Soldier 113 [First Arc]

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Una.
Due.
Tre.
Quattro.
Cinque.

Jack, come un bambino, stupidamente contava le stelle.

Aveva già perso il conto tre volte.

La prima volta era arrivato a venticinque, forse.

La seconda forse a dodici.

Forse la terza a trentadue.

Le stelle gli parevano una cosa talmente bella che non avrebbe mai smesso di osservarle, quella sera, se avesse potuto.

Ora capiva perché 113 le osservava così tanto.

All'inizio, le stelle non gli avevano fatto nessun effetto.

Erano tante piccole luci nel cielo.

Ma poi capí che era proprio quello a renderle speciali.

Erano tante piccole luci in un cielo scuro, che senza di loro sarebbe stato vuoto.

La Luna però era la vera protagonista.

Era mezza, quella sera.

Luminosa come poche volte.

Bianca, candida, chiara, sfumata di grigio sui crateri concentrici e semplicemente perfetta.

Non era piena, ma nulla le toglieva la sua bellezza indiscussa.

Jack vedendola ricordava vagamente gli occhi di 113.

Argentei.
Come la Luna.

Luminosi.
Come la Luna.

113 era nata durante un'eclissi, ora che Jack ci pensava.

Che coincidenza.
Pensò.

Effettivamente, per un secondo, si fece una lista in testa delle cose che potevano essere definite coincidenziali con il fatto che la nascita di 113, come predetto da Adele, era avvenuta durante un'eclissi.

113 aveva gli occhi argentati, ma allo stesso tempo neri. Sembravano un vortice d'ombra dai riflessi luccicanti.

113 aveva la pelle pallidissina.

Jack non trovava spiegazione a questa cosa.
Stava ore al giorno sotto il Sole.
Come poteva non abbronzarsi?

Le dedicò uno sguardo, abbassando la testa dalla visione delle stelle.

Con sua sorpresa, notò come anche 113 lo stesse guardando.

Era ancora raggomitolata, gli avambracci sospesi in aria, i gomiti coincidenti con le ginocchia.

- 197.- disse.

Jack deglutí.

- Si?- chiese.

- Ora dobbiamo parlare di te.- 113 continuò.

Jack impallidí, ma non si vide per niente, nella penombra generale.