometri.

Dovevano essere lontani di decine di miglia da NewElement, ormai.

Guardandosi indietro, vide Conrad e Brian, curiosi come lui riguardo allo strano posto in cui si trovavano.

Appese tra una casupola e l'altra (tralaltro neanche troppo alte) si trovavano degli strani striscioni, colorati, fluo, appariscenti.

Jack notò che alcune porte di alcune casupole non erano nemmeno porte effettive, ma assi di legno dipinto e pieno di fogli con sopra disegni e graffiti colorati.

Si rese conto ora che non c'era molta gente intorno a loro.

Solamente poche persone, che sembravano essere molto giovani (anch'esse vestite in modo estremamente sgargiante e singolare, con pure i capelli colorati), li guardavano, o si avvicinavano, per cercare di interagire con 113, che si mostrava muta e apatica.

A Jack diede leggermente fastidio.

113 doveva essere molto famosa tra le persone della resistenza, in quanto soldato più forte, ma non sembrava per nulla essere felice delle "attenzioni" che gli altri le mostranvano.

156, 168 e 113 svoltarono, ritrovandosi di fronte ad un palazzo in cemento, anch'esso molto colorato e decorato.

Voltandosi, aprirono quella che era la porta (in vetro, ma che non lasciava intravedere l'interno, per colpa dei riflessi del Sole), facendo loro segno di entrare.




- Spazio Ros

Oggi sono stata via tutto il giorno per andare a casa di una mia amica che vive più o meno a un'ora da casa mia.
Appena tornata, vado con mia mamma al supermercato quasi pure controvoglia perché sono shtanca morta, e indovinate cosa trovo?
IL DISCO DEI ROS.
Allora mi metto a sclerare e mia mamma me lo prende. 😂
E boh.
Così.
Bella giornata. 😂

Vi piacciono i Ros?

Per chi non lo sapesse sono un gruppo rock/punk andato ad
X Factor 2017, e io li amo alla follia. 😂











~Francy

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora