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Prima prese parola la donna con la maschera verde acqua con i bordi neri.

- Capisco come ora potete sentirvi.-

Il fugone partí, sbalzando leggermente i membri della resistenza in avanti, e costringendo tutti gli altri ad appoggiarsi con le mani alle panche.

- Spaventati, scioccati, terrorizzati, probabilmente confusi.
È comprensibile.- continuó.

- E fidatevi quando dico che comprendo, che capisco.
Perché quasi tutti quelli che fanno parte della resistenza, sono passati attraverso tutto questo.
Io, sono passata attraverso tutto questo.- disse indicando con la mano prima se stessa, poi guardando il ragazzo dai capelli color ciliegia.

- Noi, della resistenza, vi abbiamo sottratto a quello che... Purtroppo sarebbe stato il vostro futuro.
Ci... Ci dispiace di non essere riusciti a salvare anche i vostri altri due compagni.- deglutì, abbassando la testa.

Caló il silenzio.
Si ricompose, poco dopo.

- Quella che avete appena vissuto,
era un'operazione di salvataggio.
Quella che stavate per vivere, un'operazione di sterminio.-

Jack a risentire quelle parole ebbe un brivido lungo tutta la schiena.

"Operazione di sterminio".

Si sentiva in un certo senso fortunato ad essere uscito vivo da un'operazione di sterminio, ma due persone avevano perso la vita.

Non sapeva bene cosa pensare.
Decise di limitarsi ad ascoltare la donna con la maschera verde acqua con i bordi neri.

- Noi facciamo parte della Resistenza, un'organizzazione definita "terroristica", "illegale", "immorale" e "nemica" dal Governo, ed agiamo contro quest'ultimo.
Ci teniamo a dire che non siamo niente di quello per cui ci spacciano.
Se vi trovate in questa situazione, è perché il Governo, la società, PerfectOne, vi ha rifiutati.
Non vi riteneva idonei ai canoni del "Perfetto cittadino", dopo i test che vi hanno fatto.
Facendovi credere di essere mandati in un altro centro, vi hanno portato qui, dove hanno cercato di uccidervi.
E qui, siamo entrati in scena noi.- disse.

- Io, sono 156.
Lui è 168.- continuó la donna, indicando nuovamente se stessa ed il ragazzo dai capelli color ciliegia.

156 bussò alla porta, che si schiuse leggermente.
Ci guardò dentro, per poi dire qualcosa a bassa voce, verso la cabina.

Da lì uscí 113, apatica.

Lo sguardo di Jack si fece inspiegabilmente e improvvisamente attento e curioso nel vederla.

Quella ragazzina gli dava inspiegabilmente l'impulso di stare attento, attivo, sull'attenti, scattante e pronto a tutto.

- Lei- disse 156, indicandola - è 113.-

113 rimase ferma.

- 113 è il nostro più forte soldato.
Non...- 156 sembrava in difficoltà
-... Non entrerò nei dettagli.
Tutto vi sarà spiegato all'arrivo all'accampamento.
Siamo in viaggio proprio verso questo.
... Detto questo... Io e 125, il guidatore, saremo nella cabina del bus.
168 e 113 rimarranno qui con voi, in caso di evenienza potete sempre chiamarmi.
168 e 113... Ora... Si occuperanno di voi.-

156 rientrò nella cabina del "bus", come lo aveva chiamato lei.

Jack sapeva dell'esistenza di strani mezzi di trasporto a NewElement, chiamati autobus.

Gli abitanti del Centro di NewElement (la parte più ricca e produttiva) che utilizzavano questi autobus erano perlopiú bambini o ragazzi, che li usavano principalmente per andare a scuola, o, come veniva chiamata nel centro di NewElement,
Centri Istruzionali.

Pochissimi adulti del Centro di NewElement utilizzavano gli autobus, perché in grado di permettersi, non molto dopo aver iniziato a lavorare, una macchina con cui sposarsi in giro per la città.

168, improvvisamente, iniziò a parlare, interrompendo i pensieri di Jack.

- Come credo sappiate...
Le Forze Governative vi hanno installato dei localizzatori.-

Jack deglutì.
Si era completamente scordato dei localizzatori.

Di colpo, non si sentiva più tanto al sicuro.
Finché quel localizzatore si fosse trovato nel suo braccio, lui non sarebbe stato al sicuro.

Avrebbero potuto localizzare non solo lui, ma anche tutti gli altri, tornando per finire ciò che avevano iniziato.

- Purtroppo, se li lasciamo ancora dove sono adesso per troppo tempo, rischiamo di essere localizzati.
Dobbiamo rimuoverli.- disse, ed estrasse un coltello da una fondina.
- Non preoccupatevi.
Disinfetteremo sia gli strumenti che utilizzeremo sia le ferite che vi causeremo.- continuó, estraendo da una sorta di cassetta del pronto soccorso attaccata al muro (che Jack non aveva notato, essendo nascosta dalla figura di Conrad) alcune boccette, che Jack riconobbe subito come disinfettante.

113 tirò con forza il colletto della giacca di pelle bordeaux di 168, costringendolo a guardarla negli occhi.

La ragazzina, con fare leggermente infantile, si portò la mano alla bocca, per poi dire qualcosa all'orecchio di 168, bisbigliando, impedendo, anche grazie alla mano, di far capire cosa gli stesse dicendo, ancora tenendolo per il colletto.

Lo lasciò, e 168 tornò con la schiena dritta, e un po' sbigottito, annuì, a quella che era probabilmente una richiesta di 113.







- SpazioDomaniParto

Domani parto per Praga, e sto lì fino al 2 di gennaio.
Credo che se non riuscirò a pubblicare una volta al giorno, pubblicherò probabilmente una volta ogni due giorni, e non so se domani riuscirò a pubblicare, dato che parto da casa alle 7 di mattina.
Andate o siete già da qualche parte per Capodanno?
In più vi volevo dire che, dato che alcuni personaggi di questo libro sono nati in modo puramente casuale mentre facevo degli schizzi, se magari provassi a riprenderli o a ridisegnarli, a vedere se escono decenti e a mettere le foto in alcuni di questi spazi, vi piacerebbe come idea?
Ovviamente credo sia una cosa realizzabile dopo il 2, quando sarò tornata a casa.




~Francy

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora