You are my biggest regret

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Luce.

Per un attimo, non capí.

Poi il dolore si fece bruciante.
La luce si fece più reale.
Sentí ogni parte del suo corpo.

Ma non capiva, ancora.

Iniziò a strisciare sul ruvido appogio su cui era sdraiato, e le gambe iniziarono a formicolare, doloranti.

Le braccia non avevano forza ed ogni movimento bruciava.

La vista gli si fece nitida.
Guardò intorno a lui.

Fu allora che realizzò.

- No...- sussurrò.

Spalancò gli occhi.
Il respiro impazzí, come il battito cardiaco.

- No... No, no... No, no, no, no...- continuava a ripetere.

Sentí i capelli ricci e castani sulla nuca, sul viso.

- N-No...-

Alzò le braccia.
Le guardò.

Bende.
Tantissime bende.

I pantaloni erano umidi.

Da quanto era lì?

Si guardò intorno.
Riconobbe l'infermeria.
Sperò di essersi sbagliato.

Non poteva essere vero.

Sentí la porta aprirsi.

Entrò una donna.
Vestita... Da cameriera.

- Principe Kevin, ci dispiace per l'inconveniente...- iniziò a parlare.

- No...- Kevin sentí la rabbia salire.

Il rancore.
La disperazione.
Il panico più totale.

- ... Siamo stati attenti a curare le ferite al meglio possibile...- la donna continuò.

- ... S-Stai zitta...- Kevin non si sentiva le braccia.

Non gli sembrava vero.
Non poteva essere vero.

- ... E siamo molto felici che si sia svegliato dopo quasi un giorno di incoscienza...-

- STA ZITTA!- urlò lui, fuori di sé.

Raschiò la gola, per poi quasi tossire, curvo su se stesso.
Era arrabiato.
Era contrariato.
Era disperato.
Era in panico.

Lui aveva voluto solo una cosa.
La morte.

Perché non era morto?
Perché non lo avevano lasciato morire?

- ... E vorremmo informarla che suo padre la attende il prima possibile nel suo ufficio.-

Detto questo, con un sorriso finto e tirato, la ragazza uscí dalla stanza, chiudendo la porta.

Kevin sentí le braccia tremare.
Una lacrima scese sulle lentiggini, ma lui si concentrò di più sul chiarire la situazione.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora