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- Cosa vuoi per colazione, piccola Camille?- chiedeva Mauris, gentilmente, appoggiandosi al bancone con i gomiti.

- Ci sono dei biscotti?- chiese timidamente la bambina, mentre muoveva le gambe in aria, seduta su quello sgabello scucito, fin troppo alto per lei.

- Certo.- sorrise Mauris.

113 era appoggiata al muro, braccia conserte, un piede appoggiato al muro e la solita espressione di sempre.

La solita espressione che lei stessa odiava.

Controllava che andasse tutto bene.

Forse risultava un po' inquietante come presenza, nell'ambiente, ma era ciò che pensava fosse giusto.

Finché Camille sarebbe stata lì, fino a che avrebbe voluto restare lí, 113 l'avrebbe aiutata.

Le sarebbe stata accanto, ma senza starle troppo appiccicata.

Voleva farle capire di dover essere in grado di muoversi da sola nell'Accampamento, di agire da sola ed essere in parte indipendente e responsabile.

Era molto per una bambina della sua età.
113 lo sapeva.

113 aveva passato peggio.

Ma con lei era diverso.

Lei era il cosiddetto Messiah.

113 voleva però rendere Camille in grado di avere una propria responsabilità, anche se altamente "rudimentale" e alquanto precoce.

Le sarebbe servita.

Le sarebbe stata accanto.

Senza farsi vedere troppo, ma abbastanza per farle capire che per lei ci sarebbe sempre stata.

L'avrebbe aiutata quando avrebbe avuto bisogno, accompagnata quando non poteva o non voleva farlo da sola, sollevata quando sarebbe caduta e protetta quando avrebbe sbagliato.

Sarebbe rimasta lì, e quando Camille avrebbe avuto bisogno, lei l'avrebbe aiutata.

Camille sarebbe sempre stata sotto la sua ala, sempre protetta in caso di bisogno, ma allo stesso tempo libera di esplorare questo nuovo mondo, comprendere il modo in cui esso funzionava ed il modo di farne parte.

Adesso Camille mangiava un biscotto grande quanto la sua mano, e 113 la trovava semplicemente adorabile.

Era leggermente impacciata ed estremamente concentrata mentre cercava inutilmente di intingere quel biscotto nel bicchiere di latte, il cui diametro non permetteva palesemente ad un oggetto di tali dimensioni di passare.

Adorabile.
Pensò tra sé e sé 113.

Semplicemente adorabile.

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La luce si rifletteva scintillando su quella lama immacolata e metallica.

Jack non ci aveva pensato due volte a prenderlo in mano.

In un secondo lo stringeva, quel pugnale metallico, e lo guardava quasi incantato.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora