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Il macchinario in cui era stato appena inserita la maschera emise un piccolo suono robotico, e 156 si giró verso di esso.

Lo aprì, ed estrasse la maschera bianca.

I tratti di quest'ultima ora sembravano identici a prima, agli occhi di Jack.

156 si avvicinò, e, come aveva fatto prima, gli provó la maschera.

Ora Jack sentiva la differenza.

Il tessuto quasi spugnoso gli dava sempre la stessa sensazione, ma ora sentiva il tutto più aderente.

In quanto ai vetrini, gli sembravano sempre totalmente inutili, dato che non gli fornivano benefici apparenti, ma anzi, quasi un senso di nausea causato dalla visione stranita di ciò che stava lui intorno.

- Come te la senti?- chiese 156.

- È più aderente.- disse Jack, con qualche difficoltà, data la poca esperienza nel parlare con addosso la maschera da soldato.

- Bene.- disse 156 sottovoce.

Appoggió la maschera davanti a loro, per poi sedersi.

- Di che colore vorresti la tua maschera? Ci hai pensato? Non ti avevo mai detto di farlo, ma ci hai mai pensato?-

Jack scosse la testa.

156 non gli aveva detto di farlo, e lui non ci aveva mai dedicato alcun pensiero.

Pensava che i colori delle maschere dei soldati fossero assegnati casualmente, ma a quanto pare, non era così.

- No.- disse, nonostante avesse già scosso la testa.

- Ti lascio un minuto per pensarci. Intanto... Vado a prendere i colori acrilici.- disse 156.

Si alzò, e quasi cadde, incastrando un piede con una delle gambe della sedia.

Ora Jack ne era quasi del tutto sicuro, che quella donna avesse bevuto recentemente.

Perché, poi, avrebbe dovuto farlo?

Vedere le maschere forse la faceva sentire male.

Forse la intristiva.

Forse le ricordava 104.

Forse perché era Jack a ricordarle 104.

Si sentì quasi male.

Era colpa sua?

Lui non voleva farle del male, anche se non sapeva effettivamente come facesse.

Forse solo con la sua presenza?

Faceva così male a quelli che stavano intorno a lui?

168 lo detestava, e per quanto Jack sperasse e cercasse di convincere gli altri che le cose sarebbero potute migliorare, sapeva che non sarebbero mai stati in buoni rapporti, lui e quell'adolescente sfacciato dai capelli rossi ciliegia.

156 forse soffriva per lui.

Avrebbe dovuto smettere di parlarle?

Forse le avrebbe fatto bene.
Forse sarebbe stato solo peggio.

Come poteva non starle intorno?

Erano confinati nello stesso accampamento, erano dalla stessa parte dello schieramento, e se mai si fosse dovuto rivolgere a qualcuno per necessità, l'unica persona con cui poteva parlare era sempre lei, la donna dai capelli lunghissimi.

In più lei sembrava sempre cercare di stargli accanto, anche quando forse non ce n'era per niente bisogno.

E Camille?
Vogliamo parlare di Camille?
Si chiese tra see e see.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora