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156 in un secondo, dopo aver trafficato per poco con il piccolo ed intricato telecomando della scatola di Lucelettrica, innescò i fumogeni.

Una scia partí senza esitazione, e 113 fece segno sia a 156 che 197 di restare giú, sdraiati, ancora per poco.

Jack ebbe un brivido di tristezza, ma durò solo pochi secondi.

113 dava gli ordini.

E non avrebbe mai dovuto avere abbastanza conoscenze per essere il capo della Resistenza ad una cosa giovane età.

Quanti anni aveva 113?
Jack effettivamente non lo sapeva.

Non sapeva per certo l'età di nessuno, a parte per 168, e tantomeno sapeva la sua, con certezza.

Sapeva solo con certezza che l'età di 113 non era mai stata adatta al ruolo che svolgeva nella Resistenza a livello militare e rappresentativo.

Quest'ultima, un secondo dopo il pensiero di Jack, diede ordine con la mano di alzarsi e procedere.

Fu lei la prima ad alzarsi e iniziare a correre, senza paura, scattante e veloce come solo lei poteva essere.

I suoi occhi argentei visualizzarono in meno di un secondo le ombre oltre la coltre di fumogeni.

Si tirò sú la bandana fino al naso, preparandosi a dover respirare per l'ennesima volta quell'aria alterata a colorata, modificata dai fumogeni, che per quando potessero essere vagamente profumati, erano sempre alquanto pesanti e stucchevoli.

Il giorno della sua prima missione si era chiesta il perché di quel profumo.

Forse era per rendere il tutto più vivibile, sopportabile e magari confortevole?

Che senso aveva?
Quando si combatteva di certo non si passava tempo a sentire il profumo nell'aria.

Probabilmente era un effetto non voluto, anche perché era vagamente presente.

I fumogeni, rispettivamente per il loro colore, avevano un profumo diverso.

Quelli arancioni sapevano di agrumi, quelli magenta di fragole, quelli blu di mirtillo e quello verdi di menta.

Quelli neri?

113 aveva sentito solo una volta l'odore di quelli neri, durante un attacco ad un Accampamento.

Dei soldati erano stati circondati da una quarantina di uomini delle Forze Governative.
Sarebbe stato impossibile controbattere.

Ricorsero al fumogeno nero.

113 lo ricordava come un qualcosa di estremamente poetico, simbolico.

Era diverso da tutti gli altri.

Sembrava essere più denso, quasi liquido, tanto da assomigliare a dell'inchiostro che si dispargeva nell'acqua, tanto era fitto.

Aveva un odore salato, pungente, simile al sangue.

Sembrava portarsi via tutto ciò che riusciva a portare e sovrastare nella sua ombra, indistruttibile.

Non lasciava neanche trapassare le luci dei proiettili laser, in un disperato tentativo di controbattere.

Era come un velo.
Un velo nero che si posava su tutto e ne constatava il decesso imminente, mentre si contorceva in onde e curve sfumate dall'intrigo di violenza e oscurità che si svolgeva sotto sua ala, potente e ignota.

Perché tutti i fumogeni avevano un odore?

Probabilmente perché erano costuiti in parte da elementi biologici.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora