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Passando due dita su quello strato di polvere, finalmente, il titolo di quel libro tornó alla luce.

Brian fece un piccolo sorriso.

- Trovato.- disse, chiudendo la scatola di cartone da cui l'aveva preso.

Accatastò con cura il libro, insieme ad altri, in una pila che per il biondo aveva l'aspetto di essere pesante quanto chili e chili di ferro, se non di più, ma che alla fine, presa in braccio, nonostante la sua corporatura esile, non era un carico insostenibile.

Portò tutti i libri su un grande tavolo di legno, scuro e cerato, che trovava bellissimo e che curava pulendolo ogni giorno, per poi, uno ad uno, suddividerli in ordine alfabetico.

Prese da un cassetto di un comó poco lontano uno straccio, per poi portarlo vicino ai libri.

Prese dalla tasca del suo cardigan verde scuro un pezzo di carta, aprendolo e leggendo la lista dei libri che ora andavano messi nel magazzino.

Iniziò da quelli con la "A".

Prese una scala, portandola fino agli scaffali in cui andavano presi i libri.

Prese tutti quelli con la "A", in meno di un quarto d'ora, separando ovviamente i libri presi per genere.

Non ci volle molto per fare si che, senza uno sbaglio, i libri appena presi dal magazzino (spolverati da Brian con il panno di tessuto) venissero messi negli scaffali.

Andò avanti per un po', così.

Guardava la lista, prendeva i libri, li suddivideva, prendeva quelli impolverati, li spolverava e li metteva nel loro nuovo posto.

Andò avanti per circa quaranta minuti, così, senza stancarsi minimamente.

Arrivó alla lettera "E".

Stava per prendere in mano il primo libro ad iniziare per "F", quando sentì dei passi dall'entrata.

Si strofinò le mani sui pantaloni neri per togliere la polvere.

Si avvicinò all'entrata, per accogliere e cercare di aiutare chiunque fosse entrato nella biblioteca.

Mentre si avvicinava, da dietro un corrodoio, sperò leggermente fosse Conrad.

Gli piaceva scambiare due parole con lui, ogni tanto.

Conrad era gentile con lui.

Gli raccontava cose che accadevano al lavoro, dicendo sempre che alla fine, il suo lavoro non era così brutto come poteva sembrare.

Gli raccontava anche di strana gente che aveva incontrato e di piccole cose divertenti che gli accadevano.

Conrad chiedeva poi a Brian come le cose andassero a lui.

E Brian, puntualmente, rispondeva sempre con la stessa frase.

"Bene."

"Va tutto bene."

Perché era vero.

Finalmente, andava tutto bene.

Il suo capo era un appassionato di lettura come lui.

Il luogo come viveva era accogliente e finalmente il suo letto era morbido.

Il suo lavoro non lo stressava per niente.

Poteva leggere tutti i libri che non venivano richiesti e che si trovavano nel magazzino, impolverati, abbandonati.

Gli orari non erano indecenti e la paga non era da fame.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora