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- Tutti tossiscono la prima volta che bevono una roba del genere.- continuó, osservandolo.

- Ad ogni modo...- disse, osservando il bicchiere, il quale liquido era ormai quasi terminato.

- Cosa... Vuoi sapere di lui?- alzò lo sguardo.

- Io... Beh...
Tutto quello che puoi dirmi, dimmelo... Per favore.-

Disse "per favore" semplicemente perché 156 lo faceva sentire in un modo strano.

Vederla costretta ad ubriacarsi per poter parlare di questo 104 lo faceva sentire in un modo strano.

Provava angoscia nel vederla così.

- Lui...
Lui era orfano.
Arrivò... Nella Resistenza...
A dieci anni.
Era stato cresciuto come Camille, in un orfanotrofio, ma al momento della somministrazione della pillola della Cecità Mentale, lui si mostrò per ciò che era: un Soggetto X.-

156 bevve un altro sorso, per poi guardare negli occhi Jack, che stava facendo la stessa cosa, ormai a metà del bicchiere.

- Venne mandato al MI a fare il soldato.
Lui... Lui era cresciuto in un accampamento, preparandosi per fare il soldato.
Non lo fece perché gli piacesse combattere.
Non lo fece per vendicare qualcosa o qualcuno, e a spingerlo non era stato nemmeno l'odio verso le Forze Governative o il Governo.
Lui... Lui lo fece per curiosità.
Per pura, semplice, curiosità.
Io... I-Io avevo dieci anni quando lo conobbi.-

Ora le tremava leggermente una mano, ma bevendo un altro sorso, il tremore smise.

- Anche io ero cresciuta in un orfanotrofio, ed anche io ero stata mandata via a dieci anni... Ma...
Io... Non vivevo al MI, perché un uomo aveva deciso di tenermi con sé.
Era un soldato... Ed io...
Sono cresciuta con lui, girando tra un accampamento ed un altro.
Noi... Diventammo presto...
D-Diventammo amici.-

Parlare di lui sembrava esserle molto difficile.

Jack avrebbe voluto provare a consolarla, ma non avrebbe saputo che dirle.

- Mi disse...
Che lui era diventato soldato...
Solo perché al MI stavano inventando una nuova tecnologia, quella che tuttora usiamo per controllare la radioattività di una zona.
Lui...
Lui voleva sapere tante cose.-

Sorrise, fissando il vuoto.

- Lui sapeva già molte cose.
Era... Lui era molto acculturato.
Voleva vedere cosa c'era oltre la Zona Desertica.
Voleva vedere il mondo fuori com'era, voleva vedere quello che gli sarebbe stato impossibile credere.-

Improvvisamente, lei alzò lo sguardo, e di nuovo, fissò Jack negli occhi.

A Jack girava leggermente la testa, ma non se ne preoccupava molto.
Aveva ormai bevuto tre quarti del bicchiere.

- Quando 113 aveva cinque anni...
Lui la incontró.
Ne parlò con me.
Disse... Disse che la vedeva...
Infelice.
Disse che quella bambina era infelice.
113, fin da quando era nata, era sempre vissuta a cavallo tra spedizioni, accampamenti, tutori diversi che non duravano più di un mese, attacchi da parte del Governo e piani d'attacco.
104... Decise che l'avrebbe presa con se.
Io ci risi su.
113...- rise - Ha sempre avuto un bel caratterino.
Ma non era solo per quello che quelli che si prendevano cura di lei smettevano di farlo dopo poco.
Vivendo in un accampamento...
Erano... Erano tutti soldati.
Alcuni... Alcuni morirono.
Altri smisero per poter essere trasferiti allo ZeroM.
Ma lui...- sorrise di nuovo - Lui... Lui instaurò con lei un... Un...
Un legame.
Lei... Lei si fidava solamente di lui.
Stava sempre con lui.
Parlavano sempre, di tante cose.
Lei... Lei sembrava finalmente felice.
Lui... Lui era come il suo protettore.
La voleva proteggere.
104 ormai era... Una...
Una sorta di figura paterna, protettiva, ma anche di fratello, amica, scherzosa.-

156 mutò subito espressione, guardando con aria cupa il bicchiere ormai vuoto, come quello di Jack.

- Ricordi... Quando...
Quando parlai...
Dell'incidente che accadde tre anni fa... Vero, Jack?-

Jack annuì.

Ricordava il discorso di 156.

Disse che in seguito alla scelta di un comandante di assecondare i feriti e non coprire le proprie tracce, in seguito ad uno scontro, era scoppiata una battaglia tra Resistenza e Forze Governative.

Ricordava anche 156 che teneva la testa bassa, che evidenziava che non tutti erano usciti vivi dalla battaglia, come ricordava 113 che usciva veloce dalla stanza, rincorsa da 168.

- Beh... Hm...-

156 abbassò la testa.
Il suo respiro si fece pesante.

- Lui... Jack...
Lui era il comandante.
E lui... Lui non sopravvisse.
L-Lui... Per... Per salvare 113...
Si... Lui si rifugiò nella Zona Esterna.
Mise 113 al sicuro e poi...
E... Si lasciò uccidere.
Non...
Lui non voleva che le facessero del male.
Tutto quello che lui voleva...
Era proteggerla.-

156 ora era seriamente sul punto di piangere.
Guardò nuovamente Jack negli occhi, quasi trovandoli come un rifugio, il quale avrebbe potuto proteggerla da tutto, e di nuovo, sorrise.

Tutto adesso aveva un senso nella testa di Jack.
Non solo il perché 113 avesse parlato di 104 mentre osservava il cielo e il perché sempre lei era scappata ora avevano una triste ragione.

Però, una domanda rimaneva.

- 156...?-

- Si?- rispose lei, ad occhi lucidi, con un sorriso.

- P-Perché continui a... A guardarmi?-

- Jack...-

Il sorriso non moriva sulle sue labbra.

- Si?-

- Jack...
Tu mi ricordi tantissimo 104.-





- Spazio Pizza

Non so abbiamo appena cambiato la macchina a mia mamma e questa nuova ha le luci sotto i sedili che cambiano e sono una figata assurda😂 e sto aspettando perché tra tipo dieci minuti dobbiamo andare a prendere mia mamma che ora è in ospedale e ci andiamo a mangiare la pizza.😂



~Francy

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora