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197 sorrise lievemente.

Si chiese e si disse quanto fosse bella l'alba.

La osservava, adesso, da fuori la finestra.

Aveva scostato la stoffa solamente appena.

Con la maschera guardava oltre la stoffa, nonostante vedesse la sua presenza.

Camille dormiva beatamente, ignara di tutto, dietro di lui.

Alla fine la piccola aveva mostrato il suo disegno a tutti.

Jack aveva detto che era bellissimo, e i complimenti, accompagnati da carezze o pacche sulla schiena, erano arrivati da tutti.

Da 156, 168, 184 (il ragazzo biondo), 125, 191 (il ragazzo dai capelli rossi), da Mauris e da 180 (la ragazza dai capelli verdi).

Anche 113 le aveva fatto i complimenti.

Le aveva parlato lontano da tutti, e nessuno sapeva cosa le stesse dicendo.

Camille però sorrideva, come ogni volta che parlava o stava con 113, e Jack non ci aveva fatto caso.

Jack.

Quel nome.

Adesso lui era 197.

Non pensava nulla di questo numero.

Pensava solamente che sarebbe stato forse un po' difficile capire subito quando era lui interpellato, in quanto non era per niente abituato ad essere chiamato così.

Perché era sveglio adesso?

156 dopo la "festa" della cerimonia (che a Jack era sembrata una palese e ben riuscita scusa per svagarsi e fare un po' di casino in compagnia, in giro per l'Accampamento o nella locanda di Mauris), si era avvicinata.

Lo vedeva felice.

Anche lui era stato contagiato dall'allegra dell'atmosfera di quella serata, tra le luci al neon in qualche modo simili a fulmini, i colpi di segnalazione sparati solo per festeggiare, stupide battute, scherzi fatti ai centri di comunicazione del MI, aneddoti e musica di fortuna fatta al momento.

Erano ancora tutti giovani, e Jack aveva cercato di vedere solamente, per una volta, il lato positivo della cosa.

Tutti avevano festeggiato.

Tranne 113.

Lei era sparita poco dopo la cerimonia, la stessa cerimonia in cui nessuno, tantomento Jack, o meglio, l'ormai 197, aveva capito il perché del suo gesto.

197 si era preoccupato di questa cosa.

E se ci pensava adesso, si preoccupava ancora.

L'aveva cercata con lo sguardo, la sera prima.
Ma della ragazzina nessuna traccia.

Non voleva certo chiedergli il perché dell'azione che aveva fatto, nonostante quella sarebbe stata una domanda probabilmente più che fondata.

L'unica cosa su cui tutti potevano essere d'accordo era che 113 era imprevedibile.

Appena tornata da una delle sue "fughe", dopo le quali parlarle sarebbe generatore di scontri, lei non solo era andata a parlare con Jack spiegandogli le tipologie di munizione (cosa che Jack non aveva detto fosse successa a nessuno), ma poi alla cerimonia sorprendeva tutti, mettendo personalmente la maschera a Jack.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora