149

28 2 0
                                    

Scosso, era arrivato piano a camminare fino al luogo prestabilito per la residenza notturna dei soldati.

Erano stanze piccole, ma Jack ci era abituato.
Ci era già stato tempo prima, durante l'addestramento.

Rivederle gli aveva dato un senso di deja vu più leggero, fortunatamente.

Jack capí che questo era collegato alla sua vita che stava vivendo, e non a quella che aveva vissuto.

Era stato un sollievo, ma sapeva che qualcosa non andava.

Molte cose non andavano.
Nulla tornava.

La maschera nera.
Ripensarci gli dava un senso di vuoto, di strapiombo, di sapere qualcosa che in realtà non ricordava tale da fargli tornare pulsanti dolori alla tempie e a tutto il capo.

Quel deja vu era stato diverso.

Non gli aveva dato alcun senso di strana isolazione, ma neanche alcuna perdita di sensi e alcuna strana visione proiettata nella sua testa.

Aveva avuto solo un momento di non coscienza.

Quando aveva guardato nei buchi degli occhi, il tutto gli era apparso come una sorta di viaggio in essi, come se si fosse nascosto qualcosa al di là di esso che lui non era neanche minimamente in grado di concepire.

Un qualcosa si celava dietro essi, e Jack per poco l'aveva visto, ma non aveva capito.

Una lamina d'acciaio.
Ecco ciò che aveva visto.

Non era certo fosse una lamina, e non era certo fosse acciaio, ma di certo ciò che aveva visto era stato il luccichio di un metallo, risplendente sotto una luce forte.

Tutto gli sembrava così poco sensato da non renderlo neanche in grado di creare alcuna supposizione sul suo significato, nella sua testa.

Era stato tutto, in qualche modo, sbagliato.

Qualcosa stonava, ma Jack non capiva cosa.

Da quell'esperienza aveva ricevuto pure un'altra, strana, conseguenza.

Se ne era accorto mentre camminava piano con Camille, per le vie del MI.

Camille era preoccupata, si vedeva.
Chiedeva ogni minuto cosa non andasse, cosa fosse accaduto e cosa poteva fare per fare una mano.

Jack aveva detto a lungo di stare bene, ma l'espressione di Camille era mutata in puro terrore quando pure Jack si era reso conto che molta gente del luogo lo stesse osservando.

Cosa succedeva?
Lo credevano un pentito?
Volevano fare del male a Camille o a lui?

Jack aveva sudato freddo dall'agitazione, e aveva sentito un forte bruciore alla schiena, sulle scapole.

Le cicatrici.

Un po' per lo sguardo di Camille, un po' per quello della gente, un po' per il bruciore ed un po' per la sensazione di bagnato su di esse, Jack si era reso conto di come esse avessero cominciato a sanguinare.

Aveva stretto forte la mano di Camille, camminando più velocemente di quanto potesse, sforzandosi e sentendo stranamente tutti i muscoli scossi da lampi di dolore.

Aveva spiegato alla piccola, con un sorriso finto ma per la bambina pienamente rassicurante, con tono calmo e tranquillo, cercando di non dare a vedere il suo sforzo nel camminare e nel muoversi, che si era semplicemente dimenticato di fasciarle di nuovo, dopo che 156 aveva preso i campioni.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora