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Messiah?
Credevano che 113...
Fosse il loro Messiah?

Jack, pensandoci un attimo, aveva appena trovato la risposta alla domanda che si faceva spesso, osserrvando i comportamenti e le interazioni tra 113, 156 e 168.

Aveva capito perché le lasciassero fare tutto quello che voleva.

Perché credevano che fosse il loro Messiah.
Perché forse erano convinti che lei fosse una sorta loro Messiah.
Perché forse sapevano che lei lo fosse.

- Messiah...?- chiese.

156 annuì.

- Lei ci salverà.
Lei ci libererà.-

- Voi... La adorate come...
Come un Salvatore?-

- No.
Noi non la adoriamo.
Non abbiamo culti.
Non abbiamo credenze religiose riguardo a lei.
Ma noi sappiamo che lei un giorno ci salverà, ci libererà da tutto questo.
Dall'oppressione, dal futuro incerto dei fuggitivi, dalla vita perfetta dei cittadini, dalla tirannide, dalla dittatura, dalla paura.
Dal nero più totale.-

- Come... Come fate ad esserne certi?
Come potete saperlo? Come?-

- Jack...
La vita del Soldato non è di certo tutta rose e fiori.
Credo tu l'abbia potuto benissimo notare.
La nostra vita è sangue, è violenza, combattimenti, ferite, paura, morte.
Certe volte è semplicemente nero.
Nero più totale.
Nessuna certezza.
Riguardo a niente.
Timore di essere presi e diventare perfetti.
Timore che scacciamo diventando Soggetti X.
Paura di scomparire.
Paura di scomparire nel nero.
Nero che scacciamo con i nostri vestiti.
Nero che scacciamo con l'unica certezza che abbiamo.
Un giorno, lei ci salverà.
Un giorno, saremo di nuovo liberi.
Jack...
Noi non adoriamo 113.
Ma lei è l'unica certezza che abbiamo.-

Jack ammutolí.

- Ma... Di sicuro tutto ti sembrerà impossibile, infattibile, assurdo e improponibile, non è vero?
Anche tu ci crederai solo un branco di pazzi.
Vuoi andare al MI, non è vero?
Starci il più lontano possibile, evitarci, evitare la nostra certezza, evitare i nostri ideali e quella cosa assurda che quella pazza di Adele ha detto.
Non è così?
Non ci credi, vero?-

Jack si avvicinò.

- No.- disse, in un secondo, guardandola negli occhi.

- Io vi credo.
Io ti credo.- disse, diretto.

156 spalancò gli occhi.
In un attimó, osservò tutti i particolari del viso di Jack, come se lo stesse mappando.

Fece un mezzo sorriso.

- Mi credi?- chiese, sorridendo.

Anche Jack sorrise, senza un motivo preciso, forse preso dal momento, o dal sorriso di 156.

- Si. Ti credo.-

156 si buttò sullo schienale della sedia, sospirando, ma non come le altre volte.
Sospirò di sollievo.

Jack era riuscito a calmarla.
Di nuovo.

- Altre... Domande?- chiese ancora la donna.

- S-Si.- Jack rispose in modo titubante.

Aveva paura che con la prossima domanda, avrebbe tolto a 156 la serenità che aveva appena trovato.

- Dimmi.- chiese lei, ignara che forse non le sarebbe per niente piaciuto rispondere.

- Chi... Chi era 104?
E... Perché continui a perderti quando parli di lui?
E perché quando ti perdi poi mi guardi sempre negli occhi?-

156 spalancò gli occhi.

Appoggiò i gomiti sul tavolo, e si mise la testa fra le mani, coprendosi con le dita i vetrini azzurri della maschera.

Sospirò.
Di nuovo, di angoscia.

- Mauris.- disse, ad alta voce.

- Si, 156?- chiese lui, lontano ed ignaro della loro conversazione.

- Portami il solito.- disse lei.

- E portane uno anche a Jack.- aggiunse, dopo pochi secondi.

156 rimase a testa bassa fino a che Mauris portò al loro tavolo due bicchieri alti, pieni di un liquido strano, dal colore rosato, trasparente e limpido.

156 ringraziò Mauris, che comunque non rispose con nessun "prego", ma solo con un'espressione preoccupata.

"Non bevetene più di uno" mimó con le labbra a Jack, che annuì, mentre 156 giá stava bevendo.

- Che cos'è?- chiese Jack a 156.

- Mai sentito parlare di alcool?- chiese lei, senza appoggiare il bicchiere sul tavolo.

- Si.- disse lui.

Non ne aveva sentito parlare molto, ma sapeva che l'alcool era un liquido che si poteva utilizzare sia per utilità pratiche che come bevanda, e se assunto, poteva causare effetti che rendevano una persona "ubriaca".

Non aveva mai visto gente ubriaca, e sapeva che a PerfectOne non era legale utilizzare l'alcool come bevanda.

- Perché lo bevi?- chiese.

156 mandò giù un altro sorso, per poi rispondere.

- Non posso parlare se non bevo.
Non di lui.
Dai, bevine un po' anche tu.-

Jack non fiatò sul fatto del bere, prendendo in mano il bicchiere.

- Lui...
Dev'essere stato importante per te.- disse, con tono dispiaciuto, riguardo all'ultima frase detta da lei, bevendo un sorso.

Aveva un sapore forte, pungente, aspro ma anche leggermente dolce.

Lo mandò giù senza problemi.

- Beh, che fai?- disse lei.
- Non tossisci?- rise, continuando.



- Spazio Storia

Sapete che vuol dire studiare per due settimane storia?
È orribile. 😂
Fattosta che oggi avevo l'interrogazione di storia, e la profe s'é messa a chidermi roba che diceva di non chiedere.
L'interrogazione doveva essere sui greci, e lei se ne esce con i micenei e Alessandro Magno.
Dato che sono una buona anima che predica la bontà e la gentilezza (a volte😂), io i micenei li avevo studiati benissimo e me li ricordavo ancora, mentre Alessandro Magno l'avevo già schematizzato.
In pratica, sapevo tutto.
Mi metto a parlare a manetta e quella manco m'ascolta, per poi darmi 6 dicendo che "si aspettava che fossi più brillante" e che il 6 era "tirato".
Ora mi spiegate. 😂

Però ci sono anche cose buone. 😂
Mi sono stra fissata con la canzone "Say It Ain't So" dei Weezer.




~Francy

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora