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Quando il coltello affondò nella sua carne, Jack non provó nemmeno tanto dolore.

Chiuse gli occhi, ma non li strizzò.
Tenne chiusa la bocca, ma non strinse per niente i denti.

Sentì dolore, ma non gli sembrava così tanto dolore da mettersi ad urlare, a strapparsi i capelli o a piangere.

Quando sentì poi il coltello fare leva e il localizzatore, quella strana piccola pillola metallica, uscire dalla sua carne, semplicemente, sospirò.

168 gli mise poi del disinfettante sulla ferita, per poi passare il localizzatore a 113 e bendare il braccio di Jack,

- E io che credevo che saresti stato il più piagnucolone.- ridacchiò 168, pulendosi le mani in un panno e mettendo la mano sulla spalla di Jack.

Jack abbozzò un sorriso, mentre 168 si avviava nella cabina del bus.

Jack si guardò il braccio, osservando le bende.

Alzò lo sguardo, e osservò anche Brian e Conrad.

Brian era fermo, mentre si osservava le mani, anch'esse ora bendate.

Conrad fissava il vuoto, con le lacrime ai bordi degli occhi.
Jack, involontariamente arrivò a pensare che lo credeva più forte, quando l'aveva conosciuto.

Respinse quei pensieri pensando che effettivamente, a Camille il localizzatore non l'avevano tolto.

Guardò Camille, e si accorse in meno di un secondo, che 113 era vicina a lei.

E non solo, le stava parlando.

113 non aveva detto parola a tutti loro fino a quel momento, neanche per le cose appena dette sul suo conto, neanche per introdursi, neanche per spiegare la situazione insieme a 156 e 168, ma non aveva esitato a parlare a Camille.

Jack capí subito che parlavano a bassa voce, quindi cercò di concentrarsi per capire ciò che stessero dicendo.

Non voleva impicciarsi, ma la curiosità, quella strana attrazione che provava nei confronti di 113, che quasi lo spingeva a volerla conoscere (nonostante avesse la leggera impressione di conoscerla, o anche solo di averla già vista o sentita nominare), erano più forti di lui, e lo portarono a stare attento il più possibile.

- Camille. E tu?- riuscí a percepire.

Ci fu una curva, e i rumori delle ruote, misti a quelli degli oggetti che si spostavano, impedirono a Jack di capire di più.

Presunse che 113 avesse chiesto a Camille il suo nome.

- Ti chiami con un numero?- si sentì la voce di Camille, con il suo tono curioso, e Jack riuscí a intravederla con un sorriso sul viso.

113 annuì.

113 parlò all'orecchio di Camille.

- 10.
Posso chiederti tu quanti anni hai?
Se non vuoi dirmelo va bene.
Mi dicevano che non di deve chiedere l'età ad una signorina o ad una signora.-

113 si avvicinò di nuovo al suo orecchio.

- Non hai molti anni in più di me.- disse Camille.

113, ora, non parlò all'orecchio di Camille.

- Piccola Camille, il localizzatore va tolto. Non ti farà tanto male.- disse.

Jack fu subito investito nuovamente da quella strana sensazione, ormai familiare ma che non perdeva la sua stranezza.

La voce di 113 era calda, rassicurante, ferma, autoritaria ma al contempo gentile, soffice, ma severa.

Sentì il petto farsi leggero, come se si fosse tolto un peso, come se avesse sentito sollievo, subito dopo quelle parole.

Camille annuì.

113 trovó il punto dove si trovava il localizzatore, per poi appoggiarci la punta del coltello.

Guardò Camille, le accarezzò una guancia, poi tornò a tenere il braccio.

Premette.

Camille soffocò un lamento.

Quando 113 inizió ad estrarre il localizzatore, Camille inizió a piangere.

Buttò immediatamente il localizzatore a terra, senza separarne le parti, per poi pestarlo con molta violenza, frantumandolo in mille pezzi.

Camille piangeva, ed il suo braccio tremava.

113 disinfettó e bendò con fretta ma anche molta cura la ferita.

Abbracciò poi Camille, stringendola forte.
Camille ricambiò.

Jack quasi si sorprese di vedere 113 cercare di confortare Camille in quel modo.

Gli tornò in mente come aveva ucciso, da sola, tutti gli uomini delle Forze Governative, a sangue freddo.

Ma vedendola abbracciare Camille, questi ricordi si dissolvevano leggermente, si affievolivano, diventavano più leggeri, sfumando.

Camille continuava a piangere, intanto.

- Camille...
Non sei sola.-

Fu quasi un lamento.

Non sei sola.
Non sei sola.

Quelle parole gli rimbombarono in testa, stordendolo.

Continuarono a rimanergli in testa, senza mutare, senza sbiadire.

Non si rese neanche conto che il bus ora si era fermato, e non di certo per un arrivo anticipato al luogo dove si trovavano gli altri della resistenza.





- Spazio 2017

E sta per cominciare un altro anno! 😂
Oggi è l'ultimo giorno del 2017 e io non ho propositi per l'anno nuovo, se non continuare i libri e cercare di sopravvivere alla scuola.
Anzi, uno ce l'ho. 😂
Nel 2018 vorrei tanto riuscire ad essere abbastanza brava con la chitarra da poterne prendere una elettrica.
... E magari avere una band. 😂
(Sogno irraggiungibile perché lontano tre milioni di anni luce da questo pianeta)
Voi avete proposti?
In più, come è stato il vostro 2017?
... Il mio abbastanza schifoso.

Mi stavo dimenticando di dire che domani pubblico!
Ho trovato un po' di tempo
COFF COFF al posto di dormire COFF
per scrivere un po' e se non scoppia la terra a mezzanotte domani pubblico, e utilizzo quel capitolo come regalo per l'inizio del nuovo anno.
Buon capodanno!





~Francy

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora